Al via il Festival di Sanremo 2024. Per la prima serata, protagonista il co-conduttore Marco Mengoni: “Sarò me stesso, quello che cerca di essere sempre serio ma poi è umano e goffo, ci sarà quindi verità”.

Tutto pronto. Prenderà il via questa sera l’edizione n. 74 del Festival di Sanremo. Sul palco, oltre a tutti  30 artisti in gara, ci saranno diversi ospiti per dare spazio a momenti di riflessione dedicati a chi ha attraversato momenti difficili ma anche all’attualità a tutto tondo: la mamma di Gianbattista Cutolo, un omaggio a Toto Cutugno, la sciatrice Federica Brignone. Attesissimo co-conduttore della serata il cantante e vincitore della scorsa edizione Marco Mengoni che sarà indiscusso protagonista del palco del teatro Ariston in diversi momenti.

La musica è la priorità dei miei Festival – spiega il diretto artistico e conduttore Amadeus- parto dalle canzoni con l’obiettivo che siano assolutamente attuali. Per ringiovanire una rete, devi rivolgerti ai giovani, parlare il loro linguaggio sapere cosa gli piace e far sì che non sia disdegnato dalle generazioni più grandi. Sono strafelice di iniziare il Festival con Marco Mengoni, lo stimo, lo ammiro e il suo successo non ci sorprende. Marco è cresciuto tantissimo, da tempo riempie gli stadi ma è anche un ragazzo simpatico, stasera canterà ovviamente ma andiamo a divertirci, presenterà le canzoni e consegnerà anche i fiori  ai suoi colleghi. Mi piace l’idea della musica dentro la musica, stasera ci saranno i giornalisti a votare mi auguro che queste canzoni viaggino con una velocità pazzesca e che tra qualche anno si possano ancora ascoltare. Amo questo luogo, amo il Festival , ci sto bene ma credo anche che bisogna chiudere un ciclo per ricaricarsi pensare a cose nuove. Voglio ricominciare ad avere tempo per fare cose che possano darmi nuove emozioni, sono alla ricerca di qualcosa di nuovo. Spero che questo cerchio si chiuda con risultati piacevoli, per il resto son sereno”.

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Molto emozionato Marco Mengoni: “Farò un po’ di cose, ovviamente il mio mestiere, cioè fare musica: canterò “Due vite” con una bella scenografia in una dimensione lunare e poi ci saranno un po’ di canzoni che mi hanno permesso di essere qui oggi. Nel frattempo cercherò di sbagliare meno nomi possibili e non impappinarmi, ci divertiremo è questo il motto per la prima serata. Sarò me stesso, quello che cerca di essere sempre serio ma poi è umano e goffo, ci sarà quindi verità. Il mio stile estetico rispecchia il modo di vivere e di essere. Faccio terapie settimanali in cui mi confronto con me stesso. Sembro più giovane nel vestirmi perché sto cercando questa parte in me stesso e la sto tirando fuori. Per tanti anni sono stato un po’ troppo severo e aggressivo con me stesso, vorrei divertirmi e non pensare sempre al numero e a quello che questo mondo per forza di cose ha, ovvero pressione e aspettativa. Voglio farlo per le persone che non ho più, per quelli che non se lo possono permettere e godermi la vita. Vorrei pensare un po’ meno e buttarmi nella leggerezza. Sono contento di essere me, nel bene e nel male”.

Raffaella Sbrescia

Pino è: solo Pino Daniele può cantare Pino Daniele. Allo Stadio San Paolo di Napoli i blasoni del pop italiano sfigurano mestamente

