D’amore e di altre cose irreversibili: l’esordio solista di Flo

“D’Amore e di altre cose irreversibili” questo è il titolo, ma anche il contenuto, dell’album d’esordio di Floriana Cangiano, o più semplicemente Flo, una giovane donna che, dopo importanti esperienze teatrali e musicali, anche al fianco di Daniele Sepe, si fa interprete dello spirito femminile mediterraneo, lasciando che le sue corde vocali diventino il mezzo d’espressione di autentica sensibilità. Scritto a quattro mani con Ernesto Nobili e prodotto dall’etichetta partenopea Agualoca Records, il disco di Flo è un piccolo e prezioso scrigno intagliato di segni, i segni del mare, dell’amore, della passione, del ricordo, della speranza, della vita. Le 10 tracce che costituiscono le gemme custodite in questo scrigno rappresentano la vitalità, l’ecletticismo, la multisfaccettata personalità di Flo che, di volta in volta, impersonifica l’urgenza del canto, il sentimento, la paura e il cambiamento di personaggi che, seppur diversi, hanno una cosa in comune: la passione.
L’album si apre con la title track “D’amore e di altre cose irreversibili”: aromi di cortile e stelle di periferia si lasciano cullare dal latin folk dell’Orchestra Joubes mentre un indefinita sensazione di desiderio si diffonde tra le note di “Para que tu me oigas”. La voce di Flo è appassionata, pulsante, coinvolgente e non accenna a cali espressivi nemmeno in “Ça ne tient pas la route”. Sottile come una carezza, il cui calore irradia il cuore, il canto di Flo incarna il senso di appartenenza in “Presentimento”, il brano scritto da E. A. Mario, agli inizi del ‘900, e che rientra nel repertorio della tradizione classica napoletana. Braccia incatenate e fatalità si mescolano alle drammatiche dinamiche del triangolo amoroso di “Santa Lluvia” mentre il catalano di “Olor a la lluna”, scritta insieme ad Alessio Arena, si colora di nuove sfumature cosmopolite. “O meu tempo melhor”  è un invito a vivere qui e ora, un perentorio carpe diem mentre il viaggio- naufragio di “Lusitania”è una onirica favola marina, destinata ad un tragico finale rivestito di poesia. Il dolce e persuasivo fascino del fado in “O ponto mais a sul” regala un suono suadente ad un’impenetrabile tensione interiore, che trova il suo naturale sfogo nel pianto della Sicilia di Rosa Balisteri, magistralmente reinterpretata da Flo in “Pirati a Palermo”, la poesia di Ignazio Buttita.
 
Raffaella Sbrescia