Il Cile: La fate facile è il nuovo singolo. A settembre l’album di inediti

Il Cile - La Fate Facile

Il Cile – La Fate Facile

A tre anni dall’ultimo lavoro discografico “In Cile Veritas”, Lorenzo Cilembrini, in arte IL CILE, torna sulle scene con il video di “LA FATE FACILE”. La canzone inedita è scritta da Lorenzo e apre il cammino verso il nuovo album, atteso a settembre di quest’anno. Il video è online dal 15 maggio su Vevo e contemporaneamente il brano è disponibile su tutte le piattaforme digitali.

La Fate Facile” potrebbe avere come  sottotitolo “Lorenzo decide di spogliarsi”: è infatti un racconto autobiografico dove il cantautore svela il suo percorso di vita tra le difficoltà dell’esistenza fino ad arrivare alla consapevolezza e alla maturità, superando i momenti di disagio grazie soprattutto alla musica e alla scrittura.

 Il video, diretto Erica Mainini per “A Secret Family Film” raccoglie questi stati d’animo e li rappresenta in modo poetico, a tratti crudo,  con un’ arte visiva che traduce le frasi in un contesto intimo e sincero. In una casa/castello distrutta di Berlino, Il Cile interpreta la solitudine ed il rapporto con i mostri del passato, le dipendenze, attraverso una serie di metafore visive, giocando con la contrapposizione di colori e luce, utilizzando tecniche sperimentali, filmando attraverso sfere di cristallo e refrazioni di pezzi di specchi per dare un impatto unico al contenuto.

Ho approfittato di un day off a Berlino durante un mio tour europeo per girare il videoclip di “La fate facile”, che senza dubbio è stato uno dei più impegnativi della mia carriera.

La location che abbiamo scelto rappresenta metaforicamente la stanza della mia infanzia dalla quale uscivo con la fantasia, ma che in realtà mi proteggeva claustrofobicamente da una libertà che agognavo ma non conoscevo.

All’interno di questa stanza sono cresciuto con i miei mostri, i miei incubi e le mie preoccupazioni, riuscendo però a coltivare una speranza che col tempo mi ha dato la forza di reagire con la mia musica, le mie parole e costruendomi una vita dove riuscissi a camminare senza confini e con le mie gambe.

Girare questo video è stata una vera e propria catarsi rispetto a tutto quello che nel mio io umano, mentale e artistico avevo vissuto come dissidio.

(Il Cile)

 Video: La Fate Facile

http://vevo.ly/kLogpw

Il Cile si afferma con il brano “Cemento Armato”, anteprima del disco d’esordio “Siamo Morti A Vent’Anni”(2012). Partecipa alla 63° edizione del Festival di Sanremo con il brano “Le parole non servono più” aggiudicandosi il Premio Assomusica oltre al Premio Sergio Bardotti per il miglior testo in gara. Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo “Ho Smesso Tutto” (Kowalski editore). Nel 2014 pubblica ilsuo secondo album “In Cile Veritas”. Nel 2015 collabora nella scrittura e interpretazione del brano di J-AX “Maria Salvador”, hit estiva di quell’anno.

 

Harry Styles: quando la fama non sazia la fame di arte. La recensione del disco da solista

Harry Styles- cover album

Harry Styles- cover album

Che cosa può portare un giovane cantante come Harry Styles che, con gli One Direction ha conosciuto il successo planetario, ad avere il coraggio, e forse il buon senso, di fare una grossa marcia indietro e ripartire da zero in veste di solista? Due cose: la saggezza e la stanchezza. In un mini-ecosistema protetto dove tutto andava studiato a tavolino, la sensazione di libertà deve essersi ridotta proprio ai minimi termini. Ecco perché Harry Styles, così come Zayn Malik, ha sposato la pausa “a tempo indeterminato” del gruppo per mettersi a scrivere con calma soppesando i tempi ma anche i suoni per un lavoro che ha sorpreso un po’ tutti, detrattori compresi. “Non volevo fare errori ma soprattutto non volevo avere fretta perché negli ultimi tempi la fretta la faceva da padrona. Ci capitava spesso di scrivere mentre eravamo in tour. Stavolta volevo godermi il piacere di realizzare un album senza pressioni, non mi è mai capitato di sentirmi così libero”, ha dichiarato il giovane cantante e, a giudicare dal risultato, l’intento è stato più che rispettato.

