Intervista ai Coma_Cose: in “Nostralgia” promettiamo a noi stessi di mantenerci integri, coerenti, puri e ispirati

NOSTRALGIA è il nuovo album dei Coma_Cose in uscita per Asian Fake/Sony Music. Nuove canzoni per uscire da un tempo sospeso con rinnovate consapevolezze. Ogni nota è una pagina e ogni canzone un capitolo della storia di rivalsa di Francesca e Fausto; una storia che li ha visti passare dalla rassegnazione di dover rinunciare alla musica, al riuscire a renderla il centro della propria vita. La loro è una favola dai protagonisti improbabili che nel momento in cui si ritrovano a lavorare come commessi scelgono di non rinunciare alla propria fiamma, la loro passione per la musica e con un percorso umano ed artistico si sostengono l’un l’altro fino al palco dell’Ariston.

NOSTRALGIA, prodotto dai Mamakass, come Fiamme Negli Occhi e molti altri brani della band, è un viaggio alla scoperta di ambientazioni e temi nuovi, tradizionalmente assenti o trascurati dalla musica leggera. Meno spazio alla città, alla vita all’aria aperta, molto invece alla solitudine, alla periferia, all’introspezione e all’autoanalisi. Questi sei brani inediti sono l’installazione sonora cresciuta nel corso di un anno anomalo, l’occasione per fermarsi un attimo, scavare a fondo nei ricordi e nelle emozioni del passato per fissarle nel presente.

NOSTRALGIA è un punto tracciato sulla linea continua della vita, un bilancio che passa necessariamente per la parola Nostalgia -per le fasi della vita che non torneranno- e per la parola Perdono, perdonare sé stessi per lasciare andare tutto ciò è stato motivo di afflizione. L’ascolto inizia con “Mille tempeste”, track dalle atmosfere dark e a tratti psichedeliche. Francesca e Fausto sono qui testimoni e cantori di una realtà sottosopra, in attesa di un chiaro segnale di cambiamento, perché nonostante tutto rimane forte la speranza di non vivere più sospesi, sotto la volta celeste. Il racconto introspettivo di Nostralgia prosegue con “La canzone dei lupi”, scritto a quattro mani da Fausto Lama e California che, in un mondo in cui tutto si addomestica e tutto si disintegra, si difendono quella sfacciata libertà di cui solo i lupi sono fieri custodi. “Discoteche abbandonate” è invece un monologo dedicato alle cattedrali del divertimento, in cui oggi risuona una triste eco di serate non vissute e cocktail mai bevuti. “Fiamme negli occhi”, portata sul palco di Sanremo, è la piccola istantanea di una storia grandissima, d’amore e di rivalsa, quella dei Coma_Cose. La struttura di “Novantasei”poggia su un’impalcatura rock-alternative/grunge per un’annata che stravolto gli equilibri di molti. “Zombie al Carrefour” è il brano che chiude il disco ma anche un viaggio emotivamente impegnativo. Il congedo avviene con una passeggiata solitaria all’alba, tra gli scaffali che accolgono un amaro che finisce con il bis e una pastiglia che comincia con la x.

coma_cose ph Mattia Guolo

coma_cose ph Mattia Guolo

Intervista:

“Il disco si intitola “Nostralgia” perché parla di noi in modo molto intimo e racconta le nostre storie prima che ci conoscessimo. Per poter scrivere qualcosa che avesse un valore reale, siamo andati a scavare indietro nel tempo e ad analizzare la vita passata con gli occhi del presente. Questo disco si discosta dal nostro solto, le canzoni hanno un sound e un’anima che si differenzia dal passato. Siamo reduci dall’ esperienza del Festival di Sanremo, una bella deviazione dal nostro percorso. Siamo contenti di come sia andata questa avventura importante e gratificante. La canzone è stata accolta bene dal pubblico e dalle radio. Abbiamo un po’combattuto per portarla al Festival e siamo contenti che sia andata bene.

