Angelina Mango: In “Formica” racconto le cose per come sono, senza filtri. Intervista

Ritratti Di Note ha incontrato la giovane cantautrice Angelina Mango, figlia dell’indimenticato Pino Mango, e della cantante Laura Valente. Angelina ha chiacchierato con noi, raccontandoci della sua musica, e del nuovo singolo “Formica”.

Angelina Mango

Angelina Mango

Angelina, la musica è nel DNA di famiglia. Quando hai deciso che questa sarebbe stata anche la tua strada e la tua professione?

In realtà ho deciso che questa sarebbe stata la mia strada quando ho concluso gli studi, e ho iniziato ad interrogarmi su quale sarebbe stato il mio futuro. La musica e il canto però hanno fatto sempre parte della mia vita; non ricordo l’attimo preciso in cui da piccola ho iniziato a cantare. Probabilmente quando ho iniziato a parlare, ho cominciato contemporaneamente anche a cantare.

Prima del singolo “Formica”, hai già pubblicato un EP, “Monolocale”. Questa nuova canzone però, nel testo e nei suoni, è abbastanza diversa dal lavoro precedente.

Beh, sì, sicuramente questo pezzo è una cosa nuova, si distanzia dal lavoro precedente ed è giusto che sia così; nello stesso tempo però, “Monolocale” è stato un percorso “di passaggio” che ha portato poi a “Formica”, e a quello che sono ora. Sono due progetti in qualche modo complementari, necessari l’uno per l’altro.

“Formica” è una canzone autobiografica, con un testo lucido, realista, a tratti forse anche rabbioso…

Sì, l’obiettivo era quello di scrivere una canzona che mi somigliasse, ma più che rabbia nel testo, direi che c’è oggettività, voglia di raccontare le cose come sono, senza filtri, senza veli, in maniera abbastanza cruda, senza edulcorarle, renderle migliori, ma nemmeno peggiori. E’ stato un modo di raccontare realistico, ma senza rabbia…

“Formica” è anche un video, scritto da te…

Sì, io ne sono autrice, ma è frutto del lavoro fatto insieme al regista Fabio Cotichelli. Le idee sono state molto importanti, perchè, essendo un video semplice, abbiamo puntato di più sull’aspetto simbolico ed emotivo del testo e dei contenuti…

Video: Formica

Questo singolo segna il tuo ingresso in Sony Music. Che valore ha per te far parte di una Major così prestigiosa?

Un valore importantissimo. L’ingresso in Sony mi ha fatto rendere conto per la prima volta che c’è qualcuno che crede in me, interessato ad investire nella mia musica e nel mio progetto. Uno può fare musica per tutta la vita ma quando c’è qualcuno disposto a lavorare con te, a seguirti, le cose cambiano; senti addosso anche un tipo di responsabilità diversa. Questo è proprio l’inizio definitivo della mia professione.

Il più grande consiglio, artistico ed umano, che ti ha lasciato tuo padre Pino…

Più che un solo consiglio, è un insieme di insegnamenti. E’ stato un processo di crescita che mi ha aiutato. Ho avuto la fortuna di attingere direttamente dalla sua esperienza. Vedendo il suo approccio alla musica, ho capito come poterlo fare io. Mi è bastato questo, senza aver bisogno di consigli particolari…

“Formica” farà parte di un album nuovo?

Sì certo. Ci sono anche delle canzoni nuove, che saranno pubblicate nei prossimi mesi. Il nuovo album è ancora in fase di creazione. Posso però dire che i nuovi pezzi saranno tutti molto “coerenti” con “Formica”, soprattutto a livello di tematiche, di auto-analisi, e di presa di coscienza. Questa volta le canzoni parleranno più di me che degli altri…

Cito una canzone di “Monolocale” che amo molto, ovvero, “Treno in corsa”, per chiederti se in questa fase della tua vita sei più “Formica” o “Treno in corsa”…

Non ho dubbi, “Formica”…

Quando non scrivi e componi, quale musica ti piace ascoltare?

Sono molto attenta a quello che succede fuori e mi piace ascoltare e conoscere cose nuove. Mi piacciono le cose “fatte per bene”, quelle che possono insegnarmi qualcosa, in primis a cantare, e poi a fare bene la mia musica…

Un sogno che speri di realizzare presto grazie alla musica?

Non ho un sogno in particolare da realizzare. Al momento, di sicuro, il progetto da realizzare è quello di pubblicare il mio prossimo singolo. Da questo punto di vista, sono molto “dosata” sui desideri, non vado molto oltre. Passo dopo passo, probabilmente cresceranno anche quelli…

In “Formica” parli anche di Milano, la città che, a suo modo, ti ha “accolto” e che è stata importante anche per la tua vita artistica. Credi che sarà la tua città per sempre o c’è un altro posto nel quale ti piacerebbe trasferirti e vivere?…

Al momento vivo a Milano. Ti confesso che faccio fatica ad immaginarmi in un altro posto. Vivo il presente, poi magari il futuro mi porterà da altre parti…

Visto che mancano pochi giorni, seguirai il Festival di Sanremo?

Sì, seguirò Sanremo come faccio tutti gli anni. Non faccio il tifo per nessuno in particolare, anche perchè può succedere che un artista che ti piace finisca per deluderti, mentre ti stupisca qualcuno che non ti aspetti. Mi piace essere sorpresa. Lo guarderò anche quest’anno con attenzione…

C’è invece un artista con il quale in futuro ti piacerebbe collaborare?

Difficile rispondere. Di sicuro “collaborare” con un altro artista, qualsiasi esso sia, è già di per sè una cosa formativa e importante…

Giuliana Galasso

“Ma stasera”: Marco Mengoni torna a ritmo di funk e approda negli stadi

 Si chiama “MA STASERA” il nuovo singolo di Marco Mengoni, disponibile da oggi e che segna il suo ritorno a due anni dal suo ultimo progetto discografico “Atlantico”.  “Ma stasera” ci catapulta nelle sonorità della disco-funk e dell’elettronica degli anni 80 rielaborate per renderle contemporanee e portarle alla modernità dei giorni nostri.

