Il commento alla seconda serata del Festival di Sanremo: tra piattume sparso e l’inutile l’ospitata di Travolta.

Ruggero il nonno di Viva RAI 2 inaugura la seconda serata del Festival di Sanremo; tanto per ribadire che questo non è un paese per giovani. Il primo a esibirsi è Fred De Palma che, pur consolidando la performance, resta avviluppato nel vortice di amarezza che caratterizza il suo brano.  I La Sad, elegantissimi  e irriconoscibili  presentano Renga e Nek che, nei loro completi mattone, raccontano l’amore maturo in un connubio ben assortito ma comunque dal sapore di bollito. Si festeggiano a dovere i 30 anni di E Poi con Giorgia sempre centrata ma un outfit che non la valorizza. Alfa giovane e volenteroso, migliora mentre Dargen D’Amico chiarisce di non voler essere politico ma di essere stato spinto dall’amore e dalle cose che abbiamo in comune.

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Molto toccante il ritorno di Giovanni Allevi sul palco: “All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono davanti a un pubblico da quasi due anni. Durante uno dei miei ultimi concerti a Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che, durante l’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. Non sapevo ancora di essere malato, dopo la diagnosi, ho guardato il soffitto per un anno. Ho perso il lavoro, i capelli, le certezze ma non la speranza e la voglia di immaginare. Il dolore però mi ha portato anche degli inaspettati doni, quali? Intanto la presa di coscienza del fatto che i numeri non contano. Sembra paradossale ma è giusto sottolineare che ognuno di noi è unico, irripetibile e suo modo infinito. Un altro dono è la gratitudine nei confronti della bellezza del creato: non si contano le albe e i tramonti ammirati dalla stanza d’ospedale. Quando tutto crolla, conta solo l’essenziale. Il giudizio che riceviamo non conta più”. Emma, misurata ed entusiasta, porta la sua “Apnea” sul palco con grinta ma il brano è scialbo. Mahmood, stiloso, ci crede e manco poco e forse fa pure bene; “Tuta Gold” funziona. La regina del Fantasanremo si conferma BigMama che dedica la sua performance alla comunità queer e all’amore libero.

L’espressione del disagio è insita nello sketch con John Travolta, coinvolto nel ballo del Qua Qua insieme a Fiorello e Amadeus. Possibile che il budget dei contribuenti italiani possa essere investito senza criterio e senza una finalità che possa quantomeno andare un minimo oltre il desiderio di soddisfare i sogni del direttore artistico? Un momento inutilmente dispendioso senza infamia e senza lode, del tutto evitabile.

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Anche l’ospitata di Bob Sinclair si è rivelata una fuffosa parentesi di 3 minuti di base e nessuna performance significativa. Menomale che Giorgia riporta in alto lo standard della qualità e insegna a tutti cosa vuol dire saper cantare e incantare. Geolier è spavaldo e sicuro di sé, visto il grande hype di cui si fregia ma mi è ancora oscura la ragione che motiva questo successo . Loredana Bertè va a prendersi una standing ovation. Annalisa molto costruita, si vede che punta alla vittoria ma il risultato non è affatto scontato. Irama, un po’ più centrato e più padrone delle proprie emozioni, mette a fuoco la performance riequilibrandola a dovere. A chiudere Clara, introdotta dai Negramaro, molto emozionata porta a casa l’esibizione con eleganza. Per non farci mancare nulla, Leo Gassmann nei panni di Califano, come in una puntata di “Tale e quale show“ qualunque.

Raffaella Sbrescia

Ecco i primi 5 classificati:

1) Geolier I p’me, tu p’te

2) Irama Tu no

3) Annalisa Sinceramente

4) Loredana Bertè – Pazza

5) Mahmood – Tuta Gold

Ritratti di Sanremo: la bellezza autentica dell’arte con Ezio Bosso e l’exploit di Annalisa

