“Evviva la deriva”, l’esordio dei Dagomago

Cover Evviva la deriva (2)“Evviva la deriva” è l’emblematico titolo dell’album d’esordio dei Dagomago, un progetto giovane nato alla fine del 2012 e che vive attraverso le intuizioni artistiche di Matteo Buranello, Andrea Pizzato e Luca Buranello. Il disco, di chiara ispirazione anglosassone, è prodotto dall’etichetta indipendente Vina Records e, partendo da uno sgangheratissimo quadro dell’attualità che ci circonda, costruisce un’originale cornice testuale che, invece di sporgere denuncia, cammina sul marcio, realizzando un irriverente elogio all’instabilità e all’indeterminatezza del nostro vivere quotidiano.

Dagomago

Dagomago

I Dagomago escono dalla rabbia dei racconti del giornali in “Male” per immergersi nei tempi di delirio e populismo di “Cucinami se vuoi”. L’innata attitudine punk del trio si sposa con sonorità elettriche ed elettroniche creando volume e movimento. L’ironia dissacrante de “La fuga del cervello”, accompagnata da un esilarante videoclip,  racconta il disagio esistenziale senza cadere nei clichè a cui ci siamo ormai abituati. “Che tristezza i profeti di provincia”, cantano i Dagomago, in “La vita acida” salvo poi descrivere, con lucida disillusione, lo status de l’ “Apprendista a tempo interminato”: una condizione esistenziale avvilente, deturpante, ingiusta, indecorosa, inaccettabile.  Tra vizi privati e virtù pubbliche, proviamo a riprenderci quello che ci hanno rubato, scrivono e cantano i Dagomago in “Maninalto”. Inserimenti elettronici di bassi sintetici e tastiere che pescano dalla new wave impregnano il testo di “10CNR” , l’ode ad un fantomatico commercialista a cui il gruppo racconta di come abbiamo imparato a vivere senza grosse pretese senza nessun rimorso in ogni caso. Atmosfere oniriche e sognanti, caratterizzano, invece, il mood di ”Tenera è la notte”, la traccia che anticipa la chiusura del disco, affidata a “Non fa male”: l’intro da tipica ballad malinconica sorprende con un’apertura strumentale centrale, perfetta per descrivere il terrore, il tremolio ed il lucido ma impotente delirio di una folla di burattini in marcia verso la fine di un lunghissimo tunnel. Nichilismo tutto da godere.

Raffaella Sbrescia

Video: La fuga del cervello