pino è

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Partiamo da un assunto semplice: solo Pino Daniele può cantare Pino Daniele. Il concerto tributo “Pino è” allo Stadio San Paolo di Napoli nasce con l’intento di omaggiare la sua persona e la sua musica, ha una finalità benefica ma il pubblico di Rai 1 ha percepito tutt’altro e giustamente, direi. I cantanti coinvolti, mossi da un sincero spirito di amicizia e stima nei confronti di uno degli musicisti più grandi di sempre, hanno voluto esserci e esporsi cimentandosi in un repertorio assolutamente unico e inimitabile. Cantare Pino Daniele significa impregnarsi l’anima, sporcarsi la voce e inumidirsi gli occhi. La lingua, quel napoletano così ostico e così autentico, così ricco e così vivace, così pieno e così difficile da imitare diventa il limite più grande e più insormontabile per tanti, troppi di quegli artisti blasonati e quotatissimi. Il confronto è impietoso, in tanti sfigurano mestamente, su tutti Jovanotti, Ramazzotti, Gianna Nannini, Claudio Baglioni, Ornella Vanoni. Ad uno ad uno cadono di fronte all’incapacità di rendere anche solo alla lontana quella magia e quell’incanto che hanno stregato diverse generazioni. Straniscono gli interventi di comici chiamati a trovare collegamenti dove non ce ne sono. Particolarmente fuori luogo il monologo pietoso di Enrico Brignano, il più fischiato della serata.
Cosa possiamo dire ai tipi di Friends and Partner e a Fernando Salzano? Questo non era il saggio di fine anno, era l’occasione per mettere in mostra i gioielli più rari, di chiamare sul palco artisti e gente che Napoli la conoscono, la vivono sulla propria pelle, la sanno e la possono cantare proprio come amava fare Pino Daniele. Con le parole, con le note ma soprattutto con i silenzi. Dispiace constatare che questa serata è stata un’occasione sprecata, un momento di raccoglimento e aggregazione che ha fatto strabuzzare gli occhi a chi in questi trent’anni si è innamorato di Pino e lo porterà sempre nel proprio cuore. Se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, l’azzardato paragone ha messo in risalto l’inarrivabilità di musiche e testi nati dalla penna e dalla voce di un uomo e poeta che ha scritto pagine eterne di musica vera e non di plastica. Bando alla retorica, con le emozioni non si scherza. Ai più giovani consiglio di ascoltare i dischi di Pino e, nel caso, di guardare il docu-film “Il tempo resterà”.

Raffaella Sbrescia

Video intervista a Tommy Kuti: Ironia, politica e verità in “Italiano vero”

Tommy Kuti

Tommy Kuti

Non si tratta dell’ennesimo rapper. TOMMY KUTI, all’anagrafe Tolulope Olabode Kuti, pubblica “Italiano vero” per Universal Music Italia e segna un passo importante già all’esordio. Il motivo di questa affermazione risiede nel fatto che Tommy è un rapper afroitaliano di origini nigeriane e si fa portavoce dei cosiddetti “nuovi italiani” di seconda generazione che non trovano spazio nella società, che non vedono riconosciuti i propri diritti di cittadini italiani e che non riscontrano l’attenzione dei media, troppo accaniti sempre e solo sui fatti di cronaca nera. Attraverso uno stile diretto e rime non scontate, Kuti intende fare su luce su questa questione ma anche su temi di integrazione socio-politica multirazziale. Il disco spazia dal cantautorato Italiano, al sound impegnato del rap francese, mischiate alla trap tradizionale. Tra i plus, il fearuring con Fabri Fibra nel brano “Clichè”, una traccia che spara in faccia una serie di scomode verità. Un esordio che non passerà inosservato.

Video intervista:

Questa la tracklist del disco, mixato e masterizzato da Marco Zangirolami:
1. Forza Italia (prod. 2ndRoof)
2. Il Disco di Tommy (Prod. Pankees)
3. The Way I Am (Prod. 2nd Roof)
4. Skit Clichè (Prod. Marco Zangirolami)
5. Clichè (feat. Fabri Fibra) (Prod. Pankees)
6. Afroitaliano (Prod. Pankees)
7. Hassan (Prod. Pankees)
8. La Bella Italia (Prod. Yves The Male)
9. La Pelle (Prod. Medeline)

 

Claudia Cantisani presenta “Non inizia bene neanche questo weekend” al Blue Note

claudia-cantisani

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Domenica 8 aprile-ore 21.00- la vocalist e compositrice jazz Claudia Cantisani presenterà nello storico jazz club Blue Note Milano il secondo lavoro discografico, “Non inizia bene neanche questo weekend” (La Stanza Nascosta Records, 2018), pubblicato lo scorso 10 marzo.

