Fulgida e travolgente, Levante entra nell’Olimpo degli dei. Il varco d’ingresso è il Mediolanum Forum di Milano

Levante

Claudia Lagona, in arte Levante, protagonista al Mediolanum Forum di Milano. Il primo show nel palazzetto dello sport più famoso d’Italia unisce tutti i puntini dei cardini esistenziali e artistici della cantautrice. Forte e travolgente ma anche fragilissima e delicata, Levante racchiude un prisma di caratteristiche tali da renderla unica e forse per questo inimitabile. Grintosa, coloratissima, sensuale prima donna della serata, Levante non perde mai di vista i suoi fidati musicisti ai quali aggiunge una corposa sezione di archi per donare un’aura eterea e sognante alle sue canzoni. In scaletta ci sono praticamente tutti i singoli nonché i brani pubblicati nell’ultimo album di inediti “Magmamemoria”. E non mancano le sorprese. Anche grosse. Stiamo parlando del duetto di Levante con Gianni Morandi sulle note di un brano iconico come “Vita” ma anche del momento strappalacrime in cui l’artista invita sua madre a cantare insieme a lei, esattamente come era avvenuto nel 2015, la dolce poesia d’amore “Finchè morte non ci separi”. La carrellata di ospiti si chiude con l’arrivo di due fuoriclasse made in Sicily quali sono Colapesce e Antonio Di Martino con cui Levante canta “Lo stretto necessario” per una nuova versione di una hit che ci aveva emozionato con il feat di Carmen Consoli.

Per chi conosce Levante dagli esordi può forse immaginare cosa possa aver significato arrivare a questo tipo di traguardo professionale. Mangiapalchi da sempre, Claudia non ha mai lesinato chilometri e avventure nuove, sconosciute, lontane anni luce dal suo immaginario primigenio. L’istinto l’ha guidata dandole la forza, il coraggio e l’ardore di mettersi in gioco non solo sui palchi, ma anche in ambito letterario, televisivo e beauty. In ogni contesto Claudia ha sempre scelto di metterci la faccia senza mai omologarsi ed è per questo che nel tempo il pubblico che si è costruita ha imparato ad amarla a fondo e senza riserve.

Ed ecco i puntini riuniti, quelli di una linea mai troppo precisa, a volte interrotta ma subito ripresa. Tratti ora forti e marcati, ora deboli e a malapena visibili ma sempre pronti a tracciare un segno indelebile.

Levante per il suo show dei sogni parte dalla radici, dai video della sua primissima infanzia, ci dimostra di essere rimasta fedele e coerente a se stessa. Ci manda un messaggio chiaro e incontrovertibile: eccomi, questa sono io che vi mostro la mia essenza e così è. E allora via: Magmamemoria, Le lacrime non macchiano, Non me ne frega niente, Maledetto cantate una in fila all’altra senza sosta e senza riprendere fiato per non emozionarsi troppo di fronte a un pubblico caldo, presente, partecipe.

Vorrei dirvi tante cose ma penso che continuerò con la musica. Grazie tutto questo è pazzesco” riesce a dire ad un certo punto Levante dall’alto dei vertiginosissimi tacchi sui quali salta e corre come se fossero sneakers.

Levante ph Kimberley A.Ross

Levante ph Kimberley A.Ross

Rancore, Regno Animale, Ciao per sempre, Se non ti vedo non esisti, Cuori d’artificio, Saturno, Sbadiglio, Memo, L’ultima volta che ti dimentico, Il giorno prima del giorno dell’inizio non ha mai avuto fine si susseguono una dopo l’altra mettendo in luce lo struggimento, la potenza semantica e simbologica di parole, movenze e reminiscenze che non possono e non vogliono trovare una collocazione definita e stringente.

L’atto di fede si compie poi al centro del parterre: Levante imbraccia una chitarra senza fili, chiude gli occhi e riunisce tutti in un canto d’amore collettivo sulle note di Abbi cura di te. Un manto di occhi luminosi ad avvolgerla mentre tutto intorno c’è incanto e stupore.

Reali, Duri come me, 1996 La stagione del rumore, Bravi tutti voi Andrà tutto bene,, Antonio, Gesù Cristo sono io, Lo stretto necessario, Pezzo di me, Alfonso scandiscono l’ultima parte dello show molto movimentata e ballereccia. Dopo la presentazione della band, il colpo finale: Arcano 13 al pianoforte. Una manciata di semplici accordi in 4/4 e pochi versi per una canzone che riesce a toccare le corde più intime del cuore e le vette più alte del cielo. Il battesimo pagano è avvenuto, benvenuta Levante nell’Olimpo dei dei.

Raffaella Sbrescia

Levante: Nel Caos tour 2017. Il cuore in primo piano

Levante - Nel Caos di Stanze Stupefacenti - tour ph Kimberley A. Ross

Levante – Nel Caos di Stanze Stupefacenti – tour ph Kimberley A. Ross

Bisogna partire dal cuore, sempre e comunque dal cuore. Questo è quello che Levante ha sempre messo in gioco nelle sue canzoni. Questo è proprio quello che si sente quando si prende parte ad un suo concerto, sempre più simile ad una sorta di celebrazione dei sentimenti. Questo è quanto emerso durante l’ultima data del suo “Nel Caos di stanze stupefacenti tour” all’ Alcatraz di Milano. Tutto è stato molto chiaro fin dal prologo introduttivo: cadere per poi rialzarsi serve per diventare più forti, più consapevoli, più pronti. E così è Levante: pronta, forte, versatile, trascinante. Lei, capace di passare da un pezzo piano e voce come “Caos” (intro del disco) al vorticoso “Non me ne frega niente” mette in luce le sue mille sé senza filtri, senza timore, senza apparenze. Così come aveva predetto, il suo live rispecchia la carica delle canzoni pubblicate nel suo ultimo album: batterie, ritmica e elettronica spadroneggiano sul palco anche se sono i momenti acustici che arrivano dritti allo stomaco. Ma procediamo con ordine: in apertura cinque cartucce importanti: “Le mie mille me”, “Non me ne frega niente”, “Le lacrime non macchiano”, “Ciao per sempre” e “1996 La stagione del rumore”. La risposta del pubblico è subito caldissima rendendo istantaneamente l’idea dello stretto rapporto che Levante ha saputo costruirsi con “la sua gente”.

