L’Impero crollerà: Milano canta Roma con Mannarino che sfida e supera se stesso

Mannarino live Milano ph Francesco Prandoni

Mannarino live Milano ph Francesco Prandoni

“L’impero crollerà” è il titolo del nuovo tour di Alessandro Mannarino. Reduce dai suoi viaggi reali e visionari, il cantautore romano ha riempito il Teatro degli Arcimboldi di Milano con un doppio concerto ricco sotto tanti punti di vista (Vivo concerti). “Questo concerto è dedicato a chiunque in questo momento stia viaggiando: verso un futuro migliore, verso terre nuove, verso una nuova dimensione interiore. Questo mio live parte dal concetto di movimento ed è questo che io e la mia band vi auguriamo: un grande movimento”. Questo è l’augurio che Mannarino fa a se stesso e al pubblico e lo fa in un momento di particolare forma artistica e umana. “Neanche nei miei sogni avrei mai immaginato o creduto di arrivare a questo punto. Ho attraversato momenti difficili ma ho avuto il coraggio di cambiare, la fortuna di poter lavorare con le persone giuste. Poi ho cambiato la faccia e oggi sono un po’ come Rocky che ricomincia a star bene dopo aver preso tante botte”.

E sta bene Alessandro, fidatevi. Il suo nuovo concerto è un’esperienza completa e appagante. Le canzoni del suo repertorio, per quanto già dotate di luce propria, sono state impreziosite da nuovi arrangiamenti curati e pensati per creare un’atmosfera cosmopolita.
Le suggestioni sono subito potenti in apertura: Mannarino sceglie tonalità scure, basse, intrise di pathos interpretativo. La texture sonora è finemente cesellata su misura di ciascun brano in scaletta, la voce dell’unica donna sul palco Lavinia Mancusi è una garanzia di trasversalità e potenza evocativa. Com’è noto Mannarino ha sviluppato un’ampia conoscenza delle percussioni latine e brasiliane in particolare. Il risultato è un crogiuolo di parole, di store, di emozioni. Mannarino si sa, predilige le storie degli ultimi, porta agli estremi i suoi racconti metaforici e non perde mai occasione per lanciare spunti di riflessione. L’uso che fa dell’ironia è a tratti tagliente, a tratti commovente. C’è spazio per le lacrime, per i sorrisi, per il disincanto e per la pura gioia di vivere. Il suo è un concerto lento, Alessandro e la sua band si prendono il tempo per gustarsi ogni attimo di un viaggio libero e senza una meta precisa. Gli inserti jazz con ampio spazio al pianoforte e al sax, regalano una veste ulteriormente ricercata a brani già molto strutturati nella loro veste originale. “Babalù” diventa un canto mistico africano, le ingiustizie urlate in “Deija” diventano uno squarcio nella notte, l’inquietudine conturbante di “Al Monte” diventa conquista guardando quell’unica grande bandiera nera sventolante sullo sfondo di un palco volutamente privo di scenografia.

“Siamo figli del positivismo, del logos occidentale, siamo diventati razionali e ci siamo persi il sogno. Questo è quello che cerco di ritrovare quando sono sul palco, quando suono, quando sono in giro. Questo è cerco di fare anche qui insieme a voi, se vorrete farlo insieme a me, ne sarò molto felice” – dice Mannarino al pubblico sempre più social addicted.
“Di questo tour sapevo solo il titolo “L’impero crollerà”. Il senso l’ho capito solo dopo. Mi sono reso conto del fatto che l’impero più grosso che dovevo far crollare era quello che mi portavo dentro. Dopo il primo album , si tende a pensare di aver raggiunto una certa cifra stilistca , che quella sia la direzione giusta. Invece è anche giusto cambiare. Io stesso ho cercato di farlo con un gesto forse banale ma per me importante: ho finalmente tolto il mio cappello nero. Il più grande gesto d’amore è mettersi in crisi e cercare di cambiare, mostrandosi per quello che si è davvero, solo così gli altri saranno liberi di scegliere se stare insieme a noi oppure no”.

Alla luce di quanto sopra, cinque minuti di standing ovation e scrosci di applausi sono anche pochi per due ore e un quarto di concerto. Se non conoscete Mannarino, potrei stare qui per ore a raccontarvi e a convincervi della sua bravura. Quello che farò, invece, è invitarvi ad andare subito a cercarvi qualcosa di suo e a chiudere gli occhi. Sarò curiosa di sapere dove sarete catapultati.