Fedele al mood swingante e jazzy, che è il suo marchio di fabbrica, Cantisani proporrà al Blue Note alcuni brani del precedente Storie d’amore non troppo riuscite (Crocevia di Suoni Records, 2014) e del recentissimo Non inizia bene neanche questo weekend (La Stanza Nascosta Records, 2018); non mancherà qualche incursione nei repertori di Conte e Caputo, particolarmente congeniali all’artista, e una personalissima versione della kurtweilliana Mack the knife, già interpretata- tra gli altri- da Ella Fitzgerald, Mina e Marianne Faithfull.

Claudia Cantisani (voce e armonica) sarà accompagnata sul palco da:

Felice Del Vecchio-pianoforte

Tony Arco-batteria

Valerio Della Fonte -contrabbasso

Felice Clemente- sax e clarinetto

Andrea Baronchelli- trombone

Ospiti:

Franco Finocchiaro-contrabbasso

Antonello Fiamma-chitarra

Martino Pellegrini-violino

“Napoli Velata” di Ozpetek e la pregevole colonna sonora di Catalano

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Barocco, rococò, opulenza e miseria dell’animo umano. Ferzan Ozpetek alza l’asticella e si spinge oltre con “Napoli Velata” un thriller erotico in cui esoterismo, mistero e paganesimo si fondono in un unicum che lascia lo spettatore sfiancato, stravolto e sospeso quasi sul più bello.

Lo sfondo è, in realtà, protagonista: una Napoli quanto mai ricca di spunti, di scorci, di tradizioni, di espressioni dialettali corpose, irriverenti cattura l’attenzione e ingegna l’immaginario collettivo in un conturbante ed ambiguo mosaico noir.

Sono innumerevoli le suggestioni e le riflessioni portate in scena dal regista turco e dalle gesta dei suoi paladini di amore e morte: Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi. Quello che in questo contesto si va ad approfondire è l’encomiabile colonna sonora firmata da Pasquale Catalano.

Si va dalla magia e il fascino dei versi senza tempo di “Vasame” scritta da Enzo Gragnaniello e interpretata dall’ispiratissima Arisa: vibrante e credibile nel dare voce ad un disperato canto di dilaniante solitudine. Il desiderio, il pathos, lo spasmo si sposano con l’atmosfera etnica disegnata da Suad Massi in “Ghir Enta”. Un brano dotato di una sensualità a doppio taglio, un amore che sfocia in ossessione con un arrangiamento corposo e irresistibile.

Note e colori, dicevamo, quelli di Marechiaro, del Chiostro del Museo di San Martino, delle stanze del Museo Archeologico, della metropolitana di Via Toledo, della Scalinata della Farmacia degli Incurabili, della Cappella del Principe di San Severo e del suo Cristo Velato. Voci e sguardi quelli evocati nei rituali pagani in cui spicca una magistrale interpretazione di Peppe Barra scandita dalle note di “Ritmo terra e cuore” di Stany Roggiero & I Bottari della Cantica Popolare, dell’esoterica “Tanos” di Lino Cannavacciuolo. Struggente e graffiante la dannazione romantica cantata da Pietra Montecorvino in “Senza voce”. Quando il dolore diventa bellezza.

La tracklist della colonna sonora di Napoli velata

  1. Vasame – Arisa
    2. Napoli Velata
    3. Decumano Inferiore
    4. Ghir Enta – Souad Massi
    5. Adriana
    6. Museo Archeologico
    7. Senza Voce – Pietra Montecorvino
    8. Il Corpo Mirabile
    9. Obitorio
    10. Ritmo Terra E Cuore – Stany Roggiero & I Bottari della Cantica Popolare
    11. Stazione Toledo
    12. Luca
    13. Sexy Rouge – Pierre Terrasse
    14. Porta Nolana
    15. Cappella Sansevero
    16. Tanos – Lino Cannavacciuolo
    17. Lost Adriana

Vocalmente: dal 6 al 9 settembre il Festival Internazionale A Cappella di Fossano

vocalmenteLa quarta edizione del festival internazionale della musica corale e a cappella di Fossano è alle porte. La manifestazione quest’anno si trasferisce in piazza Castello, più precisamente nella fortezza quattrocentesca degli Acaia.

