Angelina Mango: In “Formica” racconto le cose per come sono, senza filtri. Intervista

Ritratti Di Note ha incontrato la giovane cantautrice Angelina Mango, figlia dell’indimenticato Pino Mango, e della cantante Laura Valente. Angelina ha chiacchierato con noi, raccontandoci della sua musica, e del nuovo singolo “Formica”.

Angelina Mango

Angelina Mango

Angelina, la musica è nel DNA di famiglia. Quando hai deciso che questa sarebbe stata anche la tua strada e la tua professione?

In realtà ho deciso che questa sarebbe stata la mia strada quando ho concluso gli studi, e ho iniziato ad interrogarmi su quale sarebbe stato il mio futuro. La musica e il canto però hanno fatto sempre parte della mia vita; non ricordo l’attimo preciso in cui da piccola ho iniziato a cantare. Probabilmente quando ho iniziato a parlare, ho cominciato contemporaneamente anche a cantare.

Prima del singolo “Formica”, hai già pubblicato un EP, “Monolocale”. Questa nuova canzone però, nel testo e nei suoni, è abbastanza diversa dal lavoro precedente.

Beh, sì, sicuramente questo pezzo è una cosa nuova, si distanzia dal lavoro precedente ed è giusto che sia così; nello stesso tempo però, “Monolocale” è stato un percorso “di passaggio” che ha portato poi a “Formica”, e a quello che sono ora. Sono due progetti in qualche modo complementari, necessari l’uno per l’altro.

“Formica” è una canzone autobiografica, con un testo lucido, realista, a tratti forse anche rabbioso…

Sì, l’obiettivo era quello di scrivere una canzona che mi somigliasse, ma più che rabbia nel testo, direi che c’è oggettività, voglia di raccontare le cose come sono, senza filtri, senza veli, in maniera abbastanza cruda, senza edulcorarle, renderle migliori, ma nemmeno peggiori. E’ stato un modo di raccontare realistico, ma senza rabbia…

“Formica” è anche un video, scritto da te…

Sì, io ne sono autrice, ma è frutto del lavoro fatto insieme al regista Fabio Cotichelli. Le idee sono state molto importanti, perchè, essendo un video semplice, abbiamo puntato di più sull’aspetto simbolico ed emotivo del testo e dei contenuti…

Video: Formica

Questo singolo segna il tuo ingresso in Sony Music. Che valore ha per te far parte di una Major così prestigiosa?

Un valore importantissimo. L’ingresso in Sony mi ha fatto rendere conto per la prima volta che c’è qualcuno che crede in me, interessato ad investire nella mia musica e nel mio progetto. Uno può fare musica per tutta la vita ma quando c’è qualcuno disposto a lavorare con te, a seguirti, le cose cambiano; senti addosso anche un tipo di responsabilità diversa. Questo è proprio l’inizio definitivo della mia professione.

Il più grande consiglio, artistico ed umano, che ti ha lasciato tuo padre Pino…

Più che un solo consiglio, è un insieme di insegnamenti. E’ stato un processo di crescita che mi ha aiutato. Ho avuto la fortuna di attingere direttamente dalla sua esperienza. Vedendo il suo approccio alla musica, ho capito come poterlo fare io. Mi è bastato questo, senza aver bisogno di consigli particolari…

“Formica” farà parte di un album nuovo?

Sì certo. Ci sono anche delle canzoni nuove, che saranno pubblicate nei prossimi mesi. Il nuovo album è ancora in fase di creazione. Posso però dire che i nuovi pezzi saranno tutti molto “coerenti” con “Formica”, soprattutto a livello di tematiche, di auto-analisi, e di presa di coscienza. Questa volta le canzoni parleranno più di me che degli altri…

Cito una canzone di “Monolocale” che amo molto, ovvero, “Treno in corsa”, per chiederti se in questa fase della tua vita sei più “Formica” o “Treno in corsa”…

Non ho dubbi, “Formica”…

Quando non scrivi e componi, quale musica ti piace ascoltare?

Sono molto attenta a quello che succede fuori e mi piace ascoltare e conoscere cose nuove. Mi piacciono le cose “fatte per bene”, quelle che possono insegnarmi qualcosa, in primis a cantare, e poi a fare bene la mia musica…

Un sogno che speri di realizzare presto grazie alla musica?

Non ho un sogno in particolare da realizzare. Al momento, di sicuro, il progetto da realizzare è quello di pubblicare il mio prossimo singolo. Da questo punto di vista, sono molto “dosata” sui desideri, non vado molto oltre. Passo dopo passo, probabilmente cresceranno anche quelli…

In “Formica” parli anche di Milano, la città che, a suo modo, ti ha “accolto” e che è stata importante anche per la tua vita artistica. Credi che sarà la tua città per sempre o c’è un altro posto nel quale ti piacerebbe trasferirti e vivere?…

Al momento vivo a Milano. Ti confesso che faccio fatica ad immaginarmi in un altro posto. Vivo il presente, poi magari il futuro mi porterà da altre parti…

Visto che mancano pochi giorni, seguirai il Festival di Sanremo?

Sì, seguirò Sanremo come faccio tutti gli anni. Non faccio il tifo per nessuno in particolare, anche perchè può succedere che un artista che ti piace finisca per deluderti, mentre ti stupisca qualcuno che non ti aspetti. Mi piace essere sorpresa. Lo guarderò anche quest’anno con attenzione…

C’è invece un artista con il quale in futuro ti piacerebbe collaborare?

Difficile rispondere. Di sicuro “collaborare” con un altro artista, qualsiasi esso sia, è già di per sè una cosa formativa e importante…

Giuliana Galasso

Il ritorno di un’icona: Raffaella Carrà presenta “Ogni volta che è Natale”. Con lei è impossibile annoiarsi. Intervista

