Renzo Rubino porta in scena la sua Rubinoland: a Milano torna la magia

renzo rubino

renzo rubino

Partiamo da un presupposto: decidere deliberatamente di andare al concerto di un cantautore oggi come oggi viene percepito come un fatto demodè. La questione è che non si tratta di stile ma di qualità. Al momento c’è bisogno di ascoltare artisti che la musica la scrivono e la suonano con le proprie mani. Per questa ragione c’è necessità di ascoltare persone come Renzo Rubino. Stavolta ancora di più, non fosse altro per il nuovissimo viaggio che il cantautore ha organizzato per il proprio pubblico, denominandolo Rubinoland. Nella sala di solito dedicata ai Pomeriggi Musicali del Teatro dal Verme di Milano ha avuto luogo un concerto speciale, diverso da qualunque altro, più simile ad una montagna russa che a un dolce calesse. Renzo accoglie il pubblico ancora prima che il concerto abbia inizio, si intrattiene con alcuni fan, spizzica patatine e non nega qualche foto ricordo. Un attimo dopo diventa il mattatore assoluto di un concerto- varietà divertente e commovente al contempo. Testa, pancia e cuore collaborano all’unisono tra attimi di pura ilarità, ironia e profondo intimismo. In scaletta ogni pezzo trova magicamente il proprio posto fuoriuscendo da quel caos creativo che in alcune occasioni ha spinto Renzo a farsi più di qualche domanda sulla sua permanenza in questo mondo di carta che è la musica. Combattere le paure, misurarsi con il gusto del pubblico, capire l’essenza della propria arte, acquisirne consapevolezza per riuscire a convivere con i discografici diventa un fluire liquido di emozioni. Renzo sceglie di far da sè, si muove libero e leggiadro tra canzoni sue e dei suoi amati maestri, su tutti Lucio Dalla. Abbatte muri e barriere tra sè e il proprio pubblico, trasforma i suoi musicisti in spassosi compagni di giochi, spazia tra musica impegnata e toni scanzonati. Si muove disinvolto tra racconti personali sia legati alla vita privata che a quella artistica e quando non lo fa attraverso i monologhi, continua comunque attraverso le canzoni. Il segno della croce, Giungla, Custodire, Ridere, Lulù, Pop, Paghi al kg, Ora, Per sempre e poi basta, Il postino vivono una nuova vita con arrangiamenti particolari, completamente rinnovati, pensati in ottica di incanto audio-visivo. Renzo Rubino non ha più nulla da dimostrare a se stesso, deve semplicemente continuare a fare del proprio meglio esattamente come adesso. Noi cultori della qualità gli saremo sempre grati.

Raffaella Sbrescia

Raphael Gualazzi live al Teatro Dal Verme: da Milano a New Orleans in una sera

Raphael Gualazzi live @ Teatro Dal Verme - Milano ph Francesco Prandoni

Raphael Gualazzi live @ Teatro Dal Verme – Milano ph Francesco Prandoni

Qualunque idea voi possiate avere di Raphael Gualazzi non sarà mai esaustiva se non dopo aver assistito almeno ad uno dei suoi concerti. All’indomani del suo live al Teatro Dal Verme di Milano in occasione del rush finale del suo “Love Life Peace tour” possiamo tranquillamente affermare di aver preso parte ad uno show eccellente.

Non solo cantautorato raffinato ma anche e soprattutto musica di qualità. Con un set ricco e strutturato, una band composta da musicisti polistrumentisti (Luigi Faggi Grigioni alla tromba, Gianluca Nanni alla batteria, Anders Ulrich al basso e al contrabbasso e Laurent Miqueu alle chitarre) e l’originale contributo della giovane leva Nyvinne, prodotta anche lei dall’etichetta discografica Sugar di Caterina Caselli. La cantautrice, che canta in italiano, inglese e francese alternandosi tra brani blues, soul e pop e uno spassoso beatbox, ha presentato il singolo “Spreco personale” in apertura e ha cantato insieme a Raphael alcuni brani tra cui “All alone” e “L’estate di John Wayne”.

