Solomun al Fabrique di Milano: tutto pronto per il fuoriclasse della consolle

solomun
Nuove visioni, nuovi sguardi, nuove prospettive al Fabrique di Milano con il progetto Vision. Dopo Peggy Gou, la venue milanese, accoglie la Milano Fashion Week con il fuoriclasse della consolle Mladen Solomun che, da oltre un lustro, rappresenta un riferimento assoluto per il suo sound. Le sue selezioni musicali sono un must a Ibiza ma anche in tutti i Festival che contano come Coachella, Exit e Time Warp.  In scaletta naturalmente anche le tracce del suo ultimo album “Nobody Is Not Loved”, uscito lo scorso anno e al quale hanno collaborato tra gli altri Jamie Foxx,  Zoot Woman, Planningtorock, ÄTNA, Annie Clark (ovvero St. Vincent) e Tom Smith degli Editors.
A settembre la programmazione di Amnesia Milano continuerà con Black Child, Frank Storm, Davide Seggio (sabato 10), Leon e Blacksun (sabato 17), Nina Kraviz, Richey V e Simone Zino (sabato 24). Altro appuntamento a settembre a cura di Amnesia Milano, martedì 23 settembre Sven Väth al Just Cavalli.

Alessandro Mannarino live al Fabrique di Milano: il racconto di un rituale magico e travolgente

Dopo anni di estenuante attesa, Alessandro Mannarino è tornato sul palco del Fabrique di Milano per la prima delle tre date milanesi del suo nuovo tour. Il viaggio live che l’artista propone si muove tra terre vergini, orizzonti misteriosi e spiriti magici. I protagonisti di questo percorso sono la donna, la natura, l’irrazionale profondo, il corpo e una ritmica ossessiva che rimanda agli ancestrali rituali trance-genici. A contraddistinguere il concerto ideato da Mannarino è una ricerca musicale profonda, completa, totalizzante. Natura, patriarcato, animismo, femminilità, rapporto uomo-donna, sono solo alcuni dei temi affrontati dal cantautore, non solo in scaletta ma anche e soprattutto in “V”, il suo ultimo lavoro discografico.

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

Suoni di foresta e voci indigene registrate in Amazzonia introducono il pubblico al rituale live. La voce calda, cavernosa e viscerale di Mannarino è il lasciapassare per accedere ad una dimensione spazio-temporale che conduce l’immaginario in un altrove potente e immaginifico.

Con “Fiume nero” ci si addentra in un luogo dove le leggi della natura primordiale e selvaggia si smuovono tra suoni della natura,  percussioni ancestrali, elettronica e i suoni gutturali degli indigeni dell’Amazzonia registrati dal vivo. A seguire “Agua” prende le mosse dell’immagine di Iracema, la protagonista indigena del romanzo omonimo di José de Alencar, che fa anche da sfondo alla scenografia del concerto.

In un susseguirsi di frasi archetipiche, mentre la musica si arricchisce e si ingrossa come un fiume, il brano avanza inesorabile verso una celebrazione-preghiera alla potenza vitale dell’acqua. E’ la volta di “Apriti cielo” che, come un mantra, libra una preghiera quanto mai attuale: “Apriti cielo. Sulla frontiera. Sulla rotta nera. Una vita intera. Apriti cielo Per chi non ha bandiera Per chi non ha preghiera Per chi cammina Dondolando nella sera”.

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

 Il conflitto tra il nichilismo e la lotta al potere del sistema si fa vibrante ne “L’impero” per poi evolversi in modo approfondito  in “Cantarè”: il brano parte da una condizione di solitudine ed evolve in un canto corale. Tra rime in italiano, spagnolo e in romanesco, il pezzo trascina. Canti di rabbia, di rivolta, di resistenza, d’amore, diventano l’ultimo baluardo per superare ingiustizia e delusione.

Frutto della collaborazione con “MEXICAN INSTITUTE OF SOUND” la “BANCA DE NEW YORK” è un esperimento ironico in cui il registro più romanesco e radicale si fonde con un mondo sonoro acido ispirato alle atmosfere del Mississippi.

