È tempo di primavera con gli Yast.

Yast” è l’ omonimo titolo del disco di una band originaria di Sandwiken, un polo siderurgico svedese. Proprio lì, lontano dalle calde atmosfere che avvolgono il loro album prodotto dalla Adrian Recordings, Carl Kolbaek Jensen, Tobias Widman, Marcus Norberg, Marcus Johanssson e Niklas Wennerstrand hanno dato luce, colore ed intensità alle 12 dodici tracce che compongono un lavoro durato circa due anni. Un cantato leggero, spesso usando un falsetto più che mai memore dell’alternative rock degli anni ’90 e delicate sonorità sognanti, sono i tratti che caratterizzano l’essenza di “Yast”.
Il disco si apre con il mood accattivante della title track, schizzi di power pop colorano con fluidità il romanticismo di cui è pervaso il testo.
La luce della California irradia lo sfondo onirico di Rock ‘n roll dreams mentre il fascino deliziosamente danzereccio di Stupidintroduce la coinvolgente piacevolezza dei synth contenuti in Robin. La voce si fa intensamente penetrante in Believesma è in Heart of Steel che il dream pop degli Yast incarna a meraviglia il concetto di freschezza.
Lo scenario oltreoceano fà da sfondo anche in I wanna be young  e Always on my mind: sonorità stilose e coinvolgenti traghettano l’immaginario collettivo oltre il pensabile mentre le lievi distorsioni proposte in Strangelife  e i suoni liquidi di Sick sono amabili anfratti di preziose insenature della mente.
Il delicato arrangiamento in chiave acustica di The person I once was è la perla nera del disco che si chiude con la spensierata evanescenza pop di Joy.