Levante - Nel Caos di Stanze Stupefacenti - tour ph Kimberley A. Ross

Levante – Nel Caos di Stanze Stupefacenti – tour ph Kimberley A. Ross

Il ritmo è serrato: “Sbadiglio”, “Cuori d’artificio” e “Diamante” sono l’intermezzo prima del clou acustico: “La scatola blu”, “Non vuoi stare bene” ma soprattutto “Abbi cura di te” cantata completamente a cappella da Levante e dal suo pubblico. Migliaia di voci all’unisono per quello che potrebbe essere considerato un mantra per anime allo sbaraglio. La ritmica si rifà prepotente sulle note di “Duri come me”, “Memo” e “Di tua bontà” fino agli immancabili bis: si va da “Alfonso” a “Io ti maledico” fino a “Gesù Cristo sono io” e alla conclusiva “Caos” (outro). Un percorso lineare la carriera di Levante che, negli anni, ha lottato per vivere e realizzare il suo sogno. Lei, che si è conquistata stima e credibilità a suon di pane e concerti, oggi riscuote il meritato successo senza dover rendere dazio a nessuno. Emblema di forza, tenacia, eleganza e intraprendenza, la cantautrice siciliana si è ritagliata uno spazio destinato a crescere grazie alla capacità di leggere, tradurre e semplificare il caos che accartoccia i nostri cuori malmenati da tempi e costumi incomprensibili.

Raffaella Sbrescia

Caos Monologo
Le mie mille me
Non me ne frega niente
Le lacrime non macchiano
Ciao per sempre
1996
Io ero io
Mi amo
Sbadiglio
Cuori d’artificio
Diamante
Lasciami andare
Contare fino a 10

La scatola blu (acustica)
Non stai bene (acustica)
Abbi cura di te (acustica)

Duri come me
Memo
Di tua bontà

Bis.
Alfonso
Io ti maledico
Gesù cristo sono io

CAOS outro

“Nel Caos di Stanze Stupefacenti”: Levante si mette a nudo con stile e coraggio. Intervista

Levante - Nel Caos di Stanze Stupefacenti

Levante – Nel Caos di Stanze Stupefacenti

Esce oggi “Nel caos di stanze stupefacenti” (Carosello Records) il nuovo album di inediti scritti e interpretati da Levante, la cantautrice siciliana che con il suo stile unico è riuscita a ritagliarsi un ruolo di primo piano all’interno dello scenario pop nazionale. “Nel caos di stanze stupefacenti” segna il suo ritorno discografico, a distanza di due anni da “Abbi cura di te”. Un disco interamente scritto da Levante che ha avuto un ruolo attivo nella realizzazione di ogni dettaglio di questo progetto. Attraverso dodici canzoni che raccontano di tanti stati emotivi diversi, l’artista ha scelto di raccontarsi in un album energico, ironico, libero ed emozionante.

 Intervista

Bentrovata Levante, cosa dobbiamo aspettarci da “Nel caos di stanze stupefacenti”?

In questo disco ci sono 12 storie racchiuse in 12 stanze rumorose. Il caos di cui racconto nasce da un profondo silenzio in cui mi sono ritrovata nell’ultimo anno. Un silenzio che mi ha dato modo di raccontarmi, un silenzio che ha fatto davvero molto rumore. Anche nella scelta del titolo ho voluto giocare con i contrasti. Quando scrivo mi metto a nudo, racconto della mia vita senza tralasciare anche cose scomode. Scrivo canzoni perché non voglio parlare, a volte mi sento una “pesantona”, sono molto legata ai giochi di parole. Entrare nelle stanze, ad esempio, implica l’allontanarsi da tutto il resto.

Come mai hai scelto questo tipo di copertina

La cover del disco è strettamente correlata a quella dei miei due precedenti dischi. In “Manuale distruzione” indossavo l’abito da sposa di mia madre, ero appoggiata ad un muro scrostato, quello della casa in cui vivevo con i miei genitori e in cui è mancato mio padre. Sulla copertina di “Abbi cura di te”, invece pugnalavo un cervello salvando il cuore e i sentimenti. In entrambe i casi ero stata immortalata in una posa molto composta, qui invece, la persona composta cade sullo specchio, sul suo doppio, sulle sue riflessioni. In molti l’hanno critica ma non avrei potuto indossare nient’altro che le mie mutande e la mia canottiera perché mi sono messa davvero a nudo.

Quali sono i caratteri dell’impianto musicale di questo disco?

Questo è sicuramente un album più rumoroso degli altri due, il concetto di base è che avevo bisogno di fare rumore. La batteria è la protagonista insieme ai timpani, ho voluto che si esagerasse con la ritmica e con l’elettronica.

Che apporto ti hanno dato Antonio Filippelli e Dario Faini?