Registrato tra Inghilterra, California e Giamaica sotto l’egida del noto produttore Jeff Bhasker (già con Ed Sheeran, Alicia Keys, Bruno Mars, P!nk e molti altri), cui si sono affiancati alla produzione Alex Salibian, Tyler Johnson and Kid Harpoon, l’omonimo disco del 23enne (Columbia Records) si presenta ricco di riferimenti ai suoni tipicamente britannici: si va dai beat beatlesiani degli anni ’60 (Carolina) al britpop più vicino ai millenials (Meet Me in the Hallway) passando per ampie manciate di glam rock cosparso di vibranti chitarre elettriche (Only Angel e Kiwi). No ai dj producer, no all’elettronica, no alla dance, no ai tormentoni, Harry Styles intende raccontarsi lasciando il giusto spazio alla manualità. Forte del contributo dei musicisti che hanno suonato nel disco e che saliranno sul palco insieme a lui nel corso del tour che avrà inizio a settembre ( il 10 novembre all’Alcatraz di Milano), il cantante modula la voce, riuscendo ad avvicinarsi anche alle atmosfere folk, così come avviene in “Tho Ghosts” e “Sweet creature” ma anche e soprattutto alle corde del cuore come in “Sign of the Times”, il brano che ha fatto da apripista al disco e che segna lo spartiacque tra il passato del cantante e questo promettente presente.

 Raffaella Sbrescia

Video: Sign of the Times

TRACKLIST

Meet Me in the Hallway

Sign of the Times

Carolina
Two Ghosts

Sweet Creature
Only Angel
Kiwi

Ever Since New York

Woman
From the Dining Table

Eurovision Song Contest 2017: la rivincita dell’autenticità con Salvador Sobral

Salvador Sobral vincitore dell'Eurovision Song Contest 2017

Salvador Sobral vincitore dell’Eurovision Song Contest 2017

“Essere o dover essere. Il dubbio amletico”, così si apre il testo di “Occidentali’s Karma”, la canzone con cui Francesco Gabbani ha gareggiato ieri sera sul palco dell’International Exhibition Centre di Kiev nell’ambito del Eurovision Song Contest 2017 classificandosi in sesta posizione e aggiudicandosi il premio della sala stampa. Chissà cosa sarebbe successe se Francesco avesse tradotto il testo in inglese, magari gli europei avrebbero capito il reale messaggio della canzone. Nel dubbio, è consolante sapere che se non il beniamino di casa, abbia vinto Salvador Sobral con “Amar pelos dois”. Se le sarcastiche riflessioni condite da una simpatica coreografia non hanno incontrato il favore di tante delle 42 giurie di qualità chiamate ad esprimere la propria preferenza, fa piacere constatare che la scelta sia ricaduta sulle emozioni. La canzone del cantautore portoghese, composta insieme a sua sorella, sancisce l’urgenza dell’empatia emotiva. Risulta scomodo scoprirsi rinunciando ai lustrini, risulta audace, quasi pericoloso, esporsi in prima persona mettendo a nudo le proprie fragilità eppure, alla fine dei conti, è proprio questo che ci unisce, aldilà dei confini geografici e culturali. “Celebrate Diversity”, citava lo slogan dell’Eurovision, a questo punto in un mondo intriso di musica “usa e getta” è giusto riportare l’attenzione sull’autenticità, sull’urgenza espressiva, sulla condivisione del dolore. A ribadirlo è lo stesso Sobral proprio durante il discorso di ringraziamento alla fine della kermesse più caciarona dell’anno: “Credo questa potrebbe essere una vittoria per la musica, per le persone che fanno musica con un significato. La musica non è fuochi d’artificio, la musica è fatta di sentimenti, quindi cerchiamo di invertire la rotta e restituire alla musica il suo valore”. Amen, per dirla alla Gabbani.