Raffaella Carrà_copertina album
Natale è alle porte e con le festività anche i dischi natalizi iniziano ad arrivare. Stavolta però c’è una sorpresa. L’iconica Raffaella Carrà torna in scena con “Ogni volta che è Natale” (Sony Music). A presentare questo variegato lavoro è lei stessa con la verve e la carica anticonformista che la contraddistinguono da sempre.
“Vorrei fare un augurio valido non solo per questo Natale – racconta la Carrà alla stampa- vorrei che si buttasse nel cestino il verbo litigare. La lite finisce nella violenza e a pagare siamo noi donne nella maggior parte dei casi. Agli uomini chiedo di essere più comprensivi e alle donne chiedo di contare fino a 100 prima di sfociare in una lite. A questo aggiungo che bisogna rifiutare sempre l’ultimo appuntamento che  è e rimane sempre il più pericoloso”.
A proposito dell’album, l’artista racconta: “Non avevo intenzione di cantare, poi la Sony ha cominciato a farmi notare che non avevo un album di Natale nel mio repertorio. Dopo un periodo di vacanza mi sono messa ad ascoltare i 70 brani che mi hanno proposto e pian piano mi sono convinta visto che il repertorio c’era. Nel disco c’è anche l’inedito di Daniele Magro, un brano che ho chiesto io. Direi che in generale mi sono molto divertita, ho fatto praticamente quello che volevo, mi hanno dato totale libertà e insieme a Valeriano Chiaravalle abbiamo cambiato gli arrangiamenti di tante canzoni famose. Mi sono sentita proprio bene a mio agio ma, se proprio devo trovare il pelo nell’uovo, vi dico che avrei voluto tanto cantare un brano raggaeton ma non hanno voluto farmelo fare. Ditemi voi, cosa c’era di intoccabile in un brano come “Feliz Navidad”? Quasi quasi lo canterei per sfregio in televisione”. (ride ndr).
Scendendo poi nei dettagli del track by track dice: “C’è tanto da ballare in questo album, si va dal pezzo popolare spagnolo in una rumba che nasce dall’Andalusia, alla versione di Stefano Magnanenzi di “Merry Christmas”, alla mia versione di Hallelujah che ho cantato insieme a due giovani soprano che hanno dato il loro meglio, passando per Happy Christmas, la versione valzer del grande classico di John Lennon in cui mi accompagnano i bambini del Coro Dell’Antoniano. Questo disco, insomma, non poteva cantarlo nessun altro, almeno non in questo modo, quando lo ascolto sono io, questo è il mio stile”.
Non sono Natale per la Carrà che non perde l’occasione per qualche toccante momento amarcord: “Milano mi ha sempre portato fortuna. La prima volta sono arrivata in città per Fantastico III. Mi sentivo una fuori sede, ero nata artisticamente a Roma, il primo giorno mi sentivo persa e ho pianto. Poi sono riuscita a coinvolgere il mio amico Corrado per vivere insieme quell’avventura televisiva e fu un grandissimo successo. Ecco, oggi spero che Milano porti fortuna anche a questo album, ho dischi d’oro e di platino nel mio ufficio ma ho uno spazio che vorrei riempire e lavoro anche con l’obiettivo di prendermi questa ulteriore soddisfazione”.
E se qualcuno le chiede cosa avessero di così speciale le sue hits dal fascino eterno, Raffaella risponde così: “Con Fiesta ero impazzita per la Spagna e ho voluto dedicarle una rumba. Mi scatenavo, mi divertivo troppo, non riuscivo a stare ferma davanti al microfono. “Rumore” poi non ha tempo, è una canzone unica, è un pezzo dalla magia che resiste ai decenni. Se la gente mi scrive ancora che con questo pezzo ritrova il buonumore, probabilmente sarà vero! Le mie canzoni erano scritte da Gianni, l’ironia è sempre stata la chiave di tutto. Io stessa non ci credevo fino in fondo, il segreto è non tirarsela sennò se si è rovinati. L’importante è avere il coraggio di essere se stessi. Se poi vogliamo pensare alla musica in generale, io credo che la musica abbia canzoni belle e canzoni brutte. Ciò che conta che non venga fatta a tavolino ma che sia sincera, la melodia è la chiave del passaporto per fare il giro del mondo.”
Video: Raffaella Carrà presenta l’album “Ogni volta che è Natale”

Incorpora video

Impossibile pensare a Raffaella Carrà senza considerare il suo ruolo rivoluzionario nell’ immaginario collettivo: “Per me era normale, dice lei, sia in Spagna che in Italia mi riconoscono questa rivoluzione ma io non vivo di sovrastrutture. In me c’è una parola che mi ha fatto pagare certe scelte ed è la libertà. Mi sono presentata per quello che ero ma c’era da avere coraggio per essere liberi, devo dire che in varie occasioni ho trovato degli uomini che hanno creduto in me. Prima il rapporto tra sessi non era paritario, io ho avuto questa fortuna e me la sono giocata alla grande. Il pubblico femminile mi segue con particolare attenzione, io sono con loro, non mi servono tante parole e quando posso lo dimostro sempre, soprattutto nel mio privato. Non mi interessano le onirificenze, il mio aver fatto da ponte culturale tra Italia e Spagna mi ha gratificato molto ma il premio più importante è che la gente mi voglia bene anche se non mi vede in televisione. Ho un credito con il mio pubblico e non l’ho mai tradito, con me non si sgarra, non sono stata raccomandata, non mi interessa il Cavalierato del lavoro, mi fregio del fatto che in 50 anni di televisione ho conquistato il cuore di tantissime persone”.
Inevitabile chiedersi a questo punto com’è il Natale della Carrà: “Se sono a Roma non posso rinunciare agli spaghetti col tonno tanto amati da Mastroianni. Non ho mai passato un Natale triste da bambina anche se i miei erano separati. Adesso mi diletto a fare i pacchi e se non riesco a vedermi con i miei cari durante le feste, celebriamo il nostro Natale in un altro momento solo nostro. Mi piace fare regali quando so cosa piace alle persone a cui tengo, per me invece va bene tutto basta che non sia qualche soprammobile inutile. Faccio regali mirati e mi dedico molto agli altri, mi piace esserci per chi soffre durante tutto l’anno”.
Raffaella Sbrescia

Lorenzo Fragola riparte da “Bengala”: “Ho lasciato da parte i super produttori per cominciare a crescere”

Lorenzo Fragola - Bengala

Lorenzo Fragola – Bengala

“Bengala” è il frutto di un lavoro durato diverso tempo. Un tempo che Lorenzo Fragola si è voluto prendere con l’obiettivo di cercare una sua dimensione, una personale consapevolezza. Il fulcro di questo suo nuovo percorso è stato cercare di capire che tipo di artista voler essere e che musica voler fare. Lorenzo si spoglia del suo personaggio, sceglie di ricominciare daccapo seguendo la prospettiva di ricongiungere il personaggio televisivo con la persona. Ci vuole coraggio per capire cosa voler raccontare alle persone e con “Bengala”, anticipato dal singolo “Battaglia Navale”, ci sono 10 brani inediti a fotografare la ricerca di questa nuova direzione che Lorenzo ha intrapreso insieme a Federico Nardelli (a lui la cura di Lontanissimo, SuperMartina, Vediamo Che Succede, Miami Beach, Imbranati, Bengala), MACE (producer di Battaglia Navale, Cemento), SRNO (Echo) e Fausto Cogliati (Amsterdam).

