Il commento alla terza serata del Festival di Sanremo: la fresca brillantezza di Teresa Mannino irradia di luce le 15 esibizioni in gara.

Il Festival di Sanremo 2024 giunge alla terza serata. Il messaggio iniziale di Amadeus è: “Ci accettiamo in tutta la nostra leggerezza”. Via il grottesco, una botta di autoindulgenza indotta e siamo pronti per passare oltre. Al suo fianco l’attrice e comica Teresa Mannino che, sulla carta pareva volersi muovere un po’ a briglia sciolta ma in realtà il suo monologo è la cosa più brillante a cui abbiamo assistito finora.

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La diretta si è aperta con il Coro dell’Arena di Verona sulle note del “Va pensiero”. Tra gli ospiti annuciati, Eros Ramazzotti, sul palco per festeggiare i 40 anni del suo brano “Terra promessa” con un messaggio importante: “500 milioni di bambini non hanno una terra promessa. Basta guerra, basta sangue” . Questo il messaggio di Eros che, ricorda un aneddoto legato ai suoi esordi: “Avevamo prenotato fino al venerdì l’alloggio, abbiamo dormito in 10 in una stanza, da lì è iniziato tutto. Devo ringraziare tutti quelli che mi hanno dato appoggio, in particolare mio padre che mi ha dato la forza, la voglia, la spinta e  non mi ha mai chiuso le porte. Questo è un messaggio dedicato pure ai genitori di lasciare libero arbitrio ai figli che vogliono provarci”.

Superospite Russel Crowe, accompagnato dalla sua blues band The Gentleman Barbers: l’attore e cantante, oltre ad essersi esibito con il suo gruppo, ha annunciato il suo tour nella più prestigiose location d’Italia e ha raccontato di aver scoperto di recente le sue origini italiane. Sul palco anche Sabrina Ferilli, protagonista della fiction “Gloria” che andrà in onda su Rai 1 dal 19 febbraio. Protagonista di un monologo dedicato all’arte e all’umorismo è Edoardo Leo, in onda su Rai 8, dall’8 aprile con “Il clandestino”. Infine Gianni Morandi, grande amico di Amadeus è tornato a Sanremo per un abbraccio e  ha cantato “C’era un ragazzo”, “Apri tutte le porte” con un abbraccio virtuale al convalescente Lorenzo Jovanotti.
Poi, un momento di riflessione su un forte tema sociale: le morti sul lavoro. Paolo Jannacci e Stefano Massini protagonisti del palco con il loro dialogo in musica, inedito, intitolato “L’uomo nel lampo”. Molto gettonati gli  eventi collaterali: protagoniste del Suzuki Stage in piazza Colombo, Paola e Chiara. Mentre  sul palco galleggiante della nave Costa Smeralda si è esibito invece Bresh con la sua “Guasto d’amore”.

 La gara ha visto esibirsi sul palco gli altri quindici cantanti che non si erano ancora esibiti ieri. A votare la seconda metà delle canzoni in gara, ancora una volta la Giuria delle radio (182 radio effettivamente accreditate nello specifico)  e il pubblico da casa con il televoto.

 Ecco le valutazioni dei cantanti in ordine di uscita con i relativi presentatori:  

Il tre presentato da Loredana Bertè: la riprova che si può fare delle proprie fragilità un punto di forza. Carino il gesto di donare i fiori alla madre, a cui ha dato più di un grattacapo, come lui stesso ha raccontato.

Maninni presentato da Alfa: una grande occasione per esordire su un grande palco e dare il via a un percorso tutto da costruire.

Bnkr 44 presentati da Fred De Palma: incubi e vizi permeano un collage di momenti tristi cantanti in modo fuorviante.

Santi Francesi presentati da Clara portano lontano il loro hard pop con classe, eleganza e sostanza.

Mr. Rain presentato da Il Volo; quest’anno non ha mordente e si vede. Forse la sua partecipazione al Festival era troppo prematura rispetto a quanto ottenuto lo scorso anno.

Rose Villain presentata da Gazzelle: La debolezza del brano di Rose non scalfisce la sua padronanza scenica

Alessandra Amoroso presentata da Dargen D’Amico consolida l’evoluzione del suo stile con una performance studiata e intensa al punto giusto.

Ricchi e Poveri presentati da Big Mama: La loro energia è contagiosa, non rimane altro che lasciarsi travolgere in modo leggero e spensierato.

Angelina Mango presentata da Irama infiamma l’Ariston senza se e senza ma. La sua vittoria sembra già abbondamente ipotecata.

Diodato presentato da The Kolors: Freschezza, poesia e ottimismo romantico caratterizzano la sua performance elegante e raffinata.

Ghali presentato da Mahmood:  il suo brano porta un messaggio importante con stile: come si fa a normalizzare il bombardamento per tracciare confini con linee immaginarie?

Negramaro presentati da Emma: il cantaurato rock della band salentina è sempre garanzia di qualità. Molto bello il tappeto sonoro che veste il loro brano.

Fiorella Mannoia presentata da Annalisa : il manifesto femminile e femminista di Fiorella è molto calzante e lo interpreta orgogliosamente con brio e grazia.

Sangiovanni presentato da Renga e Nek: con questo brano avviluppato tra un mea culpa e qualche rimpianto di troppo, Sangiovanni rimugina senza andare oltre l’autoreferenzialità

La Sad presentati da Geolier: tutto sto circo che vorrebbe essere qualcosa di vagamente vicono al punk in verità racchiude un messaggio di senso compiuto: i rapporti si possono sempre recuperare.