 Raffaella Sbrescia

Video: Amar pelos dois

Renzo Rubino live a Milano: tra gioco, emozione e incanto

Renzo Rubino live @ Il Serraglio - Milano

Renzo Rubino live @ Il Serraglio – Milano

“Quando ero bambino, nella mia casa in Puglia c’era un pianoforte vecchio e scordato. Quello era per me il giocattolo più grande, qualcosa che potevo manipolare in maniera autonoma. All’inizio quel vecchio piano poteva generare solo 4 note ed erano proprio quelle quattro note a farmi compagnia. Nel tempo i miei genitori l’hanno aggiustato ma quelle quattro note mi sono rimaste nel cuore. Questo per dirvi: perché faccio musica? Lo faccio per gioco”. Così Renzo Rubino ha spiegato la scorsa notte al pubblico del Serraglio di Milano cosa significa per lui fare musica nell’ambito de “Il Gelato dopo il mare tour”. Gioco sì ma neanche poi tanto, le canzoni composte dal cantautore pugliese sono scritte seguendo il flusso dei pensieri e il battito del cuore. Nel corso di una serata fuori dal tempo, l’artista ha coinvolto i suoi musicisti e gli spettatori in un percorso avulso da scalette e siparietti costruiti a tavolino, anzi, si è sentito così a casa da lasciare da parte i costumi per un momento di autentica condivisione. Il suo racconto è partito dal caos per giungere ad una risoluzione logica e irreversibile, così come lo sono i ritornelli delle sue canzoni. Estroverso ma riflessivo, giocherellone ma attento ai dettagli, ironico ma sentimentalista, Renzo Rubino si è allontanato dai lustrini per dare spazio ai suoni e agli strumenti, almeno una trentina, avvalendosi, tra l’altro di una ricchissima sezione di fiati curata dal bravissimo Mauro Ottolini, che ha anche partecipato agli arrangiamenti dei brani contenuti nell’ultimo album di inediti di Rubino, prodotto da Taketo Gohara. L’atmosfera del club si rivela la più congeniale a Renzo che, attraverso la sua personalità variegata, le sue incursioni citazioniste, gli aneddoti di una vita e le parole più dolci possibili ha ipnotizzato lo spettatore all’interno di un contesto intimo traghettandolo in una dimensione leggera, ovattata, capace di mettere a proprio agio anche i meno convinti.

Raffaella Sbrescia

Thegiornalisti live a Milano: il trionfo del pop fatto in casa

Thegiornalisti live @Mediolanum Forum - Milano

Thegiornalisti live @Mediolanum Forum – Milano

Dopo mesi di attesa e tam tam mediatico, infinite attese sotto la pioggia alla cassa accrediti e al ritiro biglietti, si è consumato il concerto dei Thegiornalisti al Mediolanum Forum di Milano. Con un palazzetto strapieno in ogni ordine di posto, la band capitanata da Tommaso Paradiso si è goduta un punto di arrivo tanto importante quanto ineludibile. Emblemi di una generazione intera, quella che prova a trovare un baricentro in un contesto privo di certezze, i tre ragazzi si sono fatti strada nel cuore del pubblico italiano in modo radicato e profondo. Fenomeno di stagione, sicuramente, grazie al successo radiofonico dell’album “Completamente Sold out” ma forse anche qualcosa in più. L’accentratore delle attenzioni è il cantante e frontman della band Tommaso Paradiso che nell’arco di circa due ore è riuscito a mostrare tutta una serie di sfaccettature della propria personalità: sfrontato, brillante, caciarone, decadente, puntiglioso, ironico, emozionante, insofferente. Questo artista è un conglomerato di elementi che se da un lato affascinano, dall’altro disturbano. Le sue canzoni oscillano tra la disperazione e l’esaltazione, i sentimenti sono spesso estremizzati e in questa miscela liquida, priva di mezze misure, il pubblico ritrova la propria dimensione abbassando le difese. Tra synth di chiaro stampo anni ’80 ed emozioni millenial, il pubblico riconosce e abbraccia la band del momento che, però, ha tutto un pregresso da raccontare.

Thegiornalisti live @Mediolanum Forum - Milano

Thegiornalisti live @Mediolanum Forum – Milano

A metterlo agli atti è proprio Tommaso Paradiso che, nell’annunciare il momento acustico del concerto precisa: “Molti di voi ci seguono da tanto tempo, molti altri invece no. Ecco volevamo mostrarvi come siamo nati: tre seggiole di paglia a casa di mia madre e tanti sogni in tasca”, racconta Paradiso insieme ai soci Marco Primavera e Marco “Rissa” Musella. “E menomale”, “Autostrade umane”, “Io non esisto”, sono le canzoni scelte per il medley “dedicato al periodo in cui eravamo intelligenti”, spiega con pungente ironia Tommaso Paradiso, sempre pronto a puntualizzare contro gli haters e a sottolineare il successo dei propri brani mettendo in evidenza i cori con cui tutto il Forum ha cantato a squarciagola.

Thegiornalisti live @Mediolanum Forum - Milano

Thegiornalisti live @Mediolanum Forum – Milano guest. Elisa

Un’ampia parentesi va dedicata anche agli ospiti del concerto: si va dal djset di Calcutta in apertura, al set chitarra e voce degli Shazami (Federico Russo e Francesco Mandelli), all’autore sforna hit Dario Faini, al pianoforte per il nuovo brano “Senza”. Momento di scambio intergenerazionale con Luca Carboni sulle note di “Proteggi questo tuo ragazzo” e “Luca lo stesso”, scritto insieme a Tommaso. Breve ma intensa l’apparizione di Elisa per il bel pezzo “Tra la strada e le stelle”. Realmente esplosiva l’esibizione di Fabri Fibra con la hit estiva “Pamplona”. Il rapper ha travolto il Forum come un tornado, nessuno è riuscito a trattenersi per un tripudio di cori, braccia e coriandoli. Più che un concerto, quello dei Thegiornalisti è un mega party in casa: è lo stesso Tommaso Paradiso a spiegare che un posto così lo si può affrontare solo sentendosi come a casa propria e, in effetti, non si è smentito né con le parole né con i fatti. Tra i brani da segnalare in scaletta “Fatto di te”, “Io non esisto”, Il tuo maglione mio” ma soprattutto “Sold out” e la ormai celeberrima “Completamente”, la canzone che ha trainato i Thegiornalisti sull’olimpo della discografia italiana e che in qualche modo si fa manifesto di chi “senza una strada, senza una meta” prova ancora a credere nell’amore vero. A questo punto viva il pop e chi sa farlo bene.

