E ora balla con me: la poliedricità di Elodie irradia di sensuale leggerezza il Mediolanum Forum di Milano

Lo show di Elodie è arrivato al Mediolanum Forum di Milano riempendolo in ogni suo anfratto per due sold out sonori e pregni di significato. Reduce dalla pubblicazione dell’clubtape Red Light dello scorso 6 ottobre, Elodie porta tutta la sua essenza sul palco mettendo a punto ogni minimo dettaglio dei 5 blocchi che compongono una performance matura, complessa, versatile e fortemente improntata a rimarcare la sua potente unicità. Molteplici sono infatti le forme espressive  con cui Elodie si misura sempre con grande coraggio e impegno. La sua tangibile voglia di mettersi in discussione si riversa in variegate modalità ma il minimo comun denominatore è sempre contrassegnato dalla linearità con cui Elodie raggiunge risultati di elevato spessore performativo.

foto-elodie-forum-20-novembre ph  Frncesco prandoni

foto-elodie-forum-20-novembre ph Francesco prandoni

Il suo nuovo live, scandito, tra l’altro, anche da ben quattro cambi d’abito con creazioni custom made di Atelier Versace, dura circa 90 minuti, si apre sulle note “Purple in the sky” e continua con ”Strobo”, “Guaranà”, “Nero Bali”, “Andromeda” attraversando un andirivieni temporale del tutto pensato in funzione dell’efficacia in termini di ingaggio da parte del pubblico astante. In forte risalto anche e soprattutto la libertà con cui Elodie mette in risalto la propria sensualità sancendone un’importanza di rilievo in termini di affermazione identitaria ed espressiva. Elodie trascende i limiti ma soprattutto i pregiudizi, attinge dal suo vissuto a piene mani riuscendo a ritararne i contorni adattandoli ad un contesto glam e patinato in cui 11 danzatori la valorizzano e la incorniciano sotto la supervisione di Irma di Paola e Francesco Cariello.  A dare valore aggiunto al progetto, c’è la collaborazione di Elodie con (RED), organizzazione no-profit fondata nel 2006 da Bono e Bobby Shriver che si avvale dell’aiuto dei personaggi e brand più iconici per creare prodotti ed esperienze al fine di raccogliere fondi per contrastare le crisi sanitarie globali. Ad oggi, (RED) ha generato oltre 750 milioni di dollari per il Fondo Globale, uno dei maggiori finanziatori al mondo della salute globale, aiutando più di 245 milioni di persone. Elodie darà il suo contributo alla causa  donando il 100% dei profitti derivanti dalla vendita della t-shirt (RED) LIGHT per sostenere gli sforzi di (RED) nel portare programmi sanitari salvavita a donne e ragazze nell’Africa subsahariana.

foto-elodie-forum-20-novembre ph  Francesco prandoni

foto-elodie-forum-20-novembre ph Francesco prandoni

Lo spessore culturale cammina perciò a braccetto con ballo, leggerezza e spettacolo. Elodie lascia tutti a bocca aperta con un paio di riuscite incursioni sul palo da pole dance, omaggia Raffaella Carrà con un bel medley rivisitato e infine chiama sul palco l’iconico e, ormai amico, Marco Mengoni, il cui ingresso  on stage viene sancito da un vero e proprio boato del pubblico. Il ritmo è fluido così come la sensazione di brillante leggerezza che accompagna lo scandire della scaletta che non si lascia sfuggire l’occasione di mettere in risalto  le numerose collaborazioni di successo che si sono intervallate negli anni, così come i successi sanremesi. Il dado è tratto Elodie, la prossima sfida all’orizzonte è lo Stadio. Staremo a vedere.

Raffaella Sbrescia

ELODIE SHOW 2023 – 20 NOVEMBRE @MEDIOLANUM FORUM

PURPLE IN THE SKY

DANSE LA VIE

STROBO

GUARANÀ / NERO BALI

OK. RESPIRA

ANDROMEDA

VERTIGINE

AMERICAN WOMAN

PENSARE MALE

A FARI SPENTI

RED LIGHT

GLAMOUR

ELLE

EUPHORIA

ASCENDENTE

LONTANO DA QUI

LA CODA DEL DIAVOLO

MAI PIÙ

BOY BOY BOY

TRIBALE (a far l’amore)

CICLONE

DUE

PAZZA MUSICA con Marco Mengoni

NO STRESS con Marco Mengoni

MARGARITA

BAGNO A MEZZANOTTE

 

Max Pezzali: hits only in un fiume di emozioni al Mediolanum Forum di Assago

Colleziona da giorni sold out al Mediolanum Forum di Assago, lui è Max Pezzali e da 6 lustri a questa parte racconta con un linguaggio semplice e pulito valori autentici come amore, amicizia, voglia di divertirsi e stare in compagnia.
In scaletta classici senza tempo cantati a squarciagola tanto dai quarantenni così come dai ventenni: “Come mai” a “Sei un mito”, da “Nord Sud Ovest Est” a “Rotta per casa di dio”, da “Gli anni” a “La dura legge del gol”; brani ispirati alle generazioni che affrontano l’arrivo dell’età adulta senza troppe pretese e senza una reale prospettiva sicura a cui fare riferimento.