 Raffaella Sbrescia

La cinquina dei primi 5 classificati della terza serata del Festival di Sanremo:

1) Angelina Mango – La noia

2) Ghali – Casa mia

3) Alessandra Amoroso – Fino a qui

4)  Il Tre – Fragili

5) Mr Rain – Due Altalene

Lazarus al Piccolo Teatro Strehler di Milano: la recensione

La prima rappresentazione di Lazarus, opera di teatro musicale, scritta da David Bowie poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh, andò in scena il 7 dicembre 2015. Quella fu anche l’ultima apparizione pubblica di Bowie, che sarebbe scomparso appena un mese dopo (il 10 gennaio 2016). Lo spettacolo, in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano, fino a oggi 28 maggio 2023, vede la regia del direttore di Ert Valter Malosti, che ne ha curato la versione italiana. Nel ruolo del protagonista Thomas Newton c’è il poliedrico Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, che ancora una volta dimostra la propria versatilità approdando al teatro. Ad affiancarlo, tra gli altri, la cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e la danzatrice Michela Lucenti. Il ricco cast di 11 interpreti vede sul palco anche numerosi giovani attori/cantanti di talento: Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini.

Il valore aggiunto dello spettacolo sono sette esperti musicisti della scena musicale italiana: Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo «Rost» Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti. Il progetto sonoro e la produzione musicale sono di Gup Alcaro. La produzione esecutiva di Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale è realizzata insieme a importanti Teatri Nazionali: Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e al Lac Lugano Arte e Cultura.
Il palco si riempie di cinque schermi distribuiti seguendo altezze differenti e di una piccola scatola soprelevata, un luogo altro, proiezione di un sogno, di un ambiente diverso dalla casa del protagonista o della sua stessa mente. Su una pedana rotante, ci sono una poltrona e un tavolo/tastiera, ai lati, due scalinate per accogliere i musicisti che scandiscono questo viaggio il cui filo rosso è proprio costruito sulla base di diciassette canzoni di Bowie interpretate con originalità, struggimento e intensità.
Apparizioni sovrapposte, diventano la materia scenica in cui si muove il profondo senso di solitudine del protagonista che alla fine della propria esistenza, anela un ritorno impossibile verso le stelle, una utopica speranza che si muove tra stallo e desiderio: due forze uguali ed opposte costringono lo spettacolo a una tensione frammentaria, a una narrativa che salta dal senso di oppressione di Newton alle varie situazioni esterne che si delineano in parallelo a quelle del protagonista, che si confronta e lotta con i fantasmi dei propri ricordi e le proiezioni delle proprie paure.
Bowie utilizza quindi il personaggio di Newton per veicolare una serie di temi costanti nella sua musica e li pone a confronto con questo mondo che ci soverchia e ci annichilisce senza mai smettere di ammaliarci. Nonostante tutto.

Raffaella Sbrescia

Max Pezzali: hits only in un fiume di emozioni al Mediolanum Forum di Assago

Colleziona da giorni sold out al Mediolanum Forum di Assago, lui è Max Pezzali e da 6 lustri a questa parte racconta con un linguaggio semplice e pulito valori autentici come amore, amicizia, voglia di divertirsi e stare in compagnia.
In scaletta classici senza tempo cantati a squarciagola tanto dai quarantenni così come dai ventenni: “Come mai” a “Sei un mito”, da “Nord Sud Ovest Est” a “Rotta per casa di dio”, da “Gli anni” a “La dura legge del gol”; brani ispirati alle generazioni che affrontano l’arrivo dell’età adulta senza troppe pretese e senza una reale prospettiva sicura a cui fare riferimento.

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Sullo sfondo la città di Pavia, la città in cui ha vissuto e vive Max Pezzali e che rieccheggia a più riprese in tanti passaggi delle sue canzoni. Scorci, locali, atmosfere, usi e costumi della notte. Il Bronx di Via Bernardino da Feltre, le mille vasche in Corso Cavour, la discoteca del pomeriggio, le 106 farmacie, il Bar Dante di Via Ludovico il Moro, le mattinate trascorse alla sala giochi del Jolly Blu e le grandi compagnie con cui ridere, lamentarsi, girovagare e immaginare il futuro.

Fare le tre di notte, rientrare in casa con passo felpato e beccarsi comunque una ramanzina dalla mamma, ragazzi spensierati e fancazzisti che si approcciano alla vita con ironia per non lasciarsi schiacciare da una realtà decisamente più complessa e sfidante.
Le notti senza stelle si alternano a grandi classici romantici egregiamente arrangiati da una band decisamente rodata con cui Max si mostra affiatato e a proprio agio.
4 grandi schermi, 2 orizzontali centrali sul palco e 2 laterali quadrati, proiettano graphic novels e tante emozionanti scene dal parterre e dalle tribune in real time. Tanti i riferimenti agli stilemi della cultura pop di cui Max Pezzali stesso si fa emblema grazie alle sue coloratissime camicie fumetto.
Il pubblico veleggia tra le emozioni attraverso le hits più commoventi e quelle più ballereccie.
Il gran finale è tutto una festa, il pubblico si dimena entusiasta con Nord sud ovest est e Tieni il tempo e si strugge sulle note di “Con un deca”. Non è solo l’effetto nolstalgia a riempire gli occhi del Forum di Assago ma è anche una sensazione di affetto e gratitudine che si riserva a Max Pezzali, un compagno di avventure ritrovato che rinverdisce i ricordi e ci restituisce la freschezza di valori radicati in tutti noi.

Raffaella Sbrescia

LA SCALETTA DEL CONCERTO
Sei un mito
La regina del Celebrità
Rotta x casa di Dio
Come deve andare
L’universo tranne noi
Lo strano percorso
Ti sento vivere
Hanno ucciso l’uomo ragno
Non me la menare / Te la tiri / 6 uno sfigato
Weekend / S’inkazza / Jolly Blu
La regola dell’amico
Bella vera/ Nella notte
Nessun rimpianto
Gli anni
Una canzone d’amore
Come mai
Sei fantastica
Medley acustico (Nient’altro che noi / Eccoti / Io ci sarò / Se tornerai)
Quello che capita
La dura legge del gol
Il grande incubo
Nord Sud Ovest Est
Tieni il tempo
Con un deca

Storie sospese tra presente e passato, storie tramandate di voce in voce, di bicchiere in bicchiere, di nota in nota: il report del concerto degli Inti Illimani a Roma

