Filippo Timi in scena con “Sciarada, Trilogia della vita”. “Parlo a una truppa di creature terrestri: siamo stati sconfitti ma ce la faremo”. Il report dello spettacolo

“Parlo a una truppa di creature terrestri: siamo stati sconfitti ma ce la faremo” E’ l’incipit della nuova creatura di Filippo Timi, che pare un poco riprendere la dimensione visionaria di Bellocchio e proiettarla in una articolazione teatrale e musicale, scenograficamente ammiccante al circo, a Fellini, quasi a voler rafforzare la caratteristica frammentaria , enigmatica e in parte anche onirica di questo articolato montaggio di scrittura e passaggi sonori. Potente come sempre nella recitazione, eccentrico nei costumi, originale, nella scelta di piazzare un attrezzato frigorifero in scena, che non stona e dà sostenibilità, Timi non cede al compiacimento del mattatore che è naturalmente portato ad essere, e, affiancato da un gruppo di giovani ed entusiasti musicisti, porta in scena uno dei lavori più intriganti degli ultimi 10 anni.

Filippo Timi - Petra Magoni E’, come lui stesso dice, un work in progress, e dal titolo si può intuire. Sciarada: Trilogia della vita, monologhi e musica non propriamente scritti, né improvvisati, frammenti da comporre, e emozioni da elaborare. Le componenti sono eterogenee: c’è il Timi autore dei monologhi, il Timi interprete dei monologhi, il Timi cantante, l’apporto di Giovanni Onorato, che ha scritto le liriche, e i musicisti Mario Russo, Claudio Larena , il sound engineer Lorenzo Minozzi , e l’inimitabile Petra Magoni col suo entusiasmo che si protrae anche a concerto ultimato, e che sul palco non solo porta la consueta originalità interpretativa, ma in qualche modo gestisce, muove e smuove, organizza e prende iniziativa. Quanto mai adatta alla sua personalità e sensibilità artistica questa Sciarada, così dinamica e fuori dagli schemi. Timi, pronto a dare fuoco al mondo (come se la calura romana non fosse sufficiente), perché è proprio quando non si ha niente che bisogna saper spendere tutto. Il divario, la dicotomia, il tutti dentro o tutti fuori, il manicheismo, in un paradossale quadretto di comparse che cercano di sopravvivere passo dopo passo, giorno dopo giorno, almeno fino alla fine dell’anno. A comporre in musica tutto questo la Pavane, che in chiave poeticamente rock accompagnale parole incendiarie di uno cui il cerino resta alla fine in mano.

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All’onirico e delirante, ma spassoso monologo sulla sessualità di Mussolini, fa seguito, provocatoria, la riflessione “Ma cosa succederebbe se mentre stai giocando la partita della tua vita sentissi di appartenere alla squadra rivale?” Il Goal, il gioco di squadra, una squadra cui potresti sentire di non appartenere più. E qui la provocazione è per chi la vuole cogliere, ma Timi stempera, sorride, scherza scende tra il pubblico senza muoversi dal palco. E se a Roma, al debutto, chiami Totti in causa, il pubblico rumoreggia, lui lo sa e sta al gioco dicendolo chiaramente “sciarada è un rischio”, qualcosa che si alimenta mentre vive e vive per alimentarsi. Nel terzo capitolo, si parla di desiderio, lo spunto è “Nella solitudine dei campi di cotone”, il costume a dir poco intrigante, per un’evocazione di dispute tra uomini insoddisfatti, animali insoddisfatti, il tutto concertato da una Jam Session ben sostenuta dall’eterogenea ma armonica cornice sonora. Petra Magoni, nel corpo dello spettacolo, con I wanna be loved by you, esce alla fine per esibirsi in una strazzacore interpretazione in duetto di un brano di Scialpi, Cigarette and coffee, che sembra davvero scritto ad hoc per raccontare i vuoti e le solitudini di questa pandemia, che sono andati ben oltre le difficoltà economiche generate, e che sicuramente (l’evidenza è agli occhi), porteranno i loro effetti nefasti nell’anima di ognuno ancora per parecchio tempo.

