“Sweet talker”, Jessie J torna con un nuovo album di inediti. La recensione

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“Sweet Talker” è il nuovo album di Jessie J, l’artista che ha venduto, ad oggi, oltre 4 milioni di album e 20 milioni  di singoli nel mondo grazie soprattutto al disco di debutto “Who You Are”. Nominata ai GRAMMY® Award, premiata ai Critics Choice BRIT Award e al BBC’s Sound of 2011, Jessie J è stata Ambasciatrice alle Olimpiadi di Londra. Con “Sweet talker” l’artista ritorna sullo scenario musicale internazionale con un lavoro in cui traspare un approccio diverso, forse un po’ più distante dal songwriting degli esordi. Delle 15 tracce proposte nella versione standard del disco, ci sono almeno tre o quattro hit sicure anche se è nelle ballads che la potenza vocale di Jessie riesce a raggiungere i risultati migliori. Prodotto da Max Martin, Savan Kotecha, Ilya, Tricky, e The Dream, “Sweet Talker” si apre con “Ain’t Been Done”, una canzone energica, veloce  e con un testo grintoso. Decisamente riuscita la formula musicale di “Burnin’Up” (feat. 2 Chainz), un brano forte, sensuale, destinato a rimanere in loop a lungo. Non risponde, invece, alle aspettative la title track “Sweet Talker” mentre i ritmi ritornano ad essere travolgenti e scoppiettanti nel super singolo intitolato “Bang Bang” , in cui Jessie duetta con le colleghe e amiche Ariana Grande e Nicki Minaj, una hit che farà sicuramente da traino per quanto riguarda le sorti commerciali dell’intero disco.

Jessie J Ph Matt Irwin

Jessie J Ph Matt Irwin

La voce di Jessie ritorna finalmente protagonista in “Fire”, un’intensa ballad che evidenzia e mette in luce la potenza vocale della giovane artista e che, insieme ad un’altra bella canzone intima e delicata come “Personal”, ci offre l’occasione di avvicinarci di più agli aspetti meno artificiali della personalità piuttosto costruita di Jessie.  Le sovrastrutture ritornano in “Seal me with a kiss” (feat De La Soul), un brano intriso di richiami tipici degli anni ’80. Open names and sick games s’incrociano e si scontrano in “Said too much”, un testo furente e ricco di pathos che ritroviamo anche in “Loud” (feat. Lindsey Stirling). Ritmi filtrati dal groove r’n’b animano le parole di “Keep us together” anche se la parte conclusiva del disco offre davvero pochi che potremmo definire “memorabili”. Brani come “Get Away” e “Your loss I’m found” dimostrano, comunque, con efficace immediatezza il fatto che le ballads rappresentano il modo migliore con Jessie riesce a trasmettere qualcosa di più intimo e personale oltre all’ottima tecnica. In conclusione “Sweet Talker” non offre una svolta importante all’interno del percorso artistico di Jessie J anche se sono  comunque numerosi gli spunti offerti, sui quali l’artista dovrebbe lavorare per individuare la dimensione espressiva a lei più congeniale.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Bang bang”