Un viaggio nel tempo a cavallo delle note di Neil Young + Promise of the Real al Market Sound

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Partecipare ad un concerto di Neil Young rappresenta un’occasione rara ed importante. Lo è sicuramente per chi ha avuto modo di vivere passo dopo passo la sua illuminante epopea artistica ma lo è soprattutto per chi, per ragioni anagrafiche, non aveva ancora avuto modo di conoscere ed apprezzare la sua catartica capacità di comunicatore e l’ipnotica maestria strumentale. Le note di Neil Young sono senza rughe, non conoscono il peso del tempo che scorre perché sono state concepite in nome dell’amore e della fiducia nei riguardi del genere umano. Sul palco del Market Sound di Milano, in occasione della tranche italiana del suo Rebel Content Tour, Neil Young ha proposto al numeroso pubblico (circa 5000 spettatori) tutte le sfaccettature del suo rock attraverso un illuminante viaggio che affonda le origini negli aurei anni ‘70. Impattante l’ingresso solitario di Neil sul palco con indosso la maglietta nera con la scritta “Earth”, titolo del suo ultimo disco. “After the gold rush” è il primo brano in scaletta; l’incantesimo può iniziare.

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Nelle congeniali vesti di “solitario”, Neil Young si alterna tra pianoforte, chitarra acustica, organo a pompa regalando al pubblico perle come “Heart of gold” e “The needle and the damage done”. Poco dopo entra la band, ovvero i giovani e talentuosi Promise of the real, la band di Lukas Nelson, il figlio dell’ultraottantenne Willie, cantautore e attore texano, a sorpresa sul palco per un magico momento country sulle note di “Are There Any More Real Cowboys?” e “On the road again”.

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Neil Young + Promise of the Real @ Market Sound

Insolita ma divertente la versione sui generis di “Nel blu, dipinto di blu”, cantata rigorosamente in italiano da Neil Young che, un attimo dopo, dà il via alla fase più intensa del concerto tra sublimi assoli alla chitarra elettrica capaci di far vibrare l’anima. “Alabama”, “Love to burn”, “Revolution Blues”, “Seed Justice”, “Rockin’ in the Free World”, la magica “Powderfinger” e l’infinita “Cowgirl in the sand” sono gli assi che il folksinger cala, uno dopo l’altro, fino al sopraggiungere dell’unico bis “Homegrown”. Suggestivo il girotondo di saluti, abbracci e salti insieme al resto della band con Willie Nelson al centro del gruppo. Altro che “loner”, Neil Young è un aggregatore di persone, idee e contenuti. Un privilegio poterci essere e fruire della sua arte.

 Raffaella Sbrescia

SETLIST
After the Gold Rush
Heart of Gold
The Needle and the Damage Done
Mother Earth (Natural Anthem)
From Hank to Hendrix
Out on the Weekend
Comes a Time
Old Man
Nel blu dipinto di blu
Are There Any More Real Cowboys? (feat. Willie Nelson)
On the Road Again (feat. Willie Nelson)
Winterlong
Alabama
Words (Between the Lines of Age)
Powderfinger
Cowgirl in the Sand
Mansion on the Hill
Love to Burn
Western Hero
Vampire Blues
After the Garden
Revolution Blues

Seed Justice

Rockin’ in the Free World

BIS
Homegrown  (feat. Willie Nelson)