Alchemaya: lo spettacolo raffinato ed elitario di Max Gazzè a Caracalla

Gazzè - Caracalla - Roma

Suggestiva l’ambientazione ed ambizioso il progetto: la Bohemian Symphony Orchestra, diretta dal maestro Clemente Ferrari, 60 elementi perfettamente posizionati, le letture di Ricky Tognazzi, per narrare l’origine e l’evoluzione dell’uomo attraverso i manoscritti delle Tavole Smeraldine, la Bibbia, i testi di Qumran, le ricerche sugli Esseni, i saggi esoterici. Caracalla, con la sua tridimensionalità scenica, sicuramente si presta ad uno spettacolo di grande effetto, e luci e proiezioni immaginifiche a tinte forti, sicuramente dicono la loro in questa prima parte del concerto di Max Gazzé, che porta sul millenario proscenio, ambientazione quasi naturale, trattandosi comunque di genesi, una narrazione perfettamente equilibrata, che immediatamente fa pensare a Battiato. Ma, in alcuni tratti, ci troviamo anche l’ironica amarezza di Gaber, almeno in alcune flessioni di voce e di musica, che richiamano alla memoria un’altra “genesi”, quella del Signor “G”.

Gazzè - Caracalla - Roma

Gazzè – Caracalla – Roma

Alchemaya arriva a Caracalla già abbondantemente sperimentata, e con un ottimo riscontro tanto di pubblico quanto di critica, e, superando la logica tematica dell’uniformità, fa seguire, alla prima parte, di sicuro impegno acustico e tematico, un alleggerimento nella seconda, durante la quale scorrono, magnificamente riorchestrati, alcuni tra i brani più noti della produzione di Gazzé. Così “Una musica può” arricchirsi di timpani e violini, la “Leggenda Di Cristalda E Pizzomunno” si carica di pathos, “Cara Valentina” prende prima la forma di un leggero valzer, e poi si trasforma in una marcia enfatica, “Se soltanto” ti fa venire le lacrime agli occhi, con la sezione d’archi struggente, “La vita com’è” mantiene i suoi toni balcanici, ma arricchiti e arrotondati, fino ad arrivare ad un’uscita di scena molto teatrale, sottolineata dalla sezione fiati e timpani. Nella seconda parte sicuramente il timbro vocale di Gazzé si trova più a suo agio che non nella prima. Il risultato è uno spettacolo lungo, intenso, partecipato, divertente ed elegante. Qualcosa che si stacca dalla consuetudine pop del cantautore siciliano, e ne rende al pubblico una veste inedita, ma estremamente accattivante. Piccolo e prezioso gioiello, l’apporto della pianista coreana Sun Hee, che con grande delicatezza fisica dà vita ad un potente assolo per pianoforte, che manda il pubblico in estasi. Uno spettacolo che merita indiscutibilmente tutto il consenso sinora ricevuto.

JR

Max Gazzè alza l’asticella con Alchemaya: “Lasciatevi affascinare dalle mie fiabe epiche”

Max-Gazzè

Max-Gazzè

La poetica, l’originalità, lo stile di Max Gazzè, noto al grande pubblico italiano come uno dei migliori cantautori del panorama musicale nazionale, ha riscosso un nuovo grande successo al Festival di Sanremo 2018. L’artista si è aggiudicato, infatti, il sesto posto in classifica e il premio per la migliore composizione musicale dedicato a “Giancarlo Bigazzi” per il brano “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”. La canzone, ispirata al famoso mito di Vieste, fa parte di un progetto più ampio, intitolato “Alchemaya”. Un’opera sintonica che ha preso vita sul palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano e che rappresenta un importante momento di approfondimento e ricerca all’interno del variegato percorso artistico di Max Gazzè.

Intervista

“La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” ha incantato il pubblico ma anche e sopratutto i maestri dell’Orchestra di Sanremo. Da dove è nata la voglia di scrivere un brano così diverso e così aulico?

Io e mio fratello (Francesco) abbiamo voluto dare spazio a una storia capace di andare oltre il tempo. Ho recentemente saputo che anche Lucio Dalla era innamorato di questa leggenda. Ho cercato il modo per trasmettere un messaggio d’amore in una forma alta, ricercata, aulica.

