Intervista a Federica Carta: La mia carriera è “Molto più di un film”

Federica Carta

Federica Carta

“MOLTO PIU’ DI UN FILM” è il progetto discografico che rilancia Federica Carta nel mercato musicale italiano. Prodotto da Dario Faini, Antonio Filippelli e Andrea Rigonat, l’album intende segnare il ritorno di Federica a poco meno di un anno dall’uscita dell’album di debutto. Reduce da diverse avventure televisive come il programma di Rai Gulp “Top Music, Federica Carta è nel pieno del suo tour in tutta Italia.

Cosa ci racconti in “Molto più di un film?
Questo è un disco un po’ vario. Ho lavorato con ben tre produttori, questo mi ha aiutato a fare uscire fuori più parti di me, sia dal punto di vista interpretativo che musicale. Ho rispettato i tempi necessari per pubblicare un lavoro che potesse soddisfarmi pienamente e così è stato. Rispetto agli altri ragazzi di Amici sono stata “ritardataria” ma è stato giusto così.

Sei ancora in contatto con Elisa, tant’è che hai lavorato con suo marito Andrea Rigonat…
Sì, mi piace molto il suo approccio al lavoro. Andrea è una persona molto semplice, non ti fa mai pesare che sia un grande, mi ha dato molto spazio anche se in fatto di arrangiamenti non ne so molto.

Il titolo del disco è autobiografico?
Partiamo dal presupposto che il programma “Amici” è una grandissima risorsa. Quello che so ora lo devo a Maria e a quel contesto. La mia vita sembra davvero un film, non ho familiari musicisti, ho questo sogno dentro di me sin da quanto ero bambina. Ho iniziato a cantare a 9 anni, poi ho cominciato a suonare il pianoforte. Quando sei piccolo, fai le cose con ingenuità, poi man mano inizia a palesarsi la tensione. C’è da fare i conti con il pubblico, con chi ti attacca. Per certi versi mi sento una bambina in un mondo di adulti. Non è facile muoversi e crescere in un mondo pieno di pregiudizi.

Quali sono le differenze tra primo e secondo album?
All’epoca ero dentro la scuola, ero limitata ed ero comunque distaccata dal mondo esterno. Le necessità televisive riducono i tempi di lavorazione, avevo poco tempo per scegliere i brani e impararli. Adesso, dopo un anno, sono riuscita a conquistare la possibilità di avere voce in capitolo, ho scelto i brani che volevo realmente cantare, ho potuto pensarci su e scrivere qualcosa anche io e ne sono fiera.

Il tema più gettonato è l’amore.
In effetti è vero. Non è una cosa voluta, sento semplicemente la necessità di parlare di queste cose. In questo album ci sono anche altre situazioni relative alla vita quotidiana. Anche se canto l’amore, credo di non essere mai riuscita a provarlo fino in fondo. Non mi è nemmeno andata così bene quando ho pensato di provarlo.

Sei percepita dal pubblico come Federica di “Amici”. Quali sono le tue ansie, le tue paure e le tue speranze?
Alla fine del programma avevo paura di essere dimenticata, ci ho scritto su e mi sono sfogata così. Quest’anno ho avuto modo di riflettere e capire chi voglio essere. Il mio obiettivo non è distaccarmi dal talent ma affermarmi come cantante.

Come hai strutturato il live?
Abbiamo arrangiato i brani in modo che rendessero al meglio dal vivo. Mi piace molto improvvisare, ci sono variazioni sulle melodie. Sul palco mostro più lati di me: c’è il lato grintoso ma non trascuro nemmeno quello più cupo. Sono contenta della mia band e, più in generale, sono felice di esibirmi dal vivo, mi dà carica e consapevolezza professionale.

Chi è, in sintesi, Federica Carta?
Vivo con i miei, non sono ancora pronta per andare via. Sono nostalgica, quando ritrovo una vecchia foto mi emoziono. L’emotività e la timidezza sono parte integrante di me ma, piano piano, sto trovando una mia dimensione comunicativa. A fine giornata mi capita di ritrovarmi arrabbiata e stanca ma, appena focalizzo l’attenzione su quello che sto realizzando, mi si riempie il cuore di soddisfazione.

 Raffaella Sbrescia