Sanremo 2017: le pagelle della terza serata.

Ermal Meta - vincitore del premio Cover - Sanremo 2017

La terza serata del 67esimo Festival di Sanremo conquista il 49,7% di share nonostante sia stata la più lunga in assoluto perché comprensiva della sfida tra gli altri 4 degli 8 giovani in gara, le 16 cover dei Big e l’esibizione dei sei Big a rischio eliminazione. Sempre affiatatissimi Carlo Conti e Maria De Filippi, tenero l’omaggio al Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, suggestiva l’esibizione dell’Orquesta reciclados de cateura sulle celeberrime note di “Libertango”. Sempre più intrattenitore trasversale, Mika è stato il primo superospite della serata dispensando leggerezza e poesia, come un Willy Wonka della musica. Sempre più irriverente e libero, Crozza: le sue copertine sono ormai un appuntamento irrinunciabile. Relegata all’1 di notte, LP incanta il pubblico con “Lost on you” e “Other People” mostrandosi in tutto il suo splendore vocale. Per quanto riguarda il discorso gara: Maldestro e Lele conquistano la finale mentre il premio per la migliore cover se lo aggiudica, più che meritatamente Ermal Meta con “Amara terra mia” di Domenico Modugno (seguito dalla grintosa Paola Turci che ha cantato “Un’emozione da poco” di Anna Oxa e da Marco Masini che ci ha restituito “Signor Tenente”, una delle più belle perle di Giorgio Faletti. In chiusura i primi eliminati tra i Big: Nesli e Alice Paba insieme a Raige e Giulia Luzi lasciano il Festival testimoniando che i duetti costruiti a tavolino non funzioneranno mai.

Pagelle

Giovani

  • Maldestro: In “Canzone per Federica” la personalità dell’artista veicola al meglio il fascino di una canzone d’autore intensa e coinvolgente Voto 7.5
  • Tommaso Pini: “Cose che danno ansia” scimmiotta in modo sconclusionato una quotidianità difficile  Voto 3
  • Valeria Farinacci: La richiesta di sacrificio per tornare ad apprezzare l’importanza dei rapporti interpersonali è apprezzabile ma Valeria è ancora acerba sul palco.  Voto 4.5
  • Lele: “Ora mai” è un  r’nb melodrammatico che ci invita a non accontentarci voto 6

Big

  • Chiara: “Diamante” racchiude un doppio omaggio a due grandi della musica italiana. Il plus è l’accompagnamento del Maestro Mauro Pagani voto 6
  • Ermal Meta: con una straordinaria interpretazione di “Amara terra mia”, un grande cantautore dimostra di essere anche un appassionato interprete. Voto 10 con lode.
  • Comello: Per interpretare Mina ci vuole un coraggio immenso ma, in questo caso, più che di coraggio si è trattato di un suicidio. La versione de “Le mille bolle blu” di Lodovica è scadente e banale. Voto 2
  • Al Bano: “Pregherò”: il potere del classico vibrato non è abbastanza 5.5
  • Fiorella Mannoia: “Sempre e per sempre” descrive l’amore più vero, fedele a se stesso qualunque cosa accada. Fiorella canta De Gregori con classe, bravura ed eleganza. Voto 8
  • Alessio Bernabei: “Un giorno credi” cantata dalla nemesi di Bennato con un arrangiamento sbagliato voto 3
  • Paola Turci: grintosa e convincente la sua versione di “Un’emozione da poco” voto 7.5
  • Gigi D’Alessio: Un bell’arrangiamento realizzato da Pennino sposa la vocalità di Gigi D’Alessio ne “L’immensità”. Voto 6-
  • Gabbani con “Susanna” canta Celentano senza prendersi sul serio voto 6-
  • Marco Masini rende giustizia a “Signor Tenente” di Faletti con un ottimo arrangiamento ed una sentita interpretazione del testo. Voto 8.5
  • Michele Zarrillo: “Se tu non torni” diventa quasi uno stornello voto 4.5
  • Elodie: “Quando finisce un amore”. Nonostante la somiglianza della sua voce con quella di Emma, Elodie trova una propria chiave di lettura al brano.  Voto 6-
  • Samuel: “Ho difeso il mio amore” feat. Linea 77. Voce e carisma non sono mai mancati a Samuel, ecco perché viene da chiedersi perché abbia scelto questo brano poco adatto a lui. Il risultato non soddisfa le aspettative. Voto 4
  • Sergio Sylvestre: “Vorrei la pelle nera” feat. Soul System è fresco e divertente nonostante i problemi tecnici voto 7-
  • Fabrizio Moro: Appassionata e verace la sua interpretazione de “La leva calcistica del ’68” anche se Fabrizio si è preso un po’ troppe libertà rispetto all’originale. Voto 5
  • Michele Bravi: Con “La stagione dell’amore” di Battiato,  Michele Bravi cerca di fare leva sull’impatto emotivo. Voto 6