Quando ho portato i brani a Filippelli e a Dario, ho portato i miei riferimenti, i miei spunti, le mie idee. Quindi hanno scelto le tracce e messo ordine. Ogni brano si ispira a un mondo diverso e ha visto la partecipazione della mia band composta da: Alessio Sanfilippo (batteria), Giovanni “Giuvazza” Maggiore (chitarre), Mattia Bonifacino (basso) e Alessandro Orefice (piano, organo, synth, rhodes). Il lavoro in studio è stato pazzesco, per la prima volta ho davvero partecipato a ogni dettaglio, questo risultato mi gratifica molto. “Nel caos di stanze stupefacenti” è disco del 2017 e lo si percepisce subito.

Come hai vissuto la collaborazione con J-Ax e Fedez in “Assenzio?

L’incontro con loro due mi ha stupito. Arrivo da un percorso musicale diverso dal loro, prima che mi arrivasse la chiamata, J –Ax mi aveva già detto in tempi non sospetti che avrebbe voluto fare qualcosa con me. In questo caso ho potuto scegliere la canzone, ho scelto “Assenzio” perché ero in linea con il messaggio contenuto nel testo. A questo aggiungo che sono entrambe delle persone molto carine che mi hanno dato la possibilità di parlare ad un pubblico molto più ampio.

Cosa ci dici del brano “Pezzo di me” con Max Gazzè?

Max Gazzè è il mio padrino, con lui c’è un bellissimo rapporto, a tratti paterno. Ho aperto molti dei suoi concerti del Sotto Casa tour nel 2013. Quando ho scritto questa canzone ho pensato subito a lui per un possibile featuring, ci siamo divertiti molto, il brano era perfetto per lui.

Come mai non ti abbiamo vista a Sanremo quest’anno?

Ambisco al Festival anche se la porta non si è ancora aperta per me. Sono cresciuta con i Sanremo di Pippo Baudo, non escludo di provarci il prossimo anno anche se, nel caso partecipassi, lo vivrei in modo leggero, non sono brava a gareggiare.

Cosa racconti nel brano “Gesù Cristo sono io”?

Poche volte mi sono guardata attorno, scrivo spesso delle mie tristezze, dei miei dolori. Qui senza grandi pretese ho voluto raccontare la storia di chi vive violenze da parte dei propri compagni prendendo spunto da fatti biblici. La protagonista è una donna che crede di essere una regina ma sulla testa ha soltanto delle spine. Si tratta di un testo molto chiaro, con ampi riferimenti all’attualità.

Qual è il fulcro del brano “Santa Rosalia”?

Il brano cerca di spiegare l’omosessualità ai bambini. Mi piace l’idea di affrontare l’argomento in modo molto semplice e l’ho fatto.

Video: Non me ne frega niente

Cosa pensi dei talent show?

Nel 2010 fui contattata da X Factor ma ho scelto di dormire per due mesi sul pavimento di un appartamento a Leeds. Non giudico chi partecipa ai talent, si tratta pur sempre di strade rischiose. Con il mio percorso, la strada è lunga e faticosa e tante cose tardano ad arrivare ma è anche vero che ci vuole coraggio anche a fare la tv. Il rischio è quello di essere subito dimenticati, a molti è capitato. Diciamo che se sei pronto con dei materiali ed una progettualità allora la scelta può essere vincente, in caso contrario appena spenti i riflettori potresti ritrovarti con un nulla di fatto in mano.

Come descriveresti il tuo linguaggio?

Non saprei esprimermi in altro modo, la mia scrittura è spigolosa. Amo dipingere le parole, ho bisogno di raccontare e mostrare al contempo un immagine. Adoro la lingua italiana, amo la scrittura. Mi piace poter raccontare un amore come hanno fatto in milioni di persone, però lo faccio a modo mio, attraverso i miei filtri e il mio modo di vedere il mondo. So di essere un po’ maschiaccio, forse è questo che mi distingue dal cantautorato femminile eppure esiste un mondo di donne che non riesce a farsi spazio in classifica e che sa parlare in modo più concreto e meno vaporoso.

Come si combatte la superficialità all’ascolto?

La colpa è la velocità con cui si fa e si ascolta musica. Io stessa ho fatto tre dischi in tre anni. Tutto sta correndo e chissà dove si va. I miei primi dischi li consumavo, oggi non saprei come si potrebbe invertire la rotta. Al momento i dischi si fanno per il live, di certo non per le vendite.

Questo tema del caos lo ritroviamo anche nel tuo romanzo. Che legame c’è tra il libro e questo album?

Il libro e l’album sono strettamente connessi perché ho cominciato a scriverli esattamente nello stesso momento. Il mio mondo musicale è entrato inevitabilmente nel romanzo un po’ come accade tra due persone che si frequentano. Anche il personaggio del libro mi somiglia molto.

Levante  presenta Nel Caos di Stanze Stupefacenti

Levante presenta Nel Caos di Stanze Stupefacenti

A chi dedichi questo disco?

A chi è caduto e ha avuto il coraggio di rialzarsi. Lo dedico a tutti loro ma alla fine lo dedico a me, c’è tantissimo ego in questo disco, quindi lo dedico al coraggio che ho avuto di rialzarmi con una certa facilità e con il sorriso sulle labbra.

E il live come sarà?

Prepotente ed esplosivo. Vorrei che fosse non solo un buon concerto ma anche un bello show, i preparativi sono in corso!