Gli Inti Illimani hanno dismesso il look uniforme, l’aspetto serioso, la disposizione statica , hanno aggiunto fiati, sax agli strumenti tradizionali, elementi di colore, sonorità e ritmi. Ma vederli ritornare sul palco della Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, produzione Ventidieci, in quella che è stata la loro Patria di adozione, e in quella che è stata la Città che li ha ospitati durante l’esilio è sicuramente sempre un’emozione grande.
Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

Insieme a Giulio Wilson, e in collaborazione con Amnesty International, il “Vale La Pena” Tour si è svolto in cinque tappe nei teatri italiani, e si concluderà oggi a Salsomaggiore Terme.
Il nome del tour degli Inti Illimani trae origine dal brano composto insieme a Wilson, durante le manifestazioni di protesta tenutasi in Cile nel 2019 contro il carovita e la corruzione, di cui tutti ricordiamo la portata e la risonanza a livello internazionale, e fa parte dell’album “Storie vere tra alberi e gatti”, ultimo lavoro del cantautore/enologo toscano.
La prima parte del concerto è dedicata alla presentazione di una selezione della produzione di Wilson, quella cantautoriale, ovviamente: brani lievi, lirici, critici, composti con uno stile che unisce ricercatezza e poesia. Storie di uomini, animali, storie commoventi, che accarezzano i sentimenti senza cadere nel banale o nel melenso.
Storie sospese tra presente e passato, storie tramandate di voce in voce, di bicchiere in bicchiere, di nota in nota, storie da léggere, come in un libro, passando dai gatti di Magritte, a Fido, a una rivisitazione di Bella Ciao davvero degna di menzione:
“Una mattina mi son svegliato mia “Bella Ciao” e questo mondo era impazzito, una mattina mi son trovato mia “Bella Ciao”, con i miei sogni appesi al muro, come una foto in bianco e nero.”
Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

Pochi minuti di parole, parole per la pace, parole che invitano alla riflessione, parole necessarie per cambiare scena, ed ecco che compaiono sul palco, nella formazione che vede in Jorge Coulon Larrañaga quello che potremmo definire leader, ma preferiamo inquadrare nella sua dimensione reale e umana di coordinatore, coloro che sono stati un assoluto punto di riferimento per un paio di generazioni, qui in Italia, tanto da esserci sentiti privati di una parte anatomica, quando fecero ritorno in patria, pur essendo felici per loro.
Ma la musica non conosce confini, almeno quella, e qui sono rimaste le loro note, tra tradizione andina, canti di protesta, brani d’autore e il mercato Testaccio, che ancora ci suona nel cuore.
In una Sinopoli gremita, come non accadeva oramai da un paio di anni, per i motivi che tutti sappiamo, il canto intona America Novia Mia, e un fremito percorre la sala: una canzone d’amore dedicata a tutto il sud America, che acquista ancora maggiore significato alla luce dei recenti risultati elettorali in Cile, dove si comincia davvero a respirare quell’aria di libertà e giustizia sociale e quella speranza di indipendenza, che un giovane Jorge Coulon aveva visto dolorosamente e spietatamente interrompersi l’11 settembre del 1973.
Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

La scelta dei brani da eseguire non è facile, lo dice lo stesso Jorge, perché molti appartengono alla nostra memoria e vissuto collettivo, altri invece sono frutto di ricerche e composizioni più recenti che non hanno raggiunto tutti coloro che, ai tempi, non potevano ignorare la musica e il messaggio degli Inti Illimani. “El surco”, “A la casa de Nandù”, “Rondome”, si alternano a “Lo que mas quiero”, “El rin del Angelito”, “Senora Chichera”.
Due brani dedicati interamente a colui che nella storia ha significativamente dimostrato quanto la musica possa incidere nella vita delle persone, possa accompagnare le rivendicazioni, le lotte, ma anche l’amore, e il cammino verso la pace.
Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

E’ stato talmente un simbolo da essere massacrato e ucciso. El Arado, El Aparecido, e, con una sala in delirio, El Pueblo Unido, di Sergio Ortega, in ossequio a Victor Jara, artista che il martirio ha reso eterno.
Un piccolo dono, affiancati da Giulio Wilson, alla canzone d’autore italiana, con la delicata “Buonanotte Fiorellino”, di De Gregori, e poi Vale la Pena, la composizione che dà il titolo al Tour, come detto all’inizio.
Con Samba Landò il concerto sembrerebbe doversi chiudere, e invece esplode la Fiesta de San Benito e con lei tutta la Sinopoli danzante, Un Jorge visibilmente emozionato, un effluvio di applausi, e un fitto corridoio di persone commosse che abbandonano la sala, portando nel cuore un carico di fiducia e di speranza, in un momento in cui, davvero, ce n’è bisogno come dell’aria che respiriamo.
Molti giovani, all’uscita.
Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

Mi fermo a prendere l’acqua alla fonte Acea, e ad alcuni di loro, nemmeno ventenni, chiedo se li conoscessero già, quei brani. “Signo’, a casa nostra non hanno mai smesso di essere ascoltati”.
Un tour breve, intimo e intenso per una musica che rimarrà perennemente messaggio di un popolo che ha sofferto, ha lottato, ha visto orrore e morte, distruzione e sangue, ma alla fine ha vinto. Unito.
Vorremmo fosse un auspicio: la pace la costruisci, la pace è possibile, se veramente la desideri, se davvero la desideriamo tutti, con ostinazione.
Roberta Gioberti
Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica - Roma ph Roberta Gioberti

Inti Illimani @Auditorium Parco della Musica – Roma ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

Coma_Cose in concerto a Pavia: cronistoria di un sold out intriso di emozioni

Ore 21.30. Castello Visconteo di Pavia. Sedie ordinate e file distanziate. L’imbrunire è ormai prossimo e anche le ultime zanzare stanno per lasciarci tregua. Tutto è pronto: Fausto e Francesca, aka Coma_Cose salgono sul palco e l’atmosfera si fa stregata. In total denim e con lo stretto necessario, i due si raccontano e traghettano il pubblico in “Mille tempeste”. Sarà che qui si è abituati a essere sospesi tra la città e la provincia, tra tangenziali e strade sterrate circondate da campagne e sorvolate da cieli stellati e intrisi di gracchiare di rane; l’effetto del brano di apertura è subito dirompente.