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Sullo sfondo la città di Pavia, la città in cui ha vissuto e vive Max Pezzali e che rieccheggia a più riprese in tanti passaggi delle sue canzoni. Scorci, locali, atmosfere, usi e costumi della notte. Il Bronx di Via Bernardino da Feltre, le mille vasche in Corso Cavour, la discoteca del pomeriggio, le 106 farmacie, il Bar Dante di Via Ludovico il Moro, le mattinate trascorse alla sala giochi del Jolly Blu e le grandi compagnie con cui ridere, lamentarsi, girovagare e immaginare il futuro.

Fare le tre di notte, rientrare in casa con passo felpato e beccarsi comunque una ramanzina dalla mamma, ragazzi spensierati e fancazzisti che si approcciano alla vita con ironia per non lasciarsi schiacciare da una realtà decisamente più complessa e sfidante.
Le notti senza stelle si alternano a grandi classici romantici egregiamente arrangiati da una band decisamente rodata con cui Max si mostra affiatato e a proprio agio.
4 grandi schermi, 2 orizzontali centrali sul palco e 2 laterali quadrati, proiettano graphic novels e tante emozionanti scene dal parterre e dalle tribune in real time. Tanti i riferimenti agli stilemi della cultura pop di cui Max Pezzali stesso si fa emblema grazie alle sue coloratissime camicie fumetto.
Il pubblico veleggia tra le emozioni attraverso le hits più commoventi e quelle più ballereccie.
Il gran finale è tutto una festa, il pubblico si dimena entusiasta con Nord sud ovest est e Tieni il tempo e si strugge sulle note di “Con un deca”. Non è solo l’effetto nolstalgia a riempire gli occhi del Forum di Assago ma è anche una sensazione di affetto e gratitudine che si riserva a Max Pezzali, un compagno di avventure ritrovato che rinverdisce i ricordi e ci restituisce la freschezza di valori radicati in tutti noi.

Raffaella Sbrescia

LA SCALETTA DEL CONCERTO
Sei un mito
La regina del Celebrità
Rotta x casa di Dio
Come deve andare
L’universo tranne noi
Lo strano percorso
Ti sento vivere
Hanno ucciso l’uomo ragno
Non me la menare / Te la tiri / 6 uno sfigato
Weekend / S’inkazza / Jolly Blu
La regola dell’amico
Bella vera/ Nella notte
Nessun rimpianto
Gli anni
Una canzone d’amore
Come mai
Sei fantastica
Medley acustico (Nient’altro che noi / Eccoti / Io ci sarò / Se tornerai)
Quello che capita
La dura legge del gol
Il grande incubo
Nord Sud Ovest Est
Tieni il tempo
Con un deca

Claudio Baglioni e la sua opera-concerto alle terme di Caracalla: il live report, le foto e la scaletta

Scrivere qualcosa su  Claudio Baglioni che non sia già stato scritto, è impresa davvero ardua, se non impossibile.
Con dodici date a Roma, nell’incantevole scenario delle Terme di Caracalla è tornato a sublimare le scene, il cantautore romano che lega tra loro almeno quattro generazioni, senza soluzione di continuità.
Dodici date, dodici note, dodici sold out, pubblico arrivato da tutt’Italia per godersi uno degli eventi più affascinanti nel panorama estivo della musica leggera nostrana.
110 tra musicisti, coristi, ballerini, per oltre tre ore incantano la platea, mentre la voce straordinaria, potente e versatile che tutti ben conosciamo fa quasi da sottofondo a uno scenario da musical, dove l’espressione corporea assume il ruolo di protagonista. Un concerto che si fa guardare, prezioso, elegante, una proposta musicale sicuramente originale e innovativa.
Non è una novità per Baglioni essere circondato da un corpo di ballo, ma questa volta le coreografie non sono un semplice contorno, diventano il filo narrante di un racconto che si dipana con raffinatezza e gusto, mentre la colonna sonora di parecchie vite si amplifica nell’aria.

Non penso esista una sola persona che, a prescindere dal fatto di esserne o meno fan, non abbia avuto almeno una volta a che fare, nella vita, con un brano di Baglioni: stati d’animo raccontati con un’abilità affabulatoria che riporta un poco alla mente, complice anche la location, la magia di certe antiche rappresentazioni teatrali, impreziosita da perfetti giochi di luce, delicate proiezioni, piccoli intarsi di danza pura. Uno spettacolo curato in ogni dettaglio, corale imponente ma senza darne la sensazione, che scivola leggero, con naturalezza, richiamando a emozioni che si fanno coro, battito di mani, di cuori, sorrisi, commenti, pathos.
I brani storici, come da tradizione, eseguiti in medley al pianoforte, e su un paio la chitarra virtuosa di Giovanni, per il quale “Avrai” non manca di certo, con un piccolo momento di commozione che il padre non si cura di nascondere.

