Rosso Istanbul: la recensione della colonna sonora

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Tredici brani e una sola canzone canzone (In Dieser Stadt di Hildegard Knef, del 1965) per la colonna sonora di “Rosso Istanbul”, il nuovo film del regista Ferzan Ozpetez. Edita in digitale da per CAM del Gruppo Sugar, l’opera è frutto del lungo lavorìo di ricerca portato avanti da Giuliano Taviani (due David di Donatello nel 2015 come miglior musicista e per la migliore canzone originale per Anime Nere) e Carmelo Travia (nominato ai David di Donatello come migliore musicista per Cesare deve morire). Melodica, ficcante e fascinosa, la musica dei due compositori s’insinua nella mente creando un legame a doppio filo con i personaggi e le magiche atmosfere di Istanbul, di cui raccoglie anche i suoni. Un viaggio dentro il viaggio è il tema che attraversa la storia del protagonista Orhan Sahin che torna a Istanbul dopo 20 anni di esilio volontario. Giunto in città per collaborare in qualità di editor con il noto regista Deniz Soysal, Orhan rimane inviluppato in una serie di vicende che lo legano ai famigliari e agli amici di Deniz. Su tutti spicca Neval, la donna che con la sua grazia e il suo sguardo magnetico innesca in Ornah una serie di emozioni ormai sepolte sotto una spessa coltre. Malinconiche riflessioni, pochi discorsi e tanti sguardi si avvicendano mentre sullo sfondo le note disegnano i contorni dei profili di ciascuno dei protagonisti. Le diverse versioni del tema centrale “Red Istanbul” si adornano di elementi accessori in grado di fornire inedite sfaccettature di uno stesso luogo pronto a sorprendere il pubblico. Assolutamente magica “Memories of the Bosphorus” intrisa di mistero e pathos. Nervature jazz attraversano le trame di “Yali Pop” e “Falling down” anche se è “The Turkish Key” ad aggiudicarsi lo scettro di composizione regina: struggente nel suo classicismo europeo profumato di etnicità romantica.

Raffaella Sbrescia

Rosso Istanbul: tracklist
1. Istanbul Red 2:13
2. Orhan’s Theme 2:03
3. Yusuf 3:21
4. Istanbul Red (Version 2) 2:32
5. Neval 0:55
6. Rebirth 1:43
7. Memories of the Bosphorus 1:30
8. The Turkish Key 1:34
9. Deniz’s Ghosts 1:50
10. Istanbul Red (Version 3) 2:04
11. Yali Pop 2:36
12. Falling Down 1:33
13. Istanbul Red (Version 4) 2:36
14. In Dieser Stadt (Hildegard Knef) 3:05

 Il trailer:

Ritratti di Sanremo: Marianne Mirage presenta “Le canzoni fanno male”. Intervista con contributo di Caterina Caselli

Marianne Mirage

Marianne Mirage

Marianne Mirage con “Le canzoni fanno male” è tra gli otto finalisti di Sarà Sanremo e si esibirà in gara sul palco dell’Ariston nella categoria “Giovani” del Festival di Sanremo 2017. L’abbiamo incontrata negli uffici della Sugar a Milano; a darle tutto il sostegno possibile anche Caterina Caselli per un lungo e piacevole incontro informale. Ecco com’è andata.

«Marianne è venuta qui in ufficio da noi due anni fa e ci ha ammaliato. Il suo modo di fare non è da tutti. Durante il percorso intrapreso insieme, Marianne si è impegnata con tutta se stessa, ha agito con umiltà mettendosi in gioco e questo ci ha fatto capire che potevamo fare affidamento su di lei. Tutta l’azienda si sente coinvolta, crediamo molto in lei e la sua personalità ci induce a lavorare per lei con un piacere ancora maggiore. Nel suo ep abbiamo quindi raccolto due anni e mezzo di esperienze personali ma anche di conoscenza reciproca» – ha raccontato Caterina Caselli. «Visti i tanti impegni da fronteggiare ogni giorno – ha aggiunto la signora- non ho idea di come lavorino le altre case discografiche. Di sicuro noi non abbiamo cambiato il nostro metodo di lavoro: la Sugar lavora non solo sul brano ma anche sulla carriera e sul repertorio degli artisti. Per questa ragione quando abbiamo iniziato a lavorare con Marianne, lo abbiamo fatto pensando alla carriera, siamo editori-artigiani».

