Corallo, la recensione del nuovo album di Colombre

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“Corallo” è il titolo del nuovo disco di Colombre, frutto di un lungo e meticoloso processo di osservazione e introspezione al contempo. Nella tracklist ci sono otto brani da ascoltare, comprendere, interpretare da angolazioni e prospettive diverse in cui Colombre mette in luce un mondo sommerso, esattamente come avviene per il corallo posato sui fondali, un mondo da esplorare in tutte le sue minuscole e quasi impercettibili forme. Il corallo, dunque rappresenta metaforicamente la relazione con l’altro, spesso sommersa da una quotidianità piatta ma altrettanto spesso pronta ad evolversi in modo imprevedibile e inaspettato. Queste sono le caratteristiche che rendono il disco un piccolo elogio alla lentezza e alla capacità di mettersi in gioco in un momento non esattamente facile. Prodotto dallo stesso Colombre, insieme a Fabio Grande e Pietro Paroletti, “Corallo” è stato registrato e mixato alla Sala Tre di Roma, masterizzato da Andrea Suriani all’Alpha Depth di Bologna e si fregia della collaborazione di Fabio Rondanini (Calibro 35, Afterhours) alla batteria. In questo lavoro la narrativa preferisce le linee morbide, una forma elegante e arrangiamenti sinuosi che fanno astutamente la spola tra passato e presente tra generi e influenze ora lontanissime, ora stratificate nelle radici italiche. I suoni oscillano tra le chitarre di Mac DeMarco, Alex Turner o Andy Shauf e le ritmiche di Alan Sorrenti, Battisti, Battiato e Baustelle. Si va dall’incipit di Mille e una notte: “Dovrei tornare ad ascoltare ma sono anni che non ci riesco più” alla conturbante rivelazione di Non ti prendo la mano: “Se non mi vuoi più bene non me ne importa niente perché probabilmente non sei così più importante”. Colombre disseppellisce sentimenti, sensazioni, visioni ora rosei, ora plumbei con naturalezza, trasparenza e coerenza. Questo è ciò che avviene in Terrore ma soprattutto in Crudele, costellata di pentimenti e prese di coscienza. Scomoda, velenosa ma ardente e appassionata è Arcobaleno; immaginifico il finale affidato al primo e unico brano scritto con Maria Antonietta Anche tu cambierai, un brano che riporta a un tempo lontano, intriso di echi di fine anni ’60 dei grandi crooner di un tempo. Un brivido lungo la schiena e siamo già diventati altre persone insieme a “Corallo”.

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Raffaella Sbrescia

Video: Arcobaleno

TRACKLIST
01. Corallo
02. Non Ti Prendo La Mano
03. Terrore
04. Crudele
05. Per Un Secondo
06. Mille E Una Notte
07. Arcobaleno
08. Anche Tu Cambierai