Marco Mengoni Ph_Alvaro Beamud Cortes

Marco Mengoni Ph_Alvaro Beamud Cortes

Il testo, scritto dallo stesso Marco con Davide Petrella (Musica di F. Catitti/F. Abbate/D. Petrella), è la fotografia di un rapporto umano autentico e, proprio per questo, ricco di contraddizioni, con i versi che si susseguono come in contrapposizione l’uno con l’altro per raccontare questa complessità. “MA STASERA” è anche un invito a concentrarsi sull’attimo che sta per arrivare, un invito a dare il giusto peso e valore ad ogni momento di questa socialità che sta tornando, a riflettere sulla ripartenza dopo un periodo complicato, ripartenza che inizia proprio da “questa sera” e che ci proietta in un futuro nuovo.

Per la produzione di “MA STASERA” (Epic Records Italy / Sony Music Italy), Mengoni ha scelto di collaborare con Tino Piontek (in arte Purple Disco Machine), il dj/producer multiplatino che ha scalato le classifiche con la Hit “Hypnotized” (3X Platino), #1 della classifica Earone dei brani più ascoltati in radio e singolo internazionale più venduto in Italia (FIMI/Gfk), nel 2020. Il produttore originario di Dresda, in carriera ha collaborato con superstar del calibro di Dua Lipa e Lady Gaga e questa è la prima volta che produce un pezzo di un artista italiano. Il dialogo tra Marco e Tino Piontek ha portato ad un originale lavoro di “contaminazione”, partendo dal recupero di sonorità appartenenti alla nostra storia musicale, quell’italo disco degli anni 80 che ha fatto la storia del genere dance, per approdare nell’attualità del suono del 2021. Il risultato è un pezzo funk, un incontro tra digitale e analogico, “sintetico” e “suonato” insieme, in grado di unire drum machine, basso synth e batteria elettronica con archi, piano e chitarre suonate.
Ed è proprio partendo da questo brano, che è anche libertà, voglia di muoversi e desiderio di riprendersi i propri spazi nel futuro che ci attende, che Marco ha annunciato i suoi primi live negli stadi per l’estate 2022.
Dopo il successo del #MengoniLive2019 – Atlantico Tour, Marco Mengoni sarà protagonista di due concerti eccezionali, un’esplosione di energia e condivisione con il suo pubblico, in una dimensione per lui fino ad ora inedita: MARCO NEGLI STADI sarà il 19 giugno 2022 allo Stadio San Siro di Milano e il 22 giugno 2022 allo Stadio Olimpico di Roma.
Per presentare questa ripartenza, a due anni dal grande successo europeo di “Atlantico”, Mengoni ha scelto ancora una volta un racconto insolito, chiamando a raccolta il suo team – a partire dai suoi musicisti, insieme a tutte le persone che collaborano con lui dietro le quinte – per una pedalata collettiva con destinazione proprio San Siro. Il gruppo ha raggiunto lo stadio percorrendo la circle line AbbracciaMI, un percorso ciclistico che attraversa parchi, strade secondarie, piste ciclabili e viabilità ordinaria milanese, un modo per scoprire nuovi punti di vista inusuali sulla città, a partire proprio dallo stadio, e muoversi fuori dai percorsi tradizionali.
Ed è con questo messaggio di coesione e la voglia di immaginare spazi nuovi che si riaprono anche le porte di San Siro sulle note del nuovo singolo e “MA STASERA” diventa un manifesto disegnato da Marco insieme al suo team con corpi e luci led, sul prato di questo spazio tanto grande quanto iconico, nel segno della ripartenza.
Nei giorni precedenti l’annuncio del ritorno di Marco è stato anticipato da una guerrilla anonima che ha occupato strade, piazze, muri e stazioni ferroviarie delle principali città italiane, partendo proprio da Milano e Roma, con proiezioni che riproducevano unicamente la scritta “MA STASERA” e che hanno attirato l’attenzione di tantissimi passanti incuriositi dalle misteriose apparizioni.

BS-MarcoMengoni-MaStasera-cover

La scelta di pedalare lungo il ring di AbbracciaMI – circle line del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo – è, inoltre, l’inizio di una serie di iniziative studiate insieme al cantautore con lo scopo di supportare e amplificare i messaggi di questo progetto: la bicicletta come opportunità per scoprire nuove prospettive e nuovi modi di vivere gli spazi lungo un percorso che unisce persone, attività e luoghi, attraversando spazi urbani abitati e in trasformazione. Tra le attività, che si svilupperanno nei prossimi mesi, l’implementazione delle indicazioni per seguire più agilmente il percorso, la cura e tutela di un punto del ring ciclistico oltre a incontri e dialoghi di Marco con amici e personaggi noti sui temi dello spazio e delle “nuove prospettive” che si possono sviluppare lungo la circle line. Il progetto di valorizzazione di AbbracciaMI sarà realizzato con il supporto di Milano&Partners, agenzia di promozione ufficiale della città di Milano.

Ad accompagnare il singolo, dal 21 giugno sarà disponibile anche il video ufficiale di “MA STASERA”, realizzato in Sardegna, nello scenario unico de La Maddalena, con la regia di Roberto Ortu. Un video ricco di riferimenti ad elementi iconici e senza tempo degli anni Ottanta che continuano a vivere anche oggi, immagini che parlano di viaggio, libertà, amicizia, importanza di vivere il qui e ora, dal sapore estivo pizzicato da quel sentimento agrodolce che accompagna le giornate e le sere di questa stagione

Il tour è organizzato e prodotto da Live Nation, i biglietti per le date di Milano e Roma saranno disponibili in anteprima per gli utenti My Live Nation dalle ore 10 di giovedì 17 giugno. Per accedere alla presale basterà registrarsi gratuitamente su www.livenation.it. La vendita generale dei biglietti sarà aperta a partire da venerdì 18 giugno alle ore 11 su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e www.vivaticket.com. Per maggiori informazioni: livenation.it/marconeglistadi

Fonte: Ufficio Stampa

Arriva l’ “Open Bar”: intervista a Il Pagante

Abbiamo incontrato Il Pagante, il gruppo formato da Federica Napoli, Roberta Branchini e Eddy Veerus (Edoardo Cremona), in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Open Bar”. Il trio milanese (e il collettivo di creativi e producer che li accompagna da sempre) ha festeggiato 10 anni dalla sua formazione e in questi 10 anni tra canzoni certificate ORO e PLATINO, due dischi d’Oro e un libro hanno raccontato vizi e virtù di una intera generazione, nata e cresciuta con i social network.