 Raffaella Sbrescia

 

 

Il pop di Mika trionfa all’Umbria Jazz Festival con buona pace dei puristi

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Musica è leggerezza, è sorriso, è linfa, è irrefrenabile voglia di vivere. La musica è l’ingrediente chiave dell’Umbria Jazz Festival senza alcuna distinzione di generi. La doverosa premessa giunge in seguito al fatto che, sebbene l’ospite pop di questa edizione, Mika, all’anagrafe Michael Holbrook Penniman Jr, abbia fatto storcere il naso a parecchi puristi,  ha anche venduto seimila biglietti riempiendo l’arena Santa Giuliana fino all’inverosimile dimostrando, quindi, un seguito veramente notevole. Arrivata a Perugia sabato sera, intorno alle 20.30, la popstar si è lasciata subito travolgere dalla magica atmosfera circostante e dalle felici vibrazioni che solo la musica riesce a trasmettere.

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Solo pochi giorni fa, la Rai ha annunciato un programma tv in cui l’artista proporrà un succulento “one man show”, per cui, forte di questa nuova popolarità mainstream Mika era sicuramente uno dei personaggi più attesi di questa estate perugina. Il suo coloratissimo show rappresenta la materializzazione della sua anima multisfaccettata: romantica, allegra, intensa e struggente al contempo. Ritmo, fantasia, estro, carisma ed empatia sono gli assi nella manica di quest’uomo dallo sguardo simile a quello di un fanciullino, proprio quello che dovremmo imparare a conservare tutti per affrontare la vita in maniera più leggera.

Le foto sono a cura di Roberta Gioberti (inviata a Perugia)

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Setlist

Big Girl

Talk About You

Good Wife

Grace Kelly

Rain

Good Guys

Step with Me

Relax

Staring at the Sun

Hurts

Underwater

Lollipop

Beautiful Disaster

Happy Ending

Promiseland

Stardust

We Are Golden

Last Party

Love Today

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika - Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

Mika – Umbria Jazz 2016 ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

Mika in concerto a Milano: incanto e magia in un Heaven di emozioni

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Magia, spensieratezza, allegria e a “little bit of love”. Il quarto concerto italiano di Mika al Mediolanum Forum di Assago (Milano), nell’ambito del No Place in Heaven Tour, è la celebrazione dei sentimenti. Divo senza divismi, Mika è diverso da tutti gli altri, non cerca trucchi, non si affida alla tecnologia, crea una fiaba in cui i protagonisti sono gli outsiders con i loro piccoli difetti da mettere in  bella mostra. Genuino, disinvolto, scatenato Mika entra nel cuore del pubblico con immediatezza e lucida efficacia. Lo show è un tripudio di colori e sonorità pop ma non rinuncia all’autenticità del lavoro artigianale ed è così che nell’arco di due ore Mika ci porta alla scoperta della sua personalità con una nuova consapevolezza di sé e della sua arte. Anche la scenografia è la materializzazione di un sogno, si tratta si un paesaggio urbano stilizzato in colori pastello che rispecchia l’animo multiforme di Mika e che esclude l’impatto tecnologico a favore di un coinvolgimento emotivo più intenso.