Tre ore dense disturbate solo da piccole gocce di pioggia che non preoccupano né il pubblico né lo staff, tre ore che volano via lasciando l’amaro in bocca per qualche mancanza: del resto, un repertorio così vasto, che attraversa cinquant’anni di vite, non può essere rappresentato nell’arco di un solo concerto.
Baglioni si concede sempre al pubblico con generosità e con generosità il pubblico lo ricambia: si può amarlo, si può non amarlo, ma un suo spettacolo vale sempre la pena di essere vissuto.
Cinquantuno, Montesacro e tutto cominciava…e sembra dare l’impressione di voler durare ancora a lungo.

Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

 

Scaletta:

Ouverture
Io Sono Qui
Dodici Note
Acqua Dalla Luna
Dagli Il Via
Un Nuovo Giorno O Un Giorno Nuovo
Gli Anni Più Belli
Un Po’ Di Più
Amori In Corso
Come Ti Dirò
Io Non Sono Lì
Quante Volte
Mal D’amore
E Adesso La Pubblicità
Io Me Ne Andrei
Con Tutto L’amore Che Posso
Quanto Ti Voglio
Fammi Andar Via
W L’inghilterra
Poster
Uomini Persi
Ninna Nanna Della Guerra
Buona Fortuna
Noi No
Medley (Questo Piccolo Grande Amore, Amore Bello, Sabato Pomeriggio, E Tu, E tu come stai?)
Uomo Di Varie Età
Strada Facendo
Avrai
Mille Giorni Di Te E Di Me
Via
La Vita È Adesso

30 anni in un (nuovo) giorno: il report del concerto di Ligabue alla nuova RCF Arena di Campovolo

“Permettetemi di dire: cazzo era ora! Dopo due anni abbiamo finalmente tolto il tappo, abbiamo vinto noi”. Ligabue saluta così i 103.009 spettatori della nuova RCF ARENA di Campovolo, accorsi dalle prime ore del mattino per il concerto-evento “30 anni in un (nuovo) giorno. La serata inizia sulle note dell’ultimo singolo “Non cambierei questa vita con un’ altra” poi il nastro viene minuziosamente riavvolto per ripercorrere un lungo viaggio fatto di parole, note, emozioni, ricordi (quelli che contano, certo). Gilet di pelle e piglio da duro, il “mediano” Luciano celebra il rituale amarcord lasciandosi affiancare dai musicisti che nel tempo lo hanno scortato sulle onde dei cuori di molti che, anno dopo anno, lo hanno accolto e seguito “Ballando sul mondo”.

Ligabue live @ RCF Arena

Ligabue live @ RCF Arena

E via andare: “L’odore del sesso”, “Niente paura”, “Il sale della terra” e poi la prima grande “botta” emotiva della serata: il duetto con l’inossidabile Loredana Bertè sulle note di “Ho smesso di tacere”, una canzone contro la violenza sulle donne cantata, appunto, con Loredana che la violenza l’ha vissuta sulla propria pelle a 16 anni e che l’ha forgiata per sempre. Un grido di dolore e di verità che squarcia il petto.

Sfilano i chitarristi in passerella in “Marlon Brando è sempre lui” con tanto di un assolo a testa, il proprio stile, il marchio di fabbrica di cui poter fare bella mostra in punta di palcoscenico.

La tornata amarcord con i Clandestino inizia con “Bar Mario” con tanto di incursione del manager Claudio Maioli, in memoria di un approccio autentico e legato alle origini di una volta che non si dimenticano mai. “Non è tempo per noi” e forse non lo sarà mai:attimi di nostalgica consapevolezza dei tempi andati e che, paradossalmente rappresentano ancora la linfa vitale a cui appigliarsi per abbracciare il futuro.

A seguire un altro prestigioso ospite: si tratta di Eugenio Finardi con cui Ligabue canta “Musica Ribelle”; un brano che nei difficili anni ’70 aveva avuto un significato importante per il giovane Luciano che, oggi, con il senno di poi, ne riconosce l’importanza a fronte della constatazione del fatto che spesso si è come assuefatti a tutto e purtroppo anche al peggio.

Sempre emozionante e poetica “Piccola stella senza cielo”, surreale vedere ballare il pubblico su un concetto che, decontestualizzato dal live, mette irrimediabilmente terrore nelle vene “A che ora è la fine del mondo”.

