The Zen Circus: “Canzoni contro la natura”

The-Zen-Circus-canzoni-contro-natura-cd-coverAndrea Appino, Karim Qqru e Massimiliano “Ufo” Schiavelli sono i The Zen Circus e “Canzoni contro la natura” è il loro ottavo disco, giunto dopo quasi quindici anni di carriera e più di mille concerti. “Zero pose, zero hype ma solo tanto, tanto sudore” è il manifesto dei folk punk rockers pisani che, grazie a questa naturale attitudine, sono stati in grado di conquistare il consenso di un pubblico transgenerazionale.

Le dieci canzoni che compongono il nuovo album del gruppo, realizzato dopo un periodo di pausa, sono farcite di storie e sentimenti dei nostri giorni, non ci sono facili slogan e frasi fatte, c’è, invece, una grossa percentuale di musica suonata. Brandelli di polpastrelli e gocce di sudore sono, quindi, gli ingredienti segreti di una ricetta dal sapore agro-dolce.  Ad aprire l’album è il folk-rock di “Viva”, il manifesto per eccellenza della rabbia e della frustrazione di un popolo che, fra offese gratuite ed effimere esultanze, ha smarrito la propria ragione di esistere: «Di cosa ridete? Di cosa urlate? (…) Tutti viva qualcosa, sempre viva qualcosa. Evviva l’Italia, viva la fica, viva il duce (…) evviva i tifosi (…) Tanto vivi si muore», cantano i The Zen Circus mentre sogni, incubi e perversioni generazionali invadono le trame di “Postumia”. Le travolgenti percussioni di “Canzone contro la natura” danno voce alla ribellione animale e vegetale contro l’essere umano mentre le parole del poeta Giuseppe Ungaretti non lasciano scampo all’indelebile contrasto tra essere umano e natura. La disillusione regna sovrana anche in “Vai vai, vai!” e “L’anarchico e il generale”, seguite da “Albero di tiglio”, considerato, a ragione, il pezzo chiave del disco: 7 minuti e una manciata di secondi in cui Dio è un albero: “Davvero avete creduto che potevo esservi amico, nessuno con questo potere vorrebbe mai fare il bene”, questo è il triste e veritiero verdetto prima che un potente finale strumentale ci dia il colpo di grazia. Nonsense e sarcasmo la fanno da padrone anche in “Mi son ritrovato vivo”. Parole cupe e decadenti sono quelle di “Dalì “, un dissidente destinato alla persecuzione e desideroso di vendetta. “La merda viene sempre a galla” è il monito di “No Way” prima che il sound a strelle e strisce di “Sestri Levante” ci culli, infine, verso l’oblìo.

Raffaella Sbrescia

Le date del tour:

07 Marzo – Bologna – Zona Roveri
08 Marzo – Livorno – The Cage Theatre
13 Marzo – Milano – Alcatraz
14 Marzo – Cesena – Vidia
15 Marzo – Roncade (TV) – New Age
21 Marzo – Pescara – Tipografia
22 Marzo – Perugia – Urban
28 Marzo – Torino – Hiroshima
04 Aprile – T. di Gattatico (RE) – Fuori Orario
11 Aprile – Roma – Blackout
18 Aprile – Napoli – Casa della musica
19 Aprile – Lecce – Livello 11/8
25 Aprile – Genova – Viva 25 Aprile
26 Aprile – Firenze – Flog

Video: “Viva”

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