 Raffaella Sbrescia

La scaletta

Senza (con Dario Faini)
Vieni e cambiami la vita
Mare Balotelli
Fine dell’estate
L’ultimo grido della notte
Disperato
Sbagliare a vivere
“L’importanza del cielo
Medley acustico: E menomale / Autostrade umane / Io non esisto
Proteggi questo tuo ragazzo (con Luca Carboni)
Luca lo stesso (con Luca Carboni)
Non caderci mai più
Fatto di te
Sold out
Per lei
Tra la strada e le stelle (con Elisa)
Il tuo maglione mio
Pamplona (con Fabri Fibra)
Non odiarmi

BIS:
Promiscuità
Completamente
Balla

Il terzo tempo di Omar Pedrini in “Come se non ci fosse un domani”. Intervista

Cover album Pedrini

Cover album Pedrini

La vita sa metterti a dura prova ma da qualche parte devi sempre riuscire a tirare fuori la forza per andare avanti. Quando la trovi, devi usarla per te stesso, certo, ma anche e soprattutto per chi ti sta intorno. Ecco, forse da qui nasce “Come se non ci fosse un domani”, il nuovo album di Omar Pedrini, in uscita domani 12 maggio per Warner Music. Si definisce vintage, lo zio Rock, così amano chiamarlo i suoi fan. Lui, a quasi 50 anni e con due interventi a cuore aperto all’attivo, si è rimesso in carreggiata con un disco che richiama le atmosfere e i toni degli anni ’70 ma che invece trova ispirazione nei grandi dilemmi che scandiscono i nostri giorni privi di certezze. Ecco cosa mi ha raccontato negli uffici Warner di Milano.

Intervista

Ti aspettavamo da tanto tempo. Cosa ti ha spinto a tornare?
Questo album è nato più per urgenza che per consapevolezza. L’ho scritto con la pancia, quasi in contemporanea con l’ultimo incidente cardiaco che mi è occorso. Tutti i brani di questo album sono nati da lì tranne “Un gioco semplice” che avevo già registrato. Ricordo benissimo quel giorno mentre ero in ambulanza a vele spiegate e non riuscivo a stare sdraiato. Ero a Bologna, ripensavo ai mitici anni ’90, a quando tutte le porte mi si aprivano davanti, ho pensato a Freak Antoni e a quanto mi mancasse lui e l’atmosfera di quegli anni. Questo brano è molto più di una dedica, non ho mai intitolato una canzone con un nome proprio di una persona, stavolta era l’occasione giusta.

La canzone in questione ha avuto dei riscontri da parte degli Skiantos?
Sì, mi ha contattato Dandy Bestia, altro membro importante del gruppo. Abbiamo suonato insieme il brano e forse verrà inserito nel loro disco. Quest’estate dovrebbe essere inaugurata la statua dedicata a Freak Antoni immortalato nelle vesti di direttore d’orchestra seduto su un water. Mi piacerebbe suonare la canzone in occasione dell’inaugurazione. Ho provato a portare il brano anche all’ultimo Festival di Sanremo, sapevo che Freak avrebbe voluto andarci ad ogni costo ma purtroppo il brano non è stato accettato.

Quali sono le riflessioni che hanno scandito la realizzazione di questo progetto?
La valutazione più importante che ho fatto è che sono uno che non molla mai. I miei fan mi chiamano zio rock ma da sempre sono “il guerriero”. In questo disco istintivo racconto del mio senso di incertezza. Quando sono stato operato mi hanno detto che avrei potuto suonare ancora ma senza spingere troppo, io sono un rocker, o suono al massimo o niente. I filosofi dicono “vivi ogni giorno come fosse l’ultimo”; ecco questo concetto ormai ci abbraccia un po’ tutti. La parola chiave di questo ragionamento è nel singolo: mi sveglio e sento che ho già paura.