Curioso e originale il duetto con Gazzelle sulle note de “L’amore conta”: l’apertura di Luciano ai giovani è un incrocio tra grunge e rock frutto di una cover che Flavio aveva eseguito piano e voce su Instagram qualche tempo fa.

Ligabue live @ RCF Arena

Ligabue live @ RCF Arena

“Luci d’America” e poi la celebrazione del primo Campovolo di 17 anni fa con “Il giorno dei giorni”. Molto intenso il duetto con Francesco De Gregori in “Buonanotte all’Italia”, accompagnato da una carrellata di immagini di personaggi che hanno senza dubbio segnato la storia del nostro paese e il relativo tessuto culturale.

Un altro momento di grande impatto è sicuramente l’esecuzione de “Il mio nome è mai più”: Federico Poggipollini fa le veci di Piero Pelù, ancora convalescente dopo la caduta sul palco di qualche giorno fa e poi il leggendario Mauro Pagani e la sua immancabile armonica a colorare un brano quanto mai attuale e centrato contro la guerra.

“I ragazzi sono in giro”, “Ti sento”, “Eri bellissima” ma soprattutto “Il giorno di dolore che uno ha” e “Quella che non sei” tengono il filo del percorso storico di Ligabue fino all’iconica “Certe notti”; l’atmosfera è quella di un non luogo proprio perchè certe notti possono accadere a chiunque in un qualunque momento della propria vita.

Il concerto si avvia alla fine sulle note di “Una vita da mediano” ma soprattutto con “Il meglio deve ancora venire” e l’iconico ed emozionante duetto con Elisa in “A modo tuo”.  L’atmosfera è onirica, simile a quella di una foresta disegnata: il momento è molto toccante. Il finale è tutto all’insegna del rock: “Questa è la mia vita”, poi si salta tutti insieme “Tra palco e realtà”. Tutti i musicisti raggiungono Ligabue sul palco “Urlando contro il cielo” con tanto di spettacolari fuori di artifico che illuminano Campovolo a festa. “Sogni di rock and roll” tutti insieme in passerella diventano ancora una volta realtà. C’è da crederci se il Liga non cambierebbe questa vita con nessun’altra, anche questo Campovolo ce lo ricorderemo, eccome.

 Raffaella Sbrescia

Le Vibrazioni live al Forum di Assago: vent’anni di storia in tre ore di concerto.

Le Vibrazioni concerto Forum ph di SteBrovetto

Le Vibrazioni concerto Forum ph di SteBrovetto

Che cosa vuol dire portare il rock vecchia scuola sul palco del Mediolanum Forum e farlo per la prima volta a vent’anni di distanza dagli esordi? Francesco Sarcina, il chitarrista-tastierista Stefano Verderi, il bassista Marco Castellani e il batterista Alessandro Deidda alias Le Vibrazioni sono tornati in pista dopo tortuose vicissitudini personali e di gruppo e lo hanno fatto con un concerto evento al Forum di Assago. Un live della durata di circa 3 ore in cui hanno messo in chiaro di voler tornare a fare sul serio e in modo autentico. Niente scenografie, visuals, discorsi strappalacrime e luci a effetto; la sostanza è quello a cui fanno riferimento Sarcina e compagni.
Tante le prove prima del concerto, così come forte è stato l’impegno sul palco sebbene il gruppo abbia necessariamente bisogno di una continuità dal vivo per limare le imperfezioni rude-style che in più di un’occasione hanno lasciato piccole lacune alchemiche on stage. Ne è passata di strada da quel 25 ottobre 2012, quando il gruppo decideva di tirare i remi in barca, con la partecipazione al Festival di Sanremo prima e con il recentissimo singolo “Cambia” poi, in alta rotazione radiofonica, il gruppo ha rimesso insieme le tessere di una storia nata su fondamenta solide e con radici ben impiantate nel rock made in Italy.
Le Vibrazioni- Forum foto di SteBrovetto

Le Vibrazioni- Forum foto di SteBrovetto

A movimentare la festa, un ricco di parterre di ospiti: dalle nuove leve ai pezzi da novanta. I primi ad esibirsi sono i Ministri, protagonisti di un’energica versione di “Portami via”, giunge poi il turno di Enrico Nigiotti sulle note “Ogni giorno”, suggestivo il contributo del frontman dei Subsonica Samuel in “E se ne va”. Poco incisiva la resa di “Caramelle” live con Pierdavide Carone e Dear Jack decisamente sottotono rispetto agli standard della serata. Divertita e divertente la comparsa di Elio che ha suonato il flauto sulle note di “Ovunque andrò”. Infuocata in tutti i sensi la performance di Piero Pelù in “Aspettando” ma soprattutto nell’iconica “Toro Loco”. Pessima e fuori luogo l’interpretazione che Achille Lauro ha fatto del suo brano sanremese “Rolls Royce”. Il cantante ha steccato tutto il brano senza mai riuscire a riprenderne le fila. Un’occasione persa e una brutta figura plateale. Il merito va comunque a Le Vibrazioni per aver voluto coinvolgere sul palco sia amici storici che nuovi esponenti della realtà musicale contemporanea.
Il gran finale, come si sperava, è tutto dedicato ai grandi successi del gruppo: “Dedicato a te”, “In una notte d’estate”, “Vieni da me” è la triade d’oro. Il sipario cala sulle note di “Su un altro pianeta”. Il bilancio di questo live si può racchiudere in un messaggio preciso, vivo e vibrante proprio come Sarcina e compagni hanno voluto mostrarsi per dire che sono tornati e che in realtà erano sempre rimasti da qualche parte nel cuore dei romantici del rock.
 