Questo brano farà parte di “Alchemaya”, un’opera sintonica divisa in due atti: il primo incentrato su vicende ancestrali, il secondo che darà una nuova vita a tuoi brani già editi…

“Alchemaya” è un progetto nato perchè volevo portare in teatro l’orchestra sinfonica e una narrazione che avesse un’ambientazione teatrale. I primi appuntamenti di questo progetto si sono svolti al Teatro Arcimboldi di Milano con uno spettacolo strutturato intorno ad un’orchestra sinfonica. Avevo fatto tante prove prima, è stato un lavoro molto impegnativo però ero convinto di farlo e lo sono stato fin dall’inizio. Mi è venuta voglia di raccontare delle storie attraverso un linguaggio semplificato, direi fiabesco, che avesse allo stesso tempo la potenzialità di lanciare degli input a chi avesse voluto approfondire il discorso. Non volevo diventasse una cosa pesante. La vera sfida è stata la ricerca di una chiave di interpretazione che potesse rendere questi argomenti fruibili anche a chi non li conosce.
Argomenti che in realtà tu hai sempre portato avanti attraverso una ricerca personale che dura fin da quando eri giovanissimo e che ora hai portato alla luce visto il momento artistico che vivi.

L’ho fatto anche per avere uno stacco, per fare qualcosa di diverso che mi ha richiesto davvero tanto impegno. Ho composto lavorando direttamente con le composizioni orchestrali, con i violini, con i sintetizzatori, c’è stato un lavoro di composizione e di arrangiamento importante fatto insieme al maestro Clemente Ferrari che mi ha dato un’ importante mano anche nella rivisitazione delle mie canzoni già edite. Le composizioni del primo atto di Alchemaya nascono invece già pensate e strutturate con l’orchestra sinfonica, un lavoro grosso, imponente per rendere ogni brano unico.

Ogni brano è un’opera sinfonica?

Dire che ogni brano è un’aria operistica più progressive che sinfonica anche se io considero Puccini un grande cantautore. Se fosse stato vivo e avesse cantato “Che gelina manina” al Festival di Sanremo, avrebbe vinto a mani basse (ride ndr). Nel mio caso c’è un assetto sinfonico ma la struttura di questo primo atto è molto più simile ad un concept progressive.

Con l’invito a Rita Marcotulli e Roberto Gatto durante la serata dei duetti hai riportato alla conoscenza del grande pubblico due eccellenze musicali italiane

Sapevo che bisognava dare un’altra veste al brano. Abbiamo quindi avuto il coraggio di scarnificare tutto solo con basso piano e batteria. Abbiamo trasformato un brano lirico, aulico, poetico in un’ elegante ballata pop. Col senno di poi, mi rendo contro che la performance risultava abbastanza dispersiva, abbiamo chiesto una maggiore intimità ma per esigenze sceniche non è stato possibile. Le telecamere del bravo Duccio Forzano ci hanno aiutato per quanto possibile in questo nostro intento. In ogni caso sono stato fiero di rendere omaggio a due grandi maestri italiani.

Cosa vuol dire fare ricerca in questo contesto socio-culturale che gioca al ribasso?

Se si vuole fare ricerca bisogna essere seri, si deve andare oltre tutte quelle che sono le teorie complottistiche. Io ho cominciato a studiare questi argomenti prima ancora che esistesse Internet, ho fatto viaggi in Egitto, Israele e ho fatto ricerche serie che continuo a fare sempre allo stesso modo. Conosco ciò che è vero e ciò che non lo è. Poichè oggi si è molto vicini a svelare certi misteri apparentemente insondabili, c’è tanta confusione e tanto interesse a confondere le acque per evitare il raggiungimento della verità. Di buono c’è che la storia viene continuamente riscritta, prima o poi lo sarà in maniera corretta.

Che seguito avrà “Alchemaya”?

Con la partecipazione al festival di Sanremo e la pubblicazione del disco, il progetto vivrà un’ultima fase scandita da incontri con il pubblico e un tour estivo, durante il quale non escludo di poter richiamare Ricky Tognazzi che, già durante il tour teatrale di Alchemaya, aveva dato un valore aggiunto alla narrazione.

Raffaella Sbrescia

Video: La leggenda di Cristalda e Pizzomunno

https://youtu.be/WRgxeA3wAh8

Max Gazzè e Carmen Consoli insieme sul palco nell’ex Area Expo: quando il cantautorato diventa chimica

Un po’ come lo yin e lo yang del cantautorato italiano, Max Gazzè e Carmen Consoli sono saliti sul palco dell’Open Air Theatre dell’ ex Area Expo di Rho (Milano) per un mutuo scambio alchemico ad alto tasso emotivo. Riuniti sotto la pioggia in una sera di fine estate, i due cantautori si sono dapprima alternati in staffetta per mettere sul piatto i rispettivi migliori successi fino a fondersi in un vorticoso unicum di parole, note ed emozioni. Palpabile e illuminante la complicità mostrata da due artisti che con le loro canzoni hanno trovato il modo di entrare nella sostanza stessa dell’anima.