L’artista sale sul palco intorno alle 21.00 cantando “No place in Heaven” quasi celandosi dietro un impermeabile ed un grosso cappello, appoggiandosi ad una roulotte che si rivelerà essere un palco nel palco . Un inizio in sordina, quasi enigmatico. L’energia cresce e si sviluppa in maniera lenta, inesorabile, quasi viscerale: la scenografia si arricchisce e si espande insieme ai ritmi e i toni dei brani e delle gag con cui Mika coinvolge il pubblico creando un’onda emotiva impattante. “Stasera mi sento un po’ a casa mia – spiega l’artista di origine libanese – Sapete cosa facciamo quando siamo a casa mia? Cantiamo!” E via, su e già per il palco senza fermarsi mai, senza risparmiare sorrisi e sudore. Big Girl (You Are Beautiful), Good Wif, Grace Kelly, Boum Boum Boum, Talk About You, Good Guys, Origin Of Lov, Relax, Take It Easy. Mika spazia con disinvoltura tra le hits che l’hanno reso celebre in tutto il mondo e i brani del suo ultimo album di inediti in cui racconta davvero molto di sé.

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Il climax del concerto è racchiuso in “Underwater”, un momento di emozione tanto autentica quanto inaspettata. Con il sorriso di un bambino ed uno sguardo ricolmo di commozione, Mika guarda estasiato il gioco di luci creato dagli smartphones degli spettatori: “Non ci sono mai state tante stelle a Milano, scherza, Facciamo gli scemi tutti insieme, senza orgoglio e senza vergona”, esortando il pubblico a lasciarsi andare dirigendo una spettacolare coreografia di luci e di voci. Costantemente al di sotto di un glitteratissimo mappamondo-mirrorball, Mika riesce a far ballare anche i più abbottonati “senza pensare alle conseguenze, perché a Milano mi sento a casa, e a casa non ci sono conseguenze”.

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Di grande impatto anche il duetto con Chiara Galiazzo sulle note di “Stardust”, senza dimenticare la super triade composta da Happy Ending, We Are Golden, Love Today. Con l’animo leggero e lo sguardo disteso, Mika si avvia al finale dello show con grinta: “Prima di andare via, facciamo un po’ di rumore”, e così sia. I bis chiudono la festa pop con Last party ed inedite rime in italiano, frutto di una traduzione maccheronica di “Lollipop”, cantata ancora in duetto con Chiara Galiazzo e che, nonostante la leggerezza della  melodia,  nasconde un messaggio malinconico: “L’amore ti deluderà”, canta Mika, mostrando fino all’’ultimo istante ogni singola sfumatura della sua anima così colorata e altrettanto stimolante.

Raffaella Sbrescia

La scaletta del concerto

No Place in Heaven
Big Girl (You Are Beautiful)
Good Wife
Grace Kelly
Boum Boum Boum
Talk About You
Good Guys
Origin Of Love
Relax, Take It Easy
L’amour fait ce qu’il veut
Staring at the Sun (Tant que j’ai le soleil)
Promiseland
Underwater
Elle Me Dit
Happy Ending
Stardust (con Chiara Galiazzo)
We Are Golden
Love Today

Encore
Last Party
Lollipop  (con Chiara Galiazzo)

 

Pop-Hoolista Cosodipinto Edition: Fedez presenta il repack con due brani inediti

copertina

Pop-Hoolista”, l’album doppio platino di Fedez (che a un anno dall’uscita rimane stabile in cima alle classifiche) venerdì 9 ottobre si presenta nel repack “Pop-Hoolista Cosodipinto edition”, arricchito di contenuti extra in esclusiva: due brani inediti, “Beatiful disaster”, scritto e interpretato con l’artista internazionale Mika, e “21 grammi”(prodotti entrambi da Takagi & Ketra).

