Nek travolge il Teatro degli Arcimboldi di Milano con carisma ed energia. Il live report del concerto

Nek live @ Teatro degli Arcimboldi -Milano ( Scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell'artista)

Nek live @ Teatro degli Arcimboldi -Milano ( Scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell’artista)

«State sottolineando un anno di cui vado orgoglioso, un anno di cui posso incorniciare praticamente ogni attimo. Sono davvero contento di essere su questo palco stasera, cantare a Milano è come cantare a casa. Se esiste un 2015 importante è anche perché esiste un passato importante che voglio farvi sentire solo attraverso le canzoni». Con queste emozionate parole Nek, all’anagrafe Filippo Neviani, ha introdotto il primo dei due concerti al Teatro degli Arcimboldi di Milano nell’ambito del fortunatissimo tour “Prima di parlare live 2015”. Con una scaletta composta da ben 28 brani, l’artista ha ripercorso tutta la sua carriera senza risparmiarsi un attimo per la gioia del pubblico, davvero numeroso ed intensamente partecipe. Coadiuvato dai bravissimi musicisti Luciano Galloni (batteria), Chicco Gussoni (chitarre), Lorenzo Poli (basso) e Emiliano Fantuzzi (chitarre e tastiere), Nek ha dimostrato di essere in grande forma: carisma, energia e potenza vocale sono i cardini su cui ha ruotato tutto lo show curato nei minimi dettagli. Fasci di luci, proiezioni e visuals sono stati concepiti per completare ed evidenziare la carica energetica dei potenti arrangiamenti pop rock, di cui ci piace sottolineare la presenza di numerosi  e ben strutturati assoli di chitarra.

Spaziando in lungo e in largo tra presente e passato, Nek ha cantato per più di due ore iniziando il concerto proprio con  “Fatti avanti amore” il brano sanremese che ha decretato il travolgente ritorno dell’artista ai vertici della scena musicale italiana. Non c’è spazio per le pause, la scaletta è una cavalcata tra successi che fanno irrimediabilmente parte del nostro background musicale:  “Se io non avessi te”, “Angeli nel ghetto”, “Se una regola c’è”, “Laura non c’è”, “Sul treno”,  “Sei solo tu”,  “Almeno stavolta”. Delicato e coinvolgente il momento acustico chitarra e voce: «Questo momento di intimità è una parte che mi piace particolarmente perché l’ascolto si tranquillizza e posso ascoltarvi meglio. Sarà anche per il periodo che stiamo vivendo ma questi attimi di raccoglimento sono preziosi, ci danno l’opportunità di restare uniti grazie alla musica», spiega Nek al pubblico intonando “Attimi”, “Sto con te”, “Se non ami”, “Sei grande” e “Parliamo al singolare”.

Giusto il tempo di respirare pochi secondi e poi di nuovo in apnea con la scarica adrenalinica del singolo  “Io ricomincerei”, la dolcissima “Credere amare resistere,” dedicata a tutti i bimbi affetti da malattie neurodegenerative e l’ormai immancabile  “Se telefonando” di Mina. Sembra surreale ma l’arrivo dei bis “E da qui” e “Lascia che io sia” coglie tutti di sorpresa. Il live di Nek è fresco, veloce, passionale;  la perfetta fusione tra il piacere della carne e l’autoanalisi della propria spiritualità.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

Fatti avanti amore

Se io non avessi te

Congiunzione astrale

In te / Calore umano set

In te

Angeli nel ghetto

Cuori in tempesta

Prima di parlare

Quello che non sai

Se una regola c’è

La voglia che non vorrei

Contromano

The Power of Love (Frankie Goes to Hollywood cover)

Nella stanza 26

Acoustic set

Attimi

Sto con te

Se non ami

Sei grande

Parliamo al singolare

Io ricomincerei

Credere amare resistere

Laura non c’è

Dimmi cos’è

Hey Dio

Sul treno

Sei solo tu

Almeno stavolta

Se telefonando (Mina cover)

Encore:

E da qui

Lascia che io sia

65 Festival di Sanremo: il trionfo de Il Volo

Il Volo

Il Volo

Si chiude il sipario: la sessantacinquesima edizione del Festival di Sanremo è stata vinta da Il Volo, il trio di tenori si aggiudica il leone d’Oro con “Grande Amore” testimoniando, di fatto, l’immobilismo Made in Italy. Nessuno si sognerebbe mai di mettere in dubbio la potenza e la bravura dei tre giovani artisti ma è altrettanto innegabile il fatto che la banalità del testo e la posologia geriatrica del mood insito nell’arrangiamento non siano esattamente nel target del nuovo millennio. Per fortuna al secondo posto si piazza un grintosissimo Nek con la sua “Fatti avanti amore”, un brano dotato un sound internazionale, decisamente orecchiabile e che sentiremo a lungo in tutte le radio. Filippo Neviani si aggiudica anche il premio per il migliore arrangiamento ed il premio della sala stampa web radio e tv. Chiude il podio la raffinatissima Malika Ayane con “Adesso e qui (Nostalgico presente)”; a conferma della sua indiscutibile classe interpretativa anche il premio della critica Mia Martini.

Carlo Conti e Will Smith

Addentrandoci in un discorso che esula dalla gara ormai conclusa, tracciamo un bilancio globale relativo all’ultima attesa serata della kermesse: ottima l’intro con la leggendaria PFM,  spettacolari le coreografie del musical Romeo e Giulietta, grande delusione per l’esibizione di Gianna Nannini, rea di aver sbagliato per due volte l’attacco del ritornello di “Sei nell’anima”. Semplice ma di grande effetto la performance della super star Ed Sheeran, dolcezza e commozione per la coppia siciliana, invitata a festeggiare ben 65 anni di matrimonio sul palco del Festival. Davvero convincente il monologo di Giorgio Panariello e la sua fedelissima imitazione di Renato Zero. Fuochi d’artificio chiaramente riservati alla fase finale: Will Smith, in grande spolvero, ammalia la platea con il suo carisma intonando anche un paio di strofe dell’eterna “Volare”. Bellissima anche l’esibizione di Enrico Ruggeri, uno dei più bravi artisti italiani, che ha presentato il suo commovente brano “Tre signori”, dedicato a Gaber, Jannacci e Faletti. Qualche nota stonata guasta gli ultimi attimi del Festival come i problemi tecnici nella grafica della classifica finale (Nek dato per nono al posto di Nina Zilli) e le tre inutili letterine che Emma, Arisa e Rocìo hanno dedicato a Carlo Conti, sempre più proiettato verso l’edizione del prossimo anno. A questo punto ci auguriamo che nella rosa della prossima edizione ci possa essere più spazio per la musica indipendente e per le tantissime interessanti realtà che popolano il nostro tessuto musicale e che, soprattutto, non si parli soltanto di amore ma anche della vita reale.

Raffaella Sbrescia

Video: “Grande Amore” – La canzone vincitrice del Festival di Sanremo

Festival di Sanremo: “Se telefonando” interpretata da Nek è la migliore cover. Il racconto della serata