Quindi questo filo conduttore attraversa tutti i brani?
Questo non è un concept album eppure i brani parlano dello stesso argomento visto da angolazioni diverse. La paura è in ciascuno di noi, c’è paura della guerra, del terrorismo, dell’altro, di arrivare a fine mese. Ho provato anche io la sensazione di stare “col culo per terra” quando non potevo lavorare per motivi di salute. Poi c’è anche la paura per la salute della terra, l’uomo sta distruggendo tutto e nessuno fa niente.

Alla luce di questi ragionamenti, come hai fatto a scrivere il brano “Sorridimi?
Vero, anche i titolo sono apocalittici. Beh, una mattina ero molto pensieroso, non riuscivo a pensare al futuro poi mia figlia Emmadaria di quattro anni mi è saltata in braccio stampandomi un sorriso in faccia e mi sono convinto che avrei fatto qualcosa per reagire. Cerco di dare segnali e dritte a lei, a mio figlio Pablo e a tutti i ventenni. Mio figlio mi parla su whatsapp, dal vivo non mi riesce a dire cose che invece abitualmente mi scrive. Da ragazzo mio padre mi parlava, mi invitava a pranzo e mi metteva ansia anche il solo pensarci. I ragazzi di oggi si sono chiusi in loro stessi, fanno una rivoluzione al contrario. Da giovane volevo fare il giornalista, appena iscritto alla facoltà di Scienze Politiche c’erano già le fazioni in cui avrei dovuto schierarmi. Qualcuno mi disse: non ti occupare di politica, sarà lei a occuparsi di te. E così è stato.

Quindi qual è la tua opinione dei giovani moderni?
Io credo nei giovani, non sono come chi dice che i giovani di oggi non valgono un cazzo. Ai miei tempi dovevi essere impegnato, oggi sono pacifista. Ho fatto la mia scelta dopo un incontro con i monaci tibetani ma, attenzione, essere buoni non vuol dire essere deboli. Sono nato incendiario e morirò piromane. Ai giovani dico: uscite e combinate qualcosa, qualunque cosa. Ho un bellissimo ricordo della sfilata dei ragazzi dei Liceo Manzoni di Milano. Purtroppo i giovani si sono persi nel mondo digitale, non sanno come organizzarsi, non si aggregano più, ci sono tanti mini-gruppi, non fanno più rete.

Cosa ci dici di tutte le tue altre attività?
In questo momento ho deciso di concentrarmi sulla musica. Per tanti anni sono stato un cane sciolto, avevo il mio ufficio stampa e mi gestivo tutto da solo. Ora con il mio manager ho scelto di focalizzare l’attenzione sulla mia attività primaria, la musica è mia moglie le altre arti sono le amanti. Quando ho realizzato che potevo cantare ancora, mi sono sentito un esordiente al secondo album. Sono stato per 8 anni in un angolo, conto di continuare ad insegnare perché quello potrebbe essere il mio piano B ma ora mi godo questa seconda vita che, da appassionato di rugby, mi piace chiamare “terzo tempo”.

Omar Pedrini

Omar Pedrini

Come è venuto fuori il brano scritto da Ferlighetti?

Come sapete, Lawrence mi aveva già regalato due reading nei miei dischi. Lui ha 98 anni e vive a San Francisco ma quando sono stato male mi ha scritto una lettera che mi ha dato tanto coraggio. Un giorno, durante uno dei suoi incontri, era vestito da cowboy e un bambino gli si è parati davanti chiedendogli se fosse un cowboy vero. A quel punto Lawrence è rimasto spiazzato di fronte alla domanda che lo poneva di fronte all’assenza di un cavallo. Quindi ha spiegato al bimbo che lui cavalca tutti i giorni un cavallo invisibile e lì è nata “Desperation Horse”, un brano che mi ha donato e che ho rispettosamente lasciato in inglese.

Un buon auspicio per il nuovo tour?

La vera tourneè partirà a settembre. Voglio accompagnare questo disco come un bambino, farò un mese di incontri in Feltrinelli, in estate parteciperò a dei Festival e farò un po’ di date in Inghilterra.

A proposito come è andata la collaborazione con Noel Gallagher degli Oasis?
Il legame con l’Inghilterra è sempre stato molto forte, spesso una sorta di tallone d’achille. Eppure stavolta mi ha messo in contatto con Noel e il management degli Oasis. Ci frequentiamo spesso e mi sono divertito a realizzare la versione italiana di “Simple Game of a Genius”, un brano che aveva inciso solo per il mercato giapponese.

Chiudiamo questa intervista con una nota in merito ai suoni che hai scelto per questo album…
I suoni hanno una matrice anni ’70, ho cercato di fare un lavoro per sottrazione immaginando le canzoni come se fossi già sul palco a suonarle. Ora che ho una casa discografica mi piacerebbe farmi produrre da qualcuno, magari da qualche inglese e imparare cose nuove.

Raffaella Sbrescia

Questa la track list di “Come se non ci fosse un domani” :
1. Come se non ci fosse un domani
2. Fuoco a volontà
3. Dimmi non ti amo
4. Il cielo sopra Milano
5. Un gioco semplice
6. Angelo ribelle
7. Desperation Horse
8. Ancora lei
9. Freak Antoni
10. Sorridimi

Video: Come se non ci fosse un domani

 

Le date degli instore:

Dal 12 maggio Omar Pedrini incontrerà i fan negli store delle principali città Italiane : il 12 maggio a Torino alla Feltrinelli di Piazza CLN 251 h.18.30; il 13 maggio a Brescia alla Feltrinelli di Corso Giuseppe Zanardelli, 3 h.17.00 ; il 14 maggio a Verona alla Feltrinelli di Via Quattro Spade, 2 h.11.30 ; 15 maggio a Padova alla Feltrinelli di via San Francesco 7 h. 18.00; il 16 maggio a Milano ala Feltrinelli di Piazza Piemonte 2 h.18.30; 17 maggio a Bologna alla Feltrinelli di Piazza Ravegnana h. 18.00; 18 maggio a Firenze Feltrinelli RED di piazza della Repubblica h.18.30; 19 maggio a Genova Feltrinelli di via Ceccardi 16 h.18.00; il 23 maggio a Roma alla Feltrinelli di via Appia Nuova 427 h.18.00; il 24 maggio a Bari alla Feltrinelli di via Melo 119 h.18:30.

Amy Macdonald: “Con Under Stars provo a farvi sorridere e commuovere”. Intervista

Amy Macdonald

Amy Macdonald

Lei è una cantastorie scozzese e “UNDER STARS” è il titolo del suo quarto album. Stiamo parlando di Amy Macdonald, la cantautrice che a 29 anni vanta 5 milioni di dischi venduti nel mondo a partire dall’esordio nel 2008 con il successo internazionale di “This is the Life”. L’abbiamo incontrata negli uffici di Universal Music a Milano, ecco cosa ci ha raccontato.

Intervista
Ciao Amy, come ti senti a questo punto della tua carriera?
Stento a realizzare che siano passati tanti anni dal mio esordio. Essere qui a parlare del mio quarto album è un traguardo importante che mi dà la possibilità di rendermi conto in maniera tangibile dei passi che sono riuscita a fare fino ad oggi. L’esperienza professionale non ha cambiato la mia personalità e la mia essenza. Frequento gli amici di sempre e ho mantenuto un forte legame con la mia città.

Cosa stimola la scrittura delle tue canzoni e con quale obiettivo componi i tuoi brani?
Amo lasciarmi ispirare da tutto quello che faccio e dai luoghi in cui mi imbatto. Ogni brano dell’album ha una sua storia e deriva direttamente da esperienze che ho vissuto da sola o con degli amici. In genere immagazzino pensieri e idee e poi aspetto di trovarmi a casa, a Glasgow, per mettermi comoda e mettere nero su bianco tutto quello che ho vissuto.

Ad esempio?

“Dream On” è dedicata ad una mia amica che ha attraversato un momento molto duro. La canzone in realtà contiene un potente messaggio di speranza e spero di essere riuscita ad infonderle coraggio. Diverso è, invece, il caso di un altro brano come “Down By The Water” ispirato da una conversazione incentrata sulla perdita di qualcosa o qualcuno. Il brano è nato molto velocemente, aveva un forte senso di urgenza al suo interno eppure quando l’ho inciso la prima volta non lo percepivo più allo stesso modo. Questo è il motivo per cui mi sono presa il rischio di fermare i lavori di produzione del disco per rifare questa canzone al meglio; posso dire che il risultato mi ha dato ragione.

Amy Macdonald

Amy Macdonald

Come è nato questo album e quali sono le caratteristiche che contraddistinguono l’intero progetto?

Ogni brano nasce da momenti precisi ma completamente diversi tra loro. Il filo conduttore che attraversa la tracklist è il desiderio di positività. Mi stimola l’idea di scrivere brani che possano far sorridere e commuovere chi le ascolta. Il processo di scrittura è iniziato nel 2015, subito dopo la fine del tour precedente. Mi sono presa tutto il tempo necessario per poter fare qualcosa che soddisfacesse me per prima. Molti mi hanno fatto notare un’evoluzione del suono dal folk al pop/rock ma credo che la cosa sia dipesa dal fatto che, a differenza degli altri album in cui ho lavorato in autonomia, stavolta ho collaborato con alcuni dei miei musicisti sin dalla fase di scrittura dei testi. Per questo motivo i demo delle canzoni erano già più corposi e strutturati e ho voluto lasciarli così anche nella versione finale del disco.