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Sciarada è uno spettacolo in crescita, un enigma da comporre, in qualche frammento anche improvvisato, ma frutto di un grande lavoro fatto durante la pandemia, che, per chi ne ha avuta la capacità, ha potuto rappresentare un giusto momento di riflessione, anche per dare una spallata a degli schemi che, forse, avevano raggiunto livelli di stucchevolezza che spesso lasciavano lo spettatore con un senso di mezzo pieno non proprio piacevole. Questo con Sciarada sicuramente non accade. Un Made in Trastevere, che ci auguriamo possa essere messo a disposizione di tutti quanto prima.

Roberta Gioberti

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Talkin’ Guccini: in scena al Menotti un’opera di recupero musicale e antropologico

Talkin' Guccini - Teatro Menotti

Talkin’ Guccini – Teatro Menotti

Portare in scena il repertorio, le atmosfere, i concetti e la mentalità del mondo gucciniano nel 2017 è un gesto eroico, è un atto di preservazione e diffusione culturale, è impresa titanica, è un rischio che vale la pena correre. Il merito è del regista Emilio Russo e del Teatro Menotti di Milano, dove dal 17 al 28 maggio andrà in scena la ripresa di “Talkin’ Guccini”, una full immersion nel mondo del cantautore e scrittore di Pàvana che con le sue parole è riuscito a raccontare e mettere a confronto diverse generazioni. Lo spettacolo è ambientato in una vecchia osteria di Bologna, con i tavolini coperti da cerate a quadretti e caraffe di vino a volontà. La trama della storia è collocata nella calda serata dell’ 1 agosto 1980, alla vigilia della strage alla Stazione di Bologna, sul palco di avvicendano quattro dei tipici personaggi di Francesco Guccini. Speranza, politica, sentimento, nostalgia s’intrecciano in un viaggio fatto di racconti, storie, canzoni e aneddoti. La trama teatrale, a dire il vero, risulta piuttosto esile, a tratti forzata, rispetto ai brani in scaletta. La mancanza di un filo conduttore rende lo spettacolo poco fruibile, a tratti lento. Cosa c’è che non torna? Sicuramente l’innaturalezza di chi ha provato ad incarnare i sentimenti di un’epoca quanto mai distante dal nostro attuale vivere quotidiano. La cura per il dettaglio e le nobili intenzioni non bastano per rendere autentico l’affresco disegnato ma in fondo perchè perdersi l’occasione di provare a capire, conoscere e recuperare la voglia di emozioni semplici e non pretenziose?

Raffaella Sbrescia

TALKIN’ GUCCINI

 di amore, di morte e altre sciocchezze

racconto teatrale tra la musica e le parole di Francesco Guccini

con

Lucia Vasini (Serafina), Andrea Mirò (La Matta), Fabio Zulli (Il Frate), Enrico Ballardini (Vacca d’un cane)

alle chitarre Juan Carlos “Flaco” Biondini

al pianoforte Alessandro Nidi

drammaturgia e regia Emilio Russo

direzione musicale Alessandro Nidi

con la partecipazione di Juan Carlos “Flaco” Biondini

aiuto regia Guenda Goria

scene e costumi Pamela Aicardi

luci Emanuele Rodella

video proiezioni Paride Donatelli

 

 

Dignità Autonome di Prostituzione: il meglio del nuovo spettacolo in una photogallery

Passione e delirio, poesia e verità, lussuria e piacere, paura e attrazione. Le Dignità Autonome di Prostituzione entrano nel vivo del nuovo spettacolo ideato da Luciano Melchionna.

Godetevi le foto scattate da Luigi Maffettone al Teatro Bellini di Napoli:

DAdP @ Teatro Bellini ph Luigi Maffettone

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DAdP @ Teatro Bellini ph Luigi Maffettone

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Il Circo de los horrores arriva a Napoli. Largo al lussureggiante piacere del Cabaret Maledetto