In effetti è particolare Marianne, con la sua inconfondibile capigliatura e quei tratti somatici così peculiari. Italiana doc, Marianne Mirage incarna lo spirito cosmopolita per eccellenza. Con il pallino per Londra e una giovinezza sdoganata da qualunque standard, Marianne Mirage ha fatto incetta di avventure per l’Europa, colleziona playlist dal taglio unico e ricercato e lavora personalmente alle musiche e a i testi del suo prossimo lavoro discografico intitolato “Le canzoni fanno male”, prodotto da Tommaso Colliva e Riccardo Damian. Nel pieno rispetto della sua poliedricità, Marianne esprime la sua creatività anche come regista dei suoi videoclip e come disegnatrice, curando anche artwork del disco e visual dei suoi concerti. La sua formula musicale è raffinata e graffiante grazie a quel pizzico di fascino grezzo che non guasta mai.

Intervista

Partiamo da “Le canzoni fanno male”: il brano scritto da Francesco Bianconi e Kaballà è una grintosa ballad soul che racconta l’amore perduto con uno sguardo obliquo e disincantato.

Questo brano non è stato scritto da me e non ho voluto metterci mano perché era già perfetto quando l’ho sentito. Bianconi è stato molto carino con me, abbiamo trascorso diversi giorni ad ascoltare musica insieme dopo questa mia interpretazione del brano. Sono convinta che da questo nascerà qualcos’altro perché ci siamo trovati veramente bene nel lavorare insieme.

In che senso hai lottato per averlo?

In verità non avevo in mente di andare a Sanremo perché avevo già pubblicato un disco e questo per me era il punto d’arrivo principale. In un secondo momento ho sentito questa canzone e ho voluto subito cantarla e fargliela avere perché me ne sono praticamente innamorata. Penso che questo brano sul palco di Sanremo sarà un pezzo importante.

Con quale spirito arrivi al Festival di Sanremo?

Spero di trovare il mio posto anche se nel frattempo sto vivendo un piccolo sogno. Sugar mi sta dando la possibilità di portare me stessa su quel palco, oggi non è così così per tutti. Molti hanno bisogno di partecipare a un talent prima di raggiungere certi traguardi ma magari nel talent può succedere che si possa essere snaturati da quello che si era originariamente. Qui si è lavorato su di me, la mia proposta è quella di chi non guarda le tendenze altrui, faccio quello che mi viene spontaneo. So che questa non sarà la strada più facile. Con questa canzone mi sento molto uomo, sarà perché è stata scritta da un uomo, sento un’energia molto forte ma non ho voluto saperne molto.

Cosa vorresti che trasparisse di te?

Spero sempre si veda la passione che metto nel mio lavoro, i miei progetti non nascono mai da soli e hanno sempre bisogno di un ottimo team che capisce il progetto e ne capisce il valore. Questo ep parla di me, canto in italiano ma, così come succedeva negli anni ’60, propongo un tipo di musica che non è prettamente italiana. Tengo a specificare questa cosa perché fin da piccola i miei ascolti si rifanno al mondo soul, al jazz, al blues.

Marianne Mirage

Marianne Mirage

Che rapporto hai con la tua famiglia?

Mio padre mi diceva spesso: “Tu non potrai mai fare la cantante perchè non sei nera”. Avevo 12 anni, componevo le mie canzoni con la chitarra poi però ho scoperto Edit Piaf, mi sono appassionata alla musica francese e ho capito che c’erano altre possibilità. I miei genitori non hanno mai guardato a me pensando all’idea di una cantante, adesso sono abbastanza emozionati ma gli ho chiesto di non venire a Sanremo perchè sono molto indipendente nelle mie cose di lavoro. La passione del viaggio l’ho ereditata proprio da mio padre, che è un pittore ma anche un velista. Anni fa aggiustava le barche a vela e poi le riportava ai proprietari con lunghe traversate in mare in cui portava anche me e mia madre. In ogni caso i miei non mi hanno mai imposto nulla.