Raffaella Sbrescia

Ascolta qui l’album

In-store tour

07 APRILE – h 18.30 MILANO @ FELTRINELLI (Piazza Piemonte) UNICO SHOWCASE LIVE

08 APRILE – h 17.00 TORINO @ FELTRINELLI (Stazione Porta Nuova)

09 APRILE – h 17.00 NAPOLI @ MONDADORI BOOKSTORE (Piazza Vanvitelli)

10 APRILE – h 15.00 BARI @ FELTRINELLI (via Melo)

10 APRILE – h 18.30 LECCE @ FELTRINELLI (via Templari)

11 APRILE – h 14.00 CATANIA @ FELTRINELLI

11 APRILE – h 18.30 PALERMO @ MONDADORI MEGASTORE

12 APRILE – h 18.00 ROMA @ DISCOTECA LAZIALE

13 APRILE – h 18.00 BOLOGNA @ FELTRINELLI (piazza Ravegnana)

A maggio Levante sarà live con la sua nuova tournée “Nel caos tour 2017” organizzata da OTRlive. Si parte il 4 maggio dall’Atlantico di Roma e si prosegue il 5 maggio a Perugia all’Afterlife Live Club, il 6 all’Estragon Club di Bologna, il 12 al New Age Club di Roncade (TV), il 13 maggio al Teatro della Concordia di Venaria Reale (TO) e si concluderà il 16 maggio all’Alcatraz di Milano (NUOVA DATA). Prevendite disponibili su Ticketone: http://bit.ly/nelcaosLEVANTE

Ex – Otago: “Stramarassi vi sorprenderà così come ha sorpreso noi”. Intervista

Ex-Otago Settembre 2016 - Cs. De Stefanis

Ex-Otago Settembre 2016 – Cs. De Stefanis

“StraMarassi” è un’evoluzione di Marassi, un po’ come mettere il 70 o la Malossi sul cinquantino. Stramarassi è Marassi più ricco e vario”. Così i genovesi Ex-Otago presentano la nuova versione deluxe del fortunato album “Marassi”. Nato dopo la prima collaborazione con Jake La Furia per il singolo “Gli Occhi della Luna”, il progetto continua a compiere passi in avanti. Sarà, infatti, in radio dal 7 Aprile il nuovo singolo “Ci vuole molto coraggio” feat. Caparezza, uno dei tanti featuring che arricchiscono “Stramarassi”.

 Intervista

“Stramarassi” si presenta come qualcosa che è tutt’altro che un repack del vostro ultimo progetto. Nuovi linguaggi integrano e modificano i contenuti del l’album originario. Da dove arriva questa idea?

In effetti è proprio così, le collaborazioni presenti nel disco sono tutte autentiche e questo si percepisce. Proprio per questo motivo, il progetto ha un peso specifico molto importante rispetto al disco originario.

Qual è stato l’apporto nell’uso di diversi linguaggi? L’avvicinamento al rap apre nuovi spiragli nella vostra scrittura?

I linguaggi pop e rap non sono poi così distanti anzi sono spesso molto complementari, forse è una cosa un po’ italiana pensarli come distanti, in America ci sono continuamente interazioni tra artisti pop e rap. L’idea che accomuna il nostro “Marassi” al linguaggio del rap è la voglia di voler raccontare la contemporaneità attraverso un’urgenza espressiva.

Come è venuta fuori una rosa di collaborazioni tanto variegata?

Jake La Furia ci ha offerto il pretesto giusto per iniziare questa cosa. Fu lui a contattarci dicendoci che gli piaceva molto “Marassi” e che avrebbe voluto fare qualcosa con noi.  Dopo il featuring in “Occhi della luna” abbiamo gettato sul tavolo un mazzo di carte con i possibili artisti con cui avremmo voluto collaborare e che stimiamo; tutto è avvenuto in modo molto naturale.

Poi ci sono i remix… ci sarà la possibilità che vengano riproposti anche dal vivo?

Sì, lavoreremo affinchè gli artisti possano intervenire nei nostri live. Per quanto riguarda i remix, abbiamo avuto un sacco di buone sensazioni, ne suoneremo qualcuno a palla per tutta l’estate.

Ex - Otago

Ex – Otago

Il tour sta andando benissimo, qual è stata la risposta del pubblico finora?

Abbiamo lavorato duro per arrivare fino a questo punto, il successo di questo tour è stata una piacevolissima conferma per noi, il pubblico vive il concerto con partecipazione assoluta e noi amiamo cibarci dell’inesauribile energia delle prime file.

Come si svolte una vostra giornata tipo mentre siete in tour?

Ci si sveglia tendenzialmente annebbiati e con un filo di mal di testa, si va a fare colazione con scarso entusiasmo, ci si ringalluzzisce se la coazione è buona e si guardano gli hashtag sui social per guardare foto, video e commenti relativi al live della sera precedente. Successivamente si fa l’itinerario della giornata, si cerca una buona trattoria a pranzo (cercando di evitare gli autogrill), poi si parte e si viaggia in furgone, si arriva nel posto, si fa il soundcheck (un momento sempre molto emozionante) e abbiamo sempre un pallone in furgone con cui improvvisiamo dei palleggi nei parcheggi dei locali. Tendenzialmente ce la viviamo sempre come se fossimo 7-8 amici che vanno a farsi un bel giro senza mai trascurare tutti gli aspetti professionali del caso.

E in studio?

Lì c’è bisogno di tempo e concentrazione. Bisogna stare lì a suonare, riascoltare, criticarsi, avere la lucidità, il coraggio e la bravura di capire cosa è venuto bene e cosa invece no. Quando abbiamo scritto l’ultimo disco eravamo in una casetta a Marassi, andavamo lì ogni mattina, qualcuno portava la focaccia e il caffè ed eravamo lì tutti insieme a lavorare.

In questi ultimi periodi avete avuto il tempo di mettere da parte qualche bozza per dei nuovi brani?