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Dopo una lunga attesa il celebre “Circo de los Horrores” è giunto al Teatro Palapartenope di Napoli (via Barbagallo) e ci resterà fino al 20 dicembre 2015. A distanza di un anno, lo spettacolo ideato in Spagna dall’attore e artista circense Suso Silva torna in una veste completamente rinnovata. Ambientato all’interno di un’antica cattedrale gotica e cadente: la casa di Lucifero, “la quintessenza dell’avarizia e dell’ansia di potere, la personificazione di tutto il male”, il Cabaret Maledetto, porta in scena decine di artisti e ballerini per un’esperienza concepita per coinvolgere il pubblico al centro di una selvaggia ed oscura festa di humor, lussuria e passione delirante. Grandi acrobazie, sketch e coreografie all’ultimo respiro rappresentano gli assi nei manici di killer clown, zombie ballerini, lanciatori di coltelli e gemelle malefiche e snodate per uno spettacolo in cui  si ritrovano assieme il teatro dell’avanguardia, il circo contemporaneo e il cabaret più ricercato.

Circo de los Horrores

Quando:  dal 17 al 20 dicembre 2015

Dove:  Teatro Palapartenope Via C. Barbagallo, 115, Napoli

Prezzo biglietto:  da 16 a 34 euro – vietato ai minori di 18 anni

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

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Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

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Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

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Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

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Circo de los horrores @ Palapartenope Napoli ph Luigi Maffettone

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Passione live: un indimenticabile sold out al Bellini di Napoli. Le foto

Passione @Teatro Bellini -Napoli ph Anna Vilardi

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Dopo il sold out al Teatro Bellini di Napoli “Passione live” fa il bis in quel di Partenope con una nuova data prevista per martedì 29 dicembre al Palapartenope. Il nuovo appuntamento rappresenta la tangibile conferma del grande successo del nuovo tour nato da una costola del famoso film di John Turturro, con la direzione artistica di Federico Vacalebre. “Passione live” è, in sintesi, un grande concerto-spettacolo portato sul palco dall’energia vorticosa del sax di James Senese & Napoli Centrale, il groove di Raiz & Almamegretta, il timbro graffiante di Pietra Montecorvino, la sensualità orientale di M’Barka Ben Taleb, il raffinato operatic-pop di Gennaro Cosmo Parlato,  la world music verace degli Spakkaneapolis 55 e la superband diretta da Gigi De Rienzo, che ha suonato, in differenti periodi, con Napoli Centrale, con Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò in Musicanova, con Pino Daniele e tanti altri grandi della Musica.

Photogallery a cura di: Anna Vilardi

Passione @Teatro Bellini -Napoli ph Anna Vilardi

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Passione @Teatro Bellini -Napoli ph Anna Vilardi

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Passione @Teatro Bellini -Napoli ph Anna Vilardi

Passione @Teatro Bellini -Napoli ph Anna Vilardi

 

 

Dal 5 ottobre arriva su Rai Due “Sorci Verdi”: lo show politicamente scorretto di J Ax

J-AX SORCI VERDI ph PHOTOCIRASA

J-AX SORCI VERDI ph PHOTOCIRASA

«Cos’è “Sorci Verdi”? E’ David Letterman sotto acido che tenta di farsi un muppet». Questa l’esilarante definizione con cui J Ax ha sintetizzato l’essenza del nuovissimo late show satirico, in programma su Rai Due dal prossimo 5 ottobre alle 23.30, durante la presentazione stampa avvenuta questo pomeriggio negli studi di Via Mecenate. Nel corso delle 5 puntate, della durata di un’ora e quaranta ciascuna, il rapper milanese vestirà i panni di showman conducendo uno spettacolo (con la regia di Gaetano Morbioli) che nasce con l’intenzione di raccontare l’Italia dicendo cose che di solito non si dicono. «Vorrei innanzitutto ringraziare la dirigenza di Rai Due per avermi dato la possibilità di realizzare questo sogno – spiega J Ax -  sono rimasto sorpreso dal fatto che, dei temi proposti, nessuno di questi è mai stato considerato tabù, anzi mi hanno addirittura accusato di essere diventato troppo democristiano (ride ndr). Con questo show farò vedere i sorci verdi al pubblico ma solo dopo averli visti io stessi. Per quanto riguarda la scelta degli ospiti – aggiunge Ax -  ho voluto quelli che fanno paura alla Rai o che stavano lavorando per altri networks. Maria De Filippi, ad esempio, sarà ospite della prima puntata e, quando è entrata nei nostri studi, non aveva ancora ricevuto il permesso scritto da Mediaset. Sono rimasto molto colpito dal fatto che è entrata subito a gamba tesa con ben due scoop di cui non vi farò alcuno spoiler. Il secondo ospite – continua – sarà Marco Travaglio. Poi ci sono Cochi e Renato, la loro presenza nel programma mi ha fatto venire i brividi sul volto. Il quarto ospite sarà Fedez, un amico che ho invitato a budget ormai ridotto e che, con i suoi apprezzamenti al programma, assolutamente poco scontati, ha rappresentato il superamento di una importante prova del nove. Per l’ultimo ospite vi lascio in serbo una bella sorpresa -  conclude».