Perché il nome d’arte Marianne Mirage?

Ho sempre pensato che sul palco si dovesse essere qualcosa di diverso rispetto a ciò che siamo nella vita reale. Mi piaceva anche rifarmi all’idea di Marianne, simbolo della libertà in Francia e poi sono fan di Marianne Faithfull.

Che ne pensi del rap?

Mi piace molto il rap, ascolto molti rapper e non a caso ho fatto un featuring con LowLow in “Io ti ammazzerei” e ci siamo trovati veramente in sintonia. Mi piace mettere insieme nelle mie canzoni i miei ascolti e penso che la musica di oggi abbia bisogno di questo tipo di miscela. Nel mio nuovo ep comunque non troverete del rap perché volevo concentrarmi sul mio lato soul.

Marianne Mirage e Caterina Caselli

Marianne Mirage e Caterina Caselli

Cosa ci dici dei tuoi studi?

Tornata da Londra volevo soltanto cantare ma mio padre mi ruppe la chitarra per spingermi a laurearmi. Oggi penso che un titolo di studio in Lettere e Filosofia abbia rappresentato un mio arricchimento personale per maturare la capacità di scrittura e la mia sensibilità, nonché la mia passione per la fotografia.

Senza dimenticare la tua esperienza di attrice…

La uso molto dal vivo, ho molta coscienza di quello che deve succedere sul palco. Ho studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia a Milano.

Per quanto riguarda la tua veste di autrice: come lavori alle tue canzoni, quali sono i temi che ti ispirano e in che modo ci lavori?

Non riesco a non essere autobiografica, è più forte di me. Tutto quello che racconto ha a che fare con quello che penso, infatti anche la canzone di Sanremo la sento come se l’avessi scritta io perché parla di me. Non ho una tecnica, a volte nasce prima la musica, altre volte nascono prima le parole, di solito nascono in inglese o in francese. Non sono solita scrivere in italiano, scrivo in inglese poi faccio tutto un lavoro di adattamento testuale. Nell’ep c’è ad esempio il brano “Corri”, scelto da Pupi Avati per un film che andrà in tv intitolato “Il fulgore di Dony”, che in realtà si chiama “Slowly”.

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Come hai lavorato con il produttore Tommaso Colliva?

Lui ha soltanto ascoltato le canzoni, non ha modificato nulla, non c’erano references. Abbiamo lavorato senza strafare e con le idee molto chiare, il nostro obiettivo era raggiungere un buon equilibrio tra la resa vocale ed il mondo musicale dentro cui volevamo mantenerci.

In “Un’altra estate” collabori con Cassandra Raffaele, un’artista molto particolare…

Sì, Cassandra è davvero molto brava, le sue canzoni sono diverse dal solito. Abbiamo legato molto, sono andata a conoscerla di persona e ci siamo trovate benissimo. Le mie canzoni hanno un percorso molto lungo, ho bisogno di conoscere realmente le persone con cui lavoro, non potrei fare diversamente.

 Come vivi il live?

Il live è la cosa più bella per me. Le canzoni vivono sul palco, è lì che si consuma la musica. Sono nata suonando per strada e con i soldi che facevo dormivo sui divani, stavo via dei mesi senza dire dov’ero e con chi ero. Vengo da una famiglia molto umile, ho fatto un milione di lavori perché non ho mai sentito l’Italia come la mia unica casa per cui per me era fondamentale viaggiare.

Raffaella Sbrescia

Intervista a M+A: “Vogliamo fare le cose in grande”

M+A

M+A

Il 9 settembre è arrivato in radio e in tutti gli store digitali e piattaforme streaming, “Forever More” il nuovo singolo degli M+A, su etichetta Sugar. Tra ritmi dance e atmosfere sospese, gli M+A hanno conquistato pubblico e critica e hanno condiviso lo stesso palco di artisti come Disclosure, Phoenix e AIR.  In attesa dell’uscita del nuovo album, la band sarà onstage per due concerti d’eccezione: il 9 ottobre a Venezia per la Biennale Musica e il 7 dicembre al Teatro Regio di Parma.