Ormai nell’establishment dei festival musicali italiani ed europei, Vocalmente torna rinnovato non solo nell’aspetto ma anche nello spirito grazie all’introduzione del modello “free entry” per i concerti: la musica a cappella esce dal teatro per abbracciare non solo il pubblico consolidato del genere ma anche un pubblico nuovo di avventori anche meno consapevoli ma comunque vogliosi di scoprire l’alchimia speciale di un concerto sole-voci.

Inoltre, a partire dal 26 Giugno, per chi preferisce assicurarsi il posto a sedere, è possibile prenotare un sedile al costo di 3 euro a serata oppure “abbonarsi” acquistando con un unico click un voucher mono-posto per tutti e quattro i concerti al costo di 12 euro. Ogni utente potrà ordinare acquistare fino 5 posti (o 5 voucher) fino ad esaurimento dei 600 allestiti nella piazza Tutti i dettagli in Italiano ahttp://www.vocalmente.net/it/informazioni/prenotazioni/ o in inglese ahttp://www.vocalmente.net/informations/reservations/

L’area sarà comunque accessibile gratuitamente, tuttavia i voucher emessi alla prenotazione, da presentare allo staff ad ogni ingresso, garantiranno ai possessore il proprio posto a sedere in platea.

Il programma:

Cluster – Italia - 6 Settembre

Postyr – Danimarca – 7 Settembre

Skety – Repubblica Ceca – 8 Settembre

Rockapella –  USA- 9 Settembre 

Per quel che riguarda il piano didattico storicamente affiancato ai concerti, l’edizione 2017 stacca dalle precedenti fermando lo storico camp per una edizione mentre la direzione artistica dei Cluster già lavora al programma formativo di Vocalmente 2018 – VOCALMENTE ACADEMY – un’offerta didattica ancora più professionalizzante articolata in masterclass, laboratori di recording e talks con i professionisti del genere a cappella che hanno raggiunto la caratura del riconoscimento internazionale.

Un’ultima novità, inoltre, per gli amanti della gastronomia: sigillata la collaborazione con il marchio  Slow Food che si occuperà in via esclusiva delle aree di ristoro interne al festival all’insegna della qualità e dell’eccellenza territoriale piemontese.

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Umbria Jazz 2017: Marcotulli, Paoli, Fresu, Sangiorgi, Ottolini e tanto cuore on stage

Umbria Jazz 2017 - Rita Marcotulli

Umbria Jazz 2017 – Rita Marcotulli

Perugia giorno terzo. Piena di eventi da seguire questo Umbria Jazz. Tanti, tantissimi, e tutti interessanti. Però, per forza di cose, e con molto rammarico, bisogna essere selettivi. Nei fine settimana Perugia è affollata assai durante il Festival. Tanti i giovani, tanti gli stranieri. Molte le cose da fare e da vedere, anche in quell’ala cittadina che dalla manifestazione resta tagliata fuori, e che “nasconde” preziosi tesori artistici di valore inestimabile. Merito del festival è anche questo: dare stimolo alle numerose persone che qui affluiscono, a visitare una porzione tra le più ricche del patrimonio artistico nazionale, che spesso viene messa in secondo piano, tanto ne abbiamo qui in Italia.

Ma torniamo alla rassegna. Imperdibile, alle 17 al teatro Morlacchi, “Around Gershwin”, l’esibizione del trio Tommaso, Marcotulli, Paternesi.

La sala è gremita, nonostante alle cinque del pomeriggio il clima sia “proibitivo”. E l’occasione è sicuramente ghiotta. Perché vede riuniti due degli esponenti più autorevoli della musica jazz italiana, e un batterista di indiscutibile talento.