Intervista
Ho girato molto in Italia e all’estero, sono andato ad Amsterdam con l’obiettivo di scrivere ma anche i viaggi di piacere mi hanno dato qualche spunto per chiudere dei brani. Ho scritto tante canzoni, ne ho scelte solo 10, il disco inizia con “Battaglia navale” e finisce con “Bengala”, inizio e fine coincidono con i limiti dettati dalla voglia che avevo di raccontare quello che ho fatto per cercare la mia strada.

Quali sono le conclusioni a cui sei arrivato grazie a questo lavoro?

Non ho voglia di fare altro che non sia quello che mi rappresenta. Prima di X Factor non avevo nemmeno pianificato di voler fare questo lavoro. Il primo brano scritto in italiano l’ho portato istintivamente a Sanremo ma non avevo idee nè strumenti per farlo. Ora ho strumenti per muovermi e con questo lavoro in solitaria sono cosciente della visione di un progetto di cui sono produttore. Scrivere un album in italiano è stato difficile, prima ero affiancato da autori che mi spingevano a cavalcare l’esigenza del momento. Quelli erano i miei primi tentativi di esprimermi, ogni volta speravo di poter fare un piccolo passo in avanti per crescere. I super producers pensano a cavalcare l’onda di un percorso televisivo, non creano l’identità di un artista, ho rifiutato un tour e la tv, ho rinunciato ai soldi e alla visibilità perchè non mi permettevano di crescere, ho scelto questa via perchè ho voglia di mettere insieme nuovi tasselli in grado di darmi una precisa identità.

Com’è cambiato il tuo approccio alla musica?

Il mio approccio alla musica ora è completamente diverso, “Battaglia navale” l’ho scritta due anni fa quando ancora suonava come qualcosa di completamente nuovo. Questo brano mi ha dato la forza di iniziare e di mettermi in gioco all’interno di un percorso con cui rischio di bruciarmi. Ho abbattuto i limiti, prima l’unico termine di paragone che avevo si è trasformato in una voglia di dire qualcosa che mi rispecchiasse.

Qual è il più grande risultato raggiunto finora?
Ho sviluppato delle vere competenze musicali, non mi sono fermato davanti alle distinzioni di genere, ho scelto ciò che ritenevo giusto e autentico sperando che chi mi ascolterà potrà ritrovarsi in questo tipo di pensiero. Non ho messo freni a quello che sento di voler essere, non ho più i filtri che prima usavo come protezione. Ho affrontato questo percorso da solo, ho voluto essere sincero con me stesso, non ho più intenzione di scendere a compromessi.

C’è stato uno strappo vero e proprio?

Sì ed è stato essenziale. L’importante è stato recuperare la serenità ed un rapporto pacifico con ciò che faccio. Trovo che sia giusto fare qualcosa che mi rappresenta, gli strappi creano fragilità ma fare delle cose senza capire chi si è mette comunque in crisi. Avevo voglia di fare quello che mi era proibito, solo così potevo crescere. Se mi fossi fermato a quello che il mio personaggio prevedeva non so che tipo di passi in avanti avrei potuto fare.

Uno dei brani più particolari è “Cemento” in cui canti con Mecna e Mace.

Il brano è venuto fuori esattamente così come è scritto. Con Mace eravamo partiti dalla chitarra. Questa è la prima volta che uso un riff di chitarra elettrica. Con Frah Quintale ho scritto la prima parte, volevo che la storia continuasse senza interrompersi quindi invece di comporre due singoli, ho preferito unire tutto in un unico flow. Il pezzo dura 6 minuti ed è tutto da ascoltare, dall’inizio alla fine. Gli accordi armonici sono gli stessi però l’influenza di mondi diversi ha influito sulla percezione del brano. Si tratta di due versioni della stessa storia: nella prima parte questa persona parla di quello che vorrebbe dire ma non dice mentre nella seconda parte c’è il superamento della rabbia. Il brano deriva dalla perdita e dalla modifica di tanti rapporti personali che ho perso e riacquisito.

Video: Battaglia Navale

E della collaborazione con Federico Nardelli, in arte Gazzelle, cosa ci dici?

Questa è stata una scommessa per entrambi. Fino ad un anno fa non aveva mai prodotto un disco pop, non è stato facile farlo digerire, dire no ai super big. Parliamoci chiaro, un mese a Los Angeles non mi sarebbe mai bastato. Nardelli ha avuto la voglia di abbracciare un ruolo e buttarsi a capofitto in questa esperienza. L’ho dovuto convincere che fosse lui la persona giusta, siamo partiti dalle sessioni di scrittura; questa è stata la scelta più naturale per me, con tutti i limiti del caso. Lui è la persona più vicina a questo discorso non chi pensava di sapere cosa fosse giusto per me. Ho dovuto prendermi la responsabilità di portare a termine il progetto e adesso mi sento più ricco.

Quali sono le più grandi soddisfazioni che senti di esserti preso?
La più grande me l’ha data Enrico La Falce che ha mixato il disco. Lui non si aspettava certi risultati da parte mia. Mi sono messo alla prova su tutto, ho rispettato il momento e l’emozione. Questo disco è stato il passaggio propedeutico per sviluppare delle competenze e confrontarmi con me stesso. La competenza principale che sento di aver conquistato è stata scrivere un album in italiano da solo e senza autori. Mi serviva per non tornare sul palco a cantare solo brani scritti da altri, oggi non ce la farei.

Mi metteva in crisi il fatto che le persone non capissero la mia ricerca, a 22 anni non avrei mai fatto il teen pop. Dopo aver ascoltato questo disco per la prima volta ero terrorizzato, mi sentivo anche in imbarazzo per i brani vecchi, mi sono chiesto il perchè. Essere da solo crea fragilità, insicurezza ma mi serviva per riacquisire consapevolezza. Prima mi sono odiato, ora mi riabbraccio e mi rassicuro. Non mi sono goduto niente, ho vissuto tre anni di non vita, ero frustrato dal fatto di non essere riuscito a crescere, ora sono qui a vivere il rischio ma con la sicurezza di sapere chi sono, cosa faccio e come lo faccio.

