Tony Hadley presenta “The Christmas Album”: tra grandi classici e due inediti. L’intervista

Copertina Tony Hadley 2RESIZE

Il Natale è alle porte e, come ogni anno, fioccano progetti discografici dedicati alla ricorrenza più attesa. Questa volta il disco perfetto è The Christmas Album, il nuovo album solista del frontman degli Spandau Ballet, Tony Hadley. Registrato e prodotto interamente in Italia su etichetta Universal Music,  l’ album, prodotto da Claudio Guidetti,  ripropone i migliori classici di Natale e due inediti rispettivamente intitolati Every Seconds I’m Away, scritto da Tony Hadley  insieme allo stesso Claudio Guidetti e la nostra Annalisa ScarroneSnowing all over the World, interamente scritta da Hadley in persona. Con un totale di ben sedici tracce, Tony spazia tra con disinvoltura tra grandi classici natalizi e inaspettate chicche musicali inserite qua e là. Si va dalla riuscitissima Fairy Tale of New York , cantata insieme a Nina Zilli, per un inedito duetto folk in chiave irish a Have yourself a Merry Little Christmas, passando per Shake Up Christmas dei Train, Lonely This Christmas dei Mud, Run Rudolph Run di Chuck Berry, Driving Home for Christmas di Chris Rea la hit degli N’sync, I don’t want to spend one more Christmas without you, Somewhere only we know dei  Keane per arrivare a I Believe in Father Christmas di Greg Lake con la speciale partecipazione di Aldo Tagliapietra de Le Orme. Abbiamo incontrato Tony negli uffici della Universal Music a Milano, ecco cosa ci ha raccontato.

Intervista

Come è nata l’idea di realizzare un disco dedicato al Natale?
Si tratta di un’idea che mi ha sempre affascinato e, quando Claudio Guidetti me l’ha proposto, ho subito accettato pensando a qualcosa di non convenzionale. Ho scelto tanti classici della tradizione natalizia ma li abbiamo riarrangiati a modo nostro. Il risultato che abbiamo raggiunto mi piace molto, riesce a creare un’atmosfera magica. L’aspetto più interessante e controverso riguarda proprio i testi di queste canzoni: se ci si sofferma sulle parole è incredibile scoprire che alcuni di essi sono molto tristi.

Come hai lavorato con Claudio Guidetti?

Collaborare con Claudio è stato facile ed estremamente  piacevole. Lui è un professionista capace e multitasking,  riesce a passare dalla chitarra al piano, ama le belle melodie ed è un ottimo arrangiatore.

Di cosa parla Snowing all over the World?

Quando ho scritto questo brano mi sono sorpreso a pensare che a 55 anni ancora mi piace il Natale! Lo adoro come se fossi un bambino! La più piccola dei miei figli ha nove anni e ama il Natale, come del resto tutti i bambini, questa è una cosa a cui dovremmo pensare più spesso.

E Every Seconds I’m Away ? 
Per quanto riguarda Every Seconds I’m Away ho pensato che spesso sono via per lavoro, proprio in quei momenti ripenso all’importanza che ha per me la mia famiglia.

Come mai manca una nuova versione di Do They Know It’s Christmas?

Direi che quattro versioni di questa canzone siano già abbastanza! (ride ndr)

Quali sono i brani che preferisci tra quelli presenti nella tracklist dell’ album?
Sicuramente Have Yourself A Merry Little Christmas. La più difficile da interpretare è stata invece Ave Maria. Ne ho sentite moltissime versioni prima di incidere la mia. Devo ringraziare le lezioni di canto classico che ho preso per anni quando ero giovane, vista la struttura complicata del brano. Sono soddisfatto del risultato che abbiamo raggiunto perché siamo riusciti a dare al brano anche un’anima elettronica oltre a quella più classica.

Quali accorgimenti adotti per mantenere intatta la tua voce?
Beh, sono molto fortunato ma ho anche smesso di fumare molto tempo fa! Riesco ancora a fare quattro o cinque concerti consecutivi senza problemi. Questa cosa mi rende particolarmente felice perché questo lavoro è troppo bello per pensare di dirgli addio! Non smetterò mai!