Il focus su “Lei” restituisce l’immagine della donna come  forza eterna, creatrice, distruttiva, creativa che continua in “Bandida”: la fotografia della ribellione al sistema patriarcale. Sulle  note di “Ballabylonia” il rituale entra nel vivo e si fanno largo immancabili vecchie glorie come “Serenata lacrimosa”, “Tevere Grand Hotel”, “Scetate vajò” e soprattutto “Arca di Noè” che trasforma il Fabrique in un carnascialesco catino.

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

Il trittico finale si apre con Mannarino, da solo alla chitarra, che visibilmente emozionato, dice: “Ho pensato tanto a questo momento, non sapevo cosa avrei provato sul palco, ho sentito persino paura, invece è stato più bello di prima. Da questo palco ho visto un altro spettacolo, guardarvi mi ha ripagato di tutto”, subito prima di intonare il poetico brano intimista “Paura”. Sensuale e ipnotica “Statte zitta” lascia il passo alla celeberrima “Me so ‘mbriacato”. Il cerchio si chiude con il pubblico annichilito dal sublime piacere di essere stato parte attiva di un concerto magico e prezioso.

Raffaella Sbrescia

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

mannarino

LP: una stella indomabile al Fabrique di Milano. Il report del concerto

Laura Pergolizzi LP

Laura Pergolizzi LP

In occasione dell’Heart to mouth tour, che vede ovunque tappe sold out, l’Italia riabbraccia Laura Pergolizzi, in arte LP, protagonista al Fabrique di Milano con uno show ricco e corposo sotto diversi punti di vista. LP è in grande forma artistica e personale, la sua carica energica sposa la sua voce mettendo in luce uno spirito libero e puro. La sua band è vibrante e i suoni proposti in scaletta sono curati ed evocativi. L’allure che emana la cantautrice, che abbiamo imparato ad amare grazie a una massiccia heavy rotation radiofonica, va decisamente oltre quello che crediamo di immaginare quando pensiamo a una rock star.
La peculiarità di questa ragazza è il suo appartenere a una dimensione unica e speciale le cui fondamenta si basano sulle emozioni, sulla passione che strappa il cuore dalle viscere e sui sogni in continuo divenire. Quello che salta subito all’orecchio è il fatto che le canzoni di LP ispirano immagini, sarebbero per questo perfette per essere colonne sonore di film o della nostra stessa vita.
Lp live @ Fabrique “Girls go Wild”

Discendente di nonni napoletani, figlia di una cantante lirica, LP ha il dono del bel canto nel DNA, le sue corde vocali toccano picchi altissimi senza sforzi e senza velleità esibizionistiche. Le sue canzoni si discostano da mode e tendenze mirando dritte all’essenziale.
Dopo aver lavorato per anni nell’ombra scrivendo numerose hits per dive come Rihanna, Christina Aguilera, Rita Ora, LP si prende finalmente quello che le spetta. L’artista in realtà ha sempre sostenuto di non aver mai scritto per scalare le classifiche, anzi, c’è sempre un tocco personale e intimo nelle sue canzoni, sarà per questa ragione che una commistione di elementi contrastanti convive felicemente in lei senza squilibri.
LP live @Fabrique Milano – Recovery

L’amore di cui LP canta non conosce sesso e scorre fluido verso l’infinito. LP ne canta ferma in acustico solo il pianoforte, lo urla a squarciagola, ne sorride saltando tra un basso e una batteria. Lo declina, insomma in tutte le sue forme salvo voi ricreare un balance portando sul palco la sua rivisitazione di Rolling Stones ed Elvis Presley. Che siano fischietti, virtuosismi vocali o vorticosi saliscendi emotivi, LP riesce a trovare sempre il modo per tenere all’erta l’attenzione dello spettatore stupendolo con nessun colpo di scena particolare se non se stessa: una stella indomabile.
Raffaella Sbrescia
Scaletta

Show intro

Dreamcatcher

When We’re High
Dreamer
When I’m Over You
No Witness / Sex on Fire / Drum Solo
The Power intro
The Power
Die for Your Love
Tightrope
One Night Intro
One Night in the Sun
Girls Go Wild
Recovery
Suspicion
House on Fire / Paint It Black
Other People
Shaken
Special
Encore:

