“Jazz al Pavilion 2016”: la rassegna chiude all’insegna dell’eccellenza con le Jazz Nights

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Si chiude all’insegna dell’eccellenza la rassegna “Jazz al Pavilion 2016”, presso l’“Unicredit Pavilion”. Lo splendido polo multiculturale di Piazza Gae Aulenti a Milano sta ospitando, infatti, le Jazz Nights ovvero due speciali concerti, rispettivamente previstI il 10 e 11 dicembre. Il primo dei due attesi appuntamenti è andato in scena proprio ieri sera ed è stato carico di sorprese. In apertura il trio formato da Stefano Bagnoli alla batteria, Dado Moroni al piano e Riccardo Fioravanti al contrabbasso ha aperto lo show con “Just in time” di Jule Styne e una suggestiva composizione di Fats Waller, risalente agli anni ’20, insieme ad un’originale brano dello stesso Moroni, intitolato “Quiet Yesterday”. Compagni di ventura e di scorribande notturne al leggendario “Capolinea”, storico ritrovo per amanti del jazz e musicisti, Moroni e compagni hanno subito voluto mettere le carte in chiaro mostrando cuore, passione, tecnica e carisma. Dopo una prima veloce apparizione di Fabrizio Bosso alla tromba, la staffetta è finita nelle mani di Peppe Servillo che, insieme a Javier Girotto al sax e a Natalio Mangalavite al piano, ha offerto al pubblico un appetitoso assaggio dell’ultimo lavoro che li ha visti suonare fianco a fianco sui migliori palcoscenici. Stiamo parlando di “Parientes”, un concept album incentrato sui valori e le culture dei popoli migranti, che mette in evidenza l’immensa di bravura dei due musicisti argentini nonché l’alchimia con la ben nota carica interpretativa di Servillo.

L’ultima parte del set è stata invece dedicata al trio composto da Fabio Concato insieme a Fabrizio Bosso alla tromba e Julian Oliver Mazzariello al pianoforte. Anche in questo caso i tre eccelsi musicisti hanno voluto presentare al pubblico i frutti del recente lavoro discografico intitolato “Non smetto di ascoltarti”, comprensivo delle più belle canzoni dei più noti cantautori italiani, riviste secondo il genio e la sinergia creatasi tra i tre suddetti artisti. La struggente piacevolezza della delicatezza con cui le canzoni hanno preso vita è l’aspetto che, più di ogni altro, ha sorpreso lo spettatore, inerme e attonito. Stupenda la versione di “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, amaramente ironica “L’Armando” di Jannacci. Infine tutti insieme sul palco per il gran finale: una jam session “leggermente organizzata” per salutare il pubblico con effetti speciali. “Sole Malato” e “Tu si na cosa grande”, entrambi pezzi da novanta del repertorio di Domenico Modugno, sono i due brani scelti per chiudere al meglio una serata preziosa. Per chi volesse, stasera si bisserà con Chiara Civello, Danilo Rea, Jacopo Ferrazza, Nicola Angelucci, Enrico Pieranunzi, Simona Molinari, Fabrizio Bosso, Julian Oliver Mazzariello, Claudio Filippini.

Raffaella Sbrescia