Il Pagante

Il Pagante

Ragazzi prima di parlare del nuovo singolo “Open Bar”, torniamo piacevolmente al passato e raccontatemi come è nato il Progetto “Il Pagante”

Il Progetto nasce nel 2010, dalla Pagina Facebook omonima che raccontava della vita e dei comportamenti dei ragazzi prettamente milanesi. Io e Roberta (Branchini n.d.r.) ci conoscevamo già, perchè andavamo a scuola insieme, e abbiamo deciso, insieme a Federico del Duo Merk & Kremont di scrivere una canzone sul “Pagante”. Era stata pensata come una goliardata tra amici; non ci saremmo mai aspettati il successo che la canzone avrebbe poi ottenuto. Dopo il terzo singolo insieme, si è aggiunto Eddy Veerus, cugino di Kremont, e con questa formazione “familiare” abbiamo iniziato a spiccare il volo, nel senso che da lì è cominciato un percorso sempre in crescendo. Nessuno di noi si sarebbe comunque aspettato tutto ciò che è successo dopo.

Le vostre canzoni hanno sempre affondato le radici nella quotidianità, nella realtà circostante. E’ così anche per questo nuovo singolo “Open Bar”, un pò figlio del periodo di chiusura che abbiamo vissuto, e che ci stiamo lasciando alle spalle…

Sì assolutamente. La cosa bella è che “Open Bar” è nata come canzone circa due anni fa, ma vale lo stesso concetto di oggi: Raccontiamo di questo Open Bar nel quale può arrivare improvvisamente un evento, atmosferico e non, a “rovinare la festa”, e quindi bisogna godersi il momento, cogliere l’attimo.
Poi è successo ciò che è successo, una pandemia mondiale, e abbiamo deciso di uscire con il singolo proprio nel momento in cui si ricomincia gradualmente a tornare alla normalità, quella normalità che prima odiavamo tanto, alla quale non davamo importanza. Adesso invece non è cosa scontata, c’è tanta voglia di normalità, e questa canzone invita gli ascoltatori ad assaporare davvero il presente. L’Open Bar, tra l’altro, è il momento in cui si può bere liberamente, senza limiti. Questa è ovviamente una metafora. Il senso e la lezione è che bisogna vivere ogni momento della vita prima che arrivi qualcosa a rovinarlo…

Citate giustamente la metafora perchè l’Open Bar è anche un pò il momento liberatorio del quale abbiamo tutti bisogno…

Esatto. Ed esprime la voglia di riprenderci i nostri spazi e tornare alla libertà.

Il-pagante-Open-Bar

Il singolo è prodotto da ITACA, che fa parte della Famiglia “Merk & Kremont”

Sì, come ti dicevamo anche prima, con Merk & Kremont ci sentiamo un pò in famiglia; le produzioni dei nostri primi pezzi le hanno fatte tutte loro. Tornare a collaborare con ITACA è un pò come ritornare a casa. Ci sentiamo bene, c’è grande amicizia, e Merk & Kremont sono sicuramente tra i migliori produttori in Italia.

“Open Bar” farà parte di un nuovo album?

Sì. Il periodo di stop forzato ci ha dato la possibilità di concentrarci sull’album, che uscirà tra non molto, ma sicuramente dopo l’estate. Dietro ogni brano di un disco c’è sempre un grande lavoro. A noi piace fare lunghe riunioni nelle quali scegliere le tematiche dei brani e curarne ogni dettaglio…

Nel progetto “Il Pagante” portate le vostre individualità. Andate sempre d’accordo?

Di grandi litigate tra di noi non ce ne sono mai state. E’ un po’ come succede tra fratelli, nel senso che è normale discutere, ma alla fine abbiamo lo stesso traguardo, lo stesso obiettivo…

Quali sono le vostre influenze musicali individuali, che in qualche modo ritornano nella musica che fate insieme?

Ognuno di noi ha sicuramente gusti differenti, ma il nostro minimo comun denominatore sono il Rap italiano e la musica elettronica. Ognuno fa poi ascolti diversi; Federica, ad esempio, ascolta molto cantautorato italiano, è cresciuta con Battisti, Baglioni, De Gregori…

Nel vostro personale Open Bar cosa non può assolutamente mancare?

Dell’ottimo Gin Mare…

Ci saranno appuntamenti live prossimamente?

Sì, ci stiamo lavorando. I vostri lettori possono seguirci sui nostri Social, Facebook ed Instagram, ed essere aggiornati sugli appuntamenti dal vivo. Abbiamo voglia di tornare live nelle discoteche…

Giuliana Galasso

 

Alberto Urso: “Sto scrivendo tante canzoni e sto lavorando anche ad un nuovo album. Ci sono tante cose in ballo”. Intervista

Ritratti di Note ha incontrato Alberto Urso, per raccontare del nuovo singolo “Amarsi è un miracolo” e dei prossimi progetti.  Il nuovo singolo è una ballata scritta da Alberto insieme a Daniele Coro e Diego Mancino. La produzione è di  Daniele Coro. “Amarsi è un Miracolo” parla della forza dell’amore che supera sempre ogni avversità,  Alberto la  interpreta con la sua voce potente e unica, capace a  trasmettere come sempre forti emozioni.

Il cantante siciliano, molto amato dai più giovani, ha anche risposto alle domande dei tanti fans che ci hanno scritto negli ultimi giorni.

Alberto Urso

Alberto Urso

Intervista

Alberto come è nata “Amarsi è un miracolo” ?

“Amarsi è un miracolo” è una canzone scritta un po’ di mesi fa. È nata di notte. È una canzone d’amore, nella quale parlo anche un po’ di me, di quello che vorrei.
Spesso noi cantanti, e in generale chi fa un lavoro per il quale è sempre in giro, può avere qualche difficoltà a vivere e a gestire dei legami sentimentali, che richiedono naturalmente una presenza costante, e magari si finisce per rinunciare alla persona che si ama veramente. Però, se il legame è forte, si trova sempre il modo di ritrovarsi. Magari poi ci si incontra nel luogo in cui tutto diventa “perfetto”.

Cosa ti ha guidato nella scelta della location del video della canzone ?