Il concerto è preceduto dalla premiazione di Rita Marcotulli, cui viene riconosciuto il titolo di Ambasciatore della cultura Italiana nel mondo. Ed un bellissimo premio: un piatto in maiolica di notevoli dimensioni, un’opera d’arte.
Eh, sì, perché poco distante da qui abbiamo Deruta, e una delle produzioni di maioliche artistiche più importanti d’Italia. E quindi, oggi come un tempo, i riconoscimenti vengono accompagnati da cotante dediche, omaggio alla tradizione artigianale di un territorio.

Umbria Jazz 2017

La struttura del concerto è impegnativa, ed alterna l’interpretazione di alcuni celebri “standard” con l’esecuzione di composizioni partorite dalla penna di Giovanni Tommaso, personaggio fondamentale nell’identità peculiare del Jazz Italiano. Curriculum lunghissimo, a partire dalla fine degli anni ’50, e estremamente articolato. Dai ruoli “istituzionali”, ai grandi palchi internazionali, alle navi da crociera, alle etichette discografiche. Insomma, una “cariatide”, e non tanto per l’età, che non dimostra, ma per il ruolo portante nel panorama jazzistico nazionale. Le dita gentili e precise, quasi chirurgiche, di Rita Marcotulli volano sulla tastiera, intrecciando “ghirlande” sulla struttura maschia e portante del contrabbasso. Il tutto vigorosamente ed intensamente supportato dalla batteria di Alessandro Paternesi. Una rivisitazione personale di Gershwin, le cui composizioni rappresentano un punto di partenza per un’articolata produzione artistica di indiscutibile originalità.

Umbria Jazz 2017

Umbria Jazz 2017

Alle 21, in Arena Santa Giuliana, ci aspetta l’evento “Tenco, i Cantautori Italiani ed il Jazz”. Questo vuole essere il nesso con la manifestazione: i cantautori ed il Jazz. E Tenco. Perché Tenco? Perché Tenco, oltre ad essere Tenco, l’icona della canzone d’autore in Italia, era anche un saxofonista intraprendente. Sue le esecuzioni al sax nei brani originali. E perché Tenco ha ispirato tutto un cantautorato molto sensibile allo spirito “contaminatorio” del jazz. Un nome su tutti, Francesco Guccini ed i jazzisti con cui per trent’anni si è accompagnato, cui ha affidato gli arrangiamenti delle sua canzoni, e cui deve, sicuramente, la fortuna della sua produzione, così armonicamente interessante, oltre i testi, tra i più belli ed intensi della musica Italiana.

L’incipit introduttivo viene affidato a Danilo Rea, che, al piano, accenna vari brani noti al pubblico, numeroso e “variegato”. “Io che amo solo te”, “Ritornerai”, “Il Pescatore” di De André, “Bocca di Rosa”. Di Tenco c’è poco in questa prima trance del concerto, e poco c’è nelle esecuzioni di Gino Paoli, che con Rea ha realizzato un lavoro sulla propria produzione, e che espone nell’arco di una quarantina di minuti, alcuni dei suoi brani più famosi. Voce e piano e nulla più. A fare il suo ingresso, su “il cielo in una stanza” e l’ironica battuta di Paoli “sono il solo superstite di quella generazione”, un visibilmente emozionato e commosso  Giuliano Sangiorgi. Cui non manca certo la celebrità, ma evidentemente il palco di Umbria Jazz è talmente prestigioso da emozionare anche tutti. Il riconoscimento di “manifestazione di interesse nazionale”, ci pare proprio il minimo sindacale, ben oltre le polemiche spesso veramente di bassa lega dei giorni scorsi.

E arriva sul palco anche Fresu, di bianco vestito, parte integrante e “motivante” di questo progetto sul cantautorato e su Tenco. Abbiamo ascoltato spesso Fresu, ma mai come quest’anno a Perugia lo abbiamo trovato fresco, energico e motivato. A riprova del fatto che sta attraversando un ottimo periodo di espressione artistica e motivazione personale. E non possiamo che essere compiaciuti e felici.