Video: Mille volte ancora

 

Che siano le ballate intrise di sentimento di Carmen Consoli o le brillanti poesie pop di Max Gazzè, il risultato è assimilabile alla sensazione di sentirsi in un contesto caldo e familiare. Una comfort zone del cuore in cui la contaminazione si è trasformata in un valore aggiunto. Scusate il sentimentalismo facile ma, fidatevi quando vi si viene a raccontare di una serata fredda e bagnata, riscaldata da racconti senza tempo, da voci che accompagnano da un buon ventennio e che, malgrado il cambiamento del costume italiano, riescono ancora a fotografare la parte più intima e più vera del nostro sentire. Dalla litania sicula alla lirica di soffusi e curatissimi arrangiamenti passando per l’effluvio sensuale del basso fino a sfociare una dorata cascata irrorata di influenze anni ’80. Le controparti hanno saputo bilanciare i rispettivi punti di forza con intelligenza e lungimiranza e, in effetti, la scaletta finale ha saputo incontrare il gusto di un pubblico quanto mai vario.

Raffaella Sbrescia

Video: Carmen Consoli – L’ultimo bacio

Alchemaya: follia, ambizione e ricerca nell’opera “sintonica” di Max Gazzè

Max Gazzè - Alchemaya - scatto presente sulla pagina Facebook dell'artista ph Riccardo Pinna

Max Gazzè – Alchemaya – scatto presente sulla pagina Facebook dell’artista ph Riccardo Pinna

Ambizione, follia, ricerca e spensieratezza. Sono questi i quattro punti cardinali lungo i quali si muove “Alchemaya”, il nuovo progetto artistico che Max Gazzè sta portando sui palcoscenici dei maggiori teatri italiani e che lo scorso 11 aprile è approdato anche al Teatro degli Arcimboldi di Milano (si ripete questa sera). Prendendo spunto dal maestoso impianto sinfonico che subentrava in “Verso un altro immenso cielo”, brano che l’artista stesso aveva definito un viaggio nella psiche, un volo pindarico senza meta, oltre il tempo e lo spazio e che chiudeva la tracklist di “Maximilian”, l’ultimo album in studio del cantautore, pubblicato per Universal Music nell’ottobre del 2015. Giacchè le progressioni armoniche contenute nello speciale arrangiamento del brano si rifacevano a derivazioni della musica sacra e sintetizzavano concatenazioni armoniche piuttosto complesse, l’artista ha pensato bene di mettersi al lavoro insieme al fratello Francesco per dare vita ad un’ opera “sintonica”, data dall’unione dei bei noti sintetizzatori e della musica sinfonica (nello specifico la Bohemian Symphony Orchestra di Praga), ovvero un ensemble di 50 elementi egregiamente diretto dal Maestro Clemente Ferrari. Storia, filosofia, fisica quantistica e ricerca spirituale convergono in questi nuovi brani ispirati a vicende pre-adamitiche riguardanti gli Anunnaki, la popolazione aliena che secondo gli antichi manoscritti sumeri avrebbe colonizzato il suolo terrestre, nominandolo Eden. Tutto il primo dei due atti di cui si compone lo spettacolo, si sviluppa attraverso le letture di Rocky Tognazzi, perfetta voce narrante, e le performances di Max Gazzè (coadiuvato anche da Salvatore Mufale, Roberto Procaccini e Arnaldo Vacca) che, per la prima volta, lascia da parte l’inseparabile basso per convergere energie e attenzione sulle parole di composizioni originali e tutt’altro che ruffiane. Il pop, la musica classica, l’elettronica, l’avanguardia si fondono in testi che indagano la natura dello spirito umano, che accarezzano il passato per comprendere le dinamiche del presente senza tralasciare lo sbrilluccichìo della fantasia.

Max Gazzè - Alchemaya - scatto presente sulla pagina Facebook dell'artista ph Riccardo Pinna

Max Gazzè – Alchemaya – scatto presente sulla pagina Facebook dell’artista ph Riccardo Pinna

La narrazione parte dalla creazione dell’uomo (“Progenie”) e si conclude con un brano intitolato “Il progetto dell’anima”. Spazio anche a due brani inediti che probabilmente faranno parte del prossimo album dell’artista e che nascono dalla fertile sinergia creatasi lavorando fianco a fianco con suo fratello Francesco. Si parla di “Se soltanto” e “Un attimo a notte”, entrambi attraversati da una sottile venatura malinconica capace di conferire una potente stretta al cuore. Tutt’altro registro per il secondo atto dello spettacolo che, invece, raccoglie tutti i più grandi successi del repertorio di Max Gazzè conferendovi un’elegantissima e sfarzosa inedita veste. A metà strada tra barocco e futurismo, l’artista si muove a proprio agio tra registri, influenze e visioni musicali senza mai rinunciare alla voglia di mettersi in discussione e reinventarsi. Una follia, certo, ma anche un lusso che in pochi riescono a concedersi. Max Gazzè non solo ci riesce, può.

Raffaella Sbrescia

Max Gazzè chiude l’annus mirabilis al Mediolanum Forum trasformandolo in un catino di gioia.