Mi sono innamorato subito della location, l’Appia Antica, perché è un luogo unico, iconico. Me ne sono innamorato a tal punto, da girarci il video. Sembra quasi che il muro dell’Appia Antica mi abbracci, è stato bellissimo.

Video: “Amarsi è un miracolo”

C’è una frase diventata virale qualche mese fa sui Social: “Mi manchi come un concerto”. In questa frase l’amore è paragonato alla musica. Immagino manchi anche a te.

Sì, tantissimo. Spero di aprire al più presto le date del nuovo tour, di fare concerti, di cantare in teatro. Davvero tutti non ne possiamo più di quello che stiamo vivendo.
Siamo bloccati da un anno. Sono sicuro che quando ci daranno il via libera, ricominceremo tutti a vivere alla grande. Io farò tanti concerti in giro per l’Italia.

Alberto, “Amarsi è un miracolo” farà parte di un prossimo album?

Sì, sto scrivendo tante canzoni e sto lavorando anche ad un nuovo album. Ci sono tante cose in ballo.

Alberto Urso interprete ed Alberto Urso autore. Come convivono queste due anime?

Beh, devo dire che quest’anno è stato fondamentale per tirare fuori tutto quello che avevo dentro, ed avvicinarmi al mondo autoriale. È bellissimo scrivere tutto quello che voglio dire, perché poi in quello che canto c’è dentro un pezzo di me. Ci sono io, e magari finisco per cantare le cose in una maniera totalmente diversa. È questa la bellezza che quest’anno mi ha regalato, coltivare la dimensione autoriale.

Alberto, c’è una domanda molto simpatica arrivata per te.
Qual è la cosa più folle che abbia mai fatto una Fan per te?

Sono tante le cose che le Fans hanno fatto per me: una fila per una giornata intera, prima di un concerto.
Un cannolo alla ricotta, arrivato la sera, dopo una intera giornata, con la ricotta sciolta e acida, ma c’era amore in quel cannolo. Anche una granita mi hanno portato una volta. Ha resistito dalle otto del mattino fino alle diciannove. Una granita in piena estate è un regalo folle, ma anche qui c’era amore…

Al di là della musica e della scrittura, qual è la cosa più bella capitata in un periodo così difficile e complesso?

Devo dire che negli ultimi mesi ho fatto tante bellissime esperienze, come cantare al Royal Albert Hall con Katherine Jenkins, e registrare in studi importanti. Queste sono esperienze che ogni artista sogna di fare. Sono molto grato a Katherine Jenkins e a tutte le persone che hanno reso possibile tutto questo.

Ci saranno in un futuro prossimo collaborazioni con altri artisti?
L’ artista più citata quando si parla di te, anche per l’amicizia che vi lega, è Giordana Angi.

Sicuramente ci saranno delle collaborazioni. Con Giordana c’è un rapporto di amicizia gigantesco. Non abbiamo ancora parlato di una nuova collaborazione perché siamo entrambi concentrati sulla scrittura al momento. Non escludo che tra le collaborazioni future ce ne possa essere un’altra con Giordana.

Hai mai pensato ad un progetto di Cover o ad un album in un’altra lingua, come l’inglese?

Sarebbe bellissimo. Certo per me è un po’ difficile scrivere in inglese o in un’altra lingua. Il processo di scrittura non è semplice, a partire da quello in lingua italiana, però farlo sarebbe bello, perché significherebbe che è arrivato il momento di portare la mia musica fuori dall’Italia.
Realizzare un album di cover, è un progetto al quale ho pensato, perché sarebbe portare il bel canto, la melodia italiana e le canzoni più famose anche all’estero. È un progetto che ho valutato, ma bisogna lavorarci con calma, per capire quale strada intraprendere.

Cosa provi quando sai che la tua musica arriva agli altri e aiuta qualcuno?

Questa è una cosa bellissima, perché quando si canta, si cerca di emozionare ed emozionarsi. Il nostro scopo deve essere anche quello di aiutare attraverso la musica.
La musica deve essere di aiuto a chi ne ha bisogno. Quando mi dicono che la mia musica aiuta, significa che ho fatto centro, che sto facendo bene quello che voglio fare, ovvero trasmettere un’emozione.
Questa è una cosa che mi fa stare bene.

Cosa è per te la felicità in questo momento della tua vita?

La felicità, al momento, sarebbe uscire presto dal Covid, e poi tornare a fare concerti in tutto il mondo.

Un pensiero a tutti i Fans e le pagine dedicate, che ogni giorno ti supportano e ti sono vicine.

Io adoro tutti i miei Fans, sono grato per tutto quello che fanno per me, per tutto l’amore che hanno nei miei confronti. Posso solo dire che sto preparando tante cose belle per loro e per tutti quelli che mi seguono. Non so mai come ringraziarli adeguatamente. Arriveranno tante novità. Molto presto…

Giuliana Galasso

Vent’anni: lo sfrontato ritorno dei Måneskin

Maneskin - Oliviero Toscani

Maneskin – Oliviero Toscani

Vent’anni” è il nuovo singolo che segna il fresco, sfrontato, ragionato ritorno dei Måneskin a distanza di due anni dall’album “Il ballo della vita”.

Damiano, Victoria, Thomas e Ethan, ospiti della web serie “Star Walks – Quando il PArCo incontra la musica”, hanno presentato in anteprima il singolo con una performance in live streaming dai palazzi imperiali sul Palatino e hanno incontrato virtualmente la stampa per approfondire la genesi, il messaggio e il significato di un brano che li traghetterà verso l’uscita del nuovo atteso album. Scritta dai Måneskin e prodotta con Fabrizio Ferraguzzo, “Vent’anni” è una rock ballad che ha preso il là durante il lockdown da un giro di chitarra di Thomas e da una visione avuta da Damiano. La band ha lavorato molto in analogico, dando spazio agli strumenti con l’idea di riportare i suoni dal vivo direttamente in studio e così è stato.

