“Studio Sessions vol.1″: il grande ritorno dei Dirotta su Cuba. Intervista

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Lo scorso 23 settembre c’è stato il grande ritorno della formazione originale dei Dirotta Su Cuba. Con l’album intitolato “Studio Session Vol.1” la band toscana composta da Simona Bencini, Stefano De Donato e Rossano Gentili ha offerto al pubblico una versione rivisitata del primo storico album dei Dirotta Su Cuba insieme a 6 brani inediti, nel segno di quelle sonorità funky e groovy che l’hanno resa popolare nel corso degli anni. Arrangiamenti e tonalità, ispirati alle acclamate performances live della band, rendono il sound ancora più energico e coinvolgente. Accanto a grandi hit come “Gelosia” e “Liberi di liberi da” troviamo il primo trascinante singolo “Sei tutto quello che non ho” e il nuovo singolo “Immaginarmi senza te”; completa la tracklist il brano strumentale “Dancing machine”, raffinata rilettura del pezzo dei Jackson 5 del 1974. L’album, inoltre, è impreziosito dalla presenza di numerosi ospiti d’eccezione: Mario Biondi con la sua voce inconfondibile duetta con Simona in “Solo baci”; i Neri per caso firmano la nuova intro di “Gelosia”; Max Mbassadò arricchisce con il suo straordinario timbro rap “Sei tutto quello che non ho”;  la tromba di “Chiudo gli occhi” è di Fabrizio Bosso; Gegè Telesforo partecipa con un solo di voce a “Batti il tempo”; in “Dove sei” la chitarra solista è di Riccardo Onori, storico chitarrista dei DSC oggi alla corte di Jovanotti; il leader dei Ridillo Bengi duetta in “Noi siamo importanti”; Federico Malaman stupisce con un solo di basso in “Solo baci”.

Intervista a Simona Bencinni e Stefano De Donato

Come avete ritrovato questa alchimia così forte?

Abbiamo sempre attinto molto dall’energia dei nostri concerti, questo è stato anche il modo per ritrovarci dopo 10 anni di separazione, il territorio fertile in cui abbiamo ritrovare anche chi ci ha sempre seguito nel corso degli anni.

Come avete lavorato in studio?

Per una band che si era sciolta entrare in studio è stato complesso. Per prima cosa bisognava ritrovare il feeling dal punto di vista umano. Per quanto riguarda il live, invece, è stato tutto molto naturale. Lo spazio vuoto lasciato dai Dirotta su Cuba non l’ha mai riempito nessuno, appena ci siamo riuniti siamo tornati come se non fossimo mai andati via. Il live è sempre una grande palestra invece il disco richiede uno scontro di idee anche notevole, mesi di lavorazione e concentrazione alta. Una domanda che ci siamo posti subito, appena prima di iniziare la scrittura, è stata come dovessero essere i Dirotta Su Cuba oggi.

E gli arrangiamenti?

Sono figli di tutti i live che abbiamo fatto da quando ci siamo riuniti. Abbiamo scelto una versione dei brani più funky, più roots, più ruvida rispettando la nostra cifra stilistica.

Dai testi si evince una forte passione…

Stefano: Io e Simona ci confrontiamo su tutto, le racconto e le spiego il mio punto di vista, interagiamo molto. Quando compongo mi metto un po’ a nudo, generalmente in studio lavoro giocando in difesa. Quando faccio sentire le idee nuove a Simona sono sempre un po’ in imbarazzo, ci conosciamo da tanto eppure la prima cosa che scatta all’ascolto è il “vergognometro” (ride ndr). Quando mi pongo il problema di scrivere so che canterà lei, a questo bisogna aggiungere che ci confrontiamo con basi che non hanno niente a che fare con la musica italiana. Spesso abbiamo buttato via canzoni perché ci scontriamo con la tradizione melodica italiana e perché tutto il castello sonoro dei nostri brani  si incentra su un impianto diverso. Siamo conosciuti come quelli leggerezza e del disimpegno ma se separassimo il testo dalla musica scopriremmo delle tematiche ben poco leggere.  Noi cerchiamo il bilanciamento tra quello che diciamo e quello che suoniamo.

Dirotta Su Cuba ph Angelo Trani

Dirotta Su Cuba ph Angelo Trani

Come avete costruito l’impianto sonoro di questo disco?

La nostra missione più importante è stata fermare l’energia che mettiamo quando suoniamo dal vivo. Ogni volta che riprendiamo in mano i nostri brani, essi acquisiscono una nuova veste. Un esempio su tutti è il celeberrimo “Gelosia”.

Questa grande festa ha coinvolto tanti amici e colleghi…

Sì, sono stati tutti molto entusiasti e disponibili con noi. La loro grande bellezza è la stessa energia creativa dei bambini!

Ascolta qui l’album

Tra questi c’è anche Riccardo Onori

Riccardo era bravissimo già da ragazzino. Con lui abbiamo condiviso due anni bellissimi (’96-’97), è venuto a Sanremo con noi ed è sempre stato riconoscente, oltre ad essere una bellissima persona. Per noi è stato naturale coinvolgerlo in questo album. Tra l’altro ci siamo sentiti come dei piccoli eroi della musica fiorentina, sai quanti ne abbiamo visti sparire di musicisti negli anni?!?

Come mai il brano “Ragione e sentimento” si distanzia così tanto dagli altri?

Si tratta del primo brano che abbiamo scritto quando ci siamo riuniti. Parliamo dunque del 2011. Ci siamo chiesti come dovevamo essere dopo 20 anni. Abbiamo fatto degli esperimenti, cercavamo una strada che ci consentisse di mantenere intatta la ricetta con degli elementi di innovazione, ci siamo immaginati di lavorare con un dj e, in effetti, il brano ha una veste più elettronica. Il testo rispecchia la nostra scelta di tornare insieme, ci è servito per mettere a fuoco una serie di cose.

E il remix di “Sei tutto quello che non ho”?

Tutti i nostri singoli hanno dei remix, la nostra musica si presta bene, ci sono ingredienti dance, siamo figli degli anni ‘80 inoltre Stefano ha approfondito le sue conoscenze, realizza remix, lavora con dei dj e a noi piace molto.

Raffaella Sbrescia

 Video: Immaginarmi senza te