Rocco Hunt racconta ‘A verità: la recensione del disco

a-verita-cd-cover“A verità” è il titolo del sorprendente disco di Rocco Hunt, all’anagrafe Pagliarulo. Composto da ben 18 tracce 19 (nella versione digitale),  l’album, pubblicato per Sony Music Italy, dell’acclamato vincitore della sezione giovani dell’ultima edizione del Festival di Sanremo si affaccia nel mondo mainstream mantenendo una spessa corteccia hardcore, grazie ad una serie di assi nella manica. Rocco, originario di Salerno, mette sul tavolo le rime migliori di un repertorio davvero denso di questioni da tenere in considerazione. Questo album sorprende per lo spessore, per il dinamismo, per la franchezza e la qualità dei testi e degli arrangiamenti. Aldilà delle prestigiose collaborazioni presenti nel lavoro, colpisce la visione che Rocco ha del mondo, così giovane eppure così diverso, ma mai distante, da una generazione sbandata e disorientata.

Hunt ha più volte ribadito di voler essere “A’ voce de guagliune” pur non essendo affatto il primo della classe. Il suo parlato è naturale, è sincero e soprattutto rispecchia esattamente una realtà vera, tangibile, che in tanti, troppi, toccano con mano tutto il giorno, tutti i giorni. Bando alle accuse di speculazione e di strumentalizzazione di tematiche difficili e costantemente inflazionate dalla stampa come quelle citate nell’ormai nota “Nu juorno buono”: nelle canzoni di Rocco Hunt c’è gente che si accontenta di mettere il piatto sulla tavola, c’è gente che si arrangia, che si reinventa e che, nonostante il maledetto disinteresse dello Stato, trova ogni giorno la forza per ricominciare una lotta, quasi sempre persa in partenza. Forse quello che si può rimproverare a Rocco è un’ eccessiva dose di positività e di speranza ma come potrebbe non averne un giovane che è riuscito a far fortuna in un contesto inavvicinabile ai più?

Rocco Hunt live @ Teatro Trianon Ph. Luigi Maffettone

Rocco Hunt live @ Teatro Trianon Ph. Luigi Maffettone

Hunt scrive e lo fa tanto, lo ha fatto per anni in strada, con un calzino come filtro per il microfono, dedica una canzone alla madre e chiede più rispetto per le donne in “Na vota ancora”: «Nascimm a na femmena, crescimm cu na femmena, amma purtà cchiù rispett e femmen».  Hunt non le manda a dire a nessuno, canta in “Rh Staff”, di parole al vetriolo ne ha per il presidente del consiglio, per le ragazzine perdute di oggi e per i ragazzi scapestrati di “Giovane disorientato”. C’è spazio anche per l’amore in “Tutto resta” e “Come una cometa”, il dolcissimo brano realizzato in collaborazione con Tiromancino. Rocco usa il dialetto napoletano sottolineando che si tratta di una lingua riconosciuta dall’Unesco in “Vieni con me”, parla di vittorie e sfide in “Replay” e di rimpianti e pensieri in “Nun è fernut’”.

Il testo più completo e più profondo è proprio quello della title track “A verità” in cui Rocco Hunt riesce a toccare nervi scoperti e questioni mai risolte. Si tratta di un testo che fa male, fastidioso, doloroso, prezioso. Il sax e le parole strette tra i denti del maestro Enzo Avitabile scorrono come un flusso di coscienza all’altezza del midollo spinale, da brividi.

Rocco Hunt live @ Teatro Trianon Ph. Luigi Maffettone

Rocco Hunt live @ Teatro Trianon Ph. Luigi Maffettone

Di Emiliano Pepe è invece la voce di “Senza Chances”: «Te può piglia’ ’o Rolex, ma ’ o tiempo non t’’o può accatta’… simme ’e guagliune senza chances», cita il ritornello del brano, che si allaccia a “Ce magnamm’”, la canzone che Rocco Hunt interpreta insieme a Clementino suggellando una fraterna alleanza di intenti.  Poi c’è “Devo parlare”, con Noyz Narcos, in cui ogni parola canta la coscienza sporca di chi giudica, condanna, specula sugli altri.  Nazo e Zoà sono i compagni di microfono di Rocco in “RH staff” che, insieme a “The Show”, in cui compare il featuring con Gemitaz, Nitro e Madman, rappresenta uno dei pochi momenti goliardici di tutto il lavoro discografico di Hunt.

Rocco Hunt live @ Teatro Trianon Ph. Luigi Maffettone

Rocco Hunt live @ Teatro Trianon Ph. Luigi Maffettone

Molto interessante è l’arrangiamento di “Credi”, in duetto con Eros Ramazzotti, per una buona rivisitazione dello storico brano di Edoardo Bennato del 1973, intitolato “Un giorno credi”. “Die young”, porta il featuring con Ensi e, nel condannare una generazione di doppioni che parla al mondo con whatsapp, Rocco trova anche il coraggio di rivelare le sue paure nei riguardi di un domani nebuloso e incerto. Stando alle premesse, per lui ci saranno sicuramente tante soddisfazioni.

Raffaella Sbrescia

Video: “Nu juorno buono”