 Timido sì ma con riserva, Gualazzi è riuscito a capitalizzare l’esperienza degli anni trascorsi per sciogliersi pian piano durante il concerto, l’irriverente loquacità e qualche ironica battuta hanno rotto il ghiaccio coinvolgendo un pubblico eterogeneo sia per provenienza che per età.

Raphael Gualazzi live @ Teatro Dal Verme - Milano

Raphael Gualazzi live @ Teatro Dal Verme – Milano

In scaletta ovviamente i più recenti brani tratti dall’album “Love Life Peace” ma anche quelli contenuti in “Reality and Fantasy” e “Happy Mistake”. Il filo conduttore del concerto è la contaminazione: le venature jazz incrociano le ballate pop e si irrobustiscono con i ritmi delle percussioni che profumano di Sud America e di Brasile.

L’improvvisazione, la passione per il ritmo, gli arrangiamenti, le armonie, i saliscendi melodici del suo fido pianoforte sono il pane quotidiano di Gualazzi che, a dire il vero, non ha bisogno di parlare perché il suo linguaggio sonoro dice già molto di più. La sua cultura musicale è radicata, vasta e profonda, si permette il lusso di rimaneggiare i suoi successi ma anche quelli di miti indiscussi del jazz mondiale, li rende fruibili, gustosi, divertenti. Tra i brani in scaletta segnaliamo: «Lotta Things», «Mondello Beach», «Pinzipo», «Disco ball», «Reality And Fantasy», “Run Joe”, “Un mare di luce”.

Raffaella Sbrescia

Ludovico Einaudi al Teatro Dal Verme di Milano: 10 concerti per dare lustro all’avanguardia

Ludovico Einaudi live @ Teatro dal Verme - Milano

Ludovico Einaudi live @ Teatro dal Verme – Milano

10 concerti, un solo e unico obiettivo: la fascinazione del pubblico. Ludovico Einaudi, pianista celebre nel mondo, sempre più performer, sceglie Milano, e più precisamente il Teatro Dal Verme, per un festival che abbraccia la musica contemporanea trasformando il suo concerto in un imperdibile happening.

Fondamentali i compagni di viaggio che lo accompagnano sul palco sfoggiando esperienza e maestria: Federico Mecozzi (violino), Redi Hasa (violoncello), Alberto Fabris (basso elettrico, live electronics), Francesco Arcuri (chitarra, percussioni), Riccardo Laganà (percussioni) sono i musicisti che in questo tour fanno la differenza maneggiando gli strumenti in modo versatile e ipnotico. Ma partiamo dall’inizio, Ludovico Einaudi non lascia nulla al caso. Installazioni di luce all’esterno e all’interno del teatro, booklet in cui illustra la novità degli appuntamenti milanesi: ogni sera con lui un duetto con artisti e gruppi appartenenti a scenari musicali anche molto distanti dal suo. Un momento sperimentale per provare ad approdare verso nuovi lidi cognitivi, per lasciarsi trasportare dall’ebbrezza dell’incontro estemporaneo. Lo scorso 10 dicembre, ad esempio, l’ospite è stata Kazu Makino, cantante e musicista giapponese in forza al gruppo musicale statunitense Blonde Redhead, protagonista di un reading incentrato sul potere del simbolismo minimalista. Confini, ombre e chiaroscuri si sono alternati ai brani proposti da Einaudi per un momento di grande concettualismo.

La scelta di Milano non è un caso, Einaudi ama mettersi alla prova, lo sperimentalismo è parte integrante della propria cifra stilistica per cui l’impudente voglia di osare è l’imperativo alla base di questa nuova tornata di concerti.

La scaletta scelta per “Dieci notti” è molto più asciutta e nervosa dei tour precedenti. I saliscendi emotivi mettono lo spettatore nella condizione di mantenersi attento, il risalto lasciato ai singoli strumenti non decolora il centralismo del pianoforte che dirige il gruppo. L’atmosfera, sofisticata e rarefatta, trasforma anche i visuals in componenti attivi dell’atto artistico. “Petricor”, “Four dimensions”, “Logos” ma soprattutto “Experience” e “Choros” sono i fiori all’occhiello del repertorio di Ludovico Einaudi che anche in questa occasione non delude le aspettative del pubblico più ricercato ed esigente. Per gli incontentabili l’appuntamento è ogni sera nella sala piccola del Teatro Dal Verme: alle 23.00 in punto ciascuno degli artisti che ha duettato con Einaudi durante il main act ha la possibilità di esibirsi l’indomani in un secret show. Il mood è quello di un club, un priveè a cui accedere con aria sorniona e volutamente inconsapevole. Uno spazio riservato a sole 200 persone. L’occasione è di quelle ghiotte: artisti del calibro di Jozef van Wissem, Ballake Sissoko, Ronald e Robert Lippok, in particolare, portano in scena il meglio dell’avanguardia sperimentale contemporanea. Il concetto alla base di questa idea luminosa è la visione della musica come potente motore aggregante; ultimo baluardo della creatività, dell’azzardo, della libertà.