I pensieri di Damiano s’innervano con quelli del suo alter ego più maturo; il risultato è un dialogo sincero, crudo, spiazzante ma anche incoraggiante. La voglia è quella di liberarsi dal peso dei giudizi ed è per questo che il gruppo dedica il brano alla propria generazione con la voglia di lasciare il segno: “e c’hai vent’anni ti sto scrivendo adesso prima che sia troppo tardi e farà il male il dubbio di non essere nessuno sarai qualcuno se resterai diverso dagli altri ma c’hai solo vent’anni”, scrive Damiano seguendo un filone introspettivo con un messaggio che si amplia ambiziosamente alle generazioni dei non più ventenni. Ad accompagnare l’uscita del brano, il fotografo Oliviero Toscani firma la campagna di lancio ritraendo la band a nudo in un abbraccio di gruppo che racchiude volutamente un messaggio forte: liberarsi dalle sovrastrutture ed essere autentici, se stessi, senza veli inutili. Se queste sono le premesse, ne sentiremo e ne vedremo delle belle.

Raffaella Sbrescia

Con il senno di poi: la poesia solista di Marco Guazzone

Marco Guazzone

Marco Guazzone

Ci eravamo lasciati con un Marco Guazzone autore per Andrea Bocelli nell’album “Sì”, lo ritroviamo finalmente cantautore con il brano “Con il senno di poi”, una ballad prodotta da Elisa, la cui voce è presente anche in questa canzone, che fa da preludio al nuovo percorso da solista dell’artista romano.

Per gli estimatori storici, niente paura Stefano, Edo e Josh degli Stag continueranno a lavorare con Marco, tanti degli inediti presenti nel nuovo album sono nati proprio insieme a loro e ci saranno anche sul palco non appena sarà possibile. Ora però è tempo di lasciarsi andare ad una nuova avventura e lo sa bene Marco Guazzone che anche nel videoclip girato da Beniamino Barrese interpreta con coraggio una significativa coreografia di Paolo Ermanno dando vita ad una danza parlante.

Video: Con il senno di poi

Il brano veleggia sulla possibilità di rincontrarsi dopo la fine di una storia importante e scoprire che ci si può amare ancora ma con nuove consapevolezze. Il testo della canzone è ispirato a una poesia di Eugenio Montale del 1967 dal titolo “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” (poesia n. 5 di Xenia II, Satura). Marco Guazzone si è dunque lasciato ispirare scrivendo: In tutti i miei sogni si parla di te e più ti allontani mi chiedo perché. Non posso più amare nessuno, nemmeno per fingere danzando tra dubbi e certezze potrò svuotare le tasche dai pesi che ho. E vengo a cercarti leggero per dirti che ti raggiungerò addormentando i giganti e ti riporterò ma con il senno di poi dove eravamo io e te, dove eravamo io e te, come eravamo io e te. Io e te”. I versi selezionati mettono in rilievo la sensibilità, la delicatezza, la poesia con cui Guazzone esprime e disegna un mondo fatto di parole dolci, carezzevoli e pregne di significato. Il protagonista riconosce con saggezza gli errori, li individua e ne fa tesoro per ripartire con nuovo slancio e affrontare la paura, il vuoto, il viaggio, i pericoli, gli spettri del passato e sa che non si tratta di malinconia ma di puro, semplice, prezioso, genuino, amore. Lasciamoci cullare dalla poesia in attesa dell’album che ci auguriamo possa segnare la definitiva svolta artistica di un artista prezioso.

Raffaella Sbrescia

Laura Pausini presenta Io sì (Seen) e si racconta a cuore aperto.

Laura Pausini ha presentato il nuovo singolo Io Sì (Seen) pubblicato il 23 ottobre 2020 nel corso di una videoconferenza stampa molto sentita e ricca di spunti di riflessione. Ecco tutte le dichiarazioni dell’artista internazionale:

Io sì (Seen), il mio nuovo brano farà parte della colonna sonora di The Life Ahead / La vita davanti a sé. Sono rimasta affascinata da questa canzone pensata per me da Diane Warren e dal film di Edoardo Ponti con l’iconica Sophia Loren come protagonista. Io sì (Seen) è scritta da Diane con me e Niccolò Agliardi e accompagnerà il film in tutte le versioni internazionali. Chi vedrà il film in tutto il mondo ascolterà solo il brano in italiano ma ho fortemente voluto realizzare anche le versioni in inglese, francese, spagnolo e portoghese, che si troveranno solo nell’EP pubblicato il 23 ottobre.

Il singolo è nato quest’estate e ho deciso di cantarlo solo dopo aver guardato il film. Mi riconosco al 100% nella trama e questo mi ha entusiasmata ancora di più. Quando fai musica da tanti anni, hai bisogno di sentirti sempre curioso. In questo caso sentirmi pienamente coinvolta nel mettermi a disposizione del film mi ha dato la possibilità di vivere un’esperienza mai vissuta prima. Ho voluto rispettare il significato del film ma anche il punto preciso in cui la canzone arriva, si tratta di un momento importante della pellicola e arriva per dire una cosa. Ecco perché ci tenevo ad essere la voce narrante di quell’esatto momento. Questa collaborazione è arrivata nel momento giusto, ho aspettato tanto prima di accettare di far parte della colonna sonora di un film e sono felice di non averlo fatto fino ad ora. La canzone rappresenta un dialogo, Sophia Loren mi ha scelto per essere la sua voce, quello che dice a Momo racchiude il senso di protezione, comprensione e altruismo. Non ci sono barriere e pregiudizi né razziali né culturali. Sono fiera di questo lavoro e, anche se mi onora pensare che i produttori di Netflix abbiano inoltrato la candidatura agli Oscar 2021, non voglio gasarmi troppo. Il mio hamburger di festeggiamento l’ho già mangiato (ndr).