Nel repack anche il dvd Pop-Hoolista Tour”, che ripercorre in 110  minuti, tra immagini sul palco e immagini di  backstage, la strepitosa serie di concerti live del cantautore rap.

La copertina firmata da Radish, interpreta lo spirito ribelle, ironico e irriverente di Fedez rappresentato questa volta in una navicella spaziale in stile  cartoon.

Per i fan piu’ appassionati il prezioso cofanetto special edition che, oltre al cd e al dvd, contiene una t-shirt.

POP-HOOLISTA COSODIPINTO EDITION” e’ Prodotto dalla factory multimediale NEWTOPIA (di Fedez e J-Ax ) e distribuito da  SONY MUSIC ITALY.

TRACKLIST

1. POP-HOOLISMO (INTRO)

2. GENERAZIONE BOH

3. VIVERE IN CAMPAGNA PUBBLICITARIA

4. BELLA ADDORMENTATA NEL BRONX

5. VELENO PER TOPIC FEAT LUCIOUZ

6. VOGLIO AVERTI ACCOUNT

7. MOET SCIANDON

8. MAGNIFICO FEAT FRANCESCA MICHIELIN

9. NON C’E’ DUE SENZA TRASH

10. SIRENE FEAT MALIKA AYANE

11. L’HAI VOLUTO TU

12. LOVE COST

13. POP- HOOLISTA FEAT ELISA

14. CARDINAL CHIC

15. L’AMORE ETERNIT FEAT NOEMI

16. COME NO

17. STEREO-TIPI

18. OLIVIA OIL

19. VIVA L’IVA FEAT J-AX

20. M.I.A. FEAT BOOMDABASH

21. 21 GRAMMI

22. BEAUTIFUL DISASTER SCRITTO E INTERPRETATO CON MIKA

 

 

X Factor 9: la revolution delle band, la carica dei 4 giudici musicisti e l’adrenalina della gara

La giuria di X Factor 9

La giuria di X Factor 9

L’attesa per X Factor 2015  si fa vibrante. Con la conferenza stampa di presentazione, sono emerse tutte le novità del programma più amato dal pubblico.  Anno dopo anno, X Factor cresce e convince e, a tal proposito, i numeri parlano chiaro: nel 2014 lo show di Sky ha raccolto 1,2 milioni di spettatori medi a puntata (+ 45% rispetto alla precedente edizione). Due i milioni di persone che hanno seguito la finalissima che ha decretato la vittoria di Lorenzo Fragola (share dell’8%). Numeri stellari anche sui social: i tweet dedicati a X Factor 2014 sono stati ben 2,4 milioni, tangibile testimonianza non solo della forte affiliazione del pubblico ma anche della cura maniacale di ogni minimo dettaglio da parte della produzione del programma. Caratterizzato da un’interattività capillare e da una forte vocazione internazionale, il talent show riparte dalla novità più importante: la giuria dei giudici sarà composta per la prima volta da quattro musicisti, persone che vivono di musica e che la conoscono a fondo: Elio, Fedez, Mika e Skin saranno i mattatori di un’edizione che raggiunge una nuova completezza grazie all’inserimento delle band musicali. Dopo una meticolosa ricerca e migliaia di casting,  X Factor 9 partirà proprio dalle audizioni, aggiungendo una puntata in più, con l’intento di coinvolgere il pubblico in  un colorato viaggio tra volti, storie e sogni. Per il quinto anno consecutivo sarà Alessandro Cattelan a svolgere il ruolo di Virgilio all’interno del programma: “Di anno in anno i concorrenti sono sempre più consapevoli, più preparati, più pronti. Quest’anno si respira un bel clima e per quanto mi riguarda non vedo l’ora di ripartire.  Luca Tommassini mi ha cercato lo giugno scorso per farmi proposte sempre più spettacolari ma, per ora, non l’ho ancora sentito e dunque non so se ci ha ripensato oppure mi farà una sorpresa”.