Muddy Waters

Lost on You
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  20. Encore:
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George Ezra live al Fabrique di Milano: il sold out al naturale

George Ezra

George Ezra

Giovane, umile, competente, appassionato. George Ezra riempie il Fabrique di Milano senza orpelli e sovrastrutture. A pochi mesi di distanza dalla pubblicazione del nuovo album “Staying At Tamara’s” in cui folk, soul, pop e cantautorato convivono felicemente, Ezra si muove anche sulla scia degli ottimi risultati ottenuti dal primo lavoro “Wanted On Voyage”. Con il suo piglio spontaneo, ironico e genuino, George Ezra parla spesso e volentieri con il pubblico. Con fare umile, il giovane con la voce di un crooner si destreggia con la sua band arricchita da una bella sezione di fiati. Il tema delle sue canzoni è il viaggio e tutto ciò che ne consegue. Il riferimento più importante è Barcellona, città spagnola cosmopolita e divertente, in cui George è rimasto per un mese intero. Subito dopo le note italiche de “La donna è mobile”, lo show, privo di scenografie, ha subito incontrato il favore del pubblico che solo in rari momenti ha lasciato spazio alla sola voce di Ezra, visibilmente toccato dall’affetto e dallo spontaneo coinvolgimento degli spettatori. ‘Don’t Matter Now’, ‘Get Away’, ‘Barcelona’, sono la triade di apertura. A seguire ‘Pretty Shining People’ nata dalle suggestioni vissute nel giardino del Montjuic. ‘Saviour’ e ‘Did You Hear The Rain?’ racchiudono il picco strumentale in termini di resa live. Sonorità ricche, curate e ben strutturate mettono in luce una crescente maturità musicale da parte dell’artista e lasciano ben sperare per il futuro.
Video: George Ezra @ Fabrique

L’orecchiabilità non è tutto, quello che rimane impresso all’ascolto è l’immaginario creato dalla lirica e dalla melodia, un esempio tangibile che conferma questo discorso possono essere sia il brano “Paradise” che Blame It On Me’. Il capitolo a parte lo merita ‘Budapest’, brano che lega l’epopea artistica di Ezra all’Italia, per stessa ammissione del diretto interessato. Una breve pausa per il pubblico internazionale all’ascolto, ed è tempo di concludere l’adrenalinico show con ‘Cassy O” e l’ultima hit ‘Shotgun’. Le prove tecniche sono superate, ora è già tempo di pensare a fare le cose in grande per il concerto alla venue dei Big: il Mediolanum Forum di Assago il prossimo 17 maggio.
Raffaella Sbrescia
La scaletta del concerto
Don’t Matter Now
Get Away
Barcelona
Pretty Shining People
Listen to the Man
Saviour
Did You Hear the Rain?
Paradise
Song 6
Hold My Girl
Sugarcoat
All My Love
Blame It on Me
Budapest
Cassy O’
Shotgun

The Martinez Brothers: il tour mondiale fa tappa al Fabrique di Milano

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Non solo neve a Milano. La scorsa notte la consolle del Fabrique ha vibrato con il sound dei The Martinez Brothers, in Italia per l’unico appuntamento tricolore del tour mondiale in corso. Forti del grande seguito della loro label Cuttin’ Headz, l’etichetta nata nel 2014 dopo anni trascorsi seguendo le orme del padre, assiduo frequentatore di locali di culto quali il Paradise Garage, i due hanno chiamato a raccolta gli appassionati del genere da tutta la Lombardia. Lo stile dei fratelli Martinez riassume l’anima underground di New York senza perdersi le sfumature di un ambiente quanto mai contaminato da decine di culture diverse. Il richiamo della techno più dura trascina il subconscio in aree remote della percezione del suono. Richiami orientali e arabeggianti hanno riempito le intercapedini creando una sinergia sonora vorticosa. Dopo aver composto musiche insieme a Nile Rodgers e colonne sonore per le sfilate di Givenchy, i Martinez sono tornani a Milano insieme a Argy, produttore più vicino alla dance world e Sita Abellán, la technoprincess scoperta sui social, per rinvigorire l’attitudine di approccio alla vita notturna tipica dei sobborghi urbani degli anni ’90. Non solo il DC10 di Ibiza e l’Output di New York, Chris e Stevie Jr Martinez sono approdati nella Milano by night per lanciare un messaggio preciso e diretto: la metropoli meneghina assurge allo status di punto di riferimento per clubbers senza frontiere.