Io e Sophia ci siamo conosciute nel 2003 ad una festa di Armani a Beverly Hills e c’è stata subito una forte empatia. Sophia è materna e protettiva, ogni volta che ci siamo riviste, prima a Ginevra e poi in Messico alla sua festa di compleanno ci siamo sempre fermate a parlare delle nostre cose personali in modo naturale. L’impressione è avere di fronte un’icona in tutto quello che fa anche se a lei non piace sentirsi tale. Sono felice nel videoclip del brano ci sarà anche lei.

pausini

Nessuno ti vede, io sì. Nessuno ci crede, ma io sì. Ho voluto molto queste due frasi, non è stato facile mettere a punto in italiano questo concetto. Con questa collaborazione ho voluto cercare la profondità e l’impegno, la parte emozionale è quella che mi aiuta di più ad esprimermi. Io e Diane ci siamo conosciute a metà degli anni 90, siamo state un giorno a parlare, ci siamo riviste quando facevo il disco in inglese, alcune cose devono succedere nel momento giusto, sono felicissima che abbia chiamato me, Diane è un personaggio, ha mille idee, è molto divertente, mi è stata vicino anche per le versioni della canzone in portoghese, francese, spagnolo. Ho partecipato a questo progetto con amore, passione e orgoglio perché mi interessa la storia, mi interessa che venga fuori il significato, questo è il racconto di ciò che io penso dei rapporti tra le persone, la vita vale la pensa di esser vissuta perché esistono gli altri, che a volte vanno anche salvati; non possiamo sederci. L’ arte non deve arrendersi, dobbiamo venire fuori noi. Non mi è mai passata è la fame di capire cosa c’è oltre una canzone scritta e stampata in un libretto. Questa cosa mi agita e mi emoziona fortemente. Fare musica è una roba pazzesca. Mi sento attratta dalle cose complesse che mi richiedono responsabilità, in questi anni ho ricevuto altre proposte per film, in questo caso ho capito che ho fatto bene a dire di no prima, devo fare proprio le cose che mi piacciono, non devo avere paura a dire di no a un progetto che non mi appartiene seppur grande. Ritengo che oggi come oggi quando si parla di arte ci si accontenta molto anche a livello qualitativo, invece è importante essere più puntigliosi che mai, non si può fare tutto un po’, non mi butto a fare una prova.

Nei mesi scorsi volevo cominciare ad ascoltare le canzoni che mi sono arrivate, come sempre accade negli ultimi anni, faccio mettere i brani che mi vengono proposti in una cartella dropbox senza il nome dell’autore per non farmi condizionare. Ad oggi sono 124 solo le canzoni che iniziano con la lettera a. Dovevo fare questa ricerca a marzo, quando poi ci siamo rinchiusi per il lockdown mi sono sentita per la prima volta un po’ persa, mi sono chiusa in me stessa e ho pensato che non ci fosse qualcuno a cui potesse interessare se io cantassi ancora. Sono poi stata per tre mesi in Romagna dai miei, da settembre volevo cominciare a sentire qualcosa ma rimandavo sempre come per paura. Questa collaborazione mi ha rimesso in moto, sinceramente non mi ha lasciato un giorno libero, per scrivere la versione italiana del testo ci abbiamo messo 25 giorni in cui ho lavorato anche insieme a Niccolò Agliardi. Adesso ho molta voglia di ascoltare, in teoria nella mia testa mi piacerebbe riuscire a finire per Natale 2021 ma sono indietro e le canzoni che iniziano con la a non mi piacciono. La verità è che voglio fare degli esperimenti, voglio provare a cantare canzoni di altro genere e vedere com’è la mia voce con un altro stile. Voglio usare questo tempo per conoscere un altro aspetto delle mie corde vocali.

In questo momento viviamo nell’incertezza, ognuno vorrebbe rimediare ma è molto difficile. Ognuno fa la sua proposta, io avevo scritto un appello con i miei colleghi italiani rivolto al nostro governo ma non abbiamo ricevuto una grande risposta. Penso che in generale i cittadini del nostro paese non abbiamo ben capito quante sono le maestranze, si tratta di 570,000 mila persone, non possiamo prenderci cura di tutti, non si risolve così. Siamo 50 cantanti e possiamo sicuramente aiutare le persone vicine a noi che sono altre 40, un numero troppo piccolo, non so che suggerimenti dare se non di porre attenzione a questo appello. Noi cantanti non abbiamo bisogno di un aiuto economico ma i tecnici si, sono persone senza lavoro, questo è molto grave, aldilà di quello che noi possiamo fare privatamente. A proposito di quello che ha proposto Fedez, l’intento che abbiamo tutti è cercare di risolvere questo problema, ognuno ha un modo diverso di pensare. Federico ha proposto un modo secondo lui utile, io ho pensato che facendo un calcolo matematico, farei fatica a capire a chi destinatare questi fondi. Gli anticipi sui tour e sugli album non potrebbero mai coprire il reale fabbisogno delle maestranze, ecco perché ho preferito rivolgermi al governo, stiamo parlando di un totale importante di cui non possiamo farci carico. Per questo è importante parlarne e appoggiarci e non creare polemiche tra noi.

 

 

 

A ring in the forest: il nuovo capitolo di Erica Mou. Intervista

Da venerdì 14 giugno è disponibile nei digital store e in radio “A ring in the forest”, il nuovo singolo internazionale di Erica Mou, distribuito da Artist First.

La canzone in lingua inglese è strettamente connessa all’immaginario proposto nel videoclip, online sul canale ufficiale VEVO dell’artista al link http://www.youtube.com/watch?v=scrKjrK7GNU. Essa nasce come opera musicale e video che racconta la storia di un albero trasformato in chitarra. Il videoclip mostra il lento processo di evoluzione artigianale catturato nel tempo, in ogni fase creativa e in ogni gesto di cura del dettaglio per la produzione dello strumento. Così, in sintonia con la musica, mette in scena una sorta di mito moderno, che narra, tramanda e rinnova il legame solidale e di corrispondenza artistica tra la natura e l’uomo.

Il brano, interpretato da Erica Mou e prodotto a Londra dalla stessa cantautrice con la collaborazione di Matthew Ker (alias MaJiKer), è stato scritto dai due artisti insieme a Piers Faccini. La realizzazione creativa del tutto è durata dodici mesi, rispettando i tempi della natura, necessari alla sua trasformazione

Intervista

Erica Verticale ph OmarSartor

Erica Verticale ph OmarSartor

“A ring in the forest” rappresenta un nuovo capitolo della tua carriera. Come ti senti in questo periodo, cosa hai fatto negli ultimi due anni e come hai portato avanti la tua ricerca artistica?

Mi sento bene, è un bel periodo creativo e di sole. Il mio album precedente è uscito a dicembre del 2017 e nei mesi seguenti mi sono dedicata al tour di quel lavoro. Dopodiché ho ripreso a scrivere e a sviluppare idee nuove, come “A ring in the forest”. Sto cercando vie diverse, come sempre, sperimentando in studio e in fase di scrittura. Il messaggio di questo brano è tramandare il legame solidale tra natura e uomo, un tema di grandissima attualità.