Coma_Cose @ Castello  Visconteo - Pavia

Coma_Cose @ Castello Visconteo – Pavia

Vita vissuta, critica sociale, irriverenza, ironia e poi, certo, nost(r)algia : “Deserto”, “Jugoslavia”, “Via Gola” e poi l’evocativa “La canzone dei lupi” si avvicendano mettendo in luce una emotività ruvida, senza filtri, intima, diretta. Fausto e Francesca si muovono, si sfiorano, si incrociano, veleggiano molleggiando tra antiche fantasie e nuove certezze. Raccontano a mezza voce delle difficoltà affrontate ma i loro sguardi brillano di amore e nuove consapevolezze. Il pubblico è vivo, vibrante e partecipe, si sta in piedi sul posto, ci si sbraccia e si canta un po’ con la mascherina e un po’ no. Fino all’arrivo delle vecchie glorie: “Anima lattina” e “Mancarsi” e alla riflessione sulla musica live di Fausto per introdurre “Discoteche abbandonate”. Sempre intenso lo stream of consciousness de “La rabbia”, che lascia il posto alla ruvidezza sempre troppo attuale di “Cannibalismo” e “Golgota”. Tempo di nostalgia melensa con “Beach boys distorti”, la pietra miliare “Guerre Fredde”, “Novantasei”. Momento di raccoglimento per il successo sanremese “Fiamme negli occhi” per continuare a perdifiato tra le immagini e le note di “Pakistan” e poi “Ho cambiato mille case, poi mille lavori. Facevamo i commessi come gli errori” di “Nudo integrale” fino alla struggente “Zombie al Carrefour” suonata in punta di dita da Fausto e cantata con voce irrorata di emozioni contrastanti da Francesca.

Coma_Cose @ Castello  Visconteo - Pavia

Coma_Cose @ Castello Visconteo – Pavia

“Lametta”, “Granata”, “Post concerto” scorrono in successione fino alla brutale mazzata di “Squali” che ci restituisce una nitida fotografia di un momento socio-culturale non facile, dove ci sforziamo di essere empatici ma ci ritroviamo a farci a pezzi. C’è bisogno di più amore e lo sanno bene i Coma Cose che, richiamati a gran voce dal pubblico pavese, regalano una romantica versione acustica di “Fiamme negli occhi” alle anime lattine che, solo alla fine, hanno “rotto gli argini” riversandosi sotto palco per due minuti di saluti “cuore a cuore” a questi due lupi che, fuori dal branco, macinano applausi e sold-out.

Raffaella Sbrescia

“Ma stasera”: Marco Mengoni torna a ritmo di funk e approda negli stadi

 Si chiama “MA STASERA” il nuovo singolo di Marco Mengoni, disponibile da oggi e che segna il suo ritorno a due anni dal suo ultimo progetto discografico “Atlantico”.  “Ma stasera” ci catapulta nelle sonorità della disco-funk e dell’elettronica degli anni 80 rielaborate per renderle contemporanee e portarle alla modernità dei giorni nostri.

Marco Mengoni Ph_Alvaro Beamud Cortes

Marco Mengoni Ph_Alvaro Beamud Cortes

Il testo, scritto dallo stesso Marco con Davide Petrella (Musica di F. Catitti/F. Abbate/D. Petrella), è la fotografia di un rapporto umano autentico e, proprio per questo, ricco di contraddizioni, con i versi che si susseguono come in contrapposizione l’uno con l’altro per raccontare questa complessità. “MA STASERA” è anche un invito a concentrarsi sull’attimo che sta per arrivare, un invito a dare il giusto peso e valore ad ogni momento di questa socialità che sta tornando, a riflettere sulla ripartenza dopo un periodo complicato, ripartenza che inizia proprio da “questa sera” e che ci proietta in un futuro nuovo.

Per la produzione di “MA STASERA” (Epic Records Italy / Sony Music Italy), Mengoni ha scelto di collaborare con Tino Piontek (in arte Purple Disco Machine), il dj/producer multiplatino che ha scalato le classifiche con la Hit “Hypnotized” (3X Platino), #1 della classifica Earone dei brani più ascoltati in radio e singolo internazionale più venduto in Italia (FIMI/Gfk), nel 2020. Il produttore originario di Dresda, in carriera ha collaborato con superstar del calibro di Dua Lipa e Lady Gaga e questa è la prima volta che produce un pezzo di un artista italiano. Il dialogo tra Marco e Tino Piontek ha portato ad un originale lavoro di “contaminazione”, partendo dal recupero di sonorità appartenenti alla nostra storia musicale, quell’italo disco degli anni 80 che ha fatto la storia del genere dance, per approdare nell’attualità del suono del 2021. Il risultato è un pezzo funk, un incontro tra digitale e analogico, “sintetico” e “suonato” insieme, in grado di unire drum machine, basso synth e batteria elettronica con archi, piano e chitarre suonate.
Ed è proprio partendo da questo brano, che è anche libertà, voglia di muoversi e desiderio di riprendersi i propri spazi nel futuro che ci attende, che Marco ha annunciato i suoi primi live negli stadi per l’estate 2022.
Dopo il successo del #MengoniLive2019 – Atlantico Tour, Marco Mengoni sarà protagonista di due concerti eccezionali, un’esplosione di energia e condivisione con il suo pubblico, in una dimensione per lui fino ad ora inedita: MARCO NEGLI STADI sarà il 19 giugno 2022 allo Stadio San Siro di Milano e il 22 giugno 2022 allo Stadio Olimpico di Roma.
Per presentare questa ripartenza, a due anni dal grande successo europeo di “Atlantico”, Mengoni ha scelto ancora una volta un racconto insolito, chiamando a raccolta il suo team – a partire dai suoi musicisti, insieme a tutte le persone che collaborano con lui dietro le quinte – per una pedalata collettiva con destinazione proprio San Siro. Il gruppo ha raggiunto lo stadio percorrendo la circle line AbbracciaMI, un percorso ciclistico che attraversa parchi, strade secondarie, piste ciclabili e viabilità ordinaria milanese, un modo per scoprire nuovi punti di vista inusuali sulla città, a partire proprio dallo stadio, e muoversi fuori dai percorsi tradizionali.
Ed è con questo messaggio di coesione e la voglia di immaginare spazi nuovi che si riaprono anche le porte di San Siro sulle note del nuovo singolo e “MA STASERA” diventa un manifesto disegnato da Marco insieme al suo team con corpi e luci led, sul prato di questo spazio tanto grande quanto iconico, nel segno della ripartenza.
Nei giorni precedenti l’annuncio del ritorno di Marco è stato anticipato da una guerrilla anonima che ha occupato strade, piazze, muri e stazioni ferroviarie delle principali città italiane, partendo proprio da Milano e Roma, con proiezioni che riproducevano unicamente la scritta “MA STASERA” e che hanno attirato l’attenzione di tantissimi passanti incuriositi dalle misteriose apparizioni.