“Nostralgia” è un racconto pervaso dalla sensazione di sospensione che ha intriso la penna e l’ispirazione. Il contesto è la situazione di mezzo tra l’essere ragazzi e l’essere adulti. C’è fragilità e tanta intimità che abbiamo cercato di salvaguardare tra pensieri, pennellate e sensazioni. Anche il viaggio musicale è a sé stante mentre il file rouge è il fuoco: quello che infiamma l’infanzia che ci muove per cambiarci e metterci in gioco per costuire la vita da adulti. Il rischio è che questo fuoco possa essere in qualche modo circoscritto e si possa diventare disillusi, ecco perché in “Nostralgia” promettiamo a noi stessi di mantenerci integri, coerenti, puri e ispirati da quello che ci piace, ovvero il lato nascosto delle cose. Il brano sanremese trova una perfetta collocazione pop e solare all’interno di un quadro che racconta le fasi e le sensazioni che abbiamo vissuto nella nostra vita. Questo è un album vero e ci teniamo molto a difenderlo, ecco perché speriamo che il pubblico possa ritrovarcisi. Nel nostro lavoro ci sono dei chiaroscuri, questo è un tratto distintivo della nostra narrativa. Il nostro è un percorso fatto di cadute e risalite e questo elemento fa sempre capolino nei nostri brani. “La canzone dei lupi” racconta l’amore in un modo ancora più profondo e completo ed è forse l’unica, vera, canzone d’amore che abbiamo scritto. La più difficile da cantare è “Zombie al Carrefour”, tutte le volta che la sentiamo ci emozioniamo, ha un pathos che ci distrugge.

Video: Fiamme negli occhi

Siamo due persone molto diverse di base con opinioni contrastanti su tutto. Francesca è più impulsiva, Fausto è più riflessivo e pragmatico, queste caratteristiche ci portano a smussarci un po’ e a trovarci nel centro. Non ci piace ripeterci, né essere scontati. Del passato ci portiamo dietro tutto e niente, la scrittura del disco è un modo per mettere un punto a certe cose che abbiamo fatto per perdonarci un po’. Solitamente la mente cerca di ricordarti solo le cose belle, in realtà a noi succede di ricordare quelle brutte, la funzione del disco è quella di auto analizzarci e farci prendere coscienza del fatto che tutto ti fa crescere e serve per diventare quello che sei. Prima di una coppia, siamo una band, questo disco quindi non va a indorare la pillola, parla alla pancia e ha anche dei lati ruvidi. L’atmosfera di mezzo permea l’intero racconto e nel suo senso trova l’incertezza e il dubbio, ecco perché questo è anche un disco di passaggio. Abbiamo anche cambiato modo di cantare, abbiamo detto basta ai giochi di parole, non volevamo essere male interpretati. Ci siamo stancati di questo modo di scrivere e per questo il disco procede su altri mondi lessicali. Un’altra grande protagonista di questo lavoro è la provincia: entrambi siamo scappati ma, per quanto la si odi, la provincia alla fine rimane dentro di noi e non te la togli. Nascere in provincia è come nascere al mare. Prima o poi ci ritorni. Quest’anno non abbiamo vissuto la città e non volevamo ripeterci, siamo a Milano Sud e se passeggi dietro casa è facile ritrovarsi in un contesto simile a quello di provincia, quella che ti ricorda da dove arrivi.

Ci auguriamo che qualcuno possa approfondire la nostra conoscenza dopo aver visto il lato leggero sanremese e ricomporre il vaso Coma_Cose. Diciamo no a tante cose che non ci fanno sentire a nostro agio. Non è facile seguire questa via dove gli altri invece prendono corsie velocissime. Alla fine quando si spegne tutto e siamo noi due davanti al piatto di pasta asciutta, capiamo che stiamo facendo bene, siamo noi stessi e siamo felici. Ci vogliono nervi saldi e speriamo di mantenerli.

Per quanto riguarda i concerti dal vivo, aspettiamo risposte certe. Abbiamo una decina di date in calendario ma non abbiamo avuto ancora modo di prepararci. A breve cominceremo a mettere su lo spettacolo e, comunque vada, ci faremo trovare pronti. Possiamo suonare il disco anche in una dimensione meno festaiola perché si presta benissimo anche in una situazione più dimessa. Appena si potrà, sicuramente faremo la nostra parte”.

Raffaella Sbrescia