Intervista a Marco Sbarbati, un cantautore #Inviaggio

Marco Sbarbati - Se_b (2)Marco Sbarbati è un giovane cantautore marchigiano che sta provando ad affacciarsi sullo scenario musicale italiano proponendo una musica che spazia tra dolce delicatezza e sofisticata intensità espressiva. Il suo ep, onomimo, si compone di 5 brani, a cavallo tra italiano e inglese, ed è stato prodotto da Corrado Rustici. Al fine di conoscere più a fondo questo progetto discografico, abbiamo raggiunto Marco Sbarbati al telefono anche per raccogliere le impressioni e i commenti del cantautore in merito alla sua recentissima avventura live, intitolata #InViaggio, che l’ha portato nelle piazze delle più importanti città d’Italia.

Com’è andato questo tour nelle piazze d’Italia e che riscontri hai avuto?

E’ stata un’esperienza veramente molto bella, sicuramente stancante ma va benissimo così! Ho girato in tanti posti e ogni piazza è diversa, anche nell’approccio con il pubblico… un percorso molto intenso e gratificante.

Ci sono anche degli input compositivi?

In questo tour sono stato sempre in movimento e mi sono mosso così velocemente che ho preferito memorizzare i posti e le sensazioni.

Hai portato il quaderno delle dediche con te?

Quello purtroppo no perché si trovava nella custodia di un’altra chitarra, la prossima volta lo porterò. In ogni caso, ogni tanto c’era qualcuno che mi lasciava dei bigliettini per dirmi che ha apprezzato la mia musica, un pensiero molto carino.

Quali sono i temi del tuo ep e come hai lavorato con Corrado Rustici?

Ho lavorato con Corrado in California, lo seguo da tempo e mi piace il suo approccio internazionale alla musica. Nel mio ep ci sono brani che ho scritto durante l’università e che rappresentano quella parte della mia vita in cui mi sono trasferito dal mio paesino a Bologna. Si tratta, quindi, di un lavoro che mi rappresenta, sono canzoni piuttosto intime.

Nel video di “Se”, il regista Tiziano Russo ha raccontato di essersi concentrato sugli attimi e sulla gestualità dei protagonisti… Tu come hai vissuto le riprese del video? Ti rispecchi in questa chiave interpretativa?

Ho scelto il soggetto di Tiziano tra altri che mi erano arrivati, l’ho scelto perché, mentre l’ho letto, ho sentito subito una sensazione positiva e simile a quella che intendevo lanciare con la mia canzone. Il fatto di aver girato il videoclip a Bologna con un team di miei amici è stato un surplus ultra perché quando lavori con persone che conosci, e con cui ti senti a tuo agio, viene sempre fuori qualcosa di bello.

Nel tuo lavoro due canzoni sono in italiano e tre in inglese… qual è la lingua a cui ti senti musicalmente più vicino?

Marco Sbarbati (2)

Marco Sbarbati

Ho scelto i brani che mi piacevano di più, anche insieme a Corrado Rustici e sono stato super contento del fatto che, sebbene io gli abbia mandato diversi brani, lui abbia scelto gli stessi che anche io volevo registrare. Ci siamo trovati in tutto e per tutto sulla scelta delle canzoni. Sono partito con la scrittura in inglese però poi mi sono fermato un attimo e mi son detto: “Sono nel mio paese, abbiamo una lingua bella perché non provare a scrivere in italiano?”… Sto cercando di trovare un equilibrio tra suono, genere e linguaggio.

Qual è il brano a cui sei più legato di questo Ep?

Sicuramente “Ocean”, l’ultimo brano. Anche se i miei amici dicono che questo è quello che apprezzano di meno,  io ci sono affezionato perché è quello che, più di altri, rappresenta un periodo della mia vita che ho descritto anche  inconsciamente in questo brano.

Che repertorio stai offrendo al pubblico in questo periodo?

Naturalmente canto le canzoni del mio ep per promuoverle però continuo anche a fare delle cover perché, quando sono per strada, ci sono delle regole, anche non scritte, necessarie per conquistare il pubblico. Ci sono delle perle del mio repertorio che amo cantare e che attirano l’attenzione come “Hallelujah” di Leonard Cohen, “A Case of You” di Joni Mitchell, tanti brani dei Coldplay e altre piccole gemme musicali.

Come mai la scelta di lanciare l’hashtag #inviaggio su Instagram?

Io sono un amante dei viaggi e, visto che ho iniziato a suonare per strada, ho pensato di provare a promuovere questo ep partendo proprio dal mio mondo. Per annunciare i miei live in piazza e in giro nei vari locali ho sempre usato i social networks e quindi ho unito le due cose. Ci sono molti ascoltatori attivi anche su Instagram che mi scrivono e mi incoraggiano ad andare avanti.

Quali saranno i prossimi passaggi del tuo percorso artistico?

Parteciperò al Busker Festival di Ferrara il 23 e 24 agosto, poi ad un festival nelle Marche a Morrovalle a luglio e, naturalmente, non appena arriveranno altre novità le posterò subito sui miei canali social.

Si ringraziano Marco Sbarbati e Sara Bricchi per Parole e Dintorni

Raffaella Sbrescia

Video: “Se”