Raffaella Sbrescia
La scaletta
Così sbagliato
Seta
Electrip
Raggio di sole
Dimmi
Insolita
Sono più sereno
Portami via (con i Ministri)
Se
Non mi pare abbastanza
Ogni giorno (con Enrico Nigiotti)
Angelica
L’ultima neve
Respiro
Caramelle (con Pierdavide Carone/Dear Jack)
Pensami così
Cambia
E se ne va (con Samuel)
Ovunque andrò (con Elio)
Sani Pensieri
The boogie
Aspettando (con Piero Pelù)
Toro Loco (con Piero Pelù)
Amore Zen
Rolls Royce (con Achille Lauro)
Drammaturgia
Bis
Dedicato a te
In una notte d’estate,
Vieni da me
Su un altro pianeta

Fabri Fibra inaugura Le vacanze tour al Rugby Sound Festival: il fenomeno è ancora lui

Sabato sera all’insegna del rap all’isola del Castello di Legnano per il Rugby Sound Festival. Una sorta di isola felice in un contesto di abbandono e degrado urbano che sa tanto di pugno nell’occhio per chi ci arriva per la prima volta.

Appassionati da tutta la lombardia sono accorsi per divertirsi prima insieme a Gemitaiz, il cui nuovo disco di inediti “DAVIDE” (Tanta Roba Label/Universal Music Italia) e l’omonimo singolo “Davide” feat. Coez sono stati certificati platino e poi insieme a Fabri Fibra, sul palco per la prima data del tour estivo “Le vacanze”.

Fabri Fibra - Le vacanze tour

Fabri Fibra – Le vacanze tour

La serata prende subito il piede giusto con un lungo live di Gemitaiz, il cui repertorio può essere riassunto in un pubblico encomio della cannabis con il beneplacito dell’entusiasta pubblico, pronto a mettere in pratica i diktat delle canzoni in scaletta.
Alle 22.30 circa, Fibra arriva sul palco corredato da emblematiche palme di cocco. Sono passati 14 anni dalla pubblicazione del primo album Mr Simpatia ma Fibra ha tutt’altro che l’aria stanca. Il rapper di Senigallia è affamato, le sue rime sfilano ora leggere e divertenti, ora arrabbiate e taglienti ma sempre cariche di significato. Fibra è old school, non inneggia alle droghe sintetiche, ride e scherza ma sa anche quando il gioco si fa duro. Nella sua scaletta non manca nessuna delle pietre miliari del suo personale repertorio. Il suo fare i grandi numeri non cozza con il saper parlare alle platee di periferia. “Fenomeno” (certificato doppio platino da Fimi/Gfk Italia), “Stavo Pensando a te” (certificato doppio platino da Fimi/Gfk Italia) e “Pamplona” (feat. Thegiornalisti) reduce da 4 certificazioni platino viaggiano insieme “Cazzo vuoi da me”, “Lascia stare”, “Cronico”.

Fabri Fibra live @ Legnano

Esilarante l’effetto del brano “Pezzo trap”, cantato insieme al suo caro amico e collega Gemitaiz: Fibra è sottile ma non le manda a dire. Questo ricambio generazionale che vede i giovani trapper in auge fa discutere. Tra le canzoni più apprezzate “Fenomeno”, “Tranne te”, “Applausi per Fibra”, Mal di stomaco”. Brillante l’omaggio al KOM con il brano “Come Vasco”. A stemperare i toni le tipiche cose simpatiche ed estive: “Fotografia” feat. Carl Brave e Francesca Michielin e il bis con la title track del tour “Le vacanze”. Alla fine anche Fibra sa che al pubblico piace principalmente divertirsi e così è stato.

Raffaella Sbrescia

Motta in concerto all’Alcatraz: quante cose possono cambiare in un anno.