Finora no però siamo pronti a scrivere qualcosa di nuovo perché ne abbiamo voglia e perché qualche idea comincia a bollire in pentola. Probabilmente scriveremo in furgone, in qualche albergo o nei backstage di qualche Festival estivo dove andremo a suonare.

Quali sono le cose a cui pensare più spesso? Ci stupiamo sempre di tutto questo successo che stiamo avendo, ci domandiamo sempre cosa succederà dopo, come andrà il prossimo disco e se avremo le spalle abbastanza larghe; insomma i contrasti non mancano!

 Raffaella Sbrescia

Tra le varie collaborazioni sono presenti: Eugenio Finardi su “I giovani d’oggi”, Caparezza su “Ci vuole molto Coraggio”,Dardust su “Cinghiali Incazzati”Willie Peyote su “La Nostra Pelle”, Mecna su “Stai tranquillo”, Marianne Mirage su “Mare”, Levante su “Quando sono con te”, España Circo Este su “Non molto lontano” e Bianco su “Sognavo di Fare l’Indiano”.

Ad arricchire ulteriormente il contenuto, sono presenti i remix di: Mare (Lemandorle remix), Gli Occhi Della Luna (Keaton remix), Quando Sono Con Te (Godblesscomputers remix), Cinghiali Incazzati (c.o.c.c.o detox remix), Non Molto Lontano (Herald Clawe Yakitori remix), Sognavo di fare l’Indiano (Cowboy Remix).

Video: Ci vuole molto coraggio

Non me ne frega niente: il primo singolo del nuovo album di Levante è già un successo

Levante ph Alan Chies

Levante ph Alan Chies

In Italia è l’era del nuovo pop. Una delle più valide esponenti femminili di questa corrente musicale è Claudia Lagona, in arte Levante. Forte dei consensi ottenuti dal precedente disco “Abbi cura di te”, la cantautrice torna in scena annunciando un nuovo album di inediti intitolato “Nel caos di stanze stupefacenti”, in uscita il prossimo 7 aprile per Carosello Records. “Non so perché caddi in quel buco nero. L’orizzonte degli eventi dove tutto ciò che va non ritorna. Mi sentii così, per mesi e mesi. Aggrappata alle sole mura di una stanza, la mia stanza. Non seppi aprire la porta, non seppi mai arrivare alla maniglia che mi avrebbe salvata. Non serviva una mano, serviva una maniglia per aprire un varco dentro quel caos e fuggire. Fuggire da me. Non ci fu serratura, non ci furono chiavi, non ci furono finestre… ci fu solo la musica NEL CAOS DI STANZE STUPEFACENTI”. Con queste parole l’artista ha presentato il titolo di questo nuovo lavoro anticipato da un primo interessante singolo intitolato “Non me ne frega niente” balzato subito al numero uno delle tendenze di YouTube e tra i trend topic di Twitter. Grazie al videoclip diretto dal collettivo fiorentino The Factory,  registrato a casaBASE, la residenza d’artista di BASE Milano e ideato dalla stessa Levante, il brano si riveste di ulteriori interessanti sfaccettature: da un lato le atmosfere distopiche di Black Mirror, dall’altro una clinica di cura del futuro in cui pazienti soffrono di disturbi compulsivi da cellulare. Questo è il perturbante scenario che fa da sfondo ad una marcia pop, figlia della vena creativa di Levante e Dario Faini nonché della produzione di Antonio Filippelli che guarda alle produzioni del Nord Europa e alle grandi voci della scena internazionale come Lykke Li e Florence Welch. Andando ad analizzare il testo nello specifico, scopriamo una precisa istantanea delle principali isterie da “social network” dei nostri giorni.

Levante

Levante

Disincanto, disillusione e trasparenza fanno capolino in un racconto fedelmente ispirato alle avvilenti dinamiche del web: “Sogno la pace nel mondo ma a casa sono a brava a far la guerra. La storia è sempre quella, noi siamo tutti uguali ma il colore della pelle conta. Se parte la rivolta combatto con lo scudo dello schermo, le armi da tastiera il giorno sto in trincea lancio opinioni fino a sera. Non me ne frega niente se mentre rimango indifferente il mondo crolla e non mi prende, non me ne frega niente se mentre la gente grida aiuto io prego non capiti a me”, scrive e canta Levante, mettendo in evidenza le più la parte più meschina, codarda e superficiale di un modo di fare sempre più diffuso e sempre più degradante in modo intelligente e di classe. Un ottimo presupposto in attesa di scoprire cosa ci riserverà il resto dell’album.

 Raffaella Sbrescia

A maggio Levante sarà live nelle principali città italiane con la sua nuova tournée “Nel caos tour 2017” organizzata da OTRlive. La data di Milano prevista per l’11 maggio all’Alcatraz è spostata per ragioni organizzative a martedì 16 maggio. Si parte il 4 maggio dall’Atlantico di Roma e si prosegue il 5 maggio a Perugia all’Afterlife Live Club, il 6 all’Estragon Club di Bologna, il 12 al New Age Club di Roncade (TV), il 13 maggio al Teatro della Concordia di Venaria Reale (TO) e si concluderà il 16 maggio all’Alcatraz di Milano (NUOVA DATA). Prevendite disponibili su Ticketone: http://bit.ly/nelcaosLEVANTE

