Ritratti di giovani autori: intervista a Giulio Musca

Ritratti di Note ha incontrato e intervistato Giulio Musca, il giovane cantautore pugliese, tra i protagonisti della nuova edizione del Talent “Amici”, condotto da Maria De Filippi.
Giulio ci ha raccontato della sua partecipazione al Talent, dei suoi progetti, ma anche delle difficoltà di chi oggi, al Sud, fa il complesso e affascinante “mestiere” del cantautore.

Giulio Musca

Giulio Musca

Giulio, prima di parlare della tua partecipazione ad Amici, raccontaci come è nata in te la passione per la musica e per il canto.

Beh, diciamo subito che è una passione di famiglia, a partire da mio nonno, mio zio, e successivamente mio padre, tutti musicisti ad orecchio. Grazie a loro ho assaporato i primi concerti di musica jazz e swing.
Mio zio, tra l’altro, è anche un musicista del Conservatorio, e ha suonato per molto tempo Bossanova. È partito tutto con loro, poi è stata chiaramente mia l’intenzione di voler iniziare a studiare diversi strumenti musicali. Ho iniziato per gioco con la batteria, poi è arrivata la chitarra classica, e poi anche la voglia di iniziare a scrivere canzoni.
Fino ai diciassette anni sono rimasto in qualche modo un po’ “bloccato”, per via del mio peso, che non mi permetteva di espormi più di tanto, a causa della paura di essere giudicato. Poi, pian piano, ho iniziato a scrivere canzoni e ad esibirmi con la mia vecchia Band, i Kayssah. Abbiamo fatto delle bellissime esperienze, che rimarranno indelebili nei nostri ricordi.
Un po’ di anni fa, fummo selezionati al Festival Show da Mogol, Dodi Battaglia, e vari direttori d’orchestra per fare un tour di apertura concerti a diversi Big della musica italiana, tra cui Nek e The Kolors, fino ad arrivare all’Arena di Verona, grazie al televoto delle persone da casa. Durante quell’anno, ho avuto il piacere di conoscere tutta la redazione di “Amici”, e ho intrapreso il percorso che mi ha portato quest’anno nella Scuola.
Io volevo cercare una mia personale strada nel mondo della musica, diversa da quella degli altri ragazzi della Band, e così eccomi qua da solista, a comporre la mia musica, e a scrivere le mie canzoni.

Quali sono stati gli artisti punti di riferimento per il tuo cantautorato?

Veri e propri punti di riferimento nella musica italiana non ne ho, avendo ascoltato per formazione sempre molta musica Jazz e molto Funky.
L’unico artista italiano che mi ha sempre ispirato di più è Pino Daniele, perché con il suo groove, con il mettere nelle note parole napoletane che finiscono in maniera tronca, quasi sempre per consonante, è più simile di quanto si possa pensare al funky americano.
Se dovessi scegliere qualcuno, direi subito lui, e Cesare Cremonini, un altro artista che ha segnato momenti importanti della mia vita, soprattutto alla fine degli anni Novanta, in formazione con i Lunapop.

Attualmente stai lavorando ad un album?

Sì, ci sto lavorando da casa mia.
Per chi, come me, vive al Sud, il problema è sempre quello delle opportunità, delle occasioni di conoscere persone, per poter collaborare. Con il Covid poi, è tutto fermo, ed è ancora più difficile.
Diciamo che rispetto a prima della pandemia, non è che la situazione sia poi cambiata molto.
Al Sud è più difficile fare il cantautore.
È una terra che non ti dà molte possibilità, quindi, o bisogna andare via, o partecipare ad un Talent, l’unica vetrina per farsi vedere e conoscere. La cosa che sto facendo adesso è continuare a fare musica nella mia cameretta, oltre che lavorare di mattina nell’azienda di famiglia.
Il pomeriggio mi dedico alle mie produzioni, alle mie bozze e alle mie idee, sperando di avere una produzione finale degna di essere lanciata sulle varie piattaforme musicali.

Il tuo personale bilancio della partecipazione ad “Amici”?

Il mio bilancio è positivo, anche se sono stato poco tempo in trasmissione, però da questa esperienza ho imparato tante cose.
Bisogna sempre credere nei propri sogni e cercare di raggiungerli in qualsiasi posto del mondo. In più, ho capito anche come si lavora, perché quando hai a che fare con dei professionisti, capisci davvero cosa significhi fare musica tutto il giorno. Questo è un insegnamento che porterò sempre con me e cercherò di riprodurre nei giorni e negli anni che verranno.
Cercherò di fare musica sempre, perché la musica è qualcosa che va oltre il lavoro, è passione, amore. E io parlo da innamorato della musica.

Da ascoltatore, cosa trovi oggi di interessante nella musica italiana e straniera?

Sono un po’ stranito dal fatto che escano continuamente artisti, che potrebbero essere davvero meteore. Non c’è molta differenza tra musica italiana e straniera e c’è una cosa che mi preoccupa: la grande accessibilità. La musica è diventata accessibile a tutti, troppi. Poi ci sono strumenti che facilitano, e c’è sempre chi riesce a spiccare il volo più degli altri. Se da una parte fa piacere ascoltare tante proposte musicali, dall’altra parte pensi che dovrebbero “arrivare” solo i più bravi, così nella musica, così nelle altre professioni. Invece l’accessibilità è diventata globale, universale.
Per il resto io sono sempre alla ricerca di sonorità nuove, mi diverte sentire delle cose diverse dalle solite, quelle che ti fanno dire “wow”. Mi affascina ascoltare generi musicali di diversa matrice culturale.

Il sogno più grande che vorresti realizzare attraverso la musica?

Una piccola soddisfazione l’ho già avuta, quella di sentire persone cantare le mie canzoni. Vedere che qualcuno fa un Tik Tok o un video con una tua canzone è una cosa che fa molto piacere.
Quello che ho sempre voluto, e che vorrei ancora per me, è collaborare con più artisti possibile, per apprendere a 360 gradi tutto ciò che è utile per il mio bagaglio.
Credo che alla fine questo sia il vero valore della musica, aprirsi a tutti.
Il mio sogno è quello di lavorare con tanti artisti, italiani e internazionali, per poter crescere sempre di più…

Giuliana Galasso