Motta

Motta

“La voglia di non dimenticare e il coraggio di lasciarsi andare” sintetizzano il fulcro della nuova fase artistica di Francesco Motta. A un anno esatto di distanza da quel nervosissimo 31 maggio 2017, Motta torna sul palco dell’Alcatraz di Milano con un nuovo album sulle spalle e tanta esperienza di vita in più. La transizione tra “La fine dei vent’anni” e “Vivere o morire” è stata scandita da una maturazione personale e artistica che trasuda dallo sguardo fiero dell’artista. Ruvido fuori e assolutamente romantico all’interno dei suoi testi, Motta seziona i suoi brani, ne mette solo 17 in scaletta e li arricchisce di vibranti innesti strumentali in un concerto vivo, concreto, suonato, sentito. Il biglietto da visita parla subito chiaro: “Ed è quasi come essere felice”, introdotto da una lunga e psichedelica premessa. L’aspetto di Motta è di quelli che trasmettono inquietudine ma la sua voce e il suo sguardo catalizzano l’attenzione verso parole cercate, studiate, riposte, riprese, scelte, volute, tramandate. Il viaggio di Motta è un andirivieni tra il presente e il passato, è un gioco di tasselli che convergono in una scarica adrenalinica che non può essere arginata. Va ascoltato tutto d’un fiato Motta, Prima o Poi Ci Passerà a Sei Bella Davvero, La Fine Dei Vent’Anni, Abbiamo Vinto Un’Altra Guerra, Roma Stasera, Del Tempo Che Passa La Felicità, La Nostra Ultima Canzone, l’inaspettata “Fango”, testimoninanza degli anni con i Criminal Jokers e quella struggente “Mi parli di te”, che rivela in tutto il suo splendore la sensibilità di un rocker non più maledetto.

 Raffaella Sbrescia

Scaletta:

Ed è quasi come essere felice
La fine dei vent’anni
Quello che siamo diventati
Vivere o morire
Chissà dove sarai
La prima volta
Per amore e basta
Prima o poi ci passerà
Del tempo che passa la felicità
E poi ci pensi un po’
Prenditi quello che vuoi
Roma stasera
Encore:
Se continuiamo a correre
Abbiamo vinto un’altra guerra
Sei bella davvero
La nostra ultima canzone
Fango (Criminal Jokers)
Mi parli di te

Lorenzo live 2018 è lo show da battere. Nessuno come Jovanotti in Italia.

Lorenzo live 2018 - Milano

Lorenzo live 2018 – Milano

Secondo voi cosa ci si poteva aspettare da Lorenzo Cherubini Jovanotti per la sua nuova avventura live intitolata “Lorenzo Live 2018″? Una favolosa festa sarebbe la risposta. Questa risposta sarebbe riduttiva vi dico io. Ieri sera al Mediolanum Forum di Assago, per la prima di dodici date di fila, era impossibile stare seduti su una sedia, nemmeno se si trattava di quella della tribuna stampa. Signori e signore io sfido chiunque nell’ obiettare qualcosa rispetto al fatto che questo nuovo live di Jovanotti sia lo show da battere per questo 2018. E sì che di concerti Lorenziani ne son stati visti ma questo vince per attitudine, per spettacolarità, per pregevolezza della qualità, per la cura dei dettagli ma soprattutto per la veracità. Lorenzo accoglie la fiducia del suo pubblico e per questo nuovo tour rilancia e raddoppia tutto quello per cui abbiamo imparato a conoscerlo in questi 30 anni di carriera.

Ispirandosi all’adattamento teatrale di Corrado D’Elia, recitato in spagnolo dalla voce di Miguel Bosé, Jova incarna un moderno Don Chisciotte portandoci per mano in una realtà trasfigurata fatta di colori, suoni, luci e vibrante energia. Due ore e mezza per 28 canzoni e un djset in stile americano. Una roba mastodontica che in contesto artistico italiano penso proprio che non si sia mai vista. Il concerto inizia con “Ti porto via con me”, il brano perfetto per iniziare lo show più tirato e sorprendente che Lorenzo abbia mai messo in scena. Sul palco con lui: Saturnino(basso) Riccardo Onori (chitarra) Cristian Rigano (tastiere e synth) Franco Santarnecchi (piano e fisarmonica) Gareth Brown (batteria) Leo di Angilla(percussioni), Gianluca Petrella (Trombone), Jordan MC Lean (tromba), Matthew Bauder(sax). Veramente potente la nuova sezione fiati, scenografica e coinvolgente la sezione ritmica.