DE FILIPPI E J-AX ph Andrea Ciucci

DE FILIPPI E J-AX ph Andrea Ciucci

Date le premesse, “Sorci Verdi” si presenta, dunque, come uno spettacolo di satira tagliente e ironica caratterizzata da una comicità contemporanea che guiderà gli spettatori fra filmati “politicamente scorretti”, grandi ospiti, gag irriverenti e importanti collaborazioni musicali. «La formula del late show – aggiunge Ax – trae ispirazione dalle trasmissioni americane di cui da sempre mi nutro e di cui sono fanatico. Il programma ci è costato molto in termini di scrittura e preparazione, è stato un processo lungo e ragionato scritto insieme a Matteo Corradini, Laura Tonini, Matteo Lenardon e Virginia Ricci. Già verso la fine della prima stagione di The Voice, era emersa la voglia di fare delle cose insolite e fuori dagli schemi, c’è voluto il concreto sostegno dall’alto e ora siamo pronti a fare faville». A fare da contraltare ad Ax ci saranno ben 3 Muppets animati made in USA doppiati da Albertino (Brambo), dj e personaggio Tv; Roofio, produttore musicale (Ascia) e il rapper Shade (Pezza). Presente in studio anche  una band diretta dal Maestro Paolo Jannacci.

Raffaella Sbrescia

L’intervista a Mario Restagno, direttore artistico dell’Accademia dello Spettacolo di Torino

sfa_2013_0196_bMario Restagno, Direttore Artistico dell’Accademia dello Spettacolo di Torino e regista del musical “Excalibur– La Spada nella Roccia”, apre le porte dell’Accademia e della Scuola di formazione dell’attore. Un progetto, quest’ultimo, ideato dall’Accademia dello Spettacolo per promuovere attivamente il valore della formazione artistica e scommettere sulle capacità dei giovani. In occasione degli open days, che si terranno in tre giornate, dal 25 al 27 aprile, Mario Restagno ci ha parlato delle possibilità offerte da questa importante scuola con un ampio approfondimento del programma multidisciplinare e del percorso didattico offerto, attraverso lo studio delle tre arti sceniche: canto, danza e recitazione.

Quando nasce e quali sono gli obiettivi principali dell’Accademia dello Spettacolo di Torino?

Alla fine degli anni 80 in Italia si cominciò a parlare di musical. Subito si evidenziò un problema: non c’erano attori in grado di esprimersi nelle tre arti. Cominciai a studiare un percorso per formare una nuova  generazione di artisti.

Quali sono le linee guida del percorso formativo offerto?

Gli anni dedicati allo studio della didattica e dei metodi formativi mi hanno portato alla creazione di un modello che si ispira alle scuole anglosassoni (ArtsEd di Londra su tutti), ma conserva anche una sua peculiarità.
Innanzitutto l’impostazione di livello universitario è una caratteristica peculiare della SFA che si traduce in un’attenzione agli aspetti culturali, spesso trascurati nelle scuole private di arti sceniche in Italia: su un piano di studi di 1000 ore annue, oltre 200 sono dedicate alle materie culturali come Storia del Teatro, Psicologia, Anatomia. In secondo luogo, il programma in tre anni consente all’allievo un’esperienza a grande raggio nel settore delle arti sceniche: teatro di prosa, cinema, musical, teatro danza, teatro di strada, teatro sperimentale..

Ci parla degli ultimi progetti realizzati e i riscontri ottenuti?