Ti aspettano cinque live italiani. Che tipo di concerto proporrai al pubblico?

Canterò sia pezzi degli Spandau Ballet sia quelli che ho scritto e prodotto come solista. Ovviamente ci sarà anche qualche canzone tratta dal mio album natalizio. Per l’anno prossimo mi piacerebbe  fare  un tour di Natale e portare in giro le canzoni di The Christmas Album.

Come ti spieghi il grande amore che il pubblico italiano ti riserva ormai da anni?

 Il popolo italiano è molto musicale e melodico, caldo e amorevole. Forse per questo le sonorità molto dolci, classiche e melodiche degli Spandau Ballet gli sono sempre piaciute. A prescindere da questo discorso anche io amo questo paese, se non fosse per la mia povera linea!

Come va con gli Spandau Ballet?

Visto che la band lavora ogni due tre anni, ogni tanto mi dedico ai miei progetti. Tra tutti spicca l’idea di un mio album di inediti che farò uscire in primavera.  Lo spunto è nato quando mi è capitato di ripensare al primo periodo degli Spandau, quello dance, quando eravamo ancora molto legati ai club. Quella è la versione che mi piace di più e un po’ di quello ci sarà nel prossimo mio disco. Ci ho lavorato per anni: ci lavoravo e poi dovevo partire per i tour, poi tornavo e continuavo a lavorarci. Un po’ di pezzi di ho scritti assieme a Claudio Guidetti anche se il disco verrà registrato  nel Regno Unito.

Come mai hai deciso di partecipare al reality I’m A Celebrity?

L’industria è cambiata molto negli ultimi anni. Sono andato nella casa discografica inglese e mi hanno detto che non stampavano nemmeno più i cd, è tutto in streaming. Bisogna trovare modi diversi per farsi notare, bisogna stare al passo, inventarsene sempre di nuove per essere in tv. So che la mia partecipazione al reality ha destato molte polemiche ma per me è stato fantastico vivere nella giungla, è stato come un ritorno alle origini: via i cellulari, niente caffè, niente zucchero, niente pizza… Ho perso un bel po’ di chili, niente male!

Come affronti dopo decenni la rivalità con i Duran Duran?

Trovo strano che ci siano persone ancora convinte del fatto che fossimo rivali! Siamo amici, quest’anno eravamo a Barcellona tutti assieme, John Taylor è anche venuto in America a vedere la prima del nostro film. Magari un giorno potrebbe addirittura esserci un concerto “Duran Spandau”, mai dire mai!

Come sarà il tuo Natale?
Mi piace l’atmosfera e il senso di comunità che si respira, specialmente la mattina di Natale quando vado a messa. Non sono cattolico praticante, mi considero agnostico, ma ci vado perché è bello. In Inghilterra purtroppo c’è ormai un materialismo dilagante ed è anche per questo ho appena detto a mia moglie di non comprare niente; ho una splendida carriera e una bella famiglia, cosa posso volere di più? Vorrei che ci fosse più raccoglimento.

 Raffaella Sbrescia

Video: Have Yourself A Merry Little Christmas

Festival di Sanremo: “Se telefonando” interpretata da Nek è la migliore cover. Il racconto della serata