Come vi dicevo, stare fermi durante questo concerto è veramente difficile, se non impossibile. Le atmosfere cambiano di continuo: si va dalle atmosfere acustiche all’hip hop al dancehall, alla disco al rock’n’roll senza fermarsi mai. Uno spettacolo pensato per stupire, sorprendere e innovare. A completare lo show luci e visuals ad alto impatto visivo: in scena uno schermo realizzato custom 24×8 mt, che si apre in 4 sezioni. Il palco 20 x 12 metri si allunga in mezzo a un salone delle feste per 17 metri per raggiungere un secondo palco di 20 metri anch’esso costruito appositamente per lo show che su Fame, il brano che chiude l’album Oh, vita!, si alza a 4 metri di altezza come un grande ponte sospeso verso un terzo palco custom, mondo del DJ set . A corredare il tutto, ci sono ben 13 lampadari realizzati per Giò Forma da Zime Carpenteria che ospitano 312 lampadine e 120 laser. Il tutto è curato nientemeno che da Paul Normandale, light designer tra gli altri dei Coldplay, Björk, James Blunt, Shakira, Kings of Lion, Massive Attack. Potrei stare qui a raccontarvi della detonazione di energia che ha invaso il Forum, invece vi dirò di come sia assolutamente bellissimo vedere migliaia di persone ballare, sudare e divertirsi senza pensare a niente. Non è un fatto scontato, anzi. Questa è la celebrazione della vita, del sangue che pulsa nelle vene, dell’istinto che vince sulla ragione. E per chi ha voglia di starsene comunque in un angolo e sfogarsi in un bel pianto, ricordiamoci che Lorenzo ha scritto alcune delle più belle e romantiche ballate di sempre. Lui, che a 51 anni, si dichiara pazzo delle canzoni d’amore.

Lorenzo live 2018 - Milano

Lorenzo live 2018 – Milano

Se quello che vi ho raccontato non vi basta, ecco cosa ci ha raccontato Jovanotti subito dopo il concerto:
“Questo show racchiude la mia visione delle cose. Attraverso l’utilizzo dell’immaginazione, ho voluto mettere in piedi un rock’n’roll show che esaltasse le emozioni, la gioia, i battiti accelerati, la tecnologia, il ritmo, il romanticismo. Il debutto è sempre frastornante per me. Sono appena sceso dal palco e devo ancora rendermi conto di quello che è successo dopo tanti giorni di prove e di preparazione. Anche stavolta lo spettacolo è passato attraverso un’ intensa fase di preparazione e di coinvolgimento di persone nuove con cui è stato necessario annusarsi. Già durante le prove generali di allestimento a Rimini, ho avuto la sensazione che fossimo riusciti a salire un gradino più su rispetto agli ultimi show che, vista la grande affluenza di oggi, avevano comunque ottenuto un ottimo riscontro da parte del pubblico. Come di consueto le prove vengono fatte almeno tre mesi prima dello show in modo che io possa avere una scaletta musicale su cui andare a costruire le luci e tutto il resto. Sono passati 30 anni dal mio primo vero concerto, che ebbe luogo proprio qui al Rolling Stone di Milano. Il pubblico davanti a me stasera era meraviglioso, i miei musicisti americani erano veramente scossi. In questo show c’è di tutto: c’è un po’ di country, la techno, l’hip hop, il pop, il rock’n'roll. Questa era la sfida: passare attraverso tutte queste cose in maniera organica. La fiducia mi manda in agitazione, mi scatta il senso del dovere, il mio unico obiettivo diventa far impazzire la gente. Se questi sono i numeri, a questi numeri dobbiamo rispondere con il massimo del massimo. Questo spettacolo si basa su una visione precisa: deve essere una festa. Ho voluto trasformare il palasport in un salone delle feste.
L’idea a cui si ispira questo concerto nasce dalla recente lettura del riadattamento del Don Chisciotte di Cervantes. Avevo letto questo classico già anni fa, ma da questa nuova traduzione ho notato che anche Don Chisciotte ha 51 anni, ovvero la mia età. L’ho interpretato come un segno. A questo aggiungo che durante le prove avevo affittato una bellissima villa Firenze e ogni giorno cantavo sotto un gigantesco lampadario che mi sovrastava. Il giorno prima della riunione più importante per la realizzazione dello spettacolo, mi è venuta l’idea di usare proprio un lampadario. All’inizio avevo pensato ad un enorme lampadario di 15 metri di diametro poi Giò Forma ha raccolto questo spunto e ha trasformato questo input in qualcosa di concreto con tanti grossi lampadari ispirati alle ball rooms americane. Insieme a Carlo Zoratti e Sergio Pappalettera, che firmano la direzione artistica del tour, abbiamo poi cominciato a ragionare sull’aspetto visual e sulla regia dello spettacolo. Il colpo grosso è stato l’aggancio a Paul Normandale, la cui cifra stilistica ha lasciato il segno in tantissimi dei migliori concerti che io abbia mai visto negli ultimi 20 anni”.
Infine il messaggio: ”Questo è un rock’n'roll show ispirato alla libertà. Per questo motivo lo spettacolo è molto meno scritto, non indosso costumi di scena e spesso proporrò rime e scalette diverse. Le parole chiave sono: eccitante, luminoso, stupefacente. In sintesi questo concerto non deve mollare per un attimo il pubblico, voglio che sia il concerto che stende. Per quanto mi riguarda, sono passate 2 ore e mezza e non me ne sono neanche accorto, questo era quello che cercavo”.