Raffaella Sbrescia

2640: Francesca Michielin racconta il suo nuovo album. Intervista

Francesca Michielin

Francesca Michielin

Avere 22 anni e sentirsi a fuoco. Questa è Francesca Michielin che presenta il suo nuovo album “2640” (Sony Music) come un viaggio per imparare a incontrare e incontrarsi e a dire esattamente quello che si vuole comunicare. Con Michele Canova, nuovamente alla produzione, le sonorità si rifanno ad un mondo elettronico leggermente messo da parte a favore di momenti strumentali che regalano maggiore autenticità a tutto il lavoro. La capacità più evidente della Michielin è cercare di essere essenziale mettendo in primo piano argomenti che fanno parte della vita quotidiana di tutti, non ci sono concettualismi ermetici. Pezzi di vita fanno capolino tra flashback e istantanee che profumano di verità.

«Il disco ha tre anime», racconta Francesca Michielin, nel corso di un incontro stampa a cui hanno preso parte sia il presidente Sony Music Italia Andrea Rosi che il presidente di Live Nation Italia Roberto De Luca, a testimonianza del grande sostegno di cui gode la giovane cantautrice. «Nella copertina dell’album ho voluto inserire tre triangoli per simboleggiare tre elementi chiave che hanno ispirato questo disco, le energie che ho convogliato insieme: il triangolo azzurro rappresenta il mare e racchiude il concetto del sentire, inteso come percepire. Il verde è la montagna da cui provengo e dalla quale immagino il mare, il rosso è il vulcano, l’elemento che mi ha ispirato (dopo una cura termale vicino ai Colli Euganei) e che rappresenta l’esplosione; la voglia che ho di comunicare».

Comunicare, dunque, è l’obiettivo di Francesca Michielin che ha scritto 11 delle 13 canzoni che compongono la tracklist del disco mentre le altre vedono la collaborazione di Dario Faini, Calcutta, Tommaso Paradiso e Cosmo: «A questa età so cosa voglio dire anche se ovviamente non so ancora cosa voglio dalla vita. Le canzoni sono state scritte in modo viscerale e impulsivo, “Comunicare”, ad esempio, è nata in 40 minuti. Si è trattato di un processo vulcanico, una vera esplosione durata un annetto circa. Sono entrata in studio il 20 gennaio scorso, tutto è nato in modo organico. I brani scritti a quattro mani sono nati un po’ per amicizia e un po’ per divertimento, abbiamo lavorato in modo fluido» – ha spiegato Francesca che, in questo album mette in evidenza il tema caldo della fratellanza e dell’uguaglianza tra le razze. In particolar modo, nel brano intitolato “Tapioca”, la cantante ha voluto inserire un ritornello in lingua ghanese: «Si tratta del ritornello di una canzone popolare, di lode e ringraziamento per tutte le cose che sono in alto. “Io sono di qui ma non sono di qui” è la frase manifesto del disco, ho sempre inteso il concetto di famiglia come comunità, sono abituata ad interagire con persone che vengono da altre parti del mondo ed è sempre stato tutto molto normale. Mi sono interrogata sul senso di appartenenza e sull’essere contaminati».

Francesca Michielin

Francesca Michielin

La poliedricità di Francesca Michielin si è riversata anche in altro tema che è lo sport: «Tutto il disco ruota intorno al concetto dello sport» – ha raccontato l’artista – «C’è San Siro, la curva nord, il calcio, la Formula 1. In particolare il brano “La Serie B” prende ispirazione dalla retrocessione del Vicenza in serie B, ora tra l’altro in Lega Pro. Quella è stata la prima grande delusione della mia vita, in casa piangevamo tutti. Ho vissuto una sensazione di retrocessione esistenziale quindi ho voluto rendere omaggio a tutte quelle persone che vivono in serie B ma lottano a testa alta come fossero in serie A. Per quanto riguarda il brano “Alonso” mi sono lasciata coinvolgere dall’irrazionalità ispirandomi all’attitudine vera e sanguigna di un atleta bravo come Alonso che non si lascia mai scalfire dalle difficoltà».

In attesa del tour che, a questo giro, avrà molta carne al fuoco, il brano più interessante di “2640”  è “Lava: « Si tratta di un brano violento e senza filtri, ispirato a “Tahiti” di Bat For Lashes, artista che amo molto, e a un suo brano in cui la donna è vista come massaia. Io ho voluto buttare lava su questo concetto, dico basta alla Franceschina dolce e cucciolina. Le donne non devono essere serie B, a casa mia tra l’altro hanno sempre comandato le donne. Non c’è altro da aggiungere».

Raffaella Sbrescia

Nel 2018 Francesca inizierà anche una nuova importante avventura live nei principali club di tutta Italia. Dopo l’anteprima di Parma il 16 marzo, il tour prodotto e distribuito da Live Nation partirà da Milano il 17 marzo, e toccherà poi Torino, Brescia, Bologna, Trento, Roncade (TV), Catania, Perugia, Maglie (LE), Modugno (BA), Roma, Napoli e Firenze.

I biglietti per le date sono in vendita su Ticketmaster.it, Ticketone.it e tutti i punti vendita autorizzati.

Video: Vulcano – Showcase

LA TRACKLIST

 

COMUNICARE (Michielin)

BOLIVIA (Michielin)

NOLEGGIAMI ANCORA UN FILM (Michielin, Faini)

IO NON ABITO AL MARE (Michielin, Calcutta)

TROPICALE (Calcutta, Faini)

E SE C’ERA…. (Paradiso, Faini)

SCUSA SE NON HO GLI OCCHI AZZURRI (Michielin)

VULCANO (Michielin, Faini)

DUE GALASSIE (Michielin)

LA SERIE B (Michielin, Calcutta)

TAPIOCA (Michielin, Cosmo, Calcutta)

LAVA (Michielin, Faini)

ALONSO (Michielin)

Big Christmas: Sergio Sylvestre mai così credibile come in questo progetto.

Big Christmas - Sergio Sylvestre

Big Christmas – Sergio Sylvestre

Il Natale è alle porte e con esso ecco in arrivo i primi album a tema. Il primo è “Big Christmas”, il nuovo progetto di Sergio Sylvestre, vede il giovane cantante alle prese con il repertorio natalizio affrontato con autentico trasporto.

Mai come in questo album, prodotto da Diego Calvetti su etichetta Sony Music, Sergio, nato e vissuto a Los Angeles (California) ma italiano d’adozione, è riuscito a mettere a punto una serie di interpretazioni calde, intense ed emotivamente cariche.

Forte dell’esperienza sanremese dello scorso anno e di una serie di collaborazioni, Sergio ha ha voluto mettersi in gioco per dare il proprio tocco alla colonna sonora che accompagnerà le nostre festività.