La new entry più attesa è sicuramente Skin, la celebre pantera del punk, inimitabile voce degli Skunk Anansie: “Trovo molto interessante trovarmi in una situazione come questa. Conosco molto di musica anche se ho ancora parecchie difficoltà con l’italiano. Ho molto rispetto per tutti i miei compagni di giuria, io sono più underground per cui abbiamo diversi punti di vista, in ogni caso mi piace il fatto che siamo tutti musicisti. Per me l’X Factor è  qualcosa di speciale, di insolito, di unico. Il fatto che quest’anno ci saranno anche le band rappresenta una importante opportunità per poter intraprendere un percorso serio. Questo programma offre per pochi mesi tutto quello di cui un artista normalmente necessita, sarà importante riuscire ad ascoltare, imparare e mettere in pratica tutto nel miglior modo possibile”.

Un’altra garanzia di divertimento sarà la presenza di Elio: “Sono tornato per una serie di ragioni: In primis per il fatto che ci saranno i complessi, mi piace dirlo in italiano e non inglese, anche perché io faccio parte di uno che non si scioglie (ribadendo il concetto a più riprese). Sono abituato a vivere, suonare, lavorare con altra gente e a questo aggiungo che i gruppi di sole voci mi lasciavano la sensazione che mancasse qualcosa. Poi c’è Skin, la mia cantante preferita in assoluto. In giuria c’è una atmosfera leggera, che sa quasi di scampagnata e mi piace questo clima. Infine l’ edizione italiana di X Factor viene vista altrove come un centro sperimentale,  questo mi fa sentire al centro di un laboratorio dove si offre qualcosa di nuovo”.

Oggetto di entusiastico clamore anche Mika, sempre più amato dal pubblico italiano per la sua spiccata sensibilità: “Ho iniziato con la stessa paura che ora ha Skin nella pancia. Sono passato attraverso una serie di emozioni contrastanti ma, piano piano, ho preso sempre più confidenza con la lingua e ho potuto esprimermi. Tra noi quattro c’è una bella sintonia: possiamo divertirci, essere stupidi senza pregiudizi, litigare, parlare di musica e politica.  A parte ciò, tra un pò partirà la gara vera e propria e si questo si percepisce in maniera forte e chiara: X Factor senza gara non sarebbe la stessa cosa. Per vincere occorrono incoscienza e freschezza”. Mika è sicuramente il più diretto tra i 4 giudici: “Noi giudici litighiamo su tutto, dalla musica alla pasta alla politica, ma in totale amicizia. Se mi chiedete se questo clima è frutto dell’assenza di Morgan vi dico che eravamo sereni anche con lui. Magari adesso è più serena la produzione”, dice con schietta ironia. Un passaggio dedicato anche a Lorenzo Fragola, vincitore dell’ultima edizione: “Recentemente Lorenzo Fragola è venuto al mio concerto di Taormina e siamo stati insieme a chiacchierare fino alle prime luci del m attino, è rimasto sempre lo stesso ma  ha ansia e mancanza di pazienza, entrambe cose essenziali per crescere. La sua testa non si è gonfiata ma le ambizioni sì e questo è ciò che serve”.

Particolarmente carico anche Fedez: Mi sento meglio rispetto allo scorso anno, la mia prima apparizione non me la sono goduta, vivevo X Factor solo come un lavoro, ora mi diverto di più e comincio anche a conoscere Mika, siamo usciti insieme, abbiamo fatto musica insieme e tutto questo ha contribuito ha rendermi più sereno. Allo stesso tempo, però, la figura del rapper non è ancora stata ben metabolizzata dal pubblico, si guarda più al canto che alla stesura dei testi. A questo aggiungo che c’è ancora una reticenza ad apparire in un contesto televisivo da parte dei rapper”.