Raffaella Sbrescia

Video: The Martinez Brothers @ Fabrique – Milano

Video: The Martinez Brothers in consolle – Fabrique

 

Jack Savoretti live al Fabrique: il neoromantico anglo-italiano spicca il volo

Jack Savoretti live @ Fabrique Milano

Jack Savoretti live @ Fabrique Milano

Avevo incontrato Jack Savoretti in occasione dell’uscita del suo quinto album di inediti “Sleep no More” (Bmg Rights Management). Durante quell’incontro il cantautore aveva annunciato che il nuovo live avrebbe avuto l’obiettivo di distogliere il pubblico dalla propria realtà per un’ora e mezza circa. Ebbene, dopo averlo visto e sentito suonare al Fabrique di Milano, posso tranquillamente confermare che l’artista ha mantenuto la promessa donandosi senza riserve ad una platea affollatissima, attentissima e partecipe. Al centro di una scaletta fluida e veloce, l’artista ha inserito tutti i brani del nuovo album ma anche i pezzi più significativi del suo percorso fatto di palchi e sudata gavetta. A fare da traino al concerto, due elementi chiave: l’ormai riconoscibile timbrica ruvida, graffiata e calda, un groove ricavato da materiali old school intrecciato a ritmiche contemporanee e la voglia di raccontarsi senza alcun filtro. Con la sua verve da istintivo sognatore, Jack Savoretti è riuscito a ripristinare le coordinate del romanticismo declinandolo in una dimensione matura e consapevole. Grazie alla sua innata capacità di spaziare dal cantautorato italiano allo spirito della musica folk californiana degli anni ’60, Savoretti ha restituito alla musica un valore assoluto. La sua performance è stata intensa, viscerale, sentita fino in fondo all’anima e anche il pubblico se ne è accorto. Immaginatevi un club della capienza di 3000 persone completamente pieno e assorto ad ascoltare parole che arrivano da lontano ma che arrivano dritte al cuore. Questo è quanto è riuscito a fare Jack Savoretti dopo aver girato osterie e pizzerie e averci creduto per anni. Ora che ormai è pronto per spiccare il volo oltreoceano, le sue strazianti melodie ed il suo inconfondibile graffio ci resteranno impressi fino al prossimo intreccio di corde di chitarra, sguardi e sudore.

Raffaella Sbrescia

Leggi l’intervista a Jack Savoretti: http://www.ritrattidinote.it/interviste/jack-savoretti-sleep-no-more.html

Video: Un estratto di “When we were lovers” live

Setlist

Sleep no more

We Are Bound

Deep Waters

Tie me Down

 Helpless

Troubled Souls

Sweet Hurt

 I’m Yours

Tight Rope

 Changes

 Soldiers Eyes

 Breaking The Rules

 Lullaby Loving

Home

Other Side of Love

Start Living In The Moment

 Back Where I Belong

 Not Worthy

Catapult

When We Were Lovers

 Only You

Written In Scars

Knock Knock

Saint Motel live al Fabrique di Milano: quando il pop è sinonimo di festa

Saint Motel live @ Fabrique - Milano

Saint Motel live @ Fabrique – Milano

A due anni di distanza dal grande successo riscontrato dall’Ep “My Type”, i californiani Saint Motel sono ritornati in Italia, più nello specifico sul palco del Fabrique di Milano, per presentare i nuovi brani contenuti nel nuovo album “saintmotelevision”. Forti dei riconoscimento discografico testimoniato da un disco di platino per “My tipe”  e uno d’oro per  “Cold Cold Man”, i Saint Motel, composti da A/J Jackson (cantante), Aaron Sharp (chitarra), Dak (basso) e Greg Erwin (batteria), si sono divertiti nel coinvolgere il pubblico grazie alla vena scanzonata delle loro canzoni frizzanti, briose e audecemente leggere. Coadiuvati da un duo di fiati (tromba e sassofono), i “festaioli” d’oltreoceano hanno spaziato dal dream-pop all’indie-prog senza colpo ferire. Spruzzate di interludi vintage e simpatiche coreografie ammiccanti hanno completato un’ora di puro intrattenimento spensierato. Un piccolo lusso.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