Umbria Jazz 2017

Umbria Jazz 2017

Al cambio di testimone, Sangiorgi esordisce con un’intensa interpretazione di “Tu si’ ‘na cosa grande pe’ me”, che sicuramente sente vicina anche per un fatto di identità territoriale. E bisogna dire che la cosa ha una sua indiscutibile efficacia. L’omaggio a Modugno prosegue con “Cosa sono le nuvole”, per poi dirigersi verso Endrigo (“Io che amo solo te”), De André (“Amore che vieni, amore che vai”), Dalla (“Felicità”) e infine Lucio Battisti, che raramente viene rievocato in simili “omaggi”, ma non per disinteresse o scarsa sensibilità: ci sono problemi “tecnici”. Ed è un peccato, perché sicuramente, soprattutto nell’ultima fase della sua produzione, quella più complessa, verso il jazz era orientato, ed oggi potrebbe rappresentare una vera “miniera” d’ispirazione. Però ci fa piacere ascoltarlo dalla voce del frontman dei Negramaro, in “E penso a te”.

Un piccolissimo omaggio a se stesso, e ci sembra giusto, dopo essersi tanto intensamente e commossamente speso, con Fresu che lo accompagna da par suo in “Solo per te”, ed altro cambio di testimone, passato questa volta a Gaetano Curreri, che rievoca in forma “manieristica” Dalla, accostandoci anche De André, e sempre con questa caratteristica distinguerà i suoi interventi nel corso della serata, arrivando a “dallizzare” anche Vasco, con l’esecuzione del brano (scritto a quattro mani), “Dimmi che non vuoi morire”. Che però, forse, è un poco prematuro voler stravolgere, perché, che piaccia o no, la sua la dice bene alla maniera sua.

Venti minuti per il cambio palco, e la serata offre nuovamente intense e frizzanti emozioni. Sì, perché entra in scena il genio di Mauro Ottolini, della sua Band e la struttura imponente dell’orchestra da camera di Perugia. Ottolini è un genio, e le cose che propone sono sempre provocatorie, ma in maniera divertente, ironica e mai offensiva. Lo scorso anno presentò un lavoro interessantissimo su Buster Keaton, e quest’anno, con l’estro che lo contraddistingue, ed il suo scherzoso modo di “alleggerire”, strutturando, ripropone (finalmente, visto che la serata è a lui dedicata), Tenco. E lo fa ricordando che Tenco fu un ironico ed un provocatore, non solamente un intenso melodico romantico. Confessa di averlo praticato poco, e proprio per questo di averlo voluto conoscere e studiare a fondo. E, quando Ottolini approfondisce, lo fa con cattedratica serietà e sistema scientifico.
Ci mette dentro di tutto, dal Rap, alla lirica, allo Swing, al musical, alle arie arabeggianti, con cervello e cuore, ed ottiene un risultato di qualità eccellente, senza possibilità di eccezione. Alla fine della serata, possiamo dire che quello che più ci ha coinvolto, fermo restando l’alto livello qualitativo, sono stati proprio lo “Show” di Ottolini ed i suoi compagni di avventura, (e Fresu, anche qui, dice la sua), e l’intensa emozione autentica di Sangiorgi. Che qualche volta con la voce non ce l’ha fatta, ma ha ampiamente sopperito con il cuore.

Un’altra bellissima esperienza, grazie ad Umbria Jazz.

R.G.

Photogallery

Umbria Jazz 2017

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Esce in limited edition il nuovo singolo di YAYA Deejay feat. Channing

Yaya Deejay

Yaya Deejay

Si intitola ONE DAY il nuovo singolo di Yaya Deejay realizzato con la cantautrice americana Channing Banks. Prodotto da Lorenzo Confetta, il brano è in special edition ed è un inno a saper cogliere le sfide e le opportunità della vita che sono uniche e ognuna con il proprio carico di speranze.