 Video: Non me ne frega niente

Un incontro Tête-à-tête con Daniele Celona al Chiostro Bistrot di Milano

Daniele Celona live @ Chiostro Bistrot -Milano

Daniele Celona live @ Chiostro Bistrot -Milano

In Corso di Ripa Ticinese a Milano esiste un posto molto interessante dove trascorrere una serata estiva all’aperto senza rinunciare ad un tocco di cultura. Stiamo parlando del Chiostro Bistrot, aperto lo scorso maggio negli splendidi chiostri del Museo Diocesano, nonché location dell’inedita rassegna musicale Chiostro d’Estate. Immersi tra verde e musica, in questo luogo ricco di storia, arte e cultura ci siamo fregiati degli affreschi di storie di personaggi fragili, a volte rassegnati a volte rabbiosi, a volte indifesi a volte indifendibili, immersi in una società schizzata, nonchè figli della penna del cantautore Daniele Celona. Torinese con origini sarde e siciliane, questo artista appartiene alla categoria dei cantautori che utilizzano le canzoni come una sorta di personale terapia, con l’esigenza di sezionare determinate dinamiche collettive, di comprendere e denunciare derive e storture della realtà in cui viviamo.

Daniele Celona live  feat. Levante - Chiostro Bistrot - Milano

Daniele Celona live feat. Levante – Chiostro Bistrot – Milano

 Accompagnato dall’ottimo Marco Di Brino al basso, Celona ha proposto al raccolto pubblico un’ampia selezione dei suoi brani puntando non solo sull’impatto sonoro ma anche sull’espressività vocale, la nitidezza delle melodie e la potenza di testi dai toni forti. La forma canzone di Celona è spontanea e facilmente fruibile eppure conserva al proprio interno del proprio nucleo dei significanti di indiscusso spessore testimoniando in maniera tangibile un talento puro e genuino. Prezioso il duetto a sorpresa con Levante (a Milano per la registrazione del nuovo album), sulle note di “Atlantide”, brano bellissimo e complesso, in cui la storia e la voce di Daniele Celona si intreccia alla perfezione con l’interpretazione di Levante, compagna di aspirazioni, provini e moltissimi palchi.  Reduce dalla pubblicazione dell’ep “Dalla Guerra alla Luna – Live @ Diavolo Rosso”, Celona fa dunque la propria dichiarazione di esistenza con la giusta dose di incoscienza e si prepara ad un’estate tra Centro e Sud Italia in attesa di tre grandi concerti ad ottobre che si terranno a Roma, Torino e Milano.

Raffaella Sbrescia

Beck’s Unacademy Live: Levante emoziona i Navigli di Milano

Levante @ Beck's Unacademy ph Carmine Arrivo

Levante @ Beck’s Unacademy ph Carmine Arrivo

L’abbecedario della felicità di Levante arriva sulla chiatta galleggiante della Beck’s UNacademy Live lungo l’Alzaia Naviglio Grande 34 di Milano. Eleganza austera, sottile raffinatezza, vibrante energia e iridescente talento sono i tratti clou di una performance breve eppure pregna dei contenuti racchiusi nell’ultimo disco di inediti della giovane cantautrice. Tra i brani in scaletta  ”Abbi cura di te”, “Tutti i santi giorni”, “La rivincita dei buoni”, “Ciao per sempre”, “Pose plastiche”, “Le lacrime non macchiano” ma anche alcuni successi tratti dall’album d’esordio intitolato “Manuale distruzione” come “Memo”, “Sbadiglio” e “Alfonso”. Parole che raccontano la ricerca della felicità, i sussurri dell’anima in subbuglio, il risveglio dei sensi, l’importanza del ricordo ma soprattutto l’immancabile entusiasmo con cui affrontare le sfide di ogni giorno.

Photogallery a cura di: Carmine Arrivo

Levante @ Beck's Unacademy ph Carmine Arrivo

Levante @ Beck’s Unacademy ph Carmine Arrivo

Levante @ Beck's Unacademy ph Carmine Arrivo

Levante @ Beck’s Unacademy ph Carmine Arrivo

 

Levante @ Beck's Unacademy ph Carmine Arrivo

Levante @ Beck’s Unacademy ph Carmine Arrivo

 

Levante @ Becks Unacademy ph Carmine Arrivo

Levante @ Becks Unacademy ph Carmine Arrivo

 

Abbi cura di te: il secondo album e la ritrovata felicità di Levante

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Dolce, appassionata, sensibile e romantica da un lato,  forte, determinata e tenace dall’altro. Claudia Lagona, in arte Levante, dall’alto dei suoi 27 anni conquista il pubblico con “Abbi cura di te”, un nuovo intenso lavoro discografico che porta la firma di INRI e Carosello Records, in cui le  dodici tracce che lo compongono lavano via le ferite e pagano per intero e senza mezzi termini il saldo con le sofferenze del passato. Ogni brano possiede una propria dimensione definita, una storia da raccontare, una ferita da rimarginare, uno scopo da raggiungere: la felicità.  Arrangiamenti raffinati e sonorità ricercate sono il frutto della produzione artistica di Alberto Bianco, già operativo per “Manuale Distruzione” e regalano una sfumatura unica a ciascun pezzo.