Max Gazzè - Mediolanum Forum

Max Gazzè – Mediolanum Forum

Da un buio scantinato ad un tour mondiale che si è chiuso sul palco del Mediolanum Forum. Max Gazzè chiude l’annus mirabilis con un’ultima memorabile data del Maximilian Tour 2016. Grazie alla sua genialità contraddistinta da ironia e brillantezza, il cantautore ha salutato il pubblico con un concerto completo da ogni punto di vista. Una scaletta dinamica ed esaustiva, visuals d’impatto, luci ed effetti imponenti hanno fatto il resto. Accompagnato dai suoi storici musicisti Cristiano Micalizzi alla batteria, Clemente Ferrari alle tastiere, Giorgio Baldi alla chitarra e “Dedo” (Max De Domenico) agli strumenti a fiato nonché dal suo inseparabile basso, Max Gazzè ha ripercorso 20 anni di carriera con brio, energia e compattezza. Fin dal primo disco “Contro un’onda del mare” le sue canzoni innervate di sensibilità e poesia hanno saputo commuovere e smuovere l’animo del suo pubblico. Da La Favola di Adamo ed EvaI tuoi maledettissimi impegni a Mille volte ancora passando per Un uomo diverso e Su un ciliegio esterno per arrivare a Teresa, Raduni ovali e l’irresistibile Ti sembra normale, la scaletta è un turbinio di emozioni che passa attraverso un vorticoso saliscendi di ritmiche e tematiche. Max prende per mano ogni singolo spettatore e lo accompagna con sé tra i suoi mondi surreali.

Max Gazzè - Mediolanum Forum

Max Gazzè – Mediolanum Forum

Spaziando tra passato e presente senza soluzione di continuità, il cantautore infrange schemi e regole inducendo il pubblico a fare esattamente lo stesso. Semplice ma di grande impatto la suite acustica pensata per il medley di metà concerto: spettacolare la costruzione di arrangiamenti venati di folk e di country per grandi classici come Il timido ubriaco, L’uomo più furboMentre dormi, Cara Valentina. Immancabile l’accenno alla fortunata esperienza in trio con i colleghi e amici di sempre Daniele Silvestri e Niccolò Fabi: la bellezza de L’amore non esiste rende il brano di tipo antologico.  Forum in visibilio sulle note di Sotto casa con tanto di cori da stadio. Bello e significativo il salto all’indietro con la proiezione di un video contenente dei significativi filmati d’epoca risalenti al 1996. Le ultime cartucce da sparare riservano una bellissima sorpresa: Max torna indietro nel tempo è dà voce ad un brano veramente potente intitolato Il bagliore dato a questo sole. Un’interpretazione da brivido a voce piena prima di calare l’ultimo trio d’assi composto da  Vento d’estateLa vita com’è e Una musica può fare.

Raffaella Sbrescia

Video: L’amore non esiste (live @ Mediolanum Forum)ed

Maximilian tour: la consacrazione definitiva di Max Gazzè all’Alcatraz di Milano

Max Gazzè live @ Alcatraz - Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell'artista)

Max Gazzè live @ Alcatraz – Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell’artista)

Per la prima delle due date all’Alcatraz di Milano (9 e 10 febbraio), sold-out da settimane, Max Gazzè sale sul palco alle 22.00 e l’impressione è subito quella che questo Maximilian tour sia una produzione importante e studiata fin nei minimi dettagli. Con la spettacolare scenografia curata da Camilla Ferrari, i visuals scelti dallo stesso Max insieme a Nicola Saponaro e i contenuti video interattivi, il bassista e cantautore romano traghetta il pubblico in una dimensione distesa, divertente, a tratti onirica ed intrisa di numerosi rimandi musicali. Accompagnato dal monumentale Giorgio Baldi alle chitarre, Clemente Ferrari alle tastiere, Cristiano Micalizzi alla batteria, e Max ‘Dedo’ De Domenico agli strumenti a fiato, Gazzè  mette a punto una scaletta variegata ma coerente rispettando l’intento di dare risalto a due album che rappresentano il perno principale della sua discografia: l’ultimo nato “Maximilian” ed il disco d’esordio “Contro un’onda del mare”, che quest’anno celebra i vent’anni dalla pubblicazione. Proprio nel gennaio 1996 Max si affacciava sulla nuova scena musicale italiana mettendosi in luce con le sue canzoni incentrate su tematiche lontane dai soliti clichè;  per questa ragione, all’album di debutto è dedicato, infatti,  uno speciale tributo audio e video all’interno della scaletta del concerto. 