Cosa ci racconti della tua esperienza in tour? Come vivi il contatto con il pubblico quando sei sul palco?
Il live è sicuramente il momento che preferisco di più in assoluto. Amo esibirmi e coinvolgere le persone con la mia musica insieme alla mia band.

Ti vedremo in Italia?
Non ci sono ancora delle date fissate ma mi farebbe davvero piacere venire a suonare da voi. Tempo fa ho partecipato a qualche show e a qualche Festival in Italia e ne conservo un ottimo ricordo. Spero sia di buon auspicio per il futuro!

 Raffaella Sbrescia

Video: Dream On

Vietato morire tour: la consacrazione di Ermal Meta

Ermal Meta live @ Alcatraz - Milano ph Francesco Prandoni

Ermal Meta live @ Alcatraz – Milano ph Francesco Prandoni

La lunga attesa è valsa la resa. Il live di Ermal Meta all’Alcatraz di Milano si è felicemente consumato celebrando liturgicamente il rito della sacra condivisione di emozioni in musica. Con una scaletta energica, serrata e curata, il cantautore di origine albanese non ha lasciato nulla al caso riempiendo di entusiasmo e di gioia gli occhi delle migliaia di persone accorse al club meneghino per ascoltarlo. Accompagnato da Emiliano Bassi alla batteria, Andrea Vigentini alla chitarra e ai cori, Dino Rubini al basso, Marco Montanari alla chitarra e Roberto Cardelli alla tastiera e al pianoforte, Ermal Meta si è alternato tra chitarra e pianoforte mettendo in risalto non solo le sue doti canore ma anche la sua essenza di musicista. A scandire l’ottima performance dell’artista, una maniacale cura per il dettaglio e per la qualità del suono, due plus che hanno completato e arricchito un’offerta artistica di grande livello e di forte impatto emotivo.

Il concerto è iniziato subito con “Odio le favole”, il grande successo sanremese con cui Ermal Meta è ufficialmente uscito allo scoperto dopo l’esperienza con La Fame di Camilla e le tante collaborazioni in veste di autore. A seguire “Pezzi di paradiso”, l’intensa crudezza di “Lettera a mio padre” e la grinta di “Gravita con me”. Galvanizzato dalla fortissima e costante partecipazione del pubblico, l’artista non si è risparmiato un solo attimo: “Piccola anima”, “Ragazza paradiso”, “Bob Marley” e “Voodoo love” racchiudono il blocco che celebra la magia della normalità. Di gran classe l’intro di “Volevo dirti” con il sassofonista Luca Brizzi al sax soprano. Il momento topico del concerto è stata la parentesi acustica dedicata a “New York” ma soprattutto a “Amara terra mia” di Domenico Modugno che, cantata nella sublime versione con cui Ermal ha conquistato la serata delle cover dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, rappresenta un’esperienza di ascolto che risulta difficile da poter descrivere a parole. L’intensità vocale ed interpretativa con cui l’artista canta questo brano può forse valere l’intero concerto; provare per credere. A stemperare i toni, “Umano” sulle cui note la band è rientrata sul palco. Gradita la scelta di mettere in scaletta anche dei brani risalenti ai precedenti con la band La fame di Camilla come “Buio e luce” e “Come il sole a mezzanotte”. Naturalmente immancabile il brano valso il terzo posto a Sanremo “Vietato morire”. A seguire “Rien ne va plus”, “Schegge” ma soprattutto la perla del suo ultimo disco, ovvero “Voce del verbo“: una ballad autentica, intensa e viva al punto di sapersi trasformare in un viaggio onirico grazie ad una fiammante coda strumentale, brillantemente riproposta anche dal vivo col supporto di visuals creati ad hoc. L’ultimo scorcio del concerto è dedicato a “La vita migliore”, “Bionda” e ad una nuova versione del brano “Straordinario” che Ermal aveva regalato a Chiara Galiazzo. Grato al punto di scendere ad abbracciare personalmente il proprio pubblico, Ermal Meta riscuote l’affetto e il successo meritato godendosi un coro unanime sulle note di “A parte te”, il bellissimo brano che chiude il concerto e sancisce un patto bilaterale basato su un mutuo scambio di emozioni sgorgate direttamente dal cuore.