L’attenzione al mondo della scuola ha sempre ispirato il lavoro di Accademia dello Spettacolo. Da alcuni anni creiamo opere teatrali che produciamo in dvd e distribuiamo gratuitamente in tutte le scuole italiane: nel 2013 è stata la volta di “Scrooge, Canto di Natale” (oltre 30.000 copie diffuse). Sono spettacoli che gli insegnanti possono realizzare localmente con le classi di allievi: la nostra associazione fornisce le basi musicali e tutto il supporto didattico perché nelle scuole italiane si faccia teatro a partire dalle elementari. I riscontri a questo impegno sono per esempio gli oltre 250 istituti che solo nel 2013 hanno messo in scena un nostro lavoro. É qualcosa che succede su tutto il territorio nazionale in silenzio, senza tanta pubblicità, come una foresta che cresce, ma succede. Sull’esempio di quanto si fa in Australia noi crediamo che educare i bambini e i giovani a fare teatro è l’unica via per avere in futuro artisti e pubblico più qualificati.

sfa_2013_053_bLa Scuola di Formazione dell’Attore è un progetto no profit ideato proprio dall’Accademia dello Spettacolo… quali sono le attività svolte durante il triennio e quali garanzie offre questo percorso ai giovani allievi che decidono di iscriversi?

É no profit perché le rette non coprono i costi di gestione della scuola. La SFA ha fatto una scelta importante di qualità sull’esempio di quanto viene fatto a Londra in istituti come l’ArtsEd. La qualità ha un costo: significa concretamente non avere classi troppo numerose per poter seguire bene ogni singolo allievo, avere spazi adeguati, a norma e dedicati esclusivamente alla scuola, rispettare un codice etico che abbiamo pubblicato sul nostro sito. Una scuola così impostata costa oltre 10.000 euro all’anno (la retta dell’ArtsEd  è di 14.000 sterline). Accademia dello spettacolo, per ogni allievo avvia un “programma di sostegno economico” che va a coprire oltre il 60% dei costi.

Quali macro aree comprende il piano didattico?

Il piano didattico della SFA è diviso in 5 aree:

  • culturale (Storia del Teatro, Storia del Musical, Storia della Musica, Psicologia, Anatomia…)
  • espressiva (Dizione e Fonetica, Recitazione Teatrale, Recitazione Cinematografica, Improvvisazione,…)
  • musicale (Solfeggio, Tecnica Vocale, Canto Corale, Canto Moderno, Interpretazione Musical)
  • coreutica (Danza Classica, Jazz, Contemporanea e Tip Tap)
  • integrativa (Arti Marziali, Balli da Sala, Combattimento Scenico,…)

E per quanto riguarda  il programma?

Ogni anno la direzione attiva corsi complementari e stage che completano un programma già intenso. La SFA offre elevate garanzie sul programma: per esempio le lezioni sono garantite (materie, numero di ore, docenti), neppure le scuole di Stato arrivano a tanto. Questo consente di assicurare la continuità nello studio. La scuola non può garantire sulle capacità e sulle motivazioni di un candidato: la scuola mette tutto lo staff al servizio dell’allievo, ma spetta a quest’ultimo fidarsi, applicare con rigore i metodi, studiare. Noi amiamo citare una scena del film Karate Kid: “Passa la cera, togli la cera… passa la cera, togli la cera…”. La proposta SFA si ispira a valori che forse non sono tanto di moda: chi cerca scorciatoie o pensa già di sapere non si troverà bene alla SFA, chi ha pazienza e si fida avrà il meglio per realizzare il proprio progetto.

Diventare famosi? Non siamo in grado di prometterlo. Bravi sì.

Recentemente avete prodotto il Musical “Excalibur – La Spada nella Roccia”. Il protagonista, Jacopo Siccardi, è stato proprio un allievo della scuola… qual è il bilancio di questa produzione?

