“Made in London”: la svolta di Noemi

noemi“Made in London” è il quarto album in studio di Noemi. Frutto di un anno trascorso proprio a Londra, per una totale immersione nei suoni, nei colori e nelle atmosfere che hanno forgiato alcuni tra i più grandi successi della musica mondiale, questo nuovo lavoro rappresenta una totale apertura della cantautrice che ha saputo lasciarsi cullare da questa proficua esperienza artistica. Il risultato è un’evoluzione sonora e ritmica di notevole impatto, senza tralasciare, tuttavia, l’ormai nota forza espressiva di una voce graffiata e graffiante. Pubblicato lo scorso 20 febbraio, su etichetta Sony Music, “Made in London” ha visto la collaborazione di autori come Paul Statham, Poul O’duffy, e Shelly Poole, Steve Brown. Tra gli italiani ci sono Diego Mancino e Luca Chiaravalli, che hanno collaborato alla stesura di due brani, e Daniele Magro. Il produttore esecutivo del disco è, invece, Charlie Rapino. Un disco che batte e combatte è quello di Noemi, che ha accettato di mettersi in gioco, in nome di un obiettivo che la portasse ad un gradino superiore, senza mai rinnegare il passato. Il primo brano s’intitola “Acciaio”, il sound è potente e peculiare mentre l’uomo, come un fiore di marzo, si lascerà piegare dal freddo e dai problemi senza, tuttavia, spezzarsi. Segue “Sempre in viaggio”, uno spirito errante è in balìa del sacro fuoco della ricerca mentre una travolgente ritmica black rende il brano particolarmente attraente. L’unico brano scritto e cantato interamente in inglese è “Passenger”, l’intro piano e voce è di chiara ispirazione cantautorale poi, con l’inserimento strumentale degli altri elementi, le parole fluttuano veloci come dardi: “I’m gonna let you drive me”, canta Noemi, mentre la poesia di “Se tu fossi qui” porta il climax emotivo ai punti più elevati. “Don’t get me wrong” è, forse,  il brano più movimentato del disco: la partitura elettro-rock gli conferisce una dinamicità  che non ritroviamo, invece, in “Bagnati dal sole”, la track che abbiamo imparato a conoscere durante il Festival di Sanremo. Il brano più intenso di “Made in London” è indubbiamente “Tutto l’oro del mondo”: “Di errori fanne e fanne pure, e sorridi a chi ti vuole male. Possa darti bellezza ogni tuo nuovo giorno, la tristezza adesso è in viaggio senza più ritorno, senza più ritorno” e poi, ancora, “Passerà pure questa fine del mondo e vedrai allora sarà tutto l’opposto di ciò che ti hanno detto”. A seguire ci sono “Per cosa vivere” e “Un fiore in una scatola”: due brani che imparano a destreggiarsi tra stagioni, regole e incertezze esistenziali. “Un uomo è un albero” è la seconda delle due canzoni portate a Sanremo da Noemi: “un uomo è un’idea”, canta l’artista, e in effetti non si può certamente darle torto; ciascuno di noi corrisponde ad un’immagine che può essere reale o semplicemente frutto di una suggestione altrui ed è per questo che, in conclusione, non rimane che lasciarsi conquistare dalla natura, così come avviene in “Alba”, la dolce melodia che chiude l’album presentandoci come “nuvole cariche di pioggia” e “isole perse nella nebbia”.

Raffaella Sbrescia

Video: “Bagnati dal sole” 

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