Ballerini per una notte con Giorgio Moroder. Il live report del set all’Estathè Market Sound

Giorgio Moroder ( scatto presente sulla pagina Facebook dell'artista)

Giorgio Moroder ( scatto presente sulla pagina Facebook dell’artista)

L’Estathè Market Sound si trasforma nella migliore discoteca all’aperto di Milano per l’attesissimo set di Giorgio Moroder.  Ad accompagnare la performance del padre della musica dance e pioniere dell’elettronica  solo grappoli di casse e qualche visual. Prima di lui, la potente performance di Claudio Coccoluto che, fino alle 22.30 ha tenuto felicemente banco. Subito dopo, le note che hanno fatto la storia delle ultime generazioni hanno catapultato il cuore indietro nel tempo: atmosfere vintage, ricordi di altre epoche ed emozioni senza età hanno fatto capolino tra i guizzi di un serratissimo set caratterizzato da una continua alternanza di brani del passato e hits più recenti. Dietro al suo MacBook Moroder  diverte e fa divertire il pubblico, purtroppo poco numeroso rispetto all’esclusività dell’evento in questione.  L’apertura è subito di grande impatto con “Love To Love Me Baby” , il brano che ha lanciato Moroder sulle scene mondiali insieme alla sua musa, la celeberrima Donna Summer. Poi, in successione, alcuni successi tratti dall’ultimo album di  inediti intitolato “Dejà vu”, pubblicato per Sony dopo ben 30 anni. Stiamo parlando di “Diamonds” (con Charli XCX), “Right Here, Right Now” (con Kylie Minogue), “Tom’s Diner” (con Britney Spears) e la riuscitissima titletrack “Déjà vu” (con Sia). Inaspettato l’omaggio all’Italia con “Un’estate italiana(indimenticabile colonna sonora dei mondiali di Italia 90). Pubblico in visibilio per veri e propri cimeli musicali come “The NeverEnding Story”, “Take my breath away”, le sexy hit di Donna Summer e l’immortale “I Feel Love”. Immancabile “Giorgio by Moroder”, la traccia che ha segnato la collaborazione del dj producer con i Daft Punk e che gli ha donato nuovo lustro. Ampie le rivisitazioni delle hits di gettonatissimi colleghi contemporanei: Avicii, David Guetta, Calvin Harris poi, dopo un’ora e quindici minuti di show, l’adrenalinico ed indimenticabile gran finale con “Call Me”, definito dallo stesso Moroder “il mio favorito”. Il suono del futuro che viene dal passato ci ha reso tutti ballerini per una notte. La leggerezza della dance music rappresenta ancora quella sorta di fluido magico che ci viene in soccorso quando annaspiamo nel grigiore quotidiano.  Per questa ragione viva Giorgio Moroder che, a settacinque anni e con tre Oscar tra le mani, riesce ancora a farci scatenare senza se e senza ma.

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 Raffaella Sbrescia