Ezio Bosso

Ezio Bosso

 “La musica è una fortuna che condividiamo”. Con le parole del Maestro Ezio Bosso, atteso ospite al Festival di Sanremo, introduciamo il commento alla seconda serata della kermesse targata Rai Uno.  La magia, la disarmante semplicità e l’enorme bravura del pianista e compositore, racchiudono l’essenza di un miracolo chiamato arte, un momento che, rivestendosi di autorevolezza, ha ammutolito la parola con l’intento di risvegliare i sensi  e l’amore per il bello autentico. Ad inaugurare la serata, la doppia sfida tra i giovani: alla fresca disinvoltura pop di Chiara Dello Iacovo si è opposta la grinta sperimentale di Cecile mentre alla cascata di parole cantate da Irama abbiamo visto contrapporsi l’elegante piglio melodico di Ermal Meta. Il risultato ha premiato “Introverso” di Chiara e “”Odio le favole” di Ermal, già noto songwriter nostrano. Irriverente la performance delle musiciste classiche Salut Salon che, attraverso un vincente mix di talento, ironia e fascino, hanno divertito il pubblico con “Quattro stagioni” di Vivaldi e “Les Deux Guitares”. La prima ad esibirsi tra i big in gara è Dolcenera: la cantautrice salentina tira fuori dal cassetto “Ora o mai più” (Le cose cambiano) e sceglie di cantarlo al pianoforte per una performance sofisticata e di grande spessore artistico. Grande attesa per il ritorno celebrativo dell’iconica Patty Pravo sul palco di Sanremo: al suo nono Festival, l’artista interpreta “Cieli Immensi” di Fortunato Zampaglione, la standing ovation per lei è quantomeno doverosa. Folkloristica e verace la performance di Clementino che porta sul palco un brano dedicato a chi è lontano da casa, intitolato, per l’appunto “Quando sono lontano”.

Eros Ramazzotti

Eros Ramazzotti

Il momento amarcord sopraggiunge con il bellissimo medley di Eros Ramazzotti: “Terra promessa”, “Adesso tu”, “Più bella cosa non c’è” e la più recente “Rosa nata ieri” sono i brani che ci siamo ritrovati a cantare a squarciagola in virtù della loro radicata appartenenza al nostro knowhow culturale. Si ritorna alla gara con “Finalmente piove”, la ballad scritta da Fabrizio Moro che  Valerio Scanu porta all’Ariston vestendola con il proprio stile; da riascoltare per capirne il potenziale.  Convincente “Nessun grado di separazione”, il brano che riporta la freschezza di Francesca Michielin all’attenzione nazional popolare. Alessio Bernabei inaugura il suo percorso da solista con “Noi siamo infinito”, un brano caratterizzato da un arrangiamento intriso di riferimenti dance ed EDM. Esilarante l’ennesimo colpo di genio di Elio e le Storie Tese: “Vincere l’odio” è una canzone fatta di canzoni, un’installazione artistica, una scultura di parole concepita oltre il tempo e lo spazio contingente per imparare a prenderci meno sul serio.

Ellie Goulding

Ellie Goulding

A seguire la raffinata e stilosa Ellie Goulding, super ospite della serata in oggetto, ha scelto di esibirsi sulle note della super hit “Love me like you do” ed il nuovo singolo “Army”, entrambi tratti dall’album “Delirium”. La competizione sanremese rientra nel vivo con “Sogni e nostalgia”, il brano agrodolce, profumato di ottimismo, con cui Neffa si appresta a conquistare le radio e le docce italiane. Sobria, semplice e d’effetto la chiacchierata attraverso cui Carlo Conti ci ha presentato la celeberrima e meravigliosa Nicole Kidman.

Nicole Kidman

Nicole Kidman

Uno degli ultimi campioni ad esibirsi è Annalisa e, a giudicare da quanto visto e ascoltato, abbiamo motivo di credere che nessuno più di lei meriti di vincere questo Festival. La sua canzone “Il diluvio universale” è frutto di lunghe sessioni in studio e la bellissima ed elegantissima cantautrice riesce ad interpretarla con enfasi, fascino e credibilità. L’electro pop degli Zero Assoluto è tutto da ballare, il testo dice sinceramente poco ma il prodotto è di sicuro fascino radiofonico.  La menzione di merito spetta a Virginia Raffaele che riesce a divertire il pubblico anche nei panni della leggendaria ballerina classica Carla Fracci. A chiudere la lunga serata è Nino Frassica che sceglie di portare sul palco di Sanremo “A mare, si gioca”, un racconto intenso e suggestivo concepito per riportare l’attenzione su un tema di assoluta importanza su cui è sempre necessario tornare quale è il dramma dei migranti.

 Raffaella Sbrescia