BS-MarcoMengoni-MaStasera-cover

La scelta di pedalare lungo il ring di AbbracciaMI – circle line del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo – è, inoltre, l’inizio di una serie di iniziative studiate insieme al cantautore con lo scopo di supportare e amplificare i messaggi di questo progetto: la bicicletta come opportunità per scoprire nuove prospettive e nuovi modi di vivere gli spazi lungo un percorso che unisce persone, attività e luoghi, attraversando spazi urbani abitati e in trasformazione. Tra le attività, che si svilupperanno nei prossimi mesi, l’implementazione delle indicazioni per seguire più agilmente il percorso, la cura e tutela di un punto del ring ciclistico oltre a incontri e dialoghi di Marco con amici e personaggi noti sui temi dello spazio e delle “nuove prospettive” che si possono sviluppare lungo la circle line. Il progetto di valorizzazione di AbbracciaMI sarà realizzato con il supporto di Milano&Partners, agenzia di promozione ufficiale della città di Milano.

Ad accompagnare il singolo, dal 21 giugno sarà disponibile anche il video ufficiale di “MA STASERA”, realizzato in Sardegna, nello scenario unico de La Maddalena, con la regia di Roberto Ortu. Un video ricco di riferimenti ad elementi iconici e senza tempo degli anni Ottanta che continuano a vivere anche oggi, immagini che parlano di viaggio, libertà, amicizia, importanza di vivere il qui e ora, dal sapore estivo pizzicato da quel sentimento agrodolce che accompagna le giornate e le sere di questa stagione

Il tour è organizzato e prodotto da Live Nation, i biglietti per le date di Milano e Roma saranno disponibili in anteprima per gli utenti My Live Nation dalle ore 10 di giovedì 17 giugno. Per accedere alla presale basterà registrarsi gratuitamente su www.livenation.it. La vendita generale dei biglietti sarà aperta a partire da venerdì 18 giugno alle ore 11 su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e www.vivaticket.com. Per maggiori informazioni: livenation.it/marconeglistadi

Fonte: Ufficio Stampa

malifesto: tutto sul nuovo album di Malika Ayane

Esce oggi “malifesto” il nuovo album di Malika Ayane, nonchè sesto progetto discografico dell’artista prodotto con Antonio Filippelli e Daniel Bestonzo e registrato a Milano. Il titolo del disco si rifà alla riscoperta del valore delle emozioni e all’importanza di manifestarle, alla leggerezza, il migliore degli atteggiamenti per mettersi di fronte alle cose senza paura, con il coraggio di riconoscersi anche quando tutto attorno cambia. Una fotografia di diversi stati d’animo che l’artista ha deciso, a modo suo, di manifestare scegliendo un gioco di parole quanto mai azzeccato.

MALIFESTO DIGITAL ARTWORK

Malika Ayane è un’artista che tramite la sua voce e i testi delle sue canzoni ama narrare il presente, e lo fa anche in “malifesto” (Sugar), che contiene il singolo inedito con cui si è esibita nella 71° edizione sanremese, dal titolo “Ti piaci così”, brano che racconta la consapevolezza di sé, lo scoprirsi risolti, l’avere voglia di vivere con gusto, il riconoscersi senza biasimo, il celebrare se stessi anche solo per il solo fatto di essere al mondo.

Uno degli aspetti più interessanti del percorso che ha portato alla nascita del disco è che Malika ha inviato una serie di foto e video al produttore per dargli delle suggestioni estetiche, per dare un suono alle immagini o seguire quello che un’immagine può evocare. Il disco è figlio di una approfondita ricerca all’interno del cantautorato francese e belga. La produzione è volutamente minimale e si muove sinuosamente intorno alla timbrica unica di Malika. Il suono è principalmente composto da batterie strette registrate con pochissimi microfoni, filtrate nei simulatori di nastri e Vinile e Drum Machine come la Linn o la CR78 che creano il tappeto ritmico. Il basso Hofner è stato utilizzato apposta per creare un disco “bassocentrico”. Poche chitarre elettriche, più spazio a strumenti acustici a corda come la chitarra classica, l’ukulele, la chitarra acustica e l’AutoHarp. Per i tasti la scelta è caduta su pianoforte verticale, Clavi, Rhodes e synth come Juno 60, Jupiter, il tutto abbracciato da tappeti di Mellotron e Archi.