Nek

Nek

Anche per la terza serata dedicata alle cover, il Festival di Sanremo targato Carlo Conti si conferma campione di ascolti raccogliendo l’attenzione di oltre 10 milioni di telespettatori.  Davvero ben riuscita la scelta di presentare le nuove proposte in apertura: il talentuoso Giovanni Caccamo batte la raffinata Serena Brancale mente l’intensa Amara ha la meglio sull’acerba Rakele. Divide il pubblico l’esibizione di Federico Paciotti ( ex Gazosa) con la versione elettrorock di “E lucevan le stelle” di Puccini. Una commistione di generi, epoche e colori che ha fatto storcere il naso a tanti e che, in effetti, è apparsa davvero molto forzata. La gara delle cover ha purtroppo deluso molte aspettative, tanti sono gli artisti caduti impietosamente sia per la mancata intonazione che per la scelta azzardata dell’arrangiamento. Un mare magnum di scelte a caso, in alcuni casi persino sacrileghe. Si parte da “Rose rosse” (Massimo Ranieri) con Raf che, seppur parzialmente giustificato perché afflitto da una brutta bronchite, è stato protagonista di una pessima performance. Irene Grandi colora il proprio Festival con una bella versione di “Se perdo te” (Patty Pravo) mentre Moreno banalizza un po’ troppo “Una carezza in un pugno” ( Celentano) con un arrangiamento non in linea con il brano. Elegante e sofisticata l’interpretazione di Anna Tatangelo di “Dio come ti amo”, uno dei brani più difficili di Modugno.

Sorprendente, femminile e coinvolgente Chiara con una personalissima rivisitazione de “Il volto della vita” di Caterina Caselli. Senza infamia e senza lode Neslie in “Mare mare” (Luca Carboni). Grintoso, convincente, veracemente sul pezzo Nek che si aggiudica, meritatamente, il premio di migliore cover con un ottimo restyling di “Se telefonando” (Mina). Non convincono del tutto i Dear Jack con “Io che amo solo te” di Endrigo, troppe schitarrate su un pezzo meritevole di tutt’altro tipo di poesia. Veramente pessima l’esibizione di Grazia di Michele e Platinette sulle note di “Alghero”, il grande successo di Giuni Russo”, il siparietto alla Thelma & Louise non riesce a sdrammatizzare la totale mancanza di intonazione e sintonia vocale tra i due, da dimenticare. Oltraggiosa anche Bianca Atzei che ha osato mettere mani e voce su “Ciao amore ciao” dell’indimenticabile Luigi Tenco, incommentabile. Tante stonature anche per Alex Britti in “Io mi fermo qui” dei Dik Dik, purtroppo il canto è tallone d’achille del bravo musicista romano. Anonimo Lorenzo Fragola in “Una città per cantare” di Ron, il giovane si limita ad eseguire il proprio compitino senza aggiungere nulla di interessante. Intensa e potente l’interpretazione de Il Volo di “Ancora” (Luciano De Crescenzo), veramente audace e coinvolgente Annalisa che strega il pubblico con una spettacolare versione di “Ti sento” (Matia Bazar).

Non convince, invece, Lara Fabian forse troppo ripetitiva e malinconica in “Sto male” (Ornella Vanoni). Tormento e pathos scandiscono anche la cover di Gianluca Grignani che ha scelto “Vedrai vedrai” di Tenco ma, letta in un’ottica interpretativa, la sua scelta risulta vincente. Ammaliante, raffinata, padrona del palco, delle parole e delle note è Malika Ayane, perfetta interprete di “Vivere”, un complesso brano dell’iconico Vasco Rossi. Chiude il giro delle cover il bellissimo e sentito omaggio di Marco Masini all’amico Francesco Nuti sulle note di “Sarà per te”.

Per quanto riguarda le ospitate, davvero molto bello il medley offerto dagli Spandau Ballet, attesissimi in Italia anche per il concerto di Marzo, grande dispiacere per il problema tecnico che ha danneggiato l’esibizione dei bravissimi Saint Motel sulle note del loro successo “My Type”, emozione e incertezza per la “diretta” del collegamento con l’astronauta Samantha Cristoforetti, sincere risate con gli irriverenti Luca e Paolo ma soprattutto con Arisa che, reduce da un piccolo infortunio, ha divertito il pubblico con un inaspettato e spassosissimo siparietto. Decisamente oltre le righe  Massimo Ferrero (viperetta), il presidente della Sampdoria è apparso davvero su di giri sul palco dell’Ariston: incontenibile. Il sipario cala oltre l’una di notte, la stanchezza è palpabile ma Conti ma può dire di esserla cavata anche stavolta.

Raffaella Sbrescia