Raffaella Sbrescia

‘Terra con Variazioni’: Giovanni Sollima live al Teatro Dal Verme di Milano. Il report dell’evento

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

L’essenza della libertà, il dogma della seduzione, il fascino del mistero; questo e molto altro può essere racchiuso in una partitura. Lo sa bene Giovanni Sollima, celebre violoncellista italiano, noto per aver radicalmente cambiato il modo di suonare il violoncello, uno strumento dal design autorevole ma non ingombrante, capace di incantare con suoni sensuali e fraseggi struggenti. Forza fisica, postura armoniosa ed una pregevole capacità di improvvisazione sono le affilate armi di Sollima, un musicista borderline , testimone tangibile della sintesi tra accademia e contemporaneità. Intrecci, rimandi, innesti conferiscono una particolare forza ritmica ed espressiva alle sue esecuzioni rendendolo davvero simile ad un musicista rock. Portato oltre l’urlo, il suo violoncello diventa uno strumento elettrico, un oggetto ligneo dalla voce suadente e carnale capace di divenire il mistico tramite di un’ esperienza da godere.

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Per la prima ed unica esecuzione di “Terra con variazioni, per violoncello e orchestra”,  la suite da cui è estratto il logo sonoro  per gli eventi del megacartellone di Expo in Città, eseguita presso il Teatro Dal Verme di Milano, lo scorso 30 aprile, Sollima, accompagnato dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali e diretto dal Maestro Carlo Boccadoro, apre ancora le vie della comunicazione tra classicismo e sperimentazione: si va dal titolo, anticonvenzionale e criptico, alla partitura disseminata di frasi ampie e toccanti, un continuo botta e risposta tra gli strumenti in un crescendo emotivo  travolgente. Fortemente marcata anche la cadenza virtuosistica, intenso il saliscendi tra consonanze, asimmetrie e figurazioni. Trascinante, ipnotico, inconfondibile Giovanni Sollima è sicuramente uno dei migliori violoncellisti al mondo, capace di passare dai grandi classici ai miti del rock attraverso emozionanti dialoghi e illuminanti improvvisazioni.

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Giovanni Sollima live @ Teatro Dal Verme

Ammirato da migliaia e migliaia di spettatori, il compositore ed interprete siciliano ha convinto ancora una volta tutti spiazzando anche  i più rigidi detrattori. Se a questo aggiungiamo le  Variazioni su un tema rococò op.33 di Pëtr ll’iĉ Čaikovskij, possiamo solo crogiolarci tra i virtuosismi e le tenere ed eleganti incursioni aggiunte nel lontano 1876 dal violoncellista tedesco Wilhelm Fitzenhagen. Sette brillanti variazioni susseguenti alla Serenata n.1 op.11 di Johannes Brahms, lunga quasi 45 minuti ma  abbastanza ricca di piccoli e sontuosi dettagli capaci di ispirare una felice e spensierata idea di libertà.