Levante

Levante

Si comincia con “Le lacrime non macchiano”, un brano  agrodolce profumato di pop-rock venato d’elettronica. Imbarazzo, disagio, incertezza, timore e rischio irrorano i versi di “Ciao per sempre” mentre la titletrack “Abbi cura di te” diventa un mantra da seguire, un focus su cui mantenersi concentrati: “Segui la parte sinistra, il battito lento, l’istinto che sia , segui le orme dorate, i cieli d’argento, non perderti via”, canta Levante, con semplicità e classe, con schietta malinconia dal gusto retrò. Più allegra e movimentata “Caruso Paskoski”, ispirata al film del 1988 di Francesco Nuti “Caruso Paskoski di padre polacco” che Levante vide in tv col papà. Romantica e sognante è, invece, “La rivincita dei buoni”, le cui sonorità strizzano l’occhio alle melodiche ballads anni ’50. Notevole il suadente groove della chitarra acustica folk di “Contare fino a dieci”. Commovente ed intensa “Finché morte non ci separi”, brano in cui Levante canta con la madre ripercorrendo le prime fasi della storia d’amore dei propri genitori. Amore, amore e ancora amore come in “Tutti i santi giorni” e soprattutto in  “Lasciami andare”, prodotta dal compagno di Levante, Simone Cogo alias The Bloody Beetroots ed irrorata di affascinanti tocchi di elettronica. Divertente, ironica e spassosa “Pose plastiche”, un brano che non le manda di certo a dire  e che demolisce  i “sorrisi indossati all’occorrenza”.  Forte e potente “Mi amo”: “mi amo e non importa se ridi di me, sì mi amo anche quando non so sopportarmi”, canta ferma e decisa Levante, salvo poi commuoversi intonando “Biglietto per viaggi illimitati”, il racconto poetico dell’addio al padre ferroviere, che chiude questo disco  così come si concluderebbe un sogno malinconico e gioioso al contempo  e che ci lascia sospesi in un limbo distante dal cinismo imperante del nostro tempo.

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 Ecco cosa ci ha raccontato Levante in occasione della presentazione alla stampa di questa mattina a Milano:

Qui parliamo di coraggio… tu ti rendi conto di essere coraggiosa, di aver intrapreso una strada che prescinde dai luoghi comuni della musica, che ti vede protagonista del palco insieme alla tua chitarra… come affronti questo tuo modo di essere?

Io non ho mai creduto di essere una persona coraggiosa perché in ogni cosa che faccio, ho sempre una paura incredibile però è anche vero che il coraggio senza paura non è coraggio per cui è anche giusto che ci sia una sensazione di debolezza, di fragilità. Credo di essere stata coraggiosa nello scegliere di essere felice e questo tipo di musica, insieme a questo tipo di percorso,  mi fa stare bene; non ce n’è un altro che mi farebbe stare meglio di quello che sto facendo adesso.

Ti sei presentata come artista indipendente , quanto ci tieni a mantenere questo status e quanto ti  preoccupa il passaggio in spazi più ampi sia televisivi che festivalieri?

Io non ho paura di questo. Spesso  si tende ad associare l’essere indipendenti all’essere qualcosa di molto opposto al pop e non è così! Io sono molto pop, non sono molto distante dalla tv e dalle cose più “commerciali”. Spero di essere indipendente nelle scelte, vorrei essere sempre in grado di poter essere l’ultima persona a dare l’ultima parola, quella decisiva. Vorrei sempre poter contare tanto rispetto magari ad una major che mi vorrebbe avviare verso percorsi che non amerei fare.

Il mainstream implica una serie di scelte comunicative diverse…

Sì, eppure il mainstream mi mi scarta perché sono considerata un po’ borderline. Nel mondo la mia musica è pop, in Italia, invece, sono borderline…. Il mio esempio Carosello Records, una realtà indipendente molto forte, salda, con dei principi fermi, eppure di successo, per cui credo si possa diventare grandi senza svendersi.

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Hai definito il tuo disco “l’Abbecedario della felicità”…come sei arrivata a questo percorso?

È stato tutto molto naturale. Ho scritto “Abbi cura di te” durante tutto il 2014, nell’ambito del “Manuale Distruzione tour” quindi avevo tantissime cose da dire proprio perché stavo facendo delle scelte molto forti, sia a livello personale che musicale. In queste 12 tracce parlo tanto di me poi ho stretto dei forti legami con tantissime persone che amo e che mi sono state molto vicine per cui ci sono anche dei racconti che non ho vissuto in prima persona ma che racchiudono una sorta di cammino verso la serenità, verso la voglia di essere felici.  Fino a qualche anno ha, ho avuto un atteggiamento adolescenziale, mi crogiolavo nella tristezza poi, ad un certo punto, ho sentito l’esigenza di essere felice e la svolta è stata il saper scegliere. La felicità non la trovi dietro l’angolo, la felicità  è dentro di te, nel momento in cui hai il coraggio di fare le scelte che ti portano ad esserlo, lo sei.

Continui ad avere esempi o punti di riferimento in ambito artistico –musicale oppure vai per la tua strada?

In questo periodo i miei lavori ricordano un po’ Leslie Feist poi c’è Carmen Consoli: tanti mi associano a lei e per me è un grandissimo onore poi mi rendo conto che siamo tanto diverse, sia nella scrittura che nel modo di vivere la musica e di farla, poi ci sono Cristina Donà, Janis Joplin, Alanis Morrissette e Mina.

Perché stai facendo fatica ad imparare i nuovi testi?

Da quando è esplosa “Alfonso” non mi sono mai fermata, sono sempre stata in giro con il tour, ho scritto il disco, siamo stati in Europa, in America, ho registrato il disco, ho iniziato subito la promozione e non ho avuto il tempo di studiare…giuro che mi preparerò meglio!