Tutto e pronto, dunque, l’appuntamento è per domani 10 settembre su Sky con le attesissime ed esilaranti audizioni, quest’anno commentate dall’amata Mara Maionchi con il suo “Mara dixit” e con “Extra Factor”, poi si partirà con i live in diretta da Milano il prossimo 22 ottobre.

Raffaella Sbrescia

No place in Heaven, Mika presenta il nuovo album di inediti. L’intervista e la recensione del disco

MIKA_NO PLACE IN HEAVEN_cover

“No Place in Heaven”, il nuovo lavoro discografico di Mika  è un album artigianale e leggero al contempo (Virgin/Emi per Universal Music). Le  melodie dolci e sinuose si sposano con sonorità che riecheggiano di pop vintage ma che non dimenticano la chanson  d’amour.  La dolcezza pungente e la disarmante onestà con cui Mika ha cesellato le  17 tracce (nella versione deluxe) che compongono il suo quarto album sono il risultato di due anni intensi di lavoro creativo, in collaborazione con Gregg Wells. Registrato a Los Angeles, prima in uno studio con accanto Pharrell Williams, poi in una grande casa degli anni ‘50 dove Mika si è rinchiuso per qualche mese, “No Place in Heaven” elenca il pantheon del cantautore anglo-libanese che, se da un lato abbandona il ben noto falsetto, dall’altro mischia colori, suoni,e sentimenti contrastanti  e lo fa attraverso un sottotesto ispirato agli anni ’70, il primo Elton John, il primo Billy Joel, Carole King e il Laurel Canyon. Il basso pulsante e ritmico di “Talk about you” introduce il cantato dolce ed ovattato di “Good guys” in cui Mika cita i suoi punti di riferimento, a seguire la dance bohemienne di “L’amour Fait ce qui’il veut” . Intensamente intimo ed incredibilmente trasparente “All she wants”, il brano in cui l’artista mette a nudo i pensieri reconditi ed il rapporto con sua madre. Tra brani ritmati e ballate malinconiche “Hurts”, “Last party”, Les baisers perdus”, “No place in heaven” è la preghiera senza filtri in cui Mika si apre al mondo con una deliziosa delicatezza: “For ever love I had to hide and every tear I ever cried. J’m down on my knees, I’m begging you please cos there’s no heaven for someone like me”. Suadente e calda la melodia di “Boum boum boum”, corale e coinvolgente il ritmo di “Oh girl, you’re the devil”, disincantato ed estroso il country pop di “Rio”. Questo nuovo album è, in sintesi, una sorta di definitiva liberazione per Mika. Una libertà che gli è servita per affrontare temi importanti nel disco come la sessualità, la paura di come gestirla e l’amore.  Ecco cosa ci ha raccontato l’artista in occasione dell’incontro con la stampa a Milano, prima delle prove del concerto sold-out al Fabrique.

Mika, come sei arrivato a “No place in Heaven”?

Volevo liberarmi da tante paure. Ogni cd ha rappresentato un passaggio importante nel mio percorso. L’ultimo, “The Origin of Love, è stato un punto di rottura, ha segnato un solco che mi ha permesso di cambiare e ripartire da zero e lavorare in totale libertà. Così è stato anche  in questo disco, attraverso queste canzoni sono andato dritto al punto, senza giri di parole o metafore. Insomma, non mi nascondo più.

Perché hai scelto questo titolo?

Il titolo non rappresenta una frase triste, al contrario, è gioiosa. Se troverò posto in paradiso, bene, altrimenti non c’è problema, io non voglio andarci a tutti i costi. Questa affermazione in realtà va contro la cultura orientale con cui sono cresciuto. La parte libanese che c’è in me include una buona dose di paranoia nell’affrontare le faccende personali, solitamente considerate volgari. Ora che sono riuscito ad abbattere il muro, esco finalmente  dal guscio. Adesso ho capito che la vera vergogna è tenerle dentro certe cose. Anni fa parlavo di niente, tenevo tutto a distanza. Ora è il momento del coming out dell’anima. Per di più il momento in cui un disco viene pubblicato è quello in cui una cosa personale e intima, che finora è stata mia, diventa di tutti.