Raffaella Sbrescia

Straordinario tour: la dolcezza della voce di Chiara sul palco del Teatro Dal Verme di Milano

Chiara ph Cosimo Buccolieri

Chiara ph Cosimo Buccolieri

Semplice, schietta, timida, a tratti impacciata, lei è Chiara Galiazzo, una ragazza dal cuore puro e dalla voce cristallina che, dal 2012 ad oggi, ha intrapreso un percorso artistico fitto di sorprese e di sfide. Protagonista del palcoscenico del Teatro Dal Verme di Milano per la data meneghina del suo Straordinario Tour, tenutasi lo scorso 28 aprile, Chiara si è mostrata subito a suo agio senza celare, tuttavia, un velo di naturale timidezza: “Si dice che sul palco sia come essere a casa, io ho portato questa poltrona, mi siedo e vorrei fare sentire anche voi come se foste nel salotto di casa vostra”, spiega la cantante padovana. Il concerto inizia con “Siamo adesso” (il nuovo singolo in rotazione dallo scorso 24 aprile tratto da  “Un giorno di sole straordinario” (Sony Music), l’edizione speciale dell’album “Un Giorno di Sole”. Si continua con “L’uomo senza cuore”, “Il futuro che sarà”, “Nomade”, “Un giorno di sole”, “Il rimedio la vita e la cura”, la bellissima “Stardust” e l’intensa “Il volto della vita”. La scaletta scorre veloce, la band un po’ troppo scarica, non colora abbastanza le sfumature dei brani e l’appeal dello show ne risente. Decisamente più energetica la seconda parte della scaletta con “Amore infinito”,  “Teardrop” dei Massive Attack, la cover di “Titanium” di David Guetta, “Che valore dai”, “L’esperienza dell’amore”, “Mille passi”.

Il racconto in musica di Chiara sintetizza il passato ma guarda al futuro; sono tanti i passi in avanti compiuti da questa dolce interprete ed il risultato tangibile di questa verità sta nella qualità e nella potenza espressiva dei brani contenuti nel suo ultimo lavoro discografico. L’ultima parte del concerto racchiude “Il senso di noi”, “Il meglio che puoi dare”, il sanremese “Straordinario”, l’ottimista “Qualcosa resta sempre”, l’allegra e movimentata “Vieni con me” e “Due respiri”. Molto carina la versione, voce e ukulele, suonata dalla stessa Chiara, di “Over the rainbow” scelta per i bis, chiusi da una nuova esecuzione di “Straordinario”, molto apprezzata dal pubblico ormai in piedi per i saluti finali.

Raffaella Sbrescia

Fabrizio Moro incanta Milano con la sua musica libera. Il report del concerto al Teatro Dal Verme

Fabrizio Moro live ph Roberta Gioberti

Fabrizio Moro live ph Roberta Gioberti

“La libertà è sacra come il pane”, canta Fabrizio Moro, in una delle sue canzoni ed oggi, 25 aprile, a poche ore di distanza dal suo bellissimo concerto tenutosi al Teatro Dal Verme di Milano, risulta particolarmente importante fare un’attenta riflessione su come certi temi appaiano spesso inflazionati nonostante siano assolutamente essenziali per il felice proseguimento della nostra esistenza. Lo sa bene Fabrizio che, della libertà, ne ha sempre fatto un manifesto personale e oggi che il suo “tour delle girandole” teatrale sta seminando una serie di meritati sold out, si gode ogni istante di un inaspettato stato di grazia artistico. Con questa nuova avventura live, iniziata subito dopo l’uscita dell’ultimo album di inediti (il settimo registrato in studio), dal titolo «Via delle girandole 10», Fabrizio si è dedicato ad una scrittura  più intima, acustica, folk riversando una nuova e fresca linfa creativa nelle sua già nutrita discografia.

Nell’intima cornice del Teatro Dal Verme di Milano, l’artista ha coinvolto spettatori di tutte le età muovendosi tra vecchi e nuovi successi, melodie soft e ritmi scatenati con due ore di musica intense e coinvolgenti.  Accompagnato da una pregevole band composta da ottimi musicisti come Marco Marini (chitarra), Danilo Molinari (chitarra), Alessio Renzopaoli (batteria), Fabrizio Termignone (basso), Claudio Bielli (tastiere) e Andrea Di Cesare (violino), Fabrizio spazia in lungo e in largo toccando tematiche socio-culturali particolarmente delicate senza trascurare il prisma delle variopinte emozioni umane. Ad aprire il concerto è il brano strumentale “Ciao Zì”, seguito dalla toccante “Buongiorno Papà”, in cui l’artista ripercorre il rapporto con suo padre dando vita ad uno show ad alto tasso emozionale, arricchito da un’intensa espressività e dalla sua inconfondibile timbrica vocale.