Big Christmas - Sergio Sylvestre

Big Christmas – Sergio Sylvestre

Finalmente a proprio agio con degli arrangiamenti curati e realizzati su misura, Sylvestre si è mostrato nella sua veste canora migliore. Preciso, pulito e coinvolgente, con il suo trasporto interpretativo, Sergio rende convincente il progetto che raccoglie classici natalizi come “Let It Snow”, “White Christmas”, “Santa Claus Is Coming To Town”, “Have Yourself a Merry Little Christmas”.  Il progetto si apre con “Little Drummer Boy”, un brano della tradizione popolare americana che ha segnato l’infanzia del cantante. Tra i momenti più riusciti del disco segnaliamo l’energico medley di “Jingle Bells” e “Jingle Bell Rock”. Da non perdere le graffianti versioni gospel di “I Will Follow Him”, la versione di Bill Crosby di “White Christmas” e l’’inaspettata “Hallelujah” che sancisce in modo inderogabile la migliore vestibilità della voce di Sergio che, in inglese, ha tutto un altro fascino. Il colpo di coda per la carriera di questo giovane cantante, dotato di forte emotività, sarà dato dai concerti dal vivo che gli daranno modo di sviluppare il potenziale e mettere da parte i punti deboli.

 Raffaella Sbrescia

Tracklist:

1) Let It Snow

2) The Christmas Song

3) Jingle Bells/Jingle Bell Rock

4) White Christmas

5) I Will Follow Him

6) Over the Rainbow

7) Santa Claus Is Coming to Town

8) Little Drummer Boy

9) Oh Happy Day

10) Hallelujah

11) Have Yourself a Merry Little Christmas

Oronero Tour: Giorgia ammalia Milano con elegante semplicità

Giorgia live @Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Giorgia live @Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Giorgia torna in scena con il suo “Oronero tour” (prodotto da Live Nation Italia), un’avventura live dall’eleganza maestosa e pulita al contempo. Un viaggio emotivo che ha preso il via a Mantova e che lo scorso 24 marzo si è materializzato al Mediolanum Forum di Milano. Grazie ad una scaletta principalmente pensata per il pubblico, la cantante romana ha individuato un punto d’ incontro tra la sua identità odierna e tutto ciò che è stato il suo passato. Il concerto si anima poco a poco con un palco super tecnologico, ideato da Claudio Santucci per Giò Forma, in cui i 6 mega schermi che lo compongono si muovono e si trasformano in continuazione. Attraverso un continuo cambio dello spazio e della prospettiva, lo scenario cambia mantenendo aperta una dimensione spazio-temporale simile a quella di un movimento ondulatorio, a cavallo tra presente e passato.

Giorgia live @Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Giorgia live @Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Reduce dalla partecipazione al Festival di Sanremo in qualità di super ospite, Giorgia ha capitalizzato il grande carico emotivo di quel momento speciale, ha focalizzato l’essenza del suo percorso umano e artistico e l’ha resa fruibile a tutti coloro che nel corso degli anni si sono imbattuti nella sua voce potente e cristallina. Accompagnata da Sonny T (direttore musicale e basso), Claudio Storniolo (piano), Gianluca Ballarin (tastiere), Giorgio Secco (chitarra), Mylious Johnson (batteria), Giorgia ha messo insieme tutti i tasselli più importanti della sua vita mettendo in campo la sua visione ma anche la sua capacità di andare oltre il momento contingente. Ad arricchire lo show, sempre in maniera semplice, una serie di originali elementi coreografici, la presenza dei percussionisti Psycodrummers nonchè il contributo emozionale dei due ballerini di popping (i fratelli Patrizio e Rachele Ratto) che con la loro danza ‘robotica’ sono entrati in scena in vari momenti collegando simbolicamente i brani in scaletta. Il concerto è partito con “Vanità”, uno dei pezzi più belli dell’ultimo album “Oronero”, a cui Giorgia ha dedicato uno spazio ampio ma senza esagerare. Consapevole della grande portata dei suoi più grandi successi, la cantante ha incontrato il pubblico lasciandosi accompagnare sulle note di “E poi”, “Come saprei”, “Gocce di memoria”, “E’ l’amore che conta” e l’inarrivabile “Di sole e d’azzurro”. Elettronica, rock, pop e soul hanno incorniciato la voce di Giorgia che, muovendosi con agio e scioltezza tra successi di ieri e di oggi, ha trovato anche il modo per omaggiare Prince e Pino Daniele per offrire un ritratto ancora più esaustivo della sua anima artistica. A completare l’opera, un curioso medley, una sorta di terzo tempo dedicato ad alcuni dei più noti successi del 1997 da “Primavera” di Marina Rei, “Che male c’è” di Pino Daniele, “Laura non c’è” di Nek fino a “Notorius” di Puff Daddy. A chiudere l’esperienza di incontro pubblico/artista è stata “Io fra tanti”, una scelta non casuale per ribadire in modo non ostentato l’unicità di un’artista matura, consapevole ma soprattutto emozionante.

Raffaella Sbrescia

Scaletta
INTRO
VANITÀ
CREDO
SCELGO ANCORA TE
TU MI PORTI SU
E POI / GIRASOLE / COME SAPREI
VIVI DAVVERO
MARZO
GOCCE DI MEMORIA
PRINCE BAND TRIBUTE
POSSO FARCELA
AMORE QUANTO BASTA
È L’AMORE CHE CONTA
REGINA DI NOTTE
QUANDO UNA STELLA MUORE
NON MI AMI
IL MIO GIORNO MIGLIORE
DI SOLE E D’AZZURRO
ORONERO
1997 HITS
DIMMI DOVE SEI / UN AMORE DA FAVOLA
IO FRA TANTI