All She Wants” è un testo autobiografico?

Certo, la madre che sogna per il figlio una moglie, un buon lavoro e una posizione sociale, come nella tradizione più classica, è proprio la mia. Invece, altro che casa e nipoti: mia mamma si ritrova a organizzarmi il guardaroba per gli show. Si è trasformata in una zingara senza accorgersene! (ride, ndr)

Tante tracce in francese ma nessuna in italiano…

Ci ho provato ma i tentativi sono stati tutti bocciati: la pronuncia è troppo difficile! Il francese lo parlo da una vita e, a dire il vero, mi ha aperto le porte all’italiano. Senza il francese non avrei mai potuto imparare questa lingua così velocemente.

Tra le canzoni spicca “Good Guys” in cui citI artisti e intellettuali come Andy Warhol, James Dean, Arthur Rimbaud, Walt Whitman, Ralph Waldo Emerson, Rufus Wainwright. In che cosa ti hanno delle personalità così diverse tra loro?
Erano tutti profondamente controcorrente. Anzi, hanno cambiato la direzione del vento, avevano una spinta culturale ed emozionale quasi punk.

Aggiungeresti qualche italiano?
Senza dubbio, Dario Fo. Poi c’è Morgan, quando è di buon umore, quando non lo è, lo toglierei (ride ndr).

È vero che farai un disco con Morgan?

Siamo stati in studio assieme durante il periodo di X Factor. In quel contesto ho visto un ragazzino che, lontano dalle pressioni dei media, giocava con gli strumenti con gioia pura. Qualcosa con lui mi piacerebbe farla, prima o poi accadrà. Intanto ha preso una canzone che ho scritto con Guy Chambers, l’ha sistemata e l’ha trasformata in “Andiamo a Londra” (la prima nuova canzone dei Bluvertigo).

Ti occupi di tante cose per poter fare quello che desideri in musica. Questo discorso vale anche per il libro che stai scrivendo per Rizzoli?
Io sono prima di tutto un musicista, quasi tutto il resto lo faccio per potere fare il disco che voglio io, senza vincoli. Il libro sarà un diario intimo, divertente e duro. In un capitolo parlo della mitologia siriana di mio nonno, in quello dopo della mia frustrazione in un supermarket…

Mika

Mika

Cosa ti piace del nostro Paese e cosa no?
Da evitare le spiagge perché ovunque ci sono teleobiettivi pronti a riprenderti e gli aeroporti sono veramente pessimi. Amo invece il Piemonte, con le sue colline verdi e misteriose e la sua gente che si nasconde un po’ per poi rivelarsi cordiale. E poi c’è il vino, non solo quello piemontese.

Cosa ci anticipi del tour?

La copertina del cd dà un’idea del progetto: mi sono ispirato al Futurismo italiano. Sarà uno show fatto a mano, nel senso che non ci saranno effetti speciali; nessun ledwall, per intenderci. Mi piace sempre creare con la fantasia ma attraverso oggetti reali, che recupero dalla strada. Insieme al mio team sto realizzando i disegni, adopereremo la carta. Anche la mia musica è fantasiosa, spesso si tratta di un modo tutto mio per reagire al dolore. A questo proposito, ho scritto “Relax” a Londra quando ci hanno fatto evacuare dalla metropolitana per gli attacchi terroristici; sono andato a casa e ci ho scritto una dance song!

Raffaella Sbrescia

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Le date del tour italiano

23 luglio – Taormina (Teatro Antico)

25 luglio – Cattolica (Arena della Regina)

27 settembre Assago (Mediolanum Forum)

29 settembre Roma (Palalottomatica)

30 settembre Firenze ( Mandela Forum)