Lazarus al Piccolo Teatro Strehler di Milano: la recensione

La prima rappresentazione di Lazarus, opera di teatro musicale, scritta da David Bowie poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh, andò in scena il 7 dicembre 2015. Quella fu anche l’ultima apparizione pubblica di Bowie, che sarebbe scomparso appena un mese dopo (il 10 gennaio 2016). Lo spettacolo, in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano, fino a oggi 28 maggio 2023, vede la regia del direttore di Ert Valter Malosti, che ne ha curato la versione italiana. Nel ruolo del protagonista Thomas Newton c’è il poliedrico Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, che ancora una volta dimostra la propria versatilità approdando al teatro. Ad affiancarlo, tra gli altri, la cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e la danzatrice Michela Lucenti. Il ricco cast di 11 interpreti vede sul palco anche numerosi giovani attori/cantanti di talento: Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini.

Il valore aggiunto dello spettacolo sono sette esperti musicisti della scena musicale italiana: Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo «Rost» Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti. Il progetto sonoro e la produzione musicale sono di Gup Alcaro. La produzione esecutiva di Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale è realizzata insieme a importanti Teatri Nazionali: Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e al Lac Lugano Arte e Cultura.
Il palco si riempie di cinque schermi distribuiti seguendo altezze differenti e di una piccola scatola soprelevata, un luogo altro, proiezione di un sogno, di un ambiente diverso dalla casa del protagonista o della sua stessa mente. Su una pedana rotante, ci sono una poltrona e un tavolo/tastiera, ai lati, due scalinate per accogliere i musicisti che scandiscono questo viaggio il cui filo rosso è proprio costruito sulla base di diciassette canzoni di Bowie interpretate con originalità, struggimento e intensità.
Apparizioni sovrapposte, diventano la materia scenica in cui si muove il profondo senso di solitudine del protagonista che alla fine della propria esistenza, anela un ritorno impossibile verso le stelle, una utopica speranza che si muove tra stallo e desiderio: due forze uguali ed opposte costringono lo spettacolo a una tensione frammentaria, a una narrativa che salta dal senso di oppressione di Newton alle varie situazioni esterne che si delineano in parallelo a quelle del protagonista, che si confronta e lotta con i fantasmi dei propri ricordi e le proiezioni delle proprie paure.
Bowie utilizza quindi il personaggio di Newton per veicolare una serie di temi costanti nella sua musica e li pone a confronto con questo mondo che ci soverchia e ci annichilisce senza mai smettere di ammaliarci. Nonostante tutto.

Raffaella Sbrescia

No Plan: le ultime perle di David Bowie

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L’8 gennaio è stato pubblicato “No Plan” l’EP che contiene 4 pezzi: “No Plan”, “Killing a Little Time”, “When I Met You” e “Lazarus”, il singolo di ★, il 28esimo e ultimo album di David Bowie. Le prime tre tracce erano presenti in “Lazarus Cast Album”, pubblicato il 21 ottobre, e ora sono disponibili separatamente su tutte le piattaforme di streaming e di download.

La regia del video di “No Plan” è di Tom Hingston che aveva già collaborato con Bowie per il premiato video di “Sue (Or In A Season Of Crime)”, dalla raccolta “Nothing Has Changed”, e aggiunge un potente racconto in immagini alla forza ipnotica di una ballad definita da Rolling Stone America (che l’ha messa al #4 nella sua classifica delle 50 Best Songs del 2016) come “un magnifico finale… l’ultimo segnale lanciato dall’universo di Bowie”.

La registrazione del brano di “No Plan” è avvenuta contemporaneamente a quella di ★. Nonostante non siano stati annunciati, il video di “No Plan” ha superato le 500mila views nelle prime 24 ore, mentre l’EP ha raggiunto la prima posizione su iTunes in 11 Paesi (tra i quali UK, Irlanda, Norvegia) e ha dominato la top 20 in più di 30 Paesi.

L’8 gennaio era anche l’anniversario dell’uscita di ★, l’album che è riuscito a crescere sempre di più in questi 12 mesi diventando una pietra miliare della produzione di Bowie sia dal punto di vista commerciale che della critica. Ha raggiunto il #1 in più di 20 Paesi (per la prima per Bowie anche in U.S.), ha chiuso il 2016 con 5 nomination ai Grammy (Best Rock Performance, Best Rock Song, Best Alternative Music Album, Best Recording Package e Best Engineered Album -Non-Classical).

Video: No Plan

Audio: Killing a Little time

 

 

 

Blackstar, David Bowie alza ancora l’asticella con un nuovo imperdibile album

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Dopo cinque decadi di intensa attività artistica, David Bowie conserva intatto il suo status di inarrivabilità con “Blackstar”, il ventottesimo album di inediti pubblicato l’8 gennaio 2016, nel giorno del suo 69esimo compleanno, su etichetta Iso/Columbia Records. Prodotto da Tony Visconti con il contributo del sassofonista Donny McCaslin, il chitarrista jazz Ben Monder, il batterista Mark Giuliana, il bassista Tim Lefebvre, Jason Lindner alle tastiere e, in soli due brani, il fondatore degli LCD Soundsystem James Murphy alle percussioni, l’album si compone di 7 piccole suite caratterizzate da una notevole durata e da molteplici movimenti racchiusi in un’unica soluzione. Nervosa, cupa, esoterica è l’atmosfera in cui Bowie, da sempre maestro indiscusso dell’eclettismo, ci introduce catapultandoci con risolutezza in digressioni, cambi di ritmo e soluzioni armoniche complesse.

David Bowie

David Bowie

Trasponendo in chiave jazz le sue ispirazioni, Bowie inserisce un fitto tappeto di fiati in tutto il disco, regalandoci un ascolto ricco e variegato nonchè caratterizzato da una costante pulsazione ritmica. “Blackstar” si muove tra grandi orchestrazioni e arrangiamenti elettronici, tra avant jazz e drum’n'bass e anche la vocalità di Bowie raggiunge una formula di canto non canto attraverso testi criptici e pprivi di una risoluzione definita.  Tutto risulta già chiaro dalla title track ma anche nel singolo “Lazarus”, brano di punta del disco, a metà strada tra dolore e speranza, attraversato da un mix di chitarre distorte, morbido piano elettrico, fiati voluminosi  emerge un mood scuro, gotico, drammatico. Intenso ed imponente il sax che stride e osa in “Tis A Pity She Was A Whore che, insieme ai guizzi  di “Sue (Or In A Season Of Crime) rappresenta il momento più vorticoso ed energetico di questo lavoro. Giri di basso e maestosi archi vestono i versi di “Girl Loves Me mentre la dilaniante “Dollar Days ci riporta a toni più scuri.  Epico l’arrangiamento di “I Can’t Keep Everything Away: un crescendo emozionale sancito da un guitar solo sullo sfondo che ci lascia in uno stato di attonita contemplazione.

Raffaella Sbrescia

Tracklist ★:

1. Blackstar

2. ‘Tis a Pity She Was a Whore

3. Lazarus

4. Sue (Or In a Season of Crime)

5. Girl Loves Me

6. Dollar Days

7. I Can’t Give Everything Away

Video: Lazarus