Raffaella Sbrescia

 

Scriverò il tuo nome live: il secondo round di Francesco Renga

Francesco Renga live @ Mediolanum Forum - Milano

Francesco Renga live @ Mediolanum Forum – Milano

Dopo il grande successo dei live del 2016, il 5 maggio Francesco Renga è ripartito in tour dal Mediolanum Forum di Assago (MI) con “SCRIVERO’ IL TUO NOME Live nei Palasport”, dove tutto è iniziato lo scorso 15 ottobre con un debutto sold out in prevendita. Dopo la data milanese, il tour (organizzato da F&P Group) proseguirà con altri cinque concerti nei principali Palasport italiani, toccando città dove Francesco si esibirà per la prima volta per raggiungere e riabbracciare tutti i suoi fan: il 16 maggio sarà al Palapartenope di Napoli, il 18 maggio al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 20 maggio al Pala Alpitour di Torino e il 22 maggio alla Unipol Arena di Bologna. Inoltre, il 6 giugno Francesco Renga sarà tra gli artisti premiati ai prossimi Wind Music Awards 2017 che si terranno a Verona.

Nel corso dei prossimi live ci sarà la partecipazione di Elodie, con cui Francesco Renga proporrà live il brano “Così Diversa”, mentre a Firenze e Bologna per l’occasione saranno ospiti l’amico Giorgio Panariello e il cantautore Luca Carboni.

Il nome dell’amore è il centro di tutto e diventa leit motiv dello show che si svolge su un main stage A e su uno stage B che Francesco definisce “sala prove”, dedicato esclusivamente a un set acustico più intimo. Quasi 40 brani per più di due ore di live in cui Francesco Renga mette la sua voce al servizio delle parole e delle melodie. Alle sue spalle si alternano immagini di vita, istantanee, lancette che scandiscono il tempo e contributi live.

Durante il concerto sarà possibile riascoltare i più grandi successi che hanno reso Francesco Renga uno degli artisti italiani più apprezzati dal pubblico e i brani di SCRIVERÒ IL TUO NOME LIVE (Sony Music), il primo album live di Francesco Renga uscito il 28 aprile, che contiene 16 grandi successi e tre brani inediti: “NUOVA LUCE”, “NON PASSA MAI” e “COSI’ DIVERSA” Feat. Elodie.

Montaggio live:

La band che accompagnerà Francesco Renga è composta da Fulvio Arnoldi alla chitarra acustica/tastiere, Vincenzo Messina al piano/tastiere, Stefano Brandoni ed Heggy Vezzano alle chitarre, Phil Mer alla batteria e Gabriele Cannarozzo al basso.

I concerti nei palasport anticipano il tour estivo, che vedrà Francesco Renga esibirsi nelle location più prestigiose d’Italia (Brescia, Roma, Udine, Villafranca, Cremona, Genova, Forte dei Marmi, San Pancrazio Salentino, Trani e Taormina).

Per informazioni: www.fepgroup.it e www.francescorenga.it.

Soul System: l’avventura live inizia ai Magazzini Generali. Il report

Soul System live @ Magazzini Generali - Milano

Soul System live @ Magazzini Generali – Milano

Avevamo lasciato i frizzanti Soul System mentre festeggiavano la vittoria di X Factor. Li abbiamo ritrovati sul palco dei Magazzini Generali di Milano dopo una manciata di mesi trascorsi a lavorare in studio insieme al produttore Antonio Filippelli. Leslie, Jiggy, Alberto, Joel e David sono quasi pronti a pubblicare il disco d’esordio ma nel frattempo hanno scelto di scaldare i motori con un live divertente ed energico. In scaletta, naturalmente, tutti i brani che hanno scandito il loro percorso nel talent targato Sky ma anche qualche inedito che ha reso molto bene l’idea di quello che andremo ad ascoltare tra poche settimane. Il sound dei Soul System unisce Hip Hop e R&B, Funk e Pop e, sebbene non inventi nulla di nuovo, riesce comunque a risultare fresco e convincente. I contenuti sono acerbi ma la chimica che unisce il gruppo è ben rodata e si sente. Il gruppo multietnico e multiculturale, formato da quattro elementi di origine ghanese affiancati da un batterista veronese, ha individuato i propri punti di forza grazie ad un rapporto di amicizia e di lavoro che dura da diversi anni. La stima, la forza di volontà e voglia di sudare donandosi sul palco sono gli elementi su cui si concentra il loro show. Bello sentirsi parte di un tutto, ora rimane da scoprire cosa avranno da dirci nel loro disco e cosa ne penserà il pubblico su larga scala. Nel frattempo potrete andare a sentirli dal vivo il 13 maggio – Torino, Piazza San Carlo; 10 giugno – Valdobbiadene (TV), Villa dei Cedri; 15 luglio – Asti, Astimusica; 17 luglio – Rimini, Rose & Crown Festival; 3 agosto – Pavullo nel Friganano (MO), Festa Provinciale ASOP; 20 agosto – Monopoli (BA ), Coccaro Beach. Il tour è prodotto da Massimo Levantini e Gaetano Puglisi per Live Nation.

Raffaella Sbrescia

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