In realtà il vero protagonista è Merlino interpretato da gipeto, in seconda battuta Morgaine, l’antagonista, poi c’è Ginevra e infine Artù. Excalibur è un’opera con diversi piani di lettura che vuole invitare i giovani a riflettere sul proprio destino e sulle relazioni familiari, un tema tanto caro ai drammaturghi che da sempre hanno scritto di padri, madri e figli. Jacopo Siccardi è un allievo che ha completato con successo il triennio professionale nel 2012 e sta ancora studiando per migliorarsi ulteriormente. Excalibur è stato scritto mentre Jacopo frequentava con i suoi compagni l’ultimo anno dell’Accademia. Un piano di lettura dell’opera è il rapporto Merlino, Artù e Ginevra: non è un caso che nel secondo atto, quando Ginevra viene baciata da uno sconosciuto evocato da Merlino, quest’ultimo dica: “É un’immagine, un esempio… come attori che per finzione si baciano!”. In Excalibur confluiscono riflessioni che sono state oggetto delle lezioni in accademia: per gli esterni è difficile capire, ma per gli allievi della SFA (almeno i più intuitivi) il rapporto tra Merlino e i due giovani è una similitudine del rapporto docente-allievi SFA. In definitiva Artù e Ginevra sono due allievi dell’accademia.

Excalibur è un’opera destinata alle scuole, in linea con quanto Accademia dello Spettacolo fa da quasi 10 anni. In questo caso non ci si è voluti fermare alla realizzazione del dvd da distribuire perché, vedendo la situazione generale di crisi del settore spettacolo, l’associazione ha voluto offrire un segnale positivo ai giovani.
Così è nato il progetto di far diventare Excalibur un spettacolo da inserire nel circuito professionale per dare un’opportunità lavorativa ai giovani esordienti. Il bilancio di questa prima tornata di date è positivo, nonostante tutto.

Quali difficoltà avete incontrato?

La difficoltà maggiore incontrata è la diffidenza rispetto ad un’operazione che non ha seguito il meccanismo dei soliti nomi o del “nome televisivo”: da più parti, continuamente ed ossessivamente, viene richiesto un nome che attragga perché questa la legge del mercato. Il nome garantisce visibilità, protegge da critiche distruttive, tranquillizza i teatri e fa lavorare in serenità i distributori. La filosofia che ispira il nostro modo di lavorare mal si collima a questa impostazione visto che noi amiamo rischiare sul nuovo e sull’inedito… tuttavia qualche compromesso si dovrà fare anche per il bene dei giovani. Vedremo…

sfa_oreste_0234_bDal 25 al 27 aprile ci saranno gli Open Day della Scuola di Formazione dell’attore… a chi si rivolgono queste giornate? Quali sono i requisiti per entrare a far parte dell’organico? Chi sono i docenti? E per quanto riguarda i costi?

Partiamo dai costi. La scuola è molto cara. Gli studenti versano una retta annuale di 4.000 euro, che copre il 40% dei costi: Accademia dello Spettacolo interviene poi con un programma di sostegno economico.
Per questo motivo la scuola è molto severa: detto in breve non basta pagare per andare avanti. Lo studente che non rispetta il Regolamento o il cui rendimento non è all’altezza dell’investimento che viene fatto a suo favore non può proseguire l’iter formativo.

Accademia dello Spettacolo offre l’opportunità di entrare alla SFA a giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni che siano seriamente motivati a diventare attori secondo il metodo globale: cioè studiando tutte le discipline delle arti sceniche, la recitazione, il canto e la danza.

L’open-day è un momento importante per conoscere direttamente la scuola, i docenti e ottenere una valutazione.
Requisiti fondamentali per accedere ala SFA sono sana e robusta costituzione, maggiore età compiuta entro il 31 dicembre 2014, conoscenza della lingua italiana.

Lo staff è composto da oltre 20 docenti: qui possiamo citare il sodalizio con l’ArtsEd che ci consente di avere direttamente da questo istituto londinese docenti che vengono a tenere le lezioni a Torino sia per l’aggiornamento dei docenti sia per la formazione dei nostri studenti.

Per partecipare è necessario compilare il modulo on-line (www.scuoladimusical.org/candidatura-online) allegando una foto a figura intera. La Scuola di Formazione dell’Attore si impegna ad assegnare a ciascun studente che si iscrive al triennio un programma di sostegno economico che copre il 60% della retta annuale (per maggiori info 011/4347273).

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano il Dottor Mario Restagno e Sara Bricchi per Parole e Dintorni per la disponibilità