Smoke + Mirrors: il rock catchy degli Imagine Dragons. La recensione

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Protagonisti delle classifiche di tutto il mondo, i losangelini Imagine Dragons composti da Dan Reynolds, il chitarrista Wayne Sermon, il bassista Ben McKee e il batterista Daniel Platzman, rei di aver guadagnato un enorme seguito dopo aver pubblicato una serie di EP indipendenti, hanno pubblicato il nuovo atteso album intitolato “Smoke + Mirrors” scatenando diverse reazioni contrastanti. Il disco, registrato negli studi appena inaugurati della band, racchiude temi all’ordine del giorno come tensione e vulnerabilità.  Al centro della nutrita tracklist dell’album c’è un rock molto vicino al pop, figlio di un sistema compositivo ben strutturato e davvero molto orecchiabile. Nelle tredici tracce, diciotto nella versione deluxe,  prodotte da  Alex da Kid, emerge un importante utilizzo di suoni elettronici, svariati cori nei refrain dei brani centrali,  una massiccia dose di cantabilità melodica; gli Imagine Dragons toccano tanti generi diversi: traditional, pop, rock, Africa, ritmi dispari ma si confermano sovrani  della melodia usa e getta.

Imagine Dragons Ph Eliot Lee Hazel

Imagine Dragons Ph Eliot Lee Hazel

Di grande effetto la triade iniziale: si passa dalla spettacolare sensualità di “Shots” al bagliore sornione di “Gold” fino alla rabbiosa title track “Smoke and Mirrors”. Politically uncorrect il riff superlettrico di “I’m so sorry”, semplice e catchy l’intro semiacustica di “I bet my life”, arricchita dall’irresistibile coro centrale. L’ipnotica “Polaroid” cede il passo all’energia incandescente di “Friction”, seguita dalla meno incisiva “It comes back to you”. Il brano più intimo del disco è la ballad “Dream” che, insieme a “Trouble”, rappresenta la parentesi più delicata di tutto il lavoro. Decisamente sottotono le monotone “Summer” e la lunghissima “The Fall”. Dirette e taglienti le chitarre distorte su “Homeless Opus”. Dei 5 brani inseriti nella versione deluxe citiamo l’elegante “Second chances” e l’incoraggiante “Warriors”, due tracce che chiudono un album che avrà sicuramente un grande successo in termini di vendite ma che, allo stesso tempo, lancia un campanello d’allarme sulle contraddizioni interne al gruppo. Sarà il tempo a raccontarci se, e in che modo, gli Imagine Dragons sapranno costruirsi un percorso artistico coerente e duraturo.

Raffaella Sbrescia

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