Parlaci del tuo rapporto con la Sicilia, della canzone in cui canti con tua madre nel disco e di quella che hai dedicato a tuo padre…

Ho una sorta di amore-odio con la Sicilia, l’ho lasciata all’età di 14 anni con mia mamma, valigia e chitarra, per sopravvivenza. Sono molto innamorata della mia terra, ci torno spesso, ho tutti i parenti paterni lì, la mia casa, i miei ricordi. Quando ci torno è sempre una sorta di capriola nel passato…

Ho sempre raccontato di mio padre, la sua scomparsa è stata la ferita più grande, la prima in assoluto per me. Anche in questo album c’è un brano che parla di lui ed è “Biglietto per viaggi illimitati”: sono figlia di un ferroviere e, quando lui è mancato, mi sono ritrovata con questa specie di scherzo del destino con questo biglietto per viaggi illimitati…La cosa amara è che quando lui mancò, l’unico posto in cui volevo raggiungerlo non era possibile da raggiungere per cui racconto di questo treno che non posso prendere. Per quanto riguarda mia madre, invece, finalmente ho raccontato una storia di cui mi vanto tantissimo fin da piccola: questa mamma sedicenne, un po’ pazza, che lega le lenzuola calandosi dal primo piano di casa, lasciando le finestre aperte a Torino, facendo ammalare la sorella con la febbre a 40. Il tutto per raggiungere il mio papà, che in quel periodo studiava ingegneria meccanica a Torino e che si era innamorato di questa ragazzina. L’idea più bella di questo disco è stata proprio quella di voler far cantare mia mamma. Inizialmente ero terrorizzata perchè non è facile ascoltare la propria voce in cuffia, in uno studio, essere intonati, precisi ed interpretare bene un brano. Lei però,  superato il primo scoglio per l’  inevitabile emozione , è stata davvero bravissima.

E per quanto riguarda gli arrangiamenti?

Lo scorso maggio ho preso Alberto Bianco da parte e gli chiesto se gli andava di arrangiare anche questo nuovo lavoro; lui si è chiaramente emozionato, mi ha stretto forte e da lì è ripartito tutto. Alberto è stato davvero bravo perché, se per “Manuale Distruzione” ero stata un po’ assente per cappuccini e caffè dalle 9 alle 17,  in “Abbi cura di te” sono stata, al contrario, molto presente e molto esigente. Insieme abbiamo comunque trovato un buon compromesso tra i suoni e tutto il resto ed il risultato mi soddisfa molto, soprattutto nel caso della  titletrack del disco. Per quanto riguarda “Ciao per sempre”, l’arrangiatore è Ale Bavo, produttore torinese che ha anche curato la produzione delle voci. Ci sono stati anche i contributi degli elementi della mia vecchia band, tutti cantautori, artisti con dei loro progetti in cantiere. “Lasciami andare”, invece, è stata prodotta da The Bloody Beetroots e, anche se non avrei mai voluto questa collaborazione,  perché sarebbe stato facile additarla, è nata in modo davvero molto naturale. Quando ha ascoltato questa canzone, Simone si è emozionato, ha insistito perché potesse farne una versione propria e, quando io e Alberto l’abbiamo sentita, abbiamo pensato che non esistesse una versione migliore di quella e quindi ce la siamo tenuta portando una ventata di elettronica nel disco, seguendo, tra l’altro, un mio antecedente avvicinamento al genere, senza perdere il legame con le origini.

Raffaella Sbrescia

A giugno  prende il via il tour di Levante. Organizzato da OTRLive Srl, queste le prime tappe confermate:

6 giugno – Milano – Miami Festival

16 giugno – Bologna – Biografilm Festival

20 giugno – Sassocorvaro (PU) – Indietiamo Festival

26 giugno – Foresto Sparso (BG) – Forest Summer Fest

27 giugno – Vicenza – Festambiente

Video: “Ciao per sempre”

“Duri come me”, Levante estrae il quarto singolo dall’album “Manuale distruzione”

levante“Duri come me” è il quarto singolo estratto da “Manuale Distruzione”, l’album che la cantautrice siciliana Claudia Lagona, in arte Levante,  ha pubblicato lo scorso marzo per Inri, l’etichetta di Davide Pavanello, riscuotendo una notevole e meritata attenzione. Dotata di una personalità originale e allo stesso tempo mai troppo fuori gli schemi, Levante scrive con sottile ironia e pungente cinismo. La sua voce, pulita e raffinata, ha riscosso un particolare interessamento da parte del pubblico e degli addetti lavori, anche grazie alla grinta con cui Claudia è solita esibirsi dal vivo. A proposito del singolo “Duri come me”, il cui videoclip ufficiale è stato pubblicato in esclusiva su Vevo e girato da Marco Cremascoli, Levante accompagna un testo importante ad un arrangiamento minimal, in cui è la batteria a dettare i ritmi di una marcia simile ai passi da compiere nella vita.

Levante ph Corrado Murlo

Levante ph Corrado Murlo

Uno sfogo ed un mantra quotidiano, “Duri come me” è un brano sinceramente ispirato al detto “o bere o affogare”, una lotta per la sopravvivenza. “Capisco la difficoltà di viver di sogni/ Osservo con invidia chi realizza i sogni…Ma questa è la guerra e combatto/ E stringerò i denti finché ne avrò”, recita il testo della canzone. Chi, tra tutti noi, non si è rispecchiato in queste parole almeno una volta nella vita? Chi non si è guardato allo specchio e non ha cercato di infondere fiducia a se stesso? Di darsi la spinta per continuare la lotta del quotidiano vivere? Levante lo sa bene e lo mette nero su bianco “Duri come me, duri come me a morire/ Duri come me, duri come me a morire per vivere”: duri a morire, per vivere, un ossimoro intensamente espressivo. Poche parole per esprimere un concetto che racchiude tutto l’amore per la vita, il nostro bene più prezioso. E non importa quanto grandi saranno le avversità che abbiamo davanti, perché “questa è la terra e la mangio/Mi pulirò i denti quando potrò”.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Duri come me”