Max Gazzè live @ Alcatraz - Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell'artista)

Max Gazzè live @ Alcatraz – Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell’artista)

Il concerto parte con l’ultimo singolo “Mille volte ancora”, cantato da Max  senza suonare l’inseparabile basso, si continua con “I tuoi maledettissimi impegni, Il timido ubriaco ed” Il solito sesso”. Tanta elettronica ma anche rimandi prog-rock ed electro-pop tra canzoni che parlano di rapporti interpersonali esaltandone le bellezze ma anche le criticità. Lo spettacolo prosegue sulle note di “Ti sembra normale”, “Disordine d’aprile”, la suggestiva ballata “Sul fiume”, impreziosita da un fascino di natura filmica. Ganciusta anche la scelta di cantare “ Sul ciliegio esterno”, “Raduni ovali”, “L’uomo più furbo”. Pubblico in visibilio per la super hit patchankera “La vita com’è”. Spazio  anche per la sempreverde “Cara Valentina”, per il meraviglioso momento amarcord dedicato al tour con Silvestri e Fabi con “L’amore non esiste”. Intima e pittoresca l’”Edera” in versione minimal, dolce e romantica “Mentre Dormi”. Brillante ed irriverente il video scelto per introdurre il revival del 1996 con la riproposizione di quattro pezzi dall’album d’esordio “Contro un’onda del mare”. Per il gran finale Max Gazzè sceglie “Sotto casa” e una “Una musica può fare” chiudendo due ore di musica all’insegna del gusto per la parola, la passione per il groove ed un’intramontabile verve ironicamente sorniona.

Raffaella Sbrescia 

LE TAPPE DEL MAXIMILIAN TOUR 
Milano (Alcatraz, 9 e 10 Febbraio)
Venaria Reale – TO (La Concordia, 11 e 12 Febbraio)
Roma (Atlantico Live, 19 e 20 Febbraio)
Firenze (Obihall, 25 e 26 Febbraio)
Brescia (Pala Banco, 5 Marzo)
Riva del Garda, TN (Pala Meeting, 12 Marzo)
Cerea, VR (Area Exp Cerea, 19 Marzo)
Padova (Palageox, 25 Marzo)
Foligno PG (Pala Paternesi, 1 Aprile)
Rimini (Velvet Club, 2 Aprile)
Reggio Emilia (Palazzo dello Sport Bigi, 8 Aprile).

Max Gazzè presenta Maximilian: “Un quadro con equilibrio perfetto tra forme e colori”

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Leggero e delicato, variopinto e godibile, poetico e frizzantino, “Maximilian”, il nuovo album di inediti di Max Gazzè, in uscita il 30 ottobre per Universal Music è l’undicesimo lavoro in studio del cantautore romano. Disco che, ancora una volta, ci dimostra la voglia con cui Max  si mette costantemente in gioco nel nome di sperimentazioni sonore e colorazioni semantiche sempre differenti ma soprattutto emozionanti. Visionario, a tratti onirico, nella sua riflessione sulla vita, Gazzè riesce a mantenersi sufficientemente lucido nelle descrizioni che, in ogni caso, richiamano numerose tematiche che avviliscono il nostro tempo.  L’ultimo lavoro del musicista romano nasce da una fase di sperimentazione virata verso altri lidi, proprio in corso d’opera: «Stavo sperimentando nuovi strumenti e creando suoni diversi – ha spiegato l’artista in conferenza stampa a Milano – Poi mi è apparso “Maximilian”, un uomo né del passato né del futuro, proveniente da un’altra dimensione. Il nuovo disco doveva essere un progetto sperimentale, poi sono arrivate le canzoni. Maximilian vive nello stesso spazio ma in un tempo diverso, è la somma dei modi in cui vengo descritto, una parte di me che si è staccata. Avevo 30 canzoni tra cui scegliere e sapevo che se non avessi fatto qualcosa, le avrei lasciate raffreddare. Ho impiegato una settimana a sceglierle  ed il risultato che ne è venuto fuori è un quadro con equilibrio tra forme e colori. Le canzoni sono parte di uno stesso quadro, sono un concept anche solo per il fatto che sono nello stesso disco». Con la produzione artistica dello stesso Gazzè e con la produzione esecutiva di Francesco Barbaro, il disco è stato registrato e mixato a Roma e masterizzato a New York da Chris Gehringer, presso lo Sterling Sound.

 Il disco si apre con “Mille volte ancora”: “Ti aspetterò, ti scriverò, ti perderò/ ancora mille volte ancora/ ti scorderò, ti rivedrò, ti abbraccerò/ di nuovo per ricominciare”, canta Max in quella che è la lettera di un padre al figlio, in cui emerge uno dei rapporti più delicati, fatto di partenze e di ritorni, di parole e di sguardi. Un brano meraviglioso che è frutto della collaborazione di Max con Giorgio Baldi e Simone Cremonini: «Si tratta di un rapporto più metafisico che terreno – spiega Gazzè – Bisogna non adagiarsi mai su una relazione affettiva anzi, bisogna saperla alimentare giorno dopo giorno».  “La vita com’è” è, invece, il fortunatissimo singolo che ha anticipato l’album, un particolarissimo twist che mescola atmosfere  da mambo italiano anni Cinquanta a suggestioni zingaresche. «L’intento – precisa Gazzé – era omaggiare lo ska anni Ottanta, gruppi come Madness e Specials di cui sono un grande fan».  Gli altri brani disegnano un disco centrato sull’uomo e sulla vita con pezzi che parlano di attualità. Su tutti spicca “In breve”, un brano intimo e delicato che fa riferimento al nostro essere amaramente compressi nel tritacarne dell’informazione. “Verso un altro immenso cielo” merita, invece, un discorso a parte.  Un viaggio nella psiche, un volo pindarico senza meta, oltre il tempo e lo spazio: «Si tratta del brano che è costato più degli altri,  sia in termini di realizzazione che di produzione, ci ho lavorato su veramente tanto – racconta l’artista-  Le progressioni armoniche contenute nello speciale arrangiamento del brano si rifanno a derivazioni della musica sacra e sintetizzano concatenazioni armoniche piuttosto complesse».  Straordinaria anche la potenza immaginifica di “Sul fiume”: «L’ho scritta insieme a Giorgio Baldi, con me ormai da più di 20 anni, e Simone Cremonini. Questa canzone ha un sapore un po’ retrò, mi immagino Sergio Endrigo a cantarla o Gino Paoli al pianoforte. La tonalità è molto bassa ed è una scelta voluta per conferire al brano un affascinante tocco vintage».

Max Gazzè

Dotato di particolare sensibilità, Max Gazzè è, tra l’altro il cantautore più amato dai bambini: «In effetti io e miei musicisti suoniamo sempre come se fossimo davanti a una platea di bambini. Mi lascio ispirare dal fatto che i bimbi percepiscono la musica senza filtrarla e senza interpretarla». Per quanto riguarda l’uso del linguaggio spiega: «Nei testi scritti in questi anni con mio fratello c’è sempre stata la tensione a suggerire idee per argomenti seri da rendere fruibili con una certa dose di ironia e, perché no, anche del sarcasmo. Si può essere seri senza essere seriosi e fare dell’ironia senza essere dei pagliacci. La pesantezza è dato dal modo in cui vengono usate le parole che, in ogni caso, possiedono un loro suono specifico da tenere sempre in considerazione. Di solito quando scrivo già vedo la musica, il testo deve già essere musica- continua-  Oggi noto una mancanza di consapevolezza di chi scrive: manca un’affinità tra testo e musica. Guccini e De Andrè, ad esempio, avevano una tecnica di scrittura ben precisa; ora è la fiera della rima baciata».

Max Gazzè

Max Gazzè

In merito al recente grande successo dell’esperienza in trio con Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, Gazzè commenta: “Ho finito il tour di “Sotto Casa” e dopo due giorni ero già a casa di Daniele a scrivere, è stata un’esperienza bellissima e mi è stato tutto utile, soprattutto dal punto vista pratico. Per il resto è passato troppo poco tempo per dire per quali aspetti in particolare mi abbiano segnato». Tra pochi giorni Max Gazzè inizierà anche un tour instore diverso dal solito: «Ci sarà un set acustico con la band e canterò, in ognuno di questi appuntamenti, quattro brani del disco nuovo e un paio del mio repertorio». A febbraio partirà, infine,  il vero e proprio tour, che ha già registrato svariati sold out ed il conseguente raddoppio delle date nelle maggiori città italiane: «Sono già al lavoro per la costruzione del live, stiamo già lavorando sui visual, sugli schermi, sulla scenografia. Voglio dedicarvi una particolare attenzione già da ora perché ci tengo che il risultato sia assolutamente ottimale  e curato nei dettagli».

Raffaella Sbrescia

Tracklist

Mille volte ancora

Un uomo diverso

Sul fiume

La vita com’è

Nulla

Ti  sembra normale

Disordine d’aprile fear. Tommaso di Giulio

In breve

Teresa

Verso un altro immenso cielo

 Video: La vita com’è

 

Tra i prossimi appuntamenti live di Max Gazzè segnaliamo l’appuntamento del prossimo 7 novembre: il van nero di Jack Daniel’s riaccende i motori e riparte in giro per l’Italia con Jack On Tour. Il viaggio musicale ripartirà da Roma proprio con Max Gazzè, ospite sul palco dell’Outdoor Festival.

Instore:

Roma (30/10), Milano (2/11), Bologna (3/11), Bari (4/11), Napoli (5/11), Torino (11/11) e Firenze (12/11).

