I Maestri del Colore: la tavolozza pittorica in musica dei Corde Oblique

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Occorrono voglia, pazienza, curiosità e sensibilità emotiva per entrare in connessione con le trame sonore de ”I maestri del colore”, l’ultimo full-lenght pubblicato dalla band Progressive Ethereal Folk italiana Corde Oblique per la label russa Infinite Fog. Una forte spregiudicatezza creativa attraversa le 13 tracce ispirate ai nomi, ai contesti e ai personaggi più disparati. Un solo ascolto non sarà sufficiente per carpire le sfumature e i contributi dati dai tanti artisti convocati dall’istrionico Riccardo Prencipe, mente e cuore pulsante del progetto in essere. Parliamo, nello specifico, dei musicisti provenienti dai progetti Synaulia (autori della colonna sonora del “Gladiatore” di Ridley Scott), i Micrologus (tra i primi a diffondere la musica medievale in Italia), e la cantante bulgara Denitza Seraphim degli Irfan. Il sesto album dei Corde Oblique è concepito come una tavolozza pittorica in musica in cui si cerca di dare risalto all’importanza cromatica, ritmica e tonale della musica. Ogni titolo allude a un diverso colore e la veste grafica è ispirata alla celebre ed omonima collana di storia dell’arte, uscita negli anni ’60 per Fabbri Editori.

Corde Oblique

Corde Oblique

La prima traccia, scelta non a caso come singolo apripista del progetto, s’intitola “Suono su Tela” ed è un brano strumentale di forte impatto emotivo. L’evoluzione del disco prosegue in maniera naturale sulle note de “I Sassi di Matera” in cui il canto si appoggia alla musica per disegnare in modo nitido i tratti di un luogo unico e speciale. Unica cover del disco è “Amara Terra Mia”, rifacimento a cappella della celebre canzone di Domenico Modugno. La ricerca storico-artistica e musicale continua con “Il cretto Nero”, una struggente ed enigmatica fiaba e “Giallo Dolmen”, un effluvio di strumenti a fiato, dedicato a Roberto De Simone. Perla preziosa del disco è “A Fondo Oro”, un canto medioevale spagnolo risalente al XIII secolo, ulteriormente arricchito dall’uso di strumenti cordofoni come il liuto e l’oud. Scritta durante il soundcheck di un concerto a Shangai, “Rosa d’Asia” è la dedica che Prencipe fa al pubblico cinese. Scritto per archi ed eseguito dal Quartetto Savinio, ensemble vincitore di numerosi premi, con all’attivo incisioni per la DECCA e “Amadeus”, “L’urlo Rosso” è un brano ispirato ad una poesia di Sergej Stratanovskij. Dolce e ovattata la ninna nanna “Blu regale”, suggestiva e quantomai utile “Blubosforo” ispirata ad Instanbul. L’ultima suggestione sonora  arriva con “L’occhio bianco”, brano di chiusura per un lavoro di ampio spessore culturale, cosparso di riferimenti ed intriso di citazioni che lo rendono fruibile solo a chi ha davvero voglia di ascoltare qualcosa che vada ben oltre la media.

Raffaella Sbrescia

La Tracklist:

1 – Suono su tela
2 – I Sassi di Matera
3 – Violet Nolde
4 – Il cretto nero
5 – Giallo dolmen
6 – Amara terra mia
7 – Papavero e memoria
8 – A fondo oro
9 – Rosa d’Asia
10 – L’urlo rosso
11 – Blu regale
12 – Blubosforo
13 – L’occhio bianco

vVideo: “Suono su tela”