Il lungo e caldo abbraccio di Milano ai Tiromancino. Il report del concerto

Tiromancino

Tiromancino

Milano ha salutato i Tiromancino con un lungo e caldo abbraccio della durata di 140 minuti circa. Sulla scia del grande successo riscontrato dall’ultimo album di inediti intitolato “Nel respiro del mondo” (Sony Music), Federico Zampaglione, accompagnato da Francesco Stoia (basso), Marco Pisanelli (batteria), Antonio Marcucci (chitarra elettrica) e Fabio Verdini (tastiere) è salito sul palco del Teatro Nazionale per un concerto lungo, ricco e ben assortito. Spazi sonori e letterari si sono sapientemente alternati per dare spazio a emozioni e scenari eterogenei. Tra chitarra, mandolino, pianoforte, percussioni e quant’altro, Zampaglione si è divertito a suonare una decina di strumenti impreziosendo le vesti di successi più e meno recenti. Particolarmente suggestivo il medley acustico durante il quale i Tiromancino hanno fatto salire un pugno di fans sul palco per condividere a distanza ravvicinata brani come “Imparare dal vento”, “L’alba di domani” e “La descrizione di un attimo”.  Intense anche le interpretazioni dei singoli “Piccoli miracoli”, “Tra di noi”, “L’ultimo treno della notte” così come gli omaggi al maestro Califano con “Un tempo piccolo” e a Lucio Dalla con “Felicità”. Al centro delle canzoni dei Tiromancino ci sono sentimenti profondi, duraturi che resistono al mormorio degli anni, al peso delle aspettative, alle imprevedibilità della vita beffarda. Federico Zampaglione risulta particolarmente credibile nel parlarcene attraverso la sua voce calda e rassicurante e la sua genuina essenza di cantautore e musicista appassionato.

Tiromancino live - Milano

Tiromancino live – Milano

Tra i dettagli da evidenziare anche una frastagliata serie di assoli chitarristici che hanno messo in luce un’antica e radicata passione da parte di Federico nei riguardi del blues; la matrice primaria della sua passione musicale. Parole e spazi anche per gli ospiti della serata milanese: su tutti l’amato giovane cantautore Calcutta, che ha intonato il suo brano “Oroscopo”. Sorprendente il contributo di Saturnino che, per una sera, ha lasciato da parte il basso per imbracciare il violino elettrico e dare nuova vita a “Liberi” e “Due destini”, pietre miliari del repertorio dei Tiromancino, nonché ultimi brani di un concerto particolarmente ricco da ogni punto di vista.

Raffaella Sbrescia

 Video: L’ultimo treno della notte

Lali presenta l’album “Soy”. L’intervista alla cantante e attrice argentina

Lali - Soy

Lali – Soy

Lali, all’anagrafe Mariana Esposito, classe 1991, è una cantante, attrice ed influencer argentina molto amata. Carismatica, simpatica e determinata, Mariana incarna l’emblema della donna forte e sicura di sé. Con l’uscita in versione cd di “Soy”, il suo nuovo album, la JLo latina è entrata ai vertici delle classifiche e si prepara a conoscere i suoi fan italiani a Roma e a Milano. L’abbiamo incontrata negli uffici di Sony Music, ecco cosa ci ha raccontato.

Intervista

Cosa sai dell’Italia e come ti senti quando sei qui?

I miei nonni erano di Ancona, mi sento vicina a questo paese. Sono stata diverse volte a Roma poi conosco anche Firenze e Venezia. In Italia a mi succede una cosa molto strana, mi sento come a casa mia. Pensate che in Argentina a volte mi perdo, a Roma, invece, sono completamente a mio agio. Forse, chissà, in un’altra vita sarò stato romano o romana.

Puoi parlarci di questo nuovo disco e delle differenze che ci sono con quello precedente?

La cosa più importante è che qui le canzoni le ho scritte io. Ai tempi della serie tv “Teen Angels” le canzoni le scrivevano altri, noi eravamo i personaggi che interpretavano quelle canzoni. Il mio primo disco “A Bailar” l’ho realizzato con musicisti indipendenti, amici miei che conoscevo da tutta una vita ed in quel caso ho scritto le mie prime canzoni. A dire il vero si è trattato di un processo un po’ strano, sono passata dall’essere attrice della televisione a cantante e molti me ne chiedevano la ragione. Beh, a questo proposito ritengo che ci sia ancora un vuoto all’interno dello scenario pop femminile argentino. Non ci sono donne giovani che facciano questo tipo di musica, non ci sono showgirls che propongano questo tipo di concerti in cui non c’è solo la canzone ma anche il ballo, i vestiti e l’allestimento. Questo secondo mio album è molto importante per me perché è molto più profondo.

Quali sono i tuoi  riferimenti musicali?

Il primo cd che ho ascoltato me l’hanno regalato all’età di 6 anni e fu di grandissimo impatto per me. In quella occasione scoprii il mondo musicale degli adulti grazie ai Queen ed in particolar modo Freddy Mercury. Quando l’ho visto sul palcoscenico, ho subito pensato: “Ecco, io voglio essere così”. Lui era tutto, ero lo spettacolo in persona. In seguito ho scoperto Michael Jackson e ho capito che mi piacciono questi personaggi che sono dei veri intrattenitori a tutto tondo. Per queste ragioni adoro anche Madonna, e Beyoncè che sono delle showgirls complete.

Hai detto che “Soy” è un album molto profondo… Quali sono i grandi temi attorno a cui ruota questo disco e che cosa vorresti trasmettere a coloro che lo ascolteranno?

A dire il vero il disco non è autoreferenziale anche se la titletrack “Soy” parla del luogo dove sono nata e cresciuta, della mia infanzia, di quella bambina che ballava di fronte allo specchio e che mai avrebbe pensato che sarebbe riuscita ad arrivare a questo punto. Non mi sento di dare alcun messaggio. Sono ancora molto giovane, non so praticamente nulla della vita, sto ancora imparando. In ogni caso ci sono almeno due canzoni che devo per forza segnalare. La prima è “Reina” e “Amor es Presente” So che i miei fan sono molto giovani, non do loro messaggi, so che mi emoziono esattamente con le stesse cose con cui si emozionano loro.

A cosa ti sei ispirata per scrivere “Reina”?

Questa è una canzone che ho scritto dopo aver sentito al telegiornale la storia di un bambino vittima di bullismo che si è tolto la vita a soli 9 anni, poi  c’è stata la vicenda di una 12enne che ha pagato la sua bellezza con uno sfregio in volto. Queste cose mi hanno colpito nel profondo e ho voluto parlarne perchè so che se parlo di questi fatti mi commuovo io ma anche i miei fans.

Lali

Lali

A proposito di messaggi, nel brano “Tu Revoluciòn” ci sono comunque parole forti che non lasciano indifferenti.

Certo anche se non mi alzo tutti i giorni e dico: “Ecco, adesso darò questo messaggio”. Scrivo e trasmetto le cose che sento e che vivo. Mi chiedo spesso cosa succede in questo mondo ed è questo ciò che traspongo nelle mie canzoni.

In questo disco ci sono solo brani in spagnolo. In qualità di artista internazionale con una fanbase comprensiva di fan di diverse nazionalità non hai pensato di cantare anche in inglese?