Come ci hai lavorato e da dove nasce l’idea?

I legami sono il vero tema di ogni canzone (anzi, della vita, direi); tra persone e tra gli elementi che ci circondano. Ogni volta che provo un’emozione forte, positiva o negativa, io mi sento più legata alla terra, agli alberi, al cielo, al mare. È come se ogni scossone mi ricordasse forte qual è il posto a cui appartengo, la forza che la natura ha, l’armonia del farne parte. La canzone nasce dalla suggestione che mi ha dato il regista del video, Marco Callegari, di raccontare la storia di un albero che si trasforma in chitarra (attraverso le mani di un liutaio, Paolo Sussone).

Quando e perché hai deciso di cantare in inglese? La scelta è legata al fatto che vivi a Londra?

Il tema di questo brano mi ha suggerito di usare una lingua che fosse il più universale possibile e poi abitare a Londra mi ha ispirata ad usare anche l’inglese nella scrittura, cosa che non avevo mai fatto e che porta con sé anche un approccio diverso alla melodia e al canto, una nuova ricerca.

Quanto conta per te l’artigianalità e che spazio pensi possano trovare le realtà e i prodotti artigianali in un mondo sempre più votato al consumismo?

L’artigianalità è preziosa perché ci ricorda il tempo, quello necessario per cui le cose si trasformino e si riempiano di significato. Fare musica è come lavorare il legno, è un processo che ha bisogno di preparazione ma che deve anche fare i conti con ciò che stringi in mano in quel momento, con la materia, con i cambi di rotta.

Raccontaci del percorso collaborativo con Matthew Ker (alias MaJiKer) e Piers Faccini.

Sono molto contenta di lavorare di nuovo con MaJiKer, un artista che avevo conosciuto in studio di registrazione nel 2010, quando abbiamo lavorato al mio album “È” e con cui ho suonato in giro per il mondo per ben due anni. Poi le nostre strade si sono divise e Londra ci ha fatto finalmente ritrovare, a livello compositivo e produttivo. Piers Faccini invece è un cantautore che amo moltissimo e che ascolto da quando avevo sedici anni, dopo averlo visto suonare in un festival. Posso dire di essere una sua fan e trovarmi a chiacchierare con lui di musica e chiedergli aiuto per il testo di “A ring in the forest” è stato inaspettato e sincero.

Questo singolo è il preludio ad un nuovo album?

Non immediatamente, sto lavorando molto a canzoni nuove ma ci vorrà ancora un po’.

Come coltivi la tua creatività e cosa ti porti dietro delle tue esperienze precedenti?

Suono e scrivo praticamente ogni giorno, con la chitarra, su un foglio o nella mia testa. Leggo, ascolto, guardo… e i passi fatti, sì, me li ricordo tutti e li tengo con me.

Ci sono altri interessi personali di cui il tuo pubblico non è ancora a conoscenza?

Sì.

Quali sono gli argomenti che in questo momento ti stanno più a cuore?

Non dare il colpo di grazia alla Terra che abitiamo, costruire un futuro per i figli che la mia generazione ha o sogna di avere, parlare più di Arte e meno di paura.

Quali sono i prossimi progetti in cui ti vedremo coinvolta?

Quest’estate sarò impegnata con qualche live in giro per l’Italia, il prossimo il 29 Giugno a Polignano a Mare per l’apertura del Bari in Jazz. Poi sarò in studio e a scrivere fino a che qualcosa di bello accadrà.

Raffaella Sbrescia

Maneskin live @ Santeria Social Club: annunciati nuovo singolo, nuovo album e nuovo tour

Maneskin live @ Santeria Social Club

Maneskin live @ Santeria Social Club

Qualcuno li definisce sfrontati, qualcun’altro arroganti. Loro sono i Maneskin, sono giovanissimi e sono i vincitori morali e non solo dell’ultima edizione di X Factor. La loro performance dal vivo è carica e avvincente. Certo, la scaletta comprende al 95% cover ma la cose che incuriosisce è che nessuna di queste ricorda l’originale. Questi ragazzi lavorano per dare un tocco personale a tutto quello che incontrano e, gran parte delle volte ci riescono. Vedere degli adolescenti buttarsi a capofitto in questa avventura con caparbietà, sicurezza, disinvoltura piace e spaventa. Piace vedere come ci credono, come si muovono, come convincono la piazza, come se ne fregano dei detrattori e di quelli che si rifiutano di credere nella loro favola rock. Sinceramente fa spavento pensare che a 17/18 anni si molli tutto per credere in un sogno effimero, come può apparire oggi quello della musica mordi e fuggi ma d’altronde molti grandi del passato lo hanno fatto suscitando reazioni ben peggiori. Per cui dico avanti Maneskin e fateci vedere cosa sapete fare.
Ieri sera li ho incontrati alla Santeria Social Club di Milano. Poco prima di due ore al primo concerto milanese della band capitanata da Damiano David ha incontrato la stampa per nuovi succosi aggiornamenti. Dopo essere stati definiti gruppo rivelazione del 2017 Damiano David e compagni annunciano l’uscita del nuovo singolo “Morirò da re”, prevista per il 23 marzo, dichiarano di essere al lavoro su un nuovo disco e che il prossimo autunno partirà un nuovo tour in location più grandi.

L’inedito in italiano.
“Con il nuovo singolo “Morirò da re” ci esporremo con l’italiano. Siamo al centro di un processo creativo molto bello. Il brano è nato in modo molto spontaneo, dal nostro bisogno di scrivere, dal nostro desiderio di raccontarci e dire qualcosa. La scelta dell’italiano è stata una casualità. Scriviamo in entrambe le lingue e vogliamo destreggiarci sia con l’una che con l’altra senza mai abbassare il livello del nostro prodotto. Abbiamo scritto questo pezzo durante giorni di off, abbiamo due modi di scrivere: o partiamo dall’arrangiamento oppure da un pezzo già scritto. Subito dopo l’esperienza in tv con X Factor abbiamo voluto tornare subito a suonare. Per noi la cosa principale è il contatto con il pubblico. Abbiamo scelto posti piccoli in cui esibirci per imparare e crescere”.
Il significato del testo

“Al centro del testo c’è il concetto di redenzione. Dal male può nascere del bene. Da qualcosa che viene visto come sbagliato, così come è avvenuto con la nostra scelta di mollare tutto e dedicarci alla musica h24, può nascere del buono credendo in se stessi e in quello che si fa. Il messaggio è che non bisogna farsi spaventare dal mondo esterno, aldilà delle nostre canzoni vorremmo dire alla nostra generazione, in particolare ,di portare avanti quello in cui si crede. Bisogna cercare la felicità attraverso il proprio talento”.