Fabrizio Moro live ph Roberta Gioberti

Fabrizio Moro live ph Roberta Gioberti

Canzone dopo canzone cresce e si fortifica l’intima sintonia tra l’artista ed il pubblico, in particolare durante il Medley Unplugged, in cui Moro, accompagnato solo dall’ottimo violino di Andrea di Cesare e dalle tastiere del bravissimo Claudio Junior Bielli, canta i suoi cavalli di battaglia: “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Pensa”, “Libero”, “Non importa”, “Sono solo parole”, “Acqua”. Il picco emotivo si raggiunge sulle note de “La partita”, dedicato, scritto, pensato in nome di un concetto semplice ma di grande importanza: Pace negli stadi. Guardare sullo schermo le immagini di Ciro Esposito e Gabriele Sandri, morti proprio a causa di una inspiegabile violenza in contesto sportivo, stringe il cuore in una morsa di dolore.

Il concerto prosegue e Fabrizio stempera i toni con episodi tratti da “L’inizio”, il disco pubblicato nel 2013. Molto belle anche “Io so tutto”, brano incentrato sulla figura di Giulio Andreotti, “L’Italia è di tutti”, accompagnata dall’affettuosa scenografia dei fans, armati di palloncini tricolore,  “I remember you” che indirizza il sound verso una venatura più rock. “Da una sola parte”  e “Parole, rumori e giorni” sono i brani che, forse più altri, lasciano un segno più profondo sulla pelle, lasciandoci in balìa dello stupore e della meraviglia per cotanta profonda sensibilità. A chiudere questa bellissima festa di volti, voci, note ed emozioni è un’ultima dolcissima dedica, si tratta di “Babbo Natale esiste”, brano che  Fabrizio ha scritto per suo figlio e che lascia nei nostri cuori la ferma sensazione che questo cantautore ha davvero raggiunto uno stadio di maturità tale da consentirgli, di diritto, l’accesso nel mondo dei grandi della musica italiana.

Raffaella Sbrescia

SETLIST:
“Buongiorno papà”
“Tu”
“Respiro”
“E’ solo amore”
“Io so tutto”
“L’illusione”
“Alessandra sarà sempre più bella”
“Sei andata via”
“L’eternità”
Medley acustico: “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Libero”, “Pensa”, “Non importa”
“Sono solo parole”
“Acqua”
“La partita”
“L’Italia è di tutti”
“I remember you”
“Da una sola parte”
“Un’altra canzone per noi”
“Parole, rumori e giorni”

ENCORE:
“L’inizio”
“Sono come sono”
“Il vecchio”
“Babbo Natale esiste”

 

Brunori Srl: il cantastorie-monologhista conquista Milano tra risate ed emozioni

Brunori Srl - Una società a responsabilità limitata @ Teatro dal Verme ph Francesco Prandoni

Brunori Srl – Una società a responsabilità limitata @ Teatro dal Verme ph Francesco Prandoni

Ironico, dissacrante, irriverente, commovente ma soprattutto divertente. Dopo aver fatto fatto il giro dei club ed aver suonato nelle piazze di tutta Italia la società di persone “Brunori Sas” si trasforma in “Brunori Srl – Una società a responsabilità limitata” dando il via ad un’evoluzione di un percorso ricco di successi. Nello spettacolo, sold out, in scena al Teatro Dal Verme di Milano lo scorso 13 marzo, Dario Brunori si è messo a nudo sottraendo spazio alla musica a favore di una serie di monologhi brillanti e davvero ben costruiti, ispirandosi alle stand up comedy americane. Tra le tematiche proposte, numerosi spunti autobiografici ispirati a Joggi, il paesino calabrese in cui Brunori è nato e cresciuto, ma anche tanti riferimenti all’attualità e alla vita di tutti i giorni  in cui la  responsabilità di ciascuno di noi pare limitata senza, tuttavia, esserlo affatto.