Credo che ci sia un tempo per tutto. In questo momento mi sento argentina, ho l’appoggio di Sony Music e credo che questo mio primo disco possa aprirmi le porte del mondo. Rispetto le mie origini latino-americane, parlo lo spagnolo, il mio inglese non è così buono, forse lo sarà un giorno. Mi piacerebbe cantare anche in altre lingue ma credo che non debba essere una semplice ripetizione a memoria, deve esserci un’idea genuina ed un’interpretazione vera alla base.

Hai scritto tu tutte le canzoni. Anche nel primo album hai partecipato alla produzione. Lo stesso è avvenuto anche in questo disco? Come e con chi hai lavorato?

I produttori sono gli stessi del primo album. Sono dei musicisti che conosco da tanto tempo perché lavoravano anche loro per le serie televisive a cui avevo preso parte. Dopo “Teen Angels” mi contattarono perché sapevano che sapevo scrivere canzoni. All’epoca lavoravo ancora in tv perciò quasi di nascosto lavoravamo alla realizzazione di queste canzoni. In genere io scrivo i testi poi, dato che non suono alcuno strumento, cerco di trasmettere lo spirito della canzone attraverso le immagini e i video. L’importante è che loro riescano a carpire che tipo di emozioni intendo trasmettere al pubblico. Mi manca il substrato musicale, sono molto fisica. Questo secondo album è il risultato di un lavoro molto intenso, siamo un team consolidato. L’album è stato masterizzato negli Usa, dove abbiamo conosciuto Tito Vazquez, ma rimane una produzione completamente argentina.

Come si è evoluto il tuo rapporto con i fan da quando sei passata dalla tv alla musica? Come hanno accolto queste nuove canzoni?

A dire il vero c’è un rapporto molto naturale perché amo essere vera con chi mi segue.  Mi presento esattamente come sono e questo crea un tipo di empatia che va aldilà della musica e dell’essere più o meno attrice. Credo che mi vedano come una ragazza normale che è stata capace di realizzare il proprio sogno.

Lali durante un momento dell'intervista

Lali durante un momento dell’intervista

Cosa vorresti dire ai fan italiani?

Aldilà di ringraziarli con tutto il cuore, vorrei dire loro di prepararsi perché presto tornerò in Italia e farò dei grandi concerti. Oggi esce fisicamente il disco in Italia e questo aumenterà ancora di più le possibilità in tal senso.

Spesso si parla di te come della JLo latina. Come vivi questo confronto? Pensi anche tu di poter spaziare tra diversi generi musicali?

Povera JLo (ride ndr). In questo album, in verità, ho fatto una mescolanza tra generi. Anche se la colonna vertebrale continua ad essere pop, per certi versi si tratta di un lavoro più rock rispetto all’album “A Bailar”. Ci sono suoni soul, i cori sono diversi, gli arrangiamenti vanno da toni accesi ad altri più oscuri e dark, più vicini all’ hip hop. Per me, comunque, il ballo riveste un ruolo centrale per cui in futuro mi avvicinerò ancora di più a queste atmosfere.

Hai appena annunciato un featuring con Baby K. Come è nata questa alchimia?

In verità questo è il motivo principale di questo viaggio in Italia, oltre alla promo per l’uscita del disco ed i relativi instore a Milano e Roma. L’intenzione è quella di fare un video della versione spagnola di “Roma – Bangkok”.

Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi dell’essere seguita da 4 milioni di persone?

Una cosa brutta è che non so chi mi scrive. Mi piacerebbe tanto saperlo… Il bello è che tante persone tengono a me. La rete mi apre una finestra sul mondo eppure spesso si parla senza sapere, si critica tanto per farlo e senza cognizione di causa. Bisogna sapere proteggersi…

Come funziona la tua App? L’hai ideata tu?

Certo che l’ho ideata io! Ce l’avevo in testa da diverso tempo ormai, si tratta di una fonte di informazioni esclusive con le date del tour, tutti i miei video e le cose che faccio.

Guardando il booklet del disco, si evince che ti piace giocare molto con la tua immagine…

In genere indosso abiti che mi rappresentino in qualche modo. L’importante è riuscire a seguire un certo stile musicale anche nel modo di vestire durante il concerto. I miei abiti li disegno io stessa insieme ad una stilista. Come vedete faccio tutto (ride ndr).

Se dovessi definirti usando tre aggettivi, quali useresti?

Bella, umile e facciatosta (ride ndr). Mi ritengo genuina, dotata di un buon senso dell’umorismo e grande lavoratrice. Se vogliamo dirla tutta bacio anche molto bene e sono single (ride ndr).

C’è un artista con cui vorresti cantare?

Ci sono molti artisti che ammiro ma la maggior parte di questi purtroppo non ci sono più. Ammiro la forza ed il livello artistico di Beyoncè e JLo.

E chi ti piace tra gli artisti italiani?

Ovviamente Baby K (ride ndr). In Argentina Laura Pausini è veramente amatissima. Anche Il Volo e Tiziano Ferro lo sono.

Ti piacerebbe tornare a recitare?

In verità non ho mai smesso di essere un’attrice. Fino all’anno scorso l’ho fatto, ho anche girato un film argentino molto divertente. In questo momento la musica è la mia priorità, credo che tornerò a recitare ma lo farò nel cinema perché i tempi sono molto più veloci ed è un’esperienza che mi è piaciuta moltissimo.

Raffaella Sbrescia

Video: Soy

“Tutto passa”, il cantautorato schietto e senza peli sulla lingua di Artù

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Fa sempre piacere scoprire canzoni che vengono dritte dal cuore di qualcuno perché è proprio lì che sono destinate a ritornare. Questo è ciò che avviene con quelle scritte da Alessio Dari, in arte Artù, e raccolte in “Tutto passa” (Sony Music), un album in cui suoni semplici, veraci e limpidi vestono parole che sanno di strada e di vita vissuta. La poetica di Artù è diretta, autentica, immediata e, proprio per questo, più incisiva ed efficace. La musa del cantautore è Roma, la città che – come spiega lui stesso – «Prima ti fa godere, ti fa innamorare, ti ammalia con la sua bellezza e santità e poi ti lascia, ti abbandona a te stesso». Una Roma che nel singolo apripista “Roma d’Estate” viene presentata come una ragazza di strada che tutti cercano di saccheggiare, ‘stuprare’ e metterci le mani «però lei è talmente bella che non sarà mai di nessuno», spiega Artù.

