Nadàr Solo: la recensione di “Fame”

"Fame" Nadàr Solo Ph Annapaola Martin

“Fame” Nadàr Solo Ph Annapaola Martin

“Fame” d’amore, di spazi, di certezze, di  emozioni, di vita. I nuovo album del lanciatissimo trio torinese Nadàr Solo, in uscita il prossimo 11 novembre , ci offre un interessante esempio di come il rock italiano di nuova o recentissima leva sia in grado di tenere botta, in alcuni casi, in maniera piuttosto convincente. Per questo full lenght Matteo De Simone (voce e basso), Federico Puttilli (chitarra) e Alessio Sanfilippo (batteria), scelgono un titolo semplice, immediato, inciso ed efficace centrando direttamente il nocciolo di una questione che attanaglia parecchi di noi. Una buona dose di chitarre ed una prepotente batteria accompagnano e scandiscono i racconti di storie e miserie umane. “Fame” è un termine che sottintende il concetto di mancanza, il quale determina, a sua volta, il desiderio di mostrare tutto lo spettro dei sentimenti ad esso correlati. “Mi ritrovo a stento quando cerco nel pagliaio”, canta Matteo in “La vita funziona da sé” mentre la paura del confronto con l’universo emerge con perturbante chiarezza in “Non volevo”.  Attenzione, affetto, contegno, rimorso e paura fanno capolino in “Cara madre”, impreziosita dal violoncello di Mattia Boschi, mentre “Jack lo Stupratore” è il racconto in prima persona di un mostro impotente. Il genere umano è messo con le spalle al muro ne “La gente muore” e, a dirla tutta, anche “Piano, piano, piano” è un brano che non conosce le mezze misure e le cose dette a metà. “Ignoranza, tanti soldi ed un po’ di religione” riassumono l’entità della “Ricca provincia” mentre storie di guerra, di morte e di fame attraversano le note di “Akai”. Il vigore e la foga contenuta in questo album trovano il loro naturale epilogo nella triade conclusiva composta da “Splendida idea”, “Shhh” e “Non sei libero”: una vorticosa immersione nei più reconditi angoli del cuore in cerca di cinica soddisfazione. Per colmare l’impeto, la vibrante energia e la puntigliosa cura con cui solitamente operano i Nadàr Solo, sarà necessario arrivare ai loro live consapevoli e pronti a lasciare l’anima sul parterre.

Raffaella Sbrescia

Video: “Non volevo”