Nek

Nek

Anche per la terza serata dedicata alle cover, il Festival di Sanremo targato Carlo Conti si conferma campione di ascolti raccogliendo l’attenzione di oltre 10 milioni di telespettatori.  Davvero ben riuscita la scelta di presentare le nuove proposte in apertura: il talentuoso Giovanni Caccamo batte la raffinata Serena Brancale mente l’intensa Amara ha la meglio sull’acerba Rakele. Divide il pubblico l’esibizione di Federico Paciotti ( ex Gazosa) con la versione elettrorock di “E lucevan le stelle” di Puccini. Una commistione di generi, epoche e colori che ha fatto storcere il naso a tanti e che, in effetti, è apparsa davvero molto forzata. La gara delle cover ha purtroppo deluso molte aspettative, tanti sono gli artisti caduti impietosamente sia per la mancata intonazione che per la scelta azzardata dell’arrangiamento. Un mare magnum di scelte a caso, in alcuni casi persino sacrileghe. Si parte da “Rose rosse” (Massimo Ranieri) con Raf che, seppur parzialmente giustificato perché afflitto da una brutta bronchite, è stato protagonista di una pessima performance. Irene Grandi colora il proprio Festival con una bella versione di “Se perdo te” (Patty Pravo) mentre Moreno banalizza un po’ troppo “Una carezza in un pugno” ( Celentano) con un arrangiamento non in linea con il brano. Elegante e sofisticata l’interpretazione di Anna Tatangelo di “Dio come ti amo”, uno dei brani più difficili di Modugno.

Sorprendente, femminile e coinvolgente Chiara con una personalissima rivisitazione de “Il volto della vita” di Caterina Caselli. Senza infamia e senza lode Neslie in “Mare mare” (Luca Carboni). Grintoso, convincente, veracemente sul pezzo Nek che si aggiudica, meritatamente, il premio di migliore cover con un ottimo restyling di “Se telefonando” (Mina). Non convincono del tutto i Dear Jack con “Io che amo solo te” di Endrigo, troppe schitarrate su un pezzo meritevole di tutt’altro tipo di poesia. Veramente pessima l’esibizione di Grazia di Michele e Platinette sulle note di “Alghero”, il grande successo di Giuni Russo”, il siparietto alla Thelma & Louise non riesce a sdrammatizzare la totale mancanza di intonazione e sintonia vocale tra i due, da dimenticare. Oltraggiosa anche Bianca Atzei che ha osato mettere mani e voce su “Ciao amore ciao” dell’indimenticabile Luigi Tenco, incommentabile. Tante stonature anche per Alex Britti in “Io mi fermo qui” dei Dik Dik, purtroppo il canto è tallone d’achille del bravo musicista romano. Anonimo Lorenzo Fragola in “Una città per cantare” di Ron, il giovane si limita ad eseguire il proprio compitino senza aggiungere nulla di interessante. Intensa e potente l’interpretazione de Il Volo di “Ancora” (Luciano De Crescenzo), veramente audace e coinvolgente Annalisa che strega il pubblico con una spettacolare versione di “Ti sento” (Matia Bazar).

Non convince, invece, Lara Fabian forse troppo ripetitiva e malinconica in “Sto male” (Ornella Vanoni). Tormento e pathos scandiscono anche la cover di Gianluca Grignani che ha scelto “Vedrai vedrai” di Tenco ma, letta in un’ottica interpretativa, la sua scelta risulta vincente. Ammaliante, raffinata, padrona del palco, delle parole e delle note è Malika Ayane, perfetta interprete di “Vivere”, un complesso brano dell’iconico Vasco Rossi. Chiude il giro delle cover il bellissimo e sentito omaggio di Marco Masini all’amico Francesco Nuti sulle note di “Sarà per te”.

Per quanto riguarda le ospitate, davvero molto bello il medley offerto dagli Spandau Ballet, attesissimi in Italia anche per il concerto di Marzo, grande dispiacere per il problema tecnico che ha danneggiato l’esibizione dei bravissimi Saint Motel sulle note del loro successo “My Type”, emozione e incertezza per la “diretta” del collegamento con l’astronauta Samantha Cristoforetti, sincere risate con gli irriverenti Luca e Paolo ma soprattutto con Arisa che, reduce da un piccolo infortunio, ha divertito il pubblico con un inaspettato e spassosissimo siparietto. Decisamente oltre le righe  Massimo Ferrero (viperetta), il presidente della Sampdoria è apparso davvero su di giri sul palco dell’Ariston: incontenibile. Il sipario cala oltre l’una di notte, la stanchezza è palpabile ma Conti ma può dire di esserla cavata anche stavolta.

Raffaella Sbrescia