Raffaella Sbrescia

Apriti cielo, il nuovo singolo di Mannarino punta dritto al cuore.

apriticielo_CD_cover_front_12x12Lo abbiamo atteso a lungo ma ne è valsa la pena. Alessandro Mannarino è tornato con “Apriti cielo”, il brano che anticipa l’omonimo lavoro in uscita il prossimo 13 gennaio. Questo nuovo brano rispecchia in pieno la poetica del cantautore romano che, così come aveva fatto con “Al Monte”, continua a dare voce alla gente del popolo e lo fa scegliendo di musicare i versi di quelle che sono a tutti gli effetti delle poesie. La capacità narrativa, associata a degli arrangiamenti finemente curati e ricchi di influenze e richiami, rappresentano le qualità più importanti di Mannarino che, con la sua voce calda a avvolgente, regala nuovi plus al suo ammaliante storytelling. “Apriti cielo” affronta tematiche spigolose, affronta a pieno viso l’attualità senza avvalersi di frasi fatte o luoghi comuni. La scrittura di Mannarino è delicata ma efficace, attenta e concisa, popolare ma non populista. Le parole dell’artista trasudano amore, speranza, intelligenza. “Lasciateme passà che non ho tempo. Ho già dormito tanto, adesso ho un grande appuntamento. Il vento che passa, Il cielo che vola. È una vita sola”, canta Alessandro, rivelandoci la propria epifania personale in tutta la sua lucentezza.

Video: http://vevo.ly/rM0857

E allora via, ecco la preghiera laica: “Apriti cielo. Per chi non ha bandiera, Per chi non ha preghiera, Per chi cammina dondolando nella sera”; un monito, un grido, un richiamo ancestrale. E infine: “Apriti cielo e manda un po’ di sole su chi non c’ha un nome, su chi non ha regione. Apriti cielo e manda un po’ di sole su chi cammina solo tra milioni di persone.” Qui il discorso si fa ampio, quasi epico. Mannarino usa la penna e la voce trasformandoli negli strumenti, forse armi, di una battaglia epica contro mode e tendenze. Questa sua nuova canzone squarcia i teli eretti da una società qualunquista, mette nero su bianco le fragilità, non teme la paura e le debolezze bensì ci incute forza e consapevolezza e ci incoraggia a fare di più e meglio. Ottimo Mannarino, adesso aspettiamo il disco e le aspettative sono veramente molto alte.

 Raffaella Sbrescia

mannarino_ph magliocchetti

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“Apriti cielo” è anche il titolo del quarto album di MANNARINO, che uscirà il 13 gennaio prima della partenza dei live in programma da fine marzo sui palchi più importanti d’Italia. Sabato 25 marzo 2017 MANNARINO si esibirà live per la prima volta al PalaLottomatica di Roma con quella che si preannuncia come una grande festa, tra ritmi travolgenti e intense interpretazioni.

Il concerto del 25 marzo ha registrato in sole 4 settimane il sold out, permettendo l’apertura di una seconda data al Palalottomatica, in calendario il 26 marzo 2017.

Dopo il successo di “Corde 2015”, lo spettacolo itinerante con cui il cantautore ha chiuso la stagione live del suo album precedente, è il momento di un nuovo viaggio, quello di APRITI CIELO Tour che vedrà Mannarino esibirsi nelle principali città italiane: Pala Lottomatica di Roma (25 e 26 marzo), Estragon di Bologna (28 marzo), Nelson Mandela Forum di Firenze (31 marzo), Gran Teatro Geox di Padova (1 aprile), Fabrique di Milano (3 aprile), Teatro della Concordia di Torino (6 aprile), PalaSport Giovanni Paolo II di Pescara (8 aprile), Casa della Musica di Napoli (10 aprile).

 Ascolta qui il brano

 

Classifica FIMI: I Dear Jack superano Michael Jackson. Terzo Mannarino

dear jack“Domani è un altro film” dei Dear Jack conquista la vetta della classifica FIMI/GFK degli album più venduti della settimana. Debutta al secondo posto l’album postumo con gli inediti di Michael Jackson, intitolato “Xscape” mentre “Al Monte” di Alessandro Mannarino è la new entry italiana che si classifica sul gradino più basso del podio. Scende in quarta posizione Logico” di Cesare Cremonini, seguito dal disco d’esordio, omonimo, di Deborah Iurato. Al sesto posto c’è l’ultima new entry della settimana; si tratta dei The Black Keys con “Turn Blue”. Scende in settima posizione Caparezza con il suo “Museica”, seguito da “L’Amore comporta” di Biagio Antonacci. Al nono posto c’è Anastacia con “Resurrection”mentre chiude la top ten Ligabue con “Mondovisione”.