Il sound

“Fin dall’inizio abbiamo cercato di creare un suono nuovo e fresco. Con questo brano siamo approdati a un suono che non avevamo mai affrontato prima. Questo anche grazie ai mezzi che abbiamo avuto a disposizione. Abbiamo lavorato in uno studio fantastico, la chitarra di Thomas ha un suono alla Frusciante dei primi anni ’90, siamo vicini alla scuola dei Red Hot Chili Peppers. La voce di Damiano ricorda quella di Fletwoodmac”.

Maneskin live @ Santeria Social Club ph Francesco Prandoni

Maneskin live @ Santeria Social Club ph Francesco Prandoni

Il nuovo tour

“In autunno ci sarà un nuovo tour con un allestimento inedito e cambieremo anche la scaletta. La tourneè partirà il 10 novembre 2018 e sarà prodotta nuovamente da VIVO CONCERTI dopo il fantastico successo che ci ha portato al sold out, in pochissime ore e per tutte le ventuno date, del primo tour. Possiamo anticiparvi che non ci saranno solo cover, cercheremo di portare principalmente noi stessi e i nostri brani, non vediamo l’ ora che questo tour possa portarci a uno step successivo ancora più soddisfacente. La nostra vera dimensione è il palco e questa cosa non vogliamo dimenticarcela. Il nuovo tour ci vedrà sui palchi di locali diversi e più grandi. Tra tutti possiamo già citare il Fabrique di Milano e il Palatlantico di Roma. Per ora abbiamo fissato una decina di date.

Il nuovo album

Stiamo valutando dove ficcare il naso, sicuramente faremo molto meno, abbiamo in programma di chiuderci in studio, saremo in ritiro per mettere mano al disco e lo finiremo sicuramente entro l’autunno, prima che inizi il nuovo tour. Abbiamo dei pezzi già scritti, dobbiamo continuare a lavorare con lo stesso spirito. Per il momento stiamo mettendo in pole position sia brani in italiano che in inglese, così come ci vengono.

Il marchio di fabbrica Maneskin

Si parte sempre da un compromesso intrinseco tra noi quattro. La nostra produttività ed efficacia è aumentata parecchio in questi ultimi mesi. Stiamo cercando di creare una dimensione nostra, il nostro desiderio è creare il nostro sound personale e il disco seguirà questa linea d’onda. Ognuno di noi ascolta generi diversi per cui il risultato è una mescolanza di quello che ci piace.

Raffaella Sbrescia

Video: Maneskin live – Santeria Social Club

La scaletta del concerto
Intro
Let’s get it started
Take me out/Somebody told me
Un temporale
You need me
Breezblocks
Gimme Shelter
Pyro
Gangsta’s paradise
Master Blaster
Alors on dance
Recovery
Dirty Diana
Beggin’
Hey Mama
Vengo dalla luna
Prisoners/Eatch me
Kiss this
Chosen

CALENDARIO TOUR AUTUNNALE 2018:

sabato 10 novembre 2018 – SENIGALLIA (ANCONA) – MAMAMIA – DATA ZERO

giovedì 15 novembre 2018 – PADOVA – GRAN TEATRO GEOX

sabato 17 novembre 2018 – BOLOGNA – ESTRAGON

sabato 24 novembre 2018 – MILANO – FABRIQUE

venerdì 30 novembre 2018 – BARI – DEMODÈ CLUB

sabato 1 dicembre 2018 – NAPOLI – CASA DELLA MUSICA

giovedì 6 dicembre 2018 – BRESCIA – GRAN TEATRO MORATO

domenica 9 dicembre 2018 – VENARIA REALE (TO) – TEATRO DELLA CONCORDIA

mercoledì 12 dicembre 2018 – FIRENZE – OBIHALL

sabato 15 dicembre 2018 – ROMA – ATLANTICO LIVE

 

“Volevo scriverti da tanto”: Mina torna ad emozionare come una volta

Mina-Maeba

Mina-Maeba

Che dolce il tepore di una voce calda, potente, vicina. Una voce inconfondibile come quella di Mina. Una voce che regala vita ad un flusso di coscienza rimasto quiescente per chissà quanto tempo. Questo è quanto accade in “Volevo scriverti da tanto”, il nuovo singolo che preannuncia l’uscita di “MAEBA”, il nuovo album di inediti della cantante. Il testo è di Maria Francesca Polli e le musiche di Moreno Ferrara, il pathos interpretativo è 100% Mina.

Quante volte ci siamo fermati, incantati, ad ascoltare le sue canzoni più famose?
Ecco, questo è quello che succedo ascoltando questo nuovo brano così cupo, intenso, struggente. Una lettera mai scritta, una dialogo destinato a non avere mai luogo, l’occasione per fare pace con se stessi e perdonarsi dopo un lungo personalissimo patimento emotivo.
La ballad è di chiaro stampo mediterraneo, amabilmente agèe, ed è in grado di creare un’atmosfera intima, personale, inviolabile. L’arrangiamento è a cura di Massimiliano Pani ma la diva qui è solo Mina, maestra nell’esaltare tutte le sfumature più dolorose di un’ammissione privata.
“Canto ancora di te, non so più a chi credere, ho litigato con Dio che non mi parla da un po’, ci sono notti in cui la notte è troppo lunga anche per me, sciolgo dentro un caffèlatte ogni mio stupido perchè” e poi, ancora, “volevo scriverti ma lo faccio adesso se vuoi, volevo dirti che io canto ancora di te, e pure se a modo mio ho fatto pace con me”, canta Mina fino all’atto conclusivo: “Volevo scriverti da tanto, scusa se non l’ho fatto mai”. Ci piace immaginare che questo effluvio di intime dichiarazioni possa aver trovato un interlocutore, presente o figurato, pronto a regalare un abbraccio scalda-anima.

Raffaella Sbrescia

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