Video: Ti piaci così

La tracklist è composta da 10 brani che Malika Ayane ha scritto e composto insieme ad un nutrito gruppo di autori: Pacifico, Antonino Di Martino, Alessandra Flora, Leo Pari, Colapesce, Antonio Filippelli, Daniel Bestonzo e Rocco Rampino. Il viaggio di Malika Ayane parte da “Peccato Originale”, l’amore irrazionale, e prosegue con “Ti piaci così”, brano sul riconoscersi e celebrarsi per essere al mondo. Da “Telefonami”, il sapore malinconico di un amore appeso nonostante il tempo e la distanza, la tracklist continua con il racconto della maturità in “Come sarà” e la celebrazione dell’agire nonostante le avversità in “Per chi ha paura del buio”. Sesto brano del disco è “Mezzanotte” a cui seguono il bisogno di vivere senza sovrastrutture descritto in “A mani nude”, la necessità di splendere raccontata in “Brilla”, il bisogno di sciogliere le catene in “Formidabile” e, infine, la consapevolezza di esserci raccontata in “Senza Arrossire”.

Malika Ayane @ Julian Hargreaves

Malika Ayane @ Julian Hargreaves

“Malifesto” è il figlio di Naïf e Domino. Se dal primo eredita l’immediatezza, dal secondo prende la cura certosina della scelta di ogni suono, di ogni immagine da raccontare. Dal primo il sudore da dancefloor, dal secondo la lucida e distaccata osservazione delle cose. Il presente in cui è nato questo album è quello dilatato e infinito che stiamo attraversando. Memoria, immaginazione e immedesimazione sono i mezzi con cui Malika scava in profondità nei suoi stati d’animo mettendo in luce che al netto del contesto sociale o geografico, la vita degli umani è fatta per tutti delle stesse sensazioni che si mescolano e alternano come le stagioni, i ritmi o gli ingredienti in una cucina. Malifesto è un disco sul presente, scritto nel presente mentre si vive il presente. Interpretazione è forse la parola più importante di questo album perché ognuna delle persone che ha lavorato alle canzoni di questo album, dalla scrittura al mix, ha colto un’intenzione e l’ha raccontata con il suo linguaggio rispettando e valorizzando il lavoro e il linguaggio di chi si era occupato della fase precedente e preparando il terreno a chi sarebbe arrivato dopo. Malika Ayane si dice molto soddisfatta di aver scritto con persone nuove e in un modo nuovo mescolando le sue parole con quelle di artisti e autori originali. Magari in un altro momento, il disco sarebbe nato in Normandia ma anche a Milano, nel mese di gennaio, Malika Ayane è riuscita a ritagliare intorno a sé una cornice su misura per mettere in luce il meglio di una vocalità matura, piena, rotonda, completa.

 

 

Brigata Bianca: dal Golfo Mistico ecco il nuovo album di Samuel

Samuel - Brigata Bianca

Samuel – Brigata Bianca

“BRIGATABIANCA” è il secondo album solista di Samuel Romano che arriva a distanza di quattro anni dal suo primo disco “Il Codice Della Bellezza”, pubblicato a febbraio 2017. Il progetto prende vita nel Golfo Mistico, lo studio rifugio di Samuel ma è anche ispirato al nome del tour che lo ha portato in giro quest’estate per tutta l’Italia, a partire dalle isole Eolie, in cui l’artista è stato protagonista di suggestivi live in barca a vela. A completare la Brigata si uniscono le collaborazioni di Samuel con Colapesce, Ensi, Fulminacci, Willie Peyote e Johnny Marsiglia che danno vita a cinque featuring trascinanti, oltre ai diversi produttori che hanno partecipato: Ale Bavo, Dade, MACE & Venerus, Machweo, Michele Canova, Federico Nardelli e Strage. Fra i nomi dei musicisti da segnalare il tocco di Roy Paci all’arrangiamento, direzione dei fiati, alla tromba e flicorno soprano in due tracce. L’ideadi brigata è quindi quella di un gruppo allegro, baldanzoso in cui ognuno riesce a creare dinamiche e flussi musicali in grado di dare un’anima viva e vibrante alla tracklist del disco. Letture, ascolti musicali, aneddoti, influenze s’insediano nelle strutture delle canzoni creando i presupposti per un progetto anche grafico, decisamente originale. Coadiuvato dall’ Art Director Marco Rainò e dallo stilista Carlo Pignatelli, Samuel mette a punto un’uniforme per sè e una bandiera intrisa di simboli in grado di identificare in modo iconografico ogni singolo brano del disco. Riportati anche sulla bandiera che il cantante stringe sulla copertina, i simboli diventano i talismani di un nuovo viaggio artistico, i segni espressivi con i quali significare un racconto, anche, biografico di grande intensità.

“Brigata Bianca” è il frutto di una selezione tra centinaia di brani stipati nei cassetti di Samuel. Da sempre penna prolifica per i suoi Subsonica, l’artista può permettersi il lusso di fare un ragionamento differente, di scegliere brani più riflessivi e adatti ad un ascolto pensato. “Non si tratta di musica da assembramento -dice Samuel- lucidamente contestualizzato al momento storico che stiamo affrontando. Avevo tanto materiale, magari anche qualcosa che si somigliava, avevo voglia di scrivere qualcosa che mi portasse da un’altra parte. Tra tutte spiccano “Io e te” e “Felicità”: due canzoni nate prima della pandemia e scritte in uno dei momenti più felici della mia vita. Nate forse per paura che arrivasse un momento simile. “Io e te” racconta l’evoluzione di un percorso in cui tutto quello che ti circonda ti esplode intorno mentre ti fai bastare le sfumature che percepisci. Poi arriva la maturità e la necessità di andare a dire a te stesso cosa ti piace e cosa no. In “Felicità” invece prendo atto di esserci arrivato seguendo il percorso che volevo, nel modo in cui volevo e con le persone che ho scelto.

Negli ultimi due anni ho avuto un periodo deflagrante, ho avuto un percorso accidentato, ho capito di trovarmi a vivere sempre le stesse cose e ho scelto di trovarmi completamente immerso dentro le situazioni peggiori. Avevo una tragedia interiore che si stava sviluppando, ho messo a fuoco le cose latenti della mia vita. Sono quindi andato a scegliere le canzoni che raccontavano meglio questo periodo travagliato per scoprire cosa ne sarebbe stato della mia vita futura concedendomi il permesso di ragionare e far riflettere anche chi mi avrebbe ascoltato”.

