“Sassi”, il disco felice di Maria Antonietta

maria antonietta sassi cover“Sassi” è il titolo del nuovo album di Maria Antonietta, al secolo Letizia Cesarini. Edito da La Tempesta Dischi / Master Music, il disco si compone di 10 brani che, partendo da un verso biblico  (Ecclesiaste, 3:5): “C’è un tempo per lanciare i sassi, un tempo per raccoglierli [...] C’è un tempo per astenersi dagli abbracci e un tempo per gli abbracci”, raccontano una nuova fase creativa e stilistica della giovane cantautrice pesarese. Due sono gli aspetti da sottolineare subito: in primis una dettagliata costruzione degli arrangiamenti, Giovanni e Marco Imparato hanno investito tempo, energia ed attenzione alla resa dei riferimenti e delle intenzioni dei testi per un risultato più che convincente. Il secondo aspetto è un particolare dosaggio della vocalità di Maria Antonietta che, in più di un passaggio, modera la sua stessa anima a vantaggio dell’ascoltatore.

Maria Antonietta

Maria Antonietta

Letizia è davvero molto fisica e carnale nelle sue composizioni in cui alberi, ossa, ombre, abbracci e, i già citati sassi, lasciano anche spazio alla vacuità di ombre, galassie e riferimenti biblici. L’artista ha parlato di questo album descrivendolo come un disco domestico, frutto di una sua felice evoluzione personale: il lavoro si apre con la sofisticata dialettica di “Galassie” e le belle chitarre della citazionista “Abbracci”. Epico e sincero è l’ ”andate in pace” di “Tra me e tutte le cose” dove il vero protagonista è il pianoforte, così come sfacciato è l’ “io non ho niente da dimostrare” dello sperimentale pop sincopato di “Giardino comunale”. La purezza selvaggia, arricchita di un energico beat-punk sporco e audace di “Ossa” non trova seguito in né in “Ombra” né nella ritmica vintage di “Decido per sempre”. La traccia più vitale, dal fascino ancestrale, è “Animali”: una ballad trasportata da violini e parole dolci. In “Molto presto” Maria Antonietta definisce “intelligente” chi si adatta, comprende, sopporta, accetta lo stato delle cose:  un tocco di ironia, sensualmente subdola, che non dispiace e che chiude il disco lasciando un tarlo nella testa.

Raffaella Sbrescia

Video: “Giardino comunale”

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