Yaya Deejay, molisana d’origine e bolognese d’adozione, è stata dj open act dei Vasco Live Com del 2016 e del 2014, del Moto GP del Mugello, dj resident in numerosi eventi collaterali al Festival del Cinema di Roma e a Casa Sanremo, l’hospitality del Festival della Canzone Italiana, dove ha presentato ONE DAY. Yaya in consolle è incisiva e diretta, suona musica EDM, electro e progressive house annoverando nella playlist anche successi del passato con un sound attuale.

Consensi internazionali e collaborazioni di qualità per Channing Banks (Benassi Bros., Ann Lee, Whigfield, In-Grid ed il rapper P.Moody) che nell’estate 2016 ha scalato le chart con i singoli Beat on the radio e Only you.

ONE DAY è acquistabile dal 17 febbraio sulle piattaforme iTunes, Beatport, Spotify.

Video: One Day

Alvaro Soler superospite al Festival di Sanremo per presentare il nuovo singolo “Animal”

Alvaro Soler

Alvaro Soler

Dopo la trionfale partecipazione in qualità di giudice ad X Factor Italia, Alvaro Soler torna in Italia per andare direttamente sul palco del 67esimo Festival di Sanremo in veste di super ospite.  Forte del grande successo radiofonico e di vendita ottenuto dai singoli “El Mismo Sol”, “Sofia” e “Libre”, il cantautore spagnolo presenta il nuovo singolo “Animal” in attesa delle 4 date italiane del suo nuovo tour, rispettivamente previste il 22 e il 25 febbraio Milano (Fabrique), il 24 febbraio a Roma (Atlantico Live) e il 10 marzo a Nonantola MO (Vox).

Intervista

Come vivi la tua prima volta al Festival?

Non sono mai stato a Sanremo ma ovviamente ne ho sentito molto parlare. Per la prima volta posso suonare insieme ad un’orchestra e non vedo l’ora. In Spagna i ragazzi conoscono molte canzoni italiane di tanti anni fa. Io stesso sono molto legato a Peppino Gagliardi. Negli ultimi tempi sono tornato a Berlino per mettermi a scrivere, lì non mi riconosce nessuno per cui è stato molto strano essere catapultato in questo contesto così caloroso nei miei riguardi.

Conosci qualcuno dei Campioni in gara?

Sì, sono contento di rivedere Sergio, Lodovica, Elodie e Michele Bravi.

Che programmi hai per il nuovo anno?

Ora sto lanciando il nuovo singolo “Animal” di cui abbiamo girato anche un video a Cuba. Tra poco sarò in tour in Italia e in Europa, vediamo come va.

Dicci qualcosa in più del nuovo singolo…

“Animal” è nata lo scorso anno e l’ho scritta insieme a un produttore danese per cercare un suono più fresco. All’inizio il testo era molto più reggaeton. Il video rappresenta la metafora della nostra generazione pronta al cambiamento. Essere maturi significa sapersi adattare a qualsiasi contesto. Al momento sto lavorando ad una possibile versione inglese del brano…

Video: Alvaro Soler intona “Sofia” in conferenza stampa a Sanremo:

Che ruolo gioca la tua bellezza all’interno del tuo percorso artistico?

C’è un sacco di gente che viene ai miei concerti e che rimane colpita dal fatto che io sappia cantare. Il mio interesse è che la gente si renda conto del fatto che io faccio musica.  Tutto il resto deve passare in secondo piano.

Che tipo di arricchimento ti ha portato la vicinanza di Fedez e Manuel Agnelli a X Factor?

Fedez è molto intelligente, sa come muoversi, mi ha ispirato la sua attitudine. Manuel sembra molto freddo ma in realtà è molto umile e curioso. Vorrei tanto scrivere qualcosa con lui, condividere la musica è la cosa più potente che si possa fare.

Che rapporto hai con Max Gazzè?

Lo stimo molto. Ho organizzato 8 gare di go kart in tutta Europa e Max gareggerà con me. Quando sono con lui mi sento di fronte ad un genio e cerco di prendere tutta l’energia che posso. Mi capita poche volte un fatto simile.  Max mi ha chiesto di tradurre un suo brano Sonrio (La vita com’è), mi ha chiesto di cantarla insieme e ho accettato molto volentieri.

