Cenerentola: nel diario di Enrico Nigiotti la tenerezza è rock. Intervista

Enrico Nigiotti

Il 14 settembre esce “CENERENTOLA”, il nuovo album di Enrico Nigiotti anticipato in radio dal singolo “COMPLICI” feat. Gianna Nannini. Un disco libero, sentito, sincero. Un diario fresco, leggero e intimo in cui ciascuno potrebbe ritrovare qualche pagina della propria vita. Ecco l’intervista al cantautore livornese.

Intervista

In che modo la tua attitudine si sposa a questo progetto che ti rilancia ancora una volta ma stavolta in maniera definitiva e, si spera, a lungo termine?

Questo disco è un po’ il riassunto di questi anni, sia dal punto di vista personale che artistico. Nella sfortuna, ho avuto la fortuna di scrivere canzoni che avevo bisogno di scrivere senza l’idea di pubblicare un album e senza una scadenza precisa. Le canzoni sono nate tutte in maniera libera e spontanea, questa è l’essenza del disco che ho intitolato “Cenerentola”, nel senso di riscatto, rinascita. Questo è il mio diario, il diario di un trentenne.

L’aspetto forse più contrastante è che in te c’è tanto rock, tanto amore per la libertà ma anche tanta tenerezza. L’emotività che traspare dai testi è tanta, come si sposano tra loro questi contrasti che fanno di te una persona così particolare?

In effetti sono molto impulsivo ma sono anche abbastanza dolce. Cerco sempre di avere positività anche in situazioni e momenti negativi. Ci credo proprio, la prova sta nel fatto che le cose non vanno male sempre, se vanno male significa che devi tararti e provare a cambiarle. Ad ogni modo quando scrivo cerco sempre di spogliarmi , di non pensare e di non vergognarmi. Questo non cambia il fatto che certe cose sono più facili da scrivere che da fare. Le canzoni ti rendono sempre una persona migliore di quella che sei in realtà.

A proposito di positività, c’è il brano “E sarà”, l’inno dei nostri tempi dove se non sei smart e multitasking non vai lontano…

Questo è il mio mantra. Questo è un brano scritto in un momento in cui cercavo di far musica, è scritto in chiave ironica. “Intanto resto qua significa che bisogna sempre continuare a camminare e provare e riprovare. Si vive per questo d’altronde. La bellezza sta nel cercare di riuscire a differenza di quanto ci sei riuscito, nel mentre godi davvero. Quando realizzi un sogno ne cerchi sempre un altro. Di carattere non mi godo quello che ho, vedo sempre il bicchiere sempre mezzo vuoto, sono sempre in movimento.

A proposito di bicchieri, c’è “Campari Soda”. Lo descrivi come un brano molto personale ma in realtà ha un testo piuttosto enigmatico.

Sì, è molto criptico, ha un suono malinconico ma è uno dei miei brani preferiti. Si tratta quasi di una lettera, un messaggio lungo che mandi a una persona. Uno di quelli a cui tengo di più in assoluto , forse anche per il titolo (ride ndr).

“Lettera da un zio antipatico” accende i riflettori sul tuo lato più sconosciuto, ovvero quello domestico.

ll titolo è provocatorio e ironico allo stesso tempo. Il brano è dedicato alla mia nipotina Gaia di un anno e mezzo. Sono uno zio antipatico perchè ogni volta che la vedo, le faccio un sacco di scherzi, piange sempre quando mi vede. In realtà il testo è molto dolce, quasi un dialogo, una specie di ninna nanna per il futuro.

Inevitabile chiederti di “Chiedo scusa”. Una sorta di stream of consiousness, il flusso della tua coscienza si fa largo e diventa nitido, chiaro, fruibile.

Enrico Nigiotti - Intervista

Questo brano è come parlare ad alta voce con se stessi. Mi sono messo completamente a nudo, senza filtri, ho raccontato un pezzo della mia vita e chiedo scusa ai miei genitori per quello che ho fatto e per quello che non sono riuscito a fare.

Come ti contestualizzi in questa dimensione musicale che ti vede a metà strada tra cantautore affermato con un percorso lungo alle spalle e la recentissima esperienza in tv con X Factor?

Non saprei posizionarmi in una scatola però credo che sono sempre la stessa persona. Adesso è tutto diverso perchè gioco finalmente dove volevo giocare, aldilà del talent credo che X Factor sia stata una vetrina, io considero questi programmi come vetrine dove non è per niente facile entrare e in cui bisogna mostrare la propria vera identità nel miglior modo possibile. Non prendo le distanze da niente di quello che ho fatto nella mia vita, sono tutti tasselli della mia gavetta. Ad oggi la gavetta si fa così, inutile girarci intorno, non ci sono più i pub dove te suoni e ti scoprono.

Come si differenzia Enrico in studio da quello sul palco?

Lo studio di questo album è stato bellissimo, ho vissuto completamente tutte le fasi di registrazione con i musicisti. Live sarà diverso perchè potrò sfogarmi di più dal punto di vista musicale con la chitarra, farò più assoli. Per questo tour tra l’altro ho scelto i teatri, volevo fare questa esperienza in cui senti il respiro del pubblico in un’atmosfera attenta, sacra, inviolabile. Sono molto felice di esserci, di emozionarmi, di riarrangiare le canzoni e di vivermi ogni singolo attimo. Suonerò con una band anche se vorrei riuscire a crearmi un momento acustico solo chitarra e voce. Sarà un tour da sentire più che da guardare. Spero che sarà così per tutti, sarà come fare l’amore con tante persone tutte insieme, sarà un momento solo nostro.

Video: Complici

Com’è il tuo stato d’animo in questo momento? Sei reduce dal grande successo del bel singolo con Gianna Nannini “Complici”. Sei comunque carico, lo saresti stato anche se fosse andata diversamente?
Forte non mi ci sento mai. Sono sicuramente felice di questi risultati perchè il brano sta effettivamente andando molto bene però c’è sempre la paura di finire, sono sempre sul chi va là. Aldilà di questo pensiero, questo singolo con Gianna ha una storia alle spalle, tre anni fa ho aperto i suoi concerti, lo sento così forte per la stima e il rispetto reciproco e non perchè sia nato a tavolino. Ne sarei stato fiero in ogni caso, così come lo sarò di questo disco qualunque sorte abbia, sarà per sempre un pezzo di me.

 

Raffaella Sbrescia