Cold cold man

Feed me now

Getaway

You can be you

Benny Goodman

For Elise

Butch

Puzzle Pieces

Sweet Talk

Move

My type

Destroyer

Born Again

Video: Saint Motel live al Fabrique:

The White Lies live al Fabrique: un amore ritrovato con l’Italia

 

The White Lies @ Fabrique

The White Lies @ Fabrique

Arrivati al quarto capitolo della loro saga dark-synthpop, i londinesi White Lies ritornano a Milano, più precisamente sul palco del Fabrique di Via Fantoli con un concerto vivo e pulsante fin dalle prime battute con la travolgente performance dei The Ramona Flowers in apertura. La gamma dei suoni della si amplia inglobando le sonorità dell’ultimo lavoro discografico “Friends” raggiungendo un risultato pieno e corposo. Dopo 3 anni di lunga assenza Harry McVeigh e soci riabbracciano il pubblico italiano con le loro atmosfere a tratti melanconiche, a tratti svolazzanti. La loro formula racchiude un continuo andirivieni tra presente e passato senza mai stancare lo spettatore. Flussi new wave e neoromanticismo s’intrecciano tra rimandi agli anni ’80 e futuristiche commistioni di electro synth pop. In scaletta fluttuano Take It Out On Me, Hold Back Your Love e Is My Love Enough? ma anche e soprattutto There Goes Our Love Again nonché l’acclamatissima ed amatissima To Lose My Life. Ancora pezzi tratti dal primo album come DeathFarewell To The FairgroundUnfinished Business e The Price Of Love creano particolare alchimia con il pubblico. La cifra stilistica dei White Lies si muove lungo i confini di atmosfere cupe; sarà forse per questo che la nuova ventata portata da “Friends” ha reso tutto il concerto molto godibile e senza momenti morti. I brani scelti per il bis sono Big TVCome On e Bigger Than Us, la triade perfetta per chiudere nel modo giusto una serata che serviva per rompere il ghiaccio e ricucire le fila di un amore, quello del pubblico italiano per i White Lies, che si era solo assopito un momento.

Raffaella Sbrescia

Francesca Michielin: un tour nei club, gli studi da compositrice e nuove canzoni nel cassetto

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Continua l’evoluzione artistica di Francesca Michielin. La giovane cantautrice ha inaugurato il nuovo tour nei club di20areLIVE al Fabrique di Milano con un concerto in grado di evidenziare nuove e più coinvolgenti sfumature della sua voce e della sua personalità. Accompagnata da Gianluca Ballarin e dai Blastema, Francesca ha modellato la scaletta del “Nice to meet you” tour aggiungendo diverse cover opportunamente riarrangiate in modo personale ma soprattutto sorprendente: «In “Nice to meet you” avevo stravolto il repertorio rendendolo più scarno. Essere da soli sul palco ti fa avere un feedback diverso, gli strumenti diventano una sorta di coperta di Linus. Questo nuovo tour è l’ultima prova di un anno molto ricco. Quello che ho fatto in questi mesi mi ha dato molta sicurezza, esibirmi nei club significherà avere un’attitudine più rock e più immediata», aveva raccontato Francesca ai giornalisti poco prima dell’inizio del concerto, ed effettivamente è proprio questa la più grossa novità. Finalmente disinvolta, libera e sicura, la Michielin ha dato prova di una evidente crescita; il risultato è uno show molto fruibile e senza momenti fermi.