C’è un duetto che vorresti fare?

Mi piacerebbe fare qualcosa con Fedez e Manuel

Parteciperesti al Festival di Sanremo, magari con un duetto?

Sì certo, non avrei alcun problema  a mettermi in gioco sia in gara che non.

Raffaella Sbrescia

Video: Animal 

Sanremo 2017 ai nastri di partenza: tutti i dettagli della prima conferenza stampa

sanremo2017

Il conto alla rovescia è finito: il 67esimo Festival di Sanremo sta per avere inizio. Al centro dell’attenzione ci saranno le 22 canzoni dei Big in gara ma anche quelle delle 8 nuove proposte che quest’anno si esibiranno in prima serata e che si sfideranno in due gruppi da quattro e non più con le sfide a due a due. A decretare il risultato finale sarà il 50% di televoto (costo ridotto a 51 centesimi) nelle prime tre sere poi venerdì e sabato le percentuali saranno ridistribuite tra 30% giuria demoscopica, 30% giuria esperti e 40% televoto. Martedì e mercoledì saranno due serate speculari con 11 campioni in gara, 3 saranno a rischio. I 6 big a rischio eliminazione non canteranno la cover ma due di loro saranno comunque eliminati il giovedì sera. Venerdì oltre alla finale dei giovani, ci saranno 20 Big in gara e altri 4 saranno eliminati. La finale vedrà la partecipazione dei 16 finalisti.

Tra le novità di questa edizione ci sarà il ritorno del Dopo Festival nonché l’istituzione di un nuovo premio denominato “Dove il Sì suona”, prodotto da Ital SCA Foscari e Società Dante Alighieri, che sarà conferito alla canzone il cui testo avrà, secondo i giurati, le caratteristiche di originalità per trasmettere all’estero i valori italiani.

A proposito di giurati, la giuria esperti sarà composta da Linus, Andrea Morricone, Rita Pavone, Paolo Genovese, Violante Placido, Greta Menchi, Giorgia Surina e Giorgio Moroder presidente di giuria.

Tra gli ospiti annunciati troveremo: Ricky Martin, Robbie Williams, Clean Bandit, Lp, Robin Schulz, Zucchero Mika, Giorgia e Tiziano Ferro (con Carmen Consoli), Luca e Paolo, Maurizio Crozza, Paola Cortellesi e Geppi Cucciari (i comici).

La prima serata si aprirà con tutte le canzoni che non hanno vinto Sanremo ma che hanno avuto comunque un grande successo nel corso degli anni mentre i primi Big ad esibirsi saranno: Al Bano, Alessio Bernabei, Clementino, Elodie, Ermal Meta, Fabrizio Moro, Fiorella Mannoia, Giusy Ferreri, Lodovica Comello, Ron e Samuel.

Grande attenzione sarà ovviamente riservata a Maria De Filippi che, tra le altre cose, ha dichiarato: “Quando mi hanno chiesto di partecipare al Festival ho pensato che non avevo un vero motivo per dire No. Guardo il Festival fin da quando ero piccola e faccio la conduttrice per cui perché avrei dovuto dire di no?  Sapevo che con Carlo sarei stata tranquilla, non è mai prevaricante su nulla, non crea gossip inutili, ed è sereno come me, perché non viverla questa realtà? (…) Non ho mai pensato di condurre il Festival da sola. Ho chiesto che nei titoli di testa fosse scritto “conduce Carlo Conti con la partecipazione di Maria De Filippi”, perché la cosa corrisponde alla realtà ed è giusto ccosì”. Per chiarire infine il perché della rinuncia al cachet: “Ho sempre partecipato a titolo gratuito ogni volta che ho preso parte ad un programma in qualità di ospite sia in Rai che in Mediaset. Ritengo anche che quando faccio il mio programma debba occuparmi di tutto dalla A alla Z. In questo caso, il lavoro era già stato fatto da Carlo e dalla grande squadra che lo affianca. In realtà per me si tratta principalmente di un piacere, annuncerò le canzoni e non stravolgerò nulla della liturgia sanremese.

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