Brunori Srl - Una società a responsabilità limitata @ Teatro dal Verme ph Francesco Prandoni

Brunori Srl – Una società a responsabilità limitata @ Teatro dal Verme ph Francesco Prandoni

A metà strada tra monologhista e cantastorie, Dario Brunori, sotto le spoglie di un “loser leader” dimostra una volta per tutte una solida padronanza scenica proponendo al pubblico una formula inedita di spettacolo, a metà strada tra concerto e cabaret, attraverso cui poter parlare delle sue e delle nostre debolezze. L’artista condivide con gli spettatori i ricordi di infanzia, le più intime fobie, le insicurezze, le sconfitte e i trionfi di ieri e di oggi. Davvero intenso e toccante il ricordo di papà Bruno. A corollario di ogni monologo, Brunori seleziona di volta in volta una terna di brani, opportunamente rivisitati in chiave teatrale, con piano e chitarra in evidenza e l’azzeccatissima aggiunta dei fiati. Scherzosamente autodefinitosi “nuovo mito delle avanguardie”, il cantautore calabrese riesce a fare per davvero il punto della situazione strappando amari sorrisi e gradasse risate.  “Fra finzione e confessione. Fra Martino e campanaro. Come Gaber, ma peggio. Come Bene, ma male. Come Hicks, ma Y” in “Uno show realizzato al solo scopo di L.U.C.R.O” (l come lira, u come usura, c come cantante, r come rate, o di Otranto), Brunori ci svela in maniera diretta ed essenziale tutti gli aspetti del nostro modus vivendi con un “Mea culpa” finale che spiazza e diverte senza alcuna remora.

Raffaella Sbrescia

La scaletta del concerto

Fra milioni di stelle

Lei, lui, Firenze

Una domenica notte

Nanà

Le quattro volte

Maddalena e Madonna

So come sono sol

Pornoromanzo

Il giovane Mario

Bruno mio dove sei

Come stai

L’asino e il leone

Guardia ’82

Kurt Cobain

Arrivederci Tristezza

Mambo Reazionario

 

 

 

Planetario: notte sotto le stelle con i Deproducers al Teatro Dal Verme di Milano

The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni

The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni

“Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle, ecco perché ci attraggono”, con queste parole i Deproducers, l’eccezionale collettivo composto da Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci, ha accolto il pubblico del Teatro Dal Verme di Milano, lo scorso 24 febbraio, conducendolo per mano tra stelle, pianeti e galassie di tutto l’universo, grazie all’originale spettacolo che coniuga musica e scienza, intitolato “Planetario”. Creatori di suono, divulgatori scientifici ed innovativi  sperimentatori, i Deproducers hanno scandito con delle affascinanti composizioni strumentali i numerosi interventi dell’astrofisico e direttore del Planetario Fabio Peri, il quale ha brillantemente introdotto al pubblico una serie di tematiche specificamente legate al mondo dell’astrofisica con un linguaggio semplice, leggero e colloquiale, senza tuttavia perdere il fascino della competenza settoriale.

The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni

The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni

Di grande impatto scenico le immagini ufficiali dell’ESA e della NASA ed i suggestivi visuals, creati ad hoc dal visual artist Marino Capitanio. Autori di due colonne sonore originali per il cinema come “Italy In A Day” di Gabriele Salvatores e “La Vita Oscena” di Renato De Maria, nonchè vincitori di importanti riconoscimenti come il Premio di Assomusica durante l’ultima Mostra Del Cinema Di Venezia, i Deproducers si confermano artisti innovatori, in grado di percepire il gusto e la curiosità di un pubblico curioso ed avido di novità. Al centro dello spettacolo le meraviglie del cosmo e il mistero della sua nascita, le costellazioni e la loro mitologia, il rapporto tra l’Uomo e l’Infinito e soprattutto le recenti conquiste dello spazio che hanno riportato l’attenzione verso l’Universo: dalla missione di Samantha Cristoforetti (la prima italiana nello spazio) all’atterraggio della sonda Philae su una cometa lontanissima dopo un viaggio lungo 10 anni. Flussi e stormi di note oniriche hanno, dunque, cullato lo spettatore lungo un viaggio della durata di svariati anni luce. Nel tentativo di portare noi stessi tra le stelle o di trasmigrare lo spazio dentro di noi, le suggestioni sono sopraggiunte improvvise, inattese ed intermittenti mentre, sospesi in questo sconfinato Universo, ancora attendiamo l’arrivo di un nostro messaggio in codice binario, inviato nel 1974, agli alieni posti a 23 mila anni luce da noi.

Raffaella Sbrescia