 Raffaella Sbrescia

Video: Cocoricò

TRACKLIST

I. Gira La Testa

II. Giochi Pericolosi Feat. Willie Peyote

III. Se Rimani Qui

IV. Tra Un Anno

V. Cocoricò Feat. Colapesce

VI. Bum Bum Bum Bum Feat. Ensi

VII. Nemmeno La Luce

VIII. Io e Te

IX. Felicità Feat. Fulminacci

X. Quella Sera

XI. Dimenticheremo Tutto

XII. Vorrei

XIII. Palermo Feat. Johnny Marsiglia

XIV. Veramente

XV. Chi Da Domani Ti Avrà

 

 

 

 

31SALVITUTTI: la recensione del nuovo album di Flo

Flo-  31SALVITUTTI

Flo- 31SALVITUTTI

A distanza di due anni dall’ultima pubblicazione ufficiale, la cantautrice e poliedrica attrice Floriana Cangiano, in arte FLO, pubblica 31SALVITUTTI (produzione Arealive srl – distribuzione Believe Digital), un nuovo album di inediti che vede il francese Sebastien Martel, artista creativo e visionario, alla produzione artistica. Grande conoscitore della World Music Europea, del meltin pot parigino e della musica africana, Martel mescola il sapore delle banlieue francesi a quello di Napoli raggiungendo un risultato sonoro tanto intenso quanto eterogeneo. A colorare i suoni sono i testi e la inconfondibile vocalità di Flo, un’artista coraggiosa, sempre affamata di palco, di vita, di storie, di emozioni da sfidare e da trasmettere.
Il suo modo di esprimersi si muove lungo un filo sottile che unisce passione, estasi, malinconia e teatralità. Questa volta Flosceglie come punto di partenza un numero: il 31in numerologia rappresenta la lotta, il riscatto e la forza ed è per questo che le 12 canzoni in tracklist racchiudono storie di salvezza, eroica e consapevole oppure semplicemente casuale; storie che esortano, incitano a reagire, a farsi attraversare dalla vita, ad accogliere – anzi a provocare – il cambiamento.

31SALVITUTTI è il nostro primo grido di vittoria, la prima volta che da bambini ci sentiamo degli eroi. Salviamo noi stessi e gli altri, correndo a perdifiato più forte di tutti. Ma se nel gioco i bambini sono tutti uguali e ognuno può vincere, nella vita non è così: a molti questa possibilità è negata sin dal via. Sogno dei “nastri di partenza” più giusti, una corsa più umana, in cui ognuno possa procedere alla sua velocità, verso il traguardo che sceglie”, spiega la cantautrice a proposito della titletrack, cantando “Quando ti manca il fiato, corri più forte”. Il nuovo singolo OUI OUI SAUVAGE è un blues dal ritmo sinuoso emblema della sensualità. Bellissima la tammurriata intitolata AURORA BOREALE, un rituale dai richiami tribali, un inno alla libertà perché da che il mondo è mondo “chi canta votta fore”. L’ascolto prosegue con LA GAVIOTA; il brano trae ispirazione dalla novella di Fernan Caballero, in cui una ragazza soprannominata Gaviota (gabbiano), per la sua voce splendida e il suo spirito libero, intende migliorare la sua condizione attraverso una serie di relazioni con vari uomini. L’autore riserva alla protagonista un finale drammatico, Flo invece la esorta a volare sempre più in alto e a godere della vita senza riserve.

Video: L’uomo normale

Il brano più politico e più importante del disco è L’UOMO NORMALE: “L’uomo normaleè colui che è inconsapevole di quanto razzismo, di quanta omofobia, di quanto fascismo si nasconde dentro i suoi gesti quotidiani. Non è il criminale o il serial killer, ma il nostro vicino di casa, nostro padre, un nostro collega di lavoro. L’uomo normale forse siamo noi. È quello che lavora per la famiglia e quindi pretende che il figlio sia un campione per forza; che non picchia la moglie, ma le impone come vestirsi; che tollera gli stranieri e non ha nulla contro i gay”, spiega Flo a proposito di questo brano in cui ogni “però” diventa pesante come un macigno e finisce per creare differenze e divisioni.

Il picco massimo dell’intensità espressiva vocale di Flo arriva sulle note di ACCUSSÌ; il titolo riprende una parola napoletana dai mille significati e che in questo caso racconta di un sentimento nato, cresciuto e finito. Il tocco creativo è racchiuso in RADIO VOLKAN, la radio sovversiva e fantastica, che trasmette da un vulcano addormentato Particolare la personificazione della radio per parlare alla propria città spesso prigioniera dei propri stessi clichè e stereotipi: “Svegliati che il cambiamento può essere ora, venire da dentro” è il monito di Flo a Partenope e ai partenopei. Il discorso continua in MIRACOLOSA ANARCHICA, una sorta di ossimoro che descrive Napoli e tante altre città divise tra sacro e profano in cui si spera nei miracoli, ma allo stesso tempo capita di sentire dentro quella maledetta voglia di andare via.

Il nostro racconto di “31Salvi tutti”, si chiude volutamente con PER GUARDARTI MEGLIO, un brano dedicato a Ilde Terracciano e a tutte le spose bambine del mondo. Bambine vendute come oggetti, spesso vittime delle loro stesse famiglie dal destino tragico e drammatico. Vite al buio senza primavera e senza spiragli di libertà trovano un barlume di luce nelle parole di Flo, capace di raccontare sogni perduti con intenso pathos e travolgente emotività. Alla luce di questi promettenti presupposti sarà interessante scoprire “Brave Ragazze”, il lavoro di ricerca, traduzione e reinterpretazione di canzoni, firmate dalle più coraggiose cantautrici del mondo latino e mediterraneo che Flo pubblicherà nella primavera del 2021 e che segnerà in maniera ancora più decisiva un repertorio già ricco di verità e di emozione.