Il concerto inizia con “Battito di ciglia”, con tanto di occhiali da sole e verve ironica; il messaggio è chiaro: mai prendersi troppo sul serio. Intensità in crescendo con “Amazing” e “L’amore esiste”, delicatezza ed intimismo con “È con te” e “Tutto questo vento”. Con il sopraggiungere della combo “Sola” e “Distratto”, la Michielin ha voluto ringraziare Elisa, autrice dei brani in questione: «I prossimi due brani li ha scritti per me Elisa, sono quelli con cui ho iniziato la mia carriera e li dedico a colei che per prima ha creduto in me». L’aspetto più interessante della scaletta proposta è racchiuso nella scelta e nel brillante rimaneggiamento delle cover. Nessuno stravolgimento eccessivo, sia chiaro, eppure la nuova veste di brani come “Sweet Dreams” degli Eurythmics o la già nota versione de “Il mio canto libero” di Battisti o, ancora, “Volcano” di Damien Rice” fanno proprio un bell’effetto.

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Di grande impatto emotivo “Almeno tu”, colonna sonora del film in concorso al Festival del Cinema di Venezia “Piuma”: «A novembre inizierà il conservatorio, sarò lì a studiare composizione. La Francesca sognatrice vorrebbe lavorare come compositrice per musiche da film. Dopo l’esperienza di “Spiderman”, mi sono divertita con “Piuma”; trovo che sia un film intelligente. Quando compongo mi immagino sempre un film, il progressive mi piace in tutte le sue declinazioni», ha spiegato la Michielin alla stampa e, in effetti, i frutti di tanto impegno cominciano ad essere tangibili. L’ultima parte del concerto scorre veloce tra “Tutto è magnifico”, la hit portata al successo con Fedez, “Ho Heydi The Lumineers e l’immancabile successo sanremese “Nessun grado di separazione”.

Gran finale a sorpresa con “Whola Lotta Love” dei Led Zeppelin; Francesca spiazza il pubblico dopo averlo commosso e divertito. La missione è compiuta non rimane che lanciarsi di cuore, di pancia e di testa verso una nuova avventura in studio: «In questo periodo sto scrivendo molto, più sto in giro, più scrivo. Il prossimo album sarà incentrato intorno ad un’idea organica e seguirà un determinato filo conduttore. Per quando riguarda il discorso collaboratori, mi trovo benissimo con Canova, mi capisce alla perfezione. Per il resto so esattamente cosa voglio fare e ci sono persone che penso possano darmi ciò che cerco; li andrò a cercare». Noi la aspetteremo.

Raffaella Sbrescia

Jack Garratt live al Fabrique di Milano per uno scoppiettante one man show

Jack Garratt live @ Fabrique-  Milano

Jack Garratt live @ Fabrique- Milano

Intimista ed essenziale, ilare ed irriverente, energico e coinvolgente, tutto questo è Jack Garratt, cantautore, polistrumentista, one-man band, produttore inglese, aggiudicatario dell’ambitissimo Best Critics’ Choice Award, come grande promessa del 2016, e dei BBC MUSIC SOUND 2016, che dal 2007 premiano i migliori giovani artisti scelti dalla BBC.  L’artista si è esibito in concerto al Fabrique di Milano rilevando un’anima artistica trasversale grazie ad una peculiare vocalità tanto graffiante e rauca quanto intima e struggente. Protagonista unico della scena con un set comprensivo di batteria acustica ed elettronica da un lato con set di tastiera e sampler dall’altro, Garratt ha tenuto la scena con il suo one man show presentando diversi brani tratti dal suo album d’esordio “Phase”.

Jack Garratt live @ Fabrique-  Milano

Jack Garratt live @ Fabrique- Milano

Ad inaugurare la set list è  “Coalesce”, suggestivo l’arpeggio chitarristico sulle note della ballad elettropop “Weathered”, curioso il momento gioco con la cover improvvisata di “Baby one more time”, brillante e ben costruito il mash-up di “7 days” di Craig David con “Senorita” di Justin Timberlake. Garratt possiede un’energia impressionante, le sue contaminazioni profumano di impegno e passione ma sono i suoi occhi a trasudare umiltà. A fine concerto l’artista si è prodigato in un lungo ringraziamento a tutti i suoi collaboratori mostrandosi particolarmente riconoscente e cosciente del fatto che gli ottimi risultati che sta riscontrando sono anche il frutto di un eccelso lavoro di squadra.

Raffaella Sbrescia

SETLIST:
Coalesce

Breathe Life
Weathered
Far Cry
Baby one more time
7 days / Senorita
The love you’re given
Fire
Surprise yourself
My house is your home
Worry

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