Artù

Artù

Tra i vicoli del centro, il caldo, le zanzare e la puzza di vino, il cantautore si contestualizza con naturalezza pur rimanendo fuori dagli schemi e, senza peli sulla lingua, urla con ironia tutta la sua rabbia verso un mondo che non gli piace ma che non riesce però a non amare, cercando di dare sempre nei suoi brani una luce di speranza. Il disco contiene altri nove brani: ‘Zitti’, nata come sfogo contro i tuttologi, “Tutti a scuola” (con un irriverente cameo di Mannarino, con cui già aveva collaborato nel brano ‘Giulia domani si sposa’, contenuto nel suo primo album), il già citato “Roma d’estate”. A seguire la titletrack  “Tutto passa”, incentrata sul ciclico alternarsi delle vicissitudini terrene. Brillante “Bene io sto male”, in cui Artù si diletta ad elencare tutte le cose che non sopporta salvo poi accorgersi di non sopportare neanche se stesso. Significativo il brano metaforico “Il circo se n’è andato” in cui l’artista, affannato a rincorrere un successo illusorio, si accorge che in realtà non era quello che desiderava. Rustica è la bellezza di “Tulipani”(che vede la partecipazione di Mari di Guai), dedicato all’incapacità di amare. La solitudine, la rabbia, l’amore, la miseria della caducità umana; questi sono i temi che fanno dell’arte di Artù un cantautorato “per immagini” in grado di scardinare le sovrastrutture a vantaggio delle più semplici emozioni.

Raffaella Sbrescia

Acquista su iTunes

Tracklist:
1) Zitti
2) Tutti a scuola
3) Roma d’estate
4) Tutto passa
5) Bene io sto male
6) Il giorno del peccato
7) Il circo se n’è andato
8) Tulipani
9) Viola
10) Anna

Video: Roma d’estate

Alessandra Amoroso è un fiume in piena: la sua grande energia inonda il Forum di Assago

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

«Sono felice di poter cantare finalmente quella che sono, in questi otto anni sono cresciuta insieme a voi, ora che ho quasi trent’anni, posso volare e condividere la mia vita a colori con voi». Con queste sentite parole Alessandra Amoroso ha accolto il pubblico del Mediolanum Forum di Assago per l’anteprima del suo “Vivere a colori tour”. La cantante salentina si è mostrata in grande forma e molto ben preparata. Presente, carica, entusiasta, Alessandra ha voluto proporre al pubblico una scaletta che comprendesse tutti i suoi cavalli di battaglia ma anche tanti pezzi inclusi nel suo ultimo lavoro discografico intitolato proprio “Vivere a colori! (Sony Music). Insieme al Maestro Pino Perris, Davide Aru e a tutta la sua band (David Pieralisi e Alessandro Magnalasche (chitarre), Roberto Bassi (tastiere), Ronny Aglietti (basso), Davd Pecchioli (batteria), Pamela Scarponi e Luciana Vaona (voci), Alessandra Amoroso ha rimaneggiato diversi brani del suo repertorio conferendovi un piglio più movimentato e brioso. Due cambi d’abito e tanti effetti speciali, insieme ad un milione di sorrisi, hanno fatto tutto il resto. Alessandra è cresciuta, è forte, è consapevole di sé e dei suoi mezzi. Dimostra di essere una professionista ma non rinuncia alle preziose sfaccettature della sua personalità. Spezza le catene, scava a piene mani dal passato, inneggia alla vita, esalta l’importanza dell’amore, della compartecipazione, della condivisione. La sua voce si confonde spesso con quella, all’unisono, dei suoi affezionatissimi fan appartenenti alla “Big Family”.

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

La grande risorsa di Alessandra è la forza d’animo, una forza incontenibile che, francamente, ha lasciato stupefatti anche i tanti giornalisti che hanno avuto modo di incontrarla a fine concerto. «Per la prima volta c’ero in tutto quello che avete visto, in tutto quello che avete ascoltato, in tutto quello che avete percepito, in tutto quello che avete respirato e sono felice di questo» – racconta Alessandra alla stampa. «Abbiamo lavorato tutto l’anno e ci abbiamo lavorato molto, un lavoro di squadra che fa capo al direttore musicale Pino Perris, punto di riferimento in tutti i miei lavori».

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

«Sul palco non mi piace la staticità, mi alleno con impegno e costanza per rendere al meglio e perché alla fine è tutto un dare e ricevere. È difficile spiegare quello che mi dà il mio pubblico, quello che mi ha dato per 8 anni e che continua a darmi» – spiega, emozionatissima, Alessandra – «Ho un pubblico speciale, una vera e propria famiglia, spero ve ne siate accorti stasera, mi sono guadagnata la loro fiducia è ed la cosa più bella che ci sia in questo lavoro.  Penso di aver fatto un cammino, non ho mai voluto bruciare le tappe, dal 2008 ho cercato con tutte le mie forze di essere una cantante e di non andare da nessuna parte se non solo sul palco.  In questo settore è molto facile stare al primo posto perché magari esci con una hit e schizzi in vetta alle classifiche, a me però è sempre importato stare nel cuore della gente».

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Infine una specifica sulla nuova veste gioiosa e vitale che la contraddistingue: «Volevo dare alle persone il modo di conoscere e scoprire una Sandrina diversa, ho sempre cantato grandi ballate con un amore malinconico, Alessandra non é solo quello e con questo disco ho voluto trasmettere dei messaggi positivi. Ultimamente – conclude –  vedo che la gente trova più facile sputare odio, giudicare, criticare; bisognerebbe prendere invece coscienza del fatto che la vita con l’amore è la cosa più bella che ci sia».

Raffaella Sbrescia

Set list

1) STUPENDO FINO A QUI

2) ESTRANEI A PARTIRE DA IERI

3) SENZA NUVOLE

4) STUPIDA

5) L’UNICA COSA DA FARE

6) FUOCO D’ARTIFICIO

7) LA VITA IN UN ANNO

8) AMORE PURO

9) NON DEVI PERDERMI

10) TI ASPETTO

11) FIDATI ANCORA DI ME

12) ME SIENTO SOLA

13) APPARTENENTE

14) DIFENDIMI PER SEMPRE

15) IMMOBILE

16) NEL TUO DISORDINE

17) E’ VERO CHE VUOI RESTARE

18) SUL CIGLIO SENZA FAR RUMORE

19) BELLEZZA INCANTO E NOSTALGIA

20) SE IL MONDO HA IL NOSTRO VOLTO

21) VIVERE A COLORI

BIS

22) IL MIO STATO DI FELICITA’

23) COMUNQUE ANDARE

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