Le date del tour:

Pescara (30/01, Palasport), Bologna (5-6/02, Estragon Club), Milano (9-10/02, Alcatraz), Venaria Reale – Torino (11/02, La Concordia), Roma (19-20/02 Atlantico Live), Firenze (25-26/02, Obihall), Riva del Garda – Trento (12/03, Palasport), Padova (25/03, PalaGeox) e Rimini (2/04, Velvet Club).

Al via la VI edizione di Jack On Tour: Max Gazzè e Jack Savoretti aprono le danze

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Il celebre van nero di Jack Daniel’s riaccende i motori e riparte in giro per l’Italia con Jack On Tour, il viaggio musicale di Jack che torna con la sua sesta edizione. In questa nuova stagione il fulcro del viaggio sarà la ricostruzione delle storie -personali e professionali- di grandi nomi della musica italiana e internazionale, come Max Gazzè e Jack Savoretti. Attraverso il racconto del loro back to the roots si volgerà lo sguardo verso il passato, per leggere e capire il presente e per guardare al futuro in modo consapevole e fiducioso.

Ogni città in cui si fermerà il van di Jack On Tour ospiterà inediti showcase (ad ingresso gratuito) costruiti appositamente per Jack dai main artist e da altrettanti opening act, scelti tra gli artisti rivelazione del panorama indie italiano. I palchi saranno accesi da Max Gazzè (Roma @ Outdoor Festival, sabato 7 novembre), e da Jack Savoretti (Bologna @ Estragon, sabato 21 novembre). Tutti i live show saranno introdotti da Federico Russo di Radio Deejay.

Le città saranno quindi il set ideale per il racconto del percorso personale e musicale dei main artist e di un evento musicale irripetibile, regalo di Jack Daniel’s per il pubblico e per la città. L’obiettivo è quello di accendere curiositàpassione ed emozioni in pubblico e musicisti, offrendo occasioni di incontro intense ed esclusive. Si scopriranno così i luoghi in cui sono nate grandi storie autentiche e la musica che ha preso vita proprio in queste location e che è stata il filo conduttore di ogni storia.

Pan Del Diavolo live @ Sarpi Otto - Jack Daniel's Party - Milano

Pan Del Diavolo live @ Sarpi Otto – Jack Daniel’s Party – Milano

Anche in questa stagione, il viaggio on the road di Jack On Tour avrà la sua finestra televisiva su DMAX (52 DTT, 136 e 137 Sky, tivùsat 28). Unrockumentary in 6 puntate in onda da gennaio -pensato e realizzato dal team di Bootique e da Zodiak Active- in cui il racconto del viaggio musicale di Jack si intreccerà con il back to the roots di ogni main artist, alla ricerca di aneddoti, storie, personaggi e incontri che riescano a tratteggiare con un tocco inedito e originale le loro personalità forti e indipendenti.

Con la sesta edizione di Jack On TourJack Daniel’s conferma il suo stretto rapporto con la musica, un legame che mette sullo stesso piano artisti e pubblico. Un fil rouge che ha preso vita nel 1892, quando Mr. Jack formò la Silver Cornet Band insieme ad un gruppo di abitanti di Lynchburg e lavoratori della famosa distilleria, per invitare la folla a raggiungere la cittadina del Tennessee e condividere insieme degli eventi speciali. Questa relazione con la musica non si è mai chiusa, ma anzi si è rafforzata ed è cresciuta nel tempo fino a Jack On Tour, dimostrazione perfetta del binomio che ha reso il famoso Whiskey una vera e propria icona per gli amanti delle sette note.

Lo spirito di Jack On Tour sarà condivisibile su Facebook (Jack Daniel’s Italia) e Instagram (@jackdaniels_ita); l’hashtag ufficiale è #jackontour.

DMAX e Radio Deejay sono i media partner di Jack On Tour.

Jack fa girare la musica, non la testa. Bevi responsabilmente.

“La vita com’è”, Max Gazzè torna in pista con un irresistibile nuovo singolo

max-gazzeMax Gazzè è pronto a tornare in pista con un progetto da solista. “La vita com’è”, il suo nuovo singolo inedito racconta con il consueto stile ironico il nostro tempo. “La vita è più semplice – racconta lo stesso artista – se ci prendiamo un po’ meno sul serio, soprattutto in amore: quando c’è di mezzo lui tendiamo a complicarcela, a dipendere troppo dall’altro, a dimenticarci di noi stessi. Certe volte invece la leggerezza di un pensiero o di piccoli gesti risolve le storie più complicate”. Mettendo i sentimenti in primo piano, Max ci spiega concetti profondi e significativi attraverso una formula musicale allegra, leggera, irresistibile. Con arrangiamento che spazia molto tra i generi e che s’insinua nella testa con fascino e leggerezza “La vita com’è” anticipa, tra l’altro, il nuovo album di inediti, il decimo in studio da solista, in uscita a fine ottobre per Universal Music. Seguirà poi un nuovo tour.

Il testo del brano:

Se fossi qui dipenderei dalle tue tenerezze
dette sul collo a bassa voce ma lo sai
l’amore porta guai si perde quasi sempre c’è gente
che facile non si riprede più ma tu
guarda me, prendo tutta la vita com’è
non la faccio finita ma incrocio le dita e mi bevo un caffè

Ammazzo il tempo provando con l’auto meditazione canto un po’
nella testa uh uh uh uh uh uh…
e mi rimetto ripulendo il mio salotto dal terribile ricordo che resta di te

Se fossi qui mi lascerei
tentare dalle tue carezze
però ringrazio Dio che non ci sei
l’amore fa per noi ma separatamente
c’è gente che come me non si riprende mai, lo sai
guarda te questo straccio di vita cos’è
non la faccio finita soltanto perchè è pronto un altro caffè

Ammazzo il tempo provando con l’auto meditazione canto un po’
nella testa uh uh uh uh uh uh…
e mi rilasso finché non ho più addosso quel terribile ricordo rimasto di te

Indifferente che mente c’è l’eco di quelle malelingue che…
mi han detto uh uh uh uh uh uh…
ci sono cose su di lei che è meglio non sapere mai
sai che ricordo mi resta di noi

uh uh uh uh uh uh…
e mi rimetto ripulendo il mio salotto dal terribile ricordo che resta di te

Guarda me prendo tutta la vita com’è
non la faccio finita ma incrocio le dita e mi bevo un caffè

Ammazzo il tempo provando con l’auto meditazione canto un po’
nella testa uh uh uh uh uh uh…
e mi rilasso finché non ho più addosso quel terribile ricordo rimasto di te

Indifferente che mente c’è l’eco di quelle malelingue che
mi han detto uh uh uh uh uh uh…
ci sono cose su di le che è meglio non sapere mai
sai che ricordo mi resta di noi
ma ci son cose su di me che forse non ci crederai
sai che ricordo ti resta di noi

Video: La vita com’è

Fabi, Silvestri, Gazzè: “L’amore non esiste” è una ribellione alla statistica. La recensione del brano

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“L’amore non esiste” è il titolo del secondo singolo che anticipa “Il padrone della festa” il nuovo album di inediti, disponibile da oggi in pre-order su iTunes,  scritto, composto e suonato da Niccolò Fabi, Max Gazze e Daniele Silvestri, uniti in un trio d’eccezione per questo progetto discografico che, ancor prima di venire alla luce, ha già conquistato numerosissimi consensi, anche grazie al successo di “Life is Sweet”, il primo singolo presentato dal supergruppo romano. Accompagnato dal videoclip girato da Davide Marengo, “L’amore non esiste” è un brano intimo e delicato, che si serve di una arrangiamento ovattato e ricercato, per parlare di un sentimento che, seppur inflazionato, riesce ancora a racchiudere la più recondita essenza dell’animo umano.

Fabi-Silvestri-Gazzè in uno stamp tratto dal video di "L'amore non esiste"

Fabi-Silvestri-Gazzè in uno stamp tratto dal video di “L’amore non esiste”

I tre musicisti hanno incrociato i propri percorsi individuali e la propria sensibilità artistica mettendo nero su bianco concetti profondi,  mirati alla ridefinizione del rapporto a due, inteso come qualcosa di molto lontano dalle mode e dal conformismo contemporaneo. L’amore, secondo i tre cantautori, si concretizza in un abbraccio tra anime che sfidano  numeri e parole, ansie e guai, affrontano mancanze ed auspicano gioie e serenità. Promesse che vincono sfide, che la letteratura non può o non sa raccontarci, cantano i tre artisti che, come contemporanei menestrelli, riescono a descrivere con grazia e leggerezza, anche i tratti più bui dei nostri pensieri. “L’amore non esiste è un cliché di situazioni tra due che non son buoni ad annusarsi come bestie finché il muro di parole che hanno eretto resterà ancora fra loro a rovinare tutto. L’amore non esiste è l’effetto prorompente di dottrine moraliste sulle voglie della gente è il più comodo rimedio alla paura di non essere capaci a rimanere soli”.

Fabi-Silvestri-Gazze

Difetti, limiti e contraddizioni definiscono ciò che non è amore: un assetto societario in conflitto d’interesse, fare i conti e accontentarsi piano piano, un ingorgo della mente di domande mal riposte e di risposte non convinte”. L’incedere per negazioni evidenzia, dunque, con maggiore forza semantica concetti importanti e significativi. “Una ribellione alla statistica” che rinsalda la nostra umanità, sintetizzata in quella magica e sempre più suggestiva immagine di “io e te”.

Raffaella Sbrescia

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Video: “L’amore non esiste”