Raffaella Sbrescia

La scaletta

scaletta jova

Coldplay live a Milano: la band di Chris Martin ci restituisce il sogno.

Coldplay live- San Siro foto di Francesco Prandoni

Coldplay live- San Siro foto di Francesco Prandoni

Sono passate più o meno 24 ore dal doppio appuntamento live dei Coldplay a Milano ma negli occhi e nel cuore di tutti coloro che hanno partecipato ai loro show di San Siro c’è ancora incanto. Perché? Forse perchè il grande merito di questa band è di averci restituito la possibilità di sognare. Rendere tangibile la fantasia non è cosa di poco conto in questo specifico periodo storico, lo avevamo capito a livello cinematografico con il film “La la land”, ne acquisiamo nuova consapevolezza oggi guardando la gioia ed il coinvolgimento delle persone che hanno scelto di riunirsi in nome dell’amore per la musica e della passione, per la vita certo, ma soprattutto per il sogno. Colori, luci, fuochi d’artificio, coriandoli, glitter, laser e stelle hanno illuminato il cielo di San Siro insieme ai coloratissimi braccialetti luminosi che ognuno di noi ha amato portare al polso per sentirsi parte di un tutt’uno. Vent’anni di carriera hanno dunque reso  Coldplay paladini dei nostri sogni e con il loro show assolutamente ricco, polposo, avulso da pause e artefatti hanno saputo pescare a piene mani dalla loro corposa discografia, tra hits e ballads che nel tempo si sono insediate nell’anima del pubblico più vario possibile. Assolutamente pop eppure innervati di energia rock e di fascino blues, Chris Martin e soci si sono mostrati in stato di grazia, sono riusciti ad essere credibili e coinvolgenti scegliendo le più disparate forme espressive dimostrando di potersi permettere tutto in qualunque momento.

Coldplay live- San Siro foto di Francesco Prandoni

Coldplay live- San Siro foto di Francesco Prandoni

Certo, il frontman rimane la punta di diamante del gruppo e lo è per i più svariati motivi. Tra tutti la sua dirompente energia e la sua straordinaria bravura: le sue performances sono autentiche e generose, Chris Martin non si risparmia mai da nessun punto di vista. Né musicalmente, né vocalmente, né personalmente. In continuo contatto diretto con il pubblico, il cantante trasmette gioia, pienezza, fierezza, sincerità, bellezza. Questo quindi è quello che vogliamo: esaltarci, sentirci attivamente parte di un avvenimento straordinario, riempire le voragini create dal vuoto che ci circonda, irrorarci la pelle con polvere di stelle, colorarci gli occhi con luci e fuochi, emozionarci nel sentire il cuore battere all’impazzata e non poter fare a meno di sentirci leggeri e trionfi di piacere.

Raffaella Sbrescia

Vasco Rossi: il suo Modena Park fa sognare questa generazione di sconvolti

Vasco Rossi - Modena Park Foto di Francesco Prandoni

Vasco Rossi – Modena Park Foto di Francesco Prandoni

Chiunque ne ha già scritto qualunque cosa. Quindi qual è il senso di aggiungere un pensiero in più in merito al concerto di Vasco Rossi a Modena? Il motivo è semplice: siamo sempre i soliti, quelli che devono dire per forza qualcosa. In questo caso c’è da dire che siamo quelli che lo stesso Vasco definirebbe quelli che non hanno rispetto per niente, nemmeno per la mente. Noi, generazione di sconvolti senza santi e senza eroi abbiamo in realtà un estremo bisogno di radunarci e di reimparare a condividere le nostre emozioni. Lo sa bene Vasco Rossi che in 40 anni di carriera di cose ne ha capite e ne ha scritte per dirci di sé certo, ma per parlare a ciascuno di noi. Parole che colpiscono la faccia, che toccano la pancia, che bagnano gli occhi, che si sedimentano nella testa. Pare facile, eh. Quattro sono state le ore di concerto al Modena Park con una scaletta pensata per lasciare fuori meno cose possibili per ridare coraggio, per vincere la paura, per riaccendere la miccia della vita, per capire fino in fondo cosa significa cantare la libertà e possederla davvero. Una sospensione temporale, una trepidazione collettiva, un corpo unico per sognare, per non lasciarsi sfuggire una buona occasione per sganciarsi dal proprio Facebook e dai propri guai. Vasco Rossi racchiude un po’ tutto questo ed è bello sapere che c’è chi riesce a mettere nero su bianco i nostri limiti, i nostri pensieri, i nostri sentimenti. Belli, ancora di più i volti genuini, sinceri, appassionati di tutti coloro che hanno voluto partecipare a questo rito pagano, c’è da sorriderne e da goderne. Siamo ancora vivi e a Vasco non dobbiamo dirgli nient’altro, tanto tornerà.

 

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