Raffaella Sbrescia

 

Contatto: il ritorno coraggioso e consapevole dei Negramaro

Contatto - Negramaro

Contatto – Negramaro

A tre anni di distanza da “Amore che torni” i Negramaro sono tornati con “Contatto”: un concept album in cui 12 canzoni spiccano il volo dando voce e lustro al pensiero di sei fratelli/amici/complici che da ormai quasi vent’anni veleggiano in cima alle classifiche. Giuliano Sangiorgi, Emanuele Lele Spedicato, Andrea De Rocco, Danilo Tasco, Andrea Mariano, Ermanno Carlà anche questa volta si sono messi in gioco in un progetto ambizioso, intriso di verità e di speranza. Al centro di tutto c’è “Contatto”, una parola che ingloba al suo interno un significato potente, accentratore di declinazioni fisiche e metafisiche. Una parola che è sempre stata latente durante questo anno e mezzo di lavorazione, che non è stata subito sotto l’occhio dei Negramaro e che all’improvviso si è rivelata in tutta la sua potenza onirica, mai così adatta e necessaria.

A contraddistinguere questo lavoro sono naturalmente i testi di Giuliano, di cui andremo a sviscerarne significato e sfaccettature, ma anche e soprattutto la produzione che, a questo giro, è stata affidata alle sapienti mani di Andro che, in qualità di pianista, tastierista, dj e produttore, ha potuto fare la differenza apportando un concreto valore aggiunto con il proprio lavoro creativo. Nessuna delle 12 tracce di “Contatto” si può dare per scontata, l’effetto sorpresa è sempre dietro l’angolo e fa piacere constatare che il coraggio rimane una prerogativa della band salentina.

La tracklist si apre con “Noi resteremo in piedi”, una stand up song importante, nata durante un periodo difficile per Giuliano Sangiorgi e che mette nero su bianco delle riflessioni sincere, piene di vita e voglia di riscossa umana prima e artistica poi: “E allora mi troverai in piedi proprio allora che tutto è finito, quando pensi che sono caduto. Povero illuso ci avevi sperato e invece, che botta, son solo atterrato, sono solo atterrato, per riprendere fiato, per salire più in alto e ancora più in alto e ancora più in alto fino a sparire del tutto e ora mi prenderò tutto, quello che un tempo era mio adesso che è tuo domani è di un altro”. L’intento del cantautore è quello di mettere in campo una nuova letteratura musicale in cui lasciar convergere tutti gli argomenti che questo imbuto pandemico ha ingurgitato per ritrovare una nuova sensibilità. Sono scoperti i nervi che Giuliano tocca con le sue parole e, proprio in virtù di questa nudità emotiva, l’artista si mette in gioco insieme ai suoi compagni per rispondere alla disumanità attraverso le canzoni. È la musica il posto in cui la band sceglie di esporsi e di esprimersi a pieno, non c’è più scissione tra uomini e artisti, scrivere è politica e l’album è il post più completo in cui poter chiarire una volta per tutte il proprio pensiero.

Contatto - Negramaro

Contatto – Negramaro

L’ascolto prosegue con “Mandiamo via l’inverno” e il featuring intergenerazionale con Madame sulle note di “Non è vero niente”. Dopo 10 anni i Negramaro includono una quota rosa nella loro musica all’insegna della contemporaneità mostrando attenzione e compartecipazione ad una causa importante quale è quella della valorizzazione delle donne all’interno del panorama musicale italiano. Il brano “Devi solo ballare” è dedicato a Stella, la figlia di Giuliano, a cui l’artista chiede di poter essere felice e spensierata: “Devi solo ballare / fino a perdere la pelle / devi solo cantare / per raggiungere le stelle / per rubarne solo una che / faccia stare bene almeno te / e non ti faccia più pensare”. La speranza, come abbiamo modo di constatare a più riprese, è un sentimento che riveste una centralità a tutto tondo all’interno del disco. “Se finisse tutto qui/Senza più dare peso a quelle solite routine/ Che lentamente ci hanno ucciso/ E allora immagina di averne altre/ E tutte nuove da imparare/ Tu diresti che la vita/ Di sicuro è solo adesso/ Solo adesso/ Solo adesso/ Non è mai per sempre/ Ma facciamo che stavolta tu mi reggi il gioco/ E non diciamo ancora basta”, canta Giuliano in “Non è mai per sempre” raggiungendo il culmine del pathos in una ballad aulica e salvifica quale è “La cura del tempo”.

Video: Contatto

La parte finale del disco è particolarmente pregna di significato e ricca di citazioni: “Dalle mie parti” è una preghiera ad un mondo senza barriere e razzismi: “Dalle mie parti si dà una mano/ Dalle mie parti io resto umano/ Dalle mie parti…Dalle mie parti si corre in salvo di chi ha bisogno di un cuore amico”, scrive un ispirato Giuliano Sangiorgi. Il brano viene ulteriormente arricchito sia dalle orchestrazioni arrangiate dal M° Stefano Nanni, storico collaboratore di Luciano Pavarotti, sia da una lunga e suggestiva coda orchestrale ispirata alle atmosfere dei film di Sergio Leone. Ne “Terra di nessuno” Giuliano omaggia Lucio Dalla con un riferimento alla canzone “Anna e Marco” e con uno dei suoi tipici vocalizzi scat. La terra di cui parlano i Negramaro è da ripopolare e restituire agli esseri viventi: “Incontriamoci senza essere nessuno/ Senza sapere da dove arriva l’altro/ E ritorniamo a vivere solo nuove vite/ E ritorniamo a quello che non sappiamo/ A che importa sapere quanto tempo abbiamo/ Quanti stemmi abbiamo appesi al nostro petto/ Incontriamoci e lasciamo tutto al caso/ Che ci tratterrà come tratta nessuno”. Uguaglianza e fratellanza accompagnano questo concept album costellato di nuove consapevolezze e di obiettivi nitidi e definiti. È tempo di uscire dall’ombra e di farsi sentire. I Negramaro lo hanno capito, e a noi altri non resta che entrarci in contatto.

 Raffaella Sbrescia

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