 Intervista

Cosa c’è alla base di “Forever More”?

Questo brano, insieme all’altro singolo che anticipa il disco, è stato scelto perché ha una storia bizzarra. Entrambi hanno un B side inedito prodotto da un produttore americano. Gli altri pezzi che usciranno saranno prodotti da noi. Questo è il singolo più dance, più vicino alle atmosfere da club, il disco in realtà avrà delle sfaccettature molto diverse; si tratterà perlopiù di pezzi radiofonici. Questi primi due brani li abbiamo scritti durante la prima sessione di lavorazione di cui restano veramente pochissime cose. Siamo molto lenti a produrre e, dato che la Sugar ci ha spinto ad uscire con qualcosa, abbiamo optato per questi due. Probabilmente tra un anno ci sembreranno orribili e vecchi ma intanto eccoli qui.

In che modo è cambiata la vostra scrittura rispetto al vecchio lavoro?

Sono cambiati molti aspetti tecnici. Abbiamo trascorso molto tempo alla ricerca di un produttore ma nel frattempo ci siamo resi conto che non ne avevamo bisogno. Abbiamo provato a lavorare con diversi produttori però alla fine ci siamo rimboccati le maniche per creare da soli quello che avevamo in testa; servirà solo più tempo e competenza per tirarlo fuori. Probabilmente soffriamo del complesso del fratello maggiore: tutto quello che ascolti è meglio di quello che fai.

Perché avete scelto di lavorare con Sugar?

Per poter fare tutto da soli avevamo bisogno di un apparato solido e ben strutturato che ci potesse permettere di non dover pensare proprio a tutto. Noi e Sugar ci siamo reciprocamente cercati: nel nostro caso volevamo metterci in gioco con un’etichetta che segue principalmente artisti italiani. Loro hanno cercato noi perché volevano un gruppo con cui lavorare in maniera diversa ed aprirsi all’estero.

Cosa vorreste che cambiasse?

Iniziano a stufarci le cose che all’inizio ci facevano esaltare. Vorremmo essere partecipi di un cambiamento, di una spinta diversa. La nostra carta vincente è essere dei bravi perdenti.  Il genere su cui cerchiamo di metterci in gioco è il pop, un genere che in Italia è visto in modo distorto. Il pop italiano è un ibrido, campa ancora di personaggi molto vecchi, tutti lo ritengono commerciale. Per quanto ci riguarda, quando cerchiamo di portare i nostri pezzi in radio troviamo un sacco di porte chiuse perché cantando in inglese veniamo inseriti nella cartella degli internazionali e ci ritroviamo a competere con brani di Rihanna e Timberlake. Vorremo riuscire a fare grandi cose partendo dall’Italia.

M+A

M+A

Quanto conta l’estetica nel vostro progetto?

Sicuramente tanto quanto il discorso musicale. Entrambi lavoriamo ai nostri video. In quest’ultima fase abbiamo collaborato con Zsofia Boda; i suoi progetti sono legati allo scenario elettronico digitale, il suo stile non ha molto in comune con il nostro eppure ha voluto lavorare con noi per il fatto che la nostra estetica si basa molto sui contrasti. Siamo sufficientemente schizofrenici con un approccio che spazia dall’estremo pop all’estremo underground, un fatto irrisolto che ci piace.

Visto che curate molto le vostre esibizioni, come preparate il live e come vi rapportate ai vari contesti in cui vi esibite?

Noi pensiamo sempre al live come ad un altro disco. In genere non portiamo dal vivo i brani contenuti in un disco né, al contrario, mettiamo le cose che scriviamo per i live nei nostri album. I fans si lamentano molto per questa cosa ma non riusciamo a fare altrimenti. Ovviamente i brani dei dischi e quelli scritti per i concerti dialogano tra loro ma la scrittura differisce. Nel mondo pop il concerto deve essere concepito come uno spettacolo, deve riuscire a comunicare qualcosa in più allo spettatore.

Quali sono le vostre aspettative per il futuro?

Siamo molto autocritici, odiamo chi pubblica dischi tanto per farlo, c’è un forte inquinamento multimediale. Noi stiamo cercando di dire qualcosa di interessