Erica Mou: un incantesimo di note a Scafati

Erica Mou

Erica Mou

“In questa giungla di abitudini per andare avanti sposto i rami, ma mi tornano in faccia…” cantava Erica Mou, lo scorso 8 marzo, incantando il pubblico del Circolo Culturale Tenax di Scafati. Armata del suo viso angelico, della sua voce vellutata e cristallina, nonché della sua fida chitarra, Erica Musci si è ritagliata un prezioso spazio di un sabato sera qualunque, lasciando che la potenza evocativa delle proprie parole s’infiltrasse tra le membrane delle persone accorse ad ascoltarla. Bando a luci, fronzoli, fili e scalette, Erica si è messa a nudo porgendo la propria arte a tutti quelli che avevano il desiderio di conoscerne un po’. “Mettiti la maschera”, “Non dormo mai”, “Fili”, “Giungla” hanno svelato gli strati di un’anima sensibile, curiosa, espandibile: viva.

Il pubblico del circolo culturale Tenax di Scafati

Il pubblico del Circolo Culturale Tenax di Scafati

Canzone dopo canzone le barriere sono cadute, il binomio artista-pubblico si è trasformato in un coagulo di emozioni, grazie alla voglia di ricordi, di illusioni, di sogni. In una sala semi-buia, tra occhiate fugaci e sorsate di birra,  “La neve sul mare”, “Domenica”, “Vorrei dirti un sacco di cose adesso” sono ovattati batuffoli con cui coccolare le ferite dello spirito, fotografie di gesti piccoli, eppure essenziali, per ricordarci chi siamo e cosa sogniamo. Erica ha ripercorso il proprio repertorio, tra gemme antiche e nuove come “Contro le onde”, la title track del suo ultimo album, il successo sanremese “Nella vasca da bagno del tempo” e la immaginifica “Oltre”: “oltre le apparenze, oltre le stupide credenze, oltre le lotte, oltre stanotte, portami, portami, portami, portami”, canta Erica, dando anima e respiro ad un’intensa richiesta d’amore.

Erica Mou

Erica Mou

A seguire il dittico femminile “Mentre mi baci” e Infiltrazioni”, il saliscendi sonoro de “Il Ritmo”, le intime confessioni di “E mi”, i desideri de “Il genio” e la potenza onirica di “Romanzo storico”. Gocce di sogni e di tempo scorrono inesorabilmente nel calderone di birra e chiacchiere delle terrazze circostanti, fino al sopraggiungere dei bis: “Epica”, “Sera d’acqua” (eseguita dal vivo dopo 4 anni), un accenno di “Que sera sera” e la bellissima “Dove cadono i fulmini” sono gli ultimi ingredienti della magica pozione di Erica che è riuscita, ancora una volta, a compiere il suo incantesimo di note.

Raffaella Sbrescia