Pavia baluardo di interculturalità: Goran Bregovic chiude l’Iride Music Festival ed è festa grande

Goran Bregovic - Castello Visconteo - Pavia - Iride Festival

Goran Bregovic – Castello Visconteo – Pavia – Iride Festival

Si chiude all’insegna della celebrazione dell’interculturalità la rassegna “Iride Fraschini Music Festival” ambientata nel Castello Visconteo di Pavia. La cornice è di quelle prestigiose, l’appuntamento di quelli da vivere almeno una volta nella vita. Sul palco il celebre compositore Goran Bregovic con la sua fidata “Wedding and Funeral Orchestra”, composta da cinque fiati, due coriste e un percussionista cantante. L’idea dell’iconico artista è portare al pubblico la versione live del suo ultimo album «Three Letters from Sarajevo», un album simbolico con cui Bregovic rompe il tabù della guerra e mette in primo piano il tema della convivenza tra religioni diverse. Il suo intento è nobile, il modo per veicolare il messaggio è infallibile. L’incedere voluttuoso degli arrangiamenti corposi e ricchi si accompagna a testi che trasudano pathos e sofferenza ma anche tentativi di conciliazione e altrettanti furiosi fallimenti.

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Una commistione tra sacro e profano decisamente congeniale al musicista serbo-croato, maestro nel mescolare suoni, ritmi e linguaggi. La grande varietà di stili e tecniche mette in risalto falle e imperfezioni, diversità e incongruenze. Il ritmo è crescente, contagioso, fluttuante. Lasciarsi coinvolgere dall’impeto dei fiati e dei ritmi percussionistici è teraupeutico e galvanizzante. L’immaginario si fa fitto di suggestioni, pensieri, ricordi vicini e lontani. ll gettito di pulsioni istintive è l’acme dell’impianto emotivo su cui fondano le melodie composte da Goran Bregovic che, con il suo ottimo italiano, instaura un vivace interscambio con il pubblico, pronto a rompere le file e vivo fino all’ultima nota. In scaletta atmosfere scure, neoromantiche e sanguinarie cedono il passo alla richiesta urgente di vita e di festa: War, Vino Tinto, , Made in Bosnia, Mazel Tov, Pero, la bellissima Duj Duj, Gas Gas, Erdelezi, Mesečina, In the Death Car. Trai bis: Hopa Cupa, Bugarke, Jeremija, Bella Ciao e l’immancabile Kalasjnikov i brani che desideriamo mettere in risalto per rendere l’idea di ciò che ha rappresentato questo irrinunciabile appuntamento con la cultura.

Raffaella Sbrescia

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Three Letters from Sarajevo: Goran Bregovic racconta la frontiera.

Goran Bregovic

Goran Bregovic

Il suono che unisce le frontiere, che intende coniugare gli animi esiste? Un mistero che non ha ancora una risposta ma che sopravvive, fiammante ed energico, nel cuore di Goran Bregovic. Emblema dello spirito gitano, il musicista giramondo rompe il silenzio discografico durato cinque anni con “Three Letters from Sarajevo”: un album simbolico con cui Bregovic rompe il tabù della guerra e mette in primo piano il tema della convivenza tra religioni diverse. Il suo intento è nobile, il modo per veicolare il messaggio è sublime. L’incedere voluttuoso degli arrangiamenti corposi, ricchi e maestosi si accompagna a testi che trasudano pathos e sofferenza, tentativi di conciliazione e altrettanti furiosi fallimenti. Quasi dieci anni di guerra nei Balcani, l’assedio di Sarajevo dal 1992 al 1996, gli accordi di Dayton, la fine delle ostilità, il lento ritorno alla normalità.

Un uomo di frontiera che la racconta come nessun altro e che attraverso la musica e la poesia si trasforma in un demiurgo di bellezza. Come? Ideando un concerto per tre violini solisti, orchestra sinfonica e la Goran Bregovic Wedding and Funeral Orchestra. L’idea delle tre lettere prende simbolicamente vita grazie a tre assoli di violino suonati rispettivamente da Mirjana Neskovic (Serbia), Zied Zouari (Tunisia), Gershon Leizerson (Israele).

La vera curiosità di questo disco è che in realtà esso rappresenta il primo capitolo di un doppio album, di cui la seconda parte vedrà la luce nel 2018: la connotazione pop di questo progetto sarà completata da quella propriamente orchestrale concepita per orchestra sinfonica.

Ad arricchire ulteriormente i contenuti di “Three Letters from Sarajevo” sono gli ospiti: l’israeliano Asaf Avidan, l’algerino Rachid Taha, la spagnola Bebe. Le storie da loro raccontate esulano dal tema centrale ma a loro modo completano la panoramica secondo cui dovremmo riuscire a mettere insieme gli elementi necessari per convivere pacificamente.

 Le contraddizioni, le imperfezioni, la volatilità dei sentimenti e dei pensieri, l’instabilità dell’equilibrio umano sono modellate da voci e suoni trascinanti. L’irresistibile fascino di una festa tragica rapisce l’inconscio, capace, a sua volta, di trarre forza dalle cose più infime e terribili.

Atmosfere scure, neoromantiche e sanguinarie cedono il passo alla richiesta urgente di vita, di cultura, di compartecipazione. Quasi un invito a buttarsi verso il futuro come degli scavezzacollo. Il marchio di fabbrica è sancito da “Made in Bosnia”: la vita gipsy è tutta qui; a noi le istruzioni per l’uso.

Raffaella Sbrescia

Video: Three Letters From Sarajevo

La festa di note di Goran Bregović chiude il Pomigliano Jazz in Campania

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Si chiude all’insegna dell’interculturalità l’edizione 2015 del Pomigliano Jazz in Campania. Con il concerto di  Goran Bregović e la sua “Wedding and Funeral Orchestra”, composta da cinque fiati, due coriste e un percussionista cantante,  l’anfiteatro romano di Avella, in provincia di Avellino, si è trasformato in un festoso catino di emozioni. Il celebre musicista e compositore bosniaco durante la serata ha presentato il suo ultimo progetto discografico dal titolo “If you don’t go crazy, you are not normal” ovvero “chi non diventa pazzo non è normale”. Presenti in scaletta anche alcuni brani tratti dagli album “Alkohol” e “Champagne for Gypsies”, oltre che i memorabili successi della soundtrack di “Underground” come “Mesecina” e “Kalashnikov”. La performance è stata intensa e trascinante al punto da far ballare proprio tutti, anche i più restii delle prime file. Grazie alla sua speciale formula sperimentale Goran Bregović  fonde jazz, tanghi e ritmi folk slavi, suggestioni e polifonie di ieri e di oggi impossibili da etichettare e tutte da assaporare fino all’ultima nota.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone e Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi