Una vita in capslock è il mio manifesto. Parola di M¥SS KETA

Myss Keta

Myss Keta

“UNA VITA IN CAPSLOCK” è il titolo del nuovo album di M¥SS KETA, in uscita il 20 aprile per Universal Music, con la collaborazione de La Tempesta. Senza volto ma con una identità precisa da portare avanti, questa è la prima vera avventura discografica di M¥SS Keta.

Ecco cosa ci ha raccontato.

I tuoi singoli sono sempre stati slegati da un progetto unitario, cosa ti ha portato a concepire il tuo primo full lenght “UNA VITA IN CAPSLOCK”?

Questa necessità si è fatta sempre più forte e vivida fin dalla pubblicazione di “Carpaccio ghiacciato”. Dopo aver realizzato 5 brani legati tra loro, mi è venuta voglia di lavorare a un album che fosse compiuto in sè, ho sentito la spinta per evolvermi e comporre un progetto più completo.

Senti che il tuo personaggio sia più popolare a Milano rispetto ad altri luoghi d’Italia?

Penso che da “Carpaccio ghiacciato” in poi si iniziato un distacco dal luogo fisico e quindi da Milano nello specifico. Credo che con queste premesse, l’album possa avere la forza per ambire a qualcosa di più.

Come spiegheresti la scelta di questo titolo così scenico?

Lo avevo nei cassetto da anni. M¥SS Keta parla, scrive e vive in capslock. La titletrack è una vera e propria dichiarazione. Un testamento per sfuggire alla quotidianità dell’era post-moderna. Nei miei testi uso l’eccesso, l’ironia e la satira per evadere da questa realtà e viverla con altri occhi.

Cosa percepisce della realtà M¥SS Keta?

Non credo che la realtà cambi molto all’esterno, cambia piuttosto il modo con cui la si guarda. La mia percezione la racconto nei miei brani, stavolta parto dall’esterno per rivolgermi ad una dimensione interiore, è cambiato l’approccio personale.

Come vivi la concorrenza?
Non credo di avere concorrenti diretti o indiretti. Personalmente trovo che il Pagante stia uscendo fuori in modo geniale, sulla stessa scia c’è Rovazzi. Il mio è un discorso a se, la mia etica e la mia poetica sono molto diverse dagli altri. M¥SS Keta non è mainstream, al momento mi interessa assecondare la parte istintiva.

Cosa rispondi a chi ti accusa di scegliere contenuti trash?
Le accuse sono vere. Spesso parlo di trash, sesso, droga. Perchè altri colleghi maschi non vengono tacciati di questo? Non credo di dire cose peggiori di loro.

Parliamo invece delle sonorità sperimentali che hai utilizzato in questo album.

Mi segue da vicino Riva, mio principale produttore e curatore. Siamo super fanatici di certi generi di nicchia, fidget house, sonorità e click precisi. Abbiamo voluto fare quello che ci piaceva senza seguire mode, ci siamo messi a esplorare certi tipi di mondi, chiesto aiuto a produttori esterni. Abbiamo fatto un esperimento con gli Zeus che si sono prestati con il cuore. ll senso di tutto questo percorso è stato seguire i nostri istinti. Da una parte c’è il gioco, dall’altra la routine quotidiana, ad amalgamare il tutto c’è l’ispirazione che arriva in serata, quando avvengono aneddoti irresistibili che si amalgamano in una forma canzone.

All’interno del disco, le tracce mettono in evidenza una sorta di ascesi interiore, in che modo avviene questo processo?
La metafora degli inferi viene scandita da due intermezzi che dividono il disco in 3 parti. La prima descrive il mondo esteriore, la contemporaneità del mondo esterno, la seconda comincia a scavare nel mondo interiore con dei suoni più sperimentali es. “Spleen queen”, “La scimmia è pazza” infine c’è la risalita verso una sorta di paradiso claustrofobico/artificiale.

A proposito della scimmia, riportata anche in copertina, che ruolo ha all’interno del disco?

La scimmia è l’animale guida dell’album e rappresenta la parte irrazionale dell’uomo. La metafora rivela una mutua influenza tra razionalità e irrazionalità.

Come evolve il mondo personale di M¥SS Keta?

Per natura il mio progetto è sempre stato legato al mondo clubbing e gay, man mano che mi sono confrontata con questi temi, ho approfondito questa realtà e mi sono avvicinata ai valori del femminismo. La cultura del clubbing è ricca di valori, ci si traveste per esprimere chi si è davvero, ci si mette una maschera per esprimersi al 100%, ci si libera dalle gabbie dell’individualità e si ha modo di riflettere in maniera profonda. Allo stato attuale siamo in una posizione in cui c’è bisogno di liberarsi dalle catene e dalla definizione di maschio alfa, dobbiamo unirci per liberarci dalle gabbie.

Perchè ti copri il volto?

Diciamoci la verità, non ho inventato niente. Le maschere si usano fin dal teatro greco, trovo che in mondo in cui la gente vuole solo mostrare il proprio volto con un selfie, la maschera possa mettere in luce un discorso culturale interessante. Si tratta di una scelta mirata a far riflettere.

Video: Stress – M¥SS Keta

Come incroci la tua rocambolesca vita e quella di M¥SS Keta?

Myss è nata così, tutte le cose che le sono successe l’hanno portata a cantare. Finisco da tempo in cose matte di cui la gente vorrebbe che non parlassi, tutto questo vivere ha portato a far parlare di M¥SS Keta.

In base a quanto detto finora, come vivi e organizzi i tuoi live show?

Mostrarmi sul palco così come sono mi libera dalla quotidianità e dalle relative paure. Il mio live è molto punk, scandito da un dj con delle basi e da me al microfono. Pian piano abbiamo iniziato a raffinarci portando le ragazze di Porta Venezia sul palco, abbiamo aggiunto dei visuals con il supporto di tutto il tema di Motel Forlanini.

Come affronti le critiche?
Le uniche che mi piace leggere sono quelle relative alla mia musica perchè questo implica un giudizio sulla mia forma di espressione. Quelle che invece riguardano il corpo, mi fanno capire soltanto che chi parla, non sta ascoltando il mio prodotto, sta guardando tutt’altro. In ogni caso il mio espormi mi ha anche forgiato nel confrontarmi e abituarmi a certi tipi di critiche.

Raffaella Sbrescia

L’#UVIC TOUR prenderà il via giovedì 19 aprile dai Magazzini Generali di Milano, la città che l’ha vista nascere. Dopo Milano M¥ss Keta sarà il 20 aprile allo Smav di Caserta, il 30 aprile al Monk di Roma, Il 4 maggio al Locomotiv di Bologna, il 5 maggio al The Cage di Livorno e il 26 maggio all’Eremo club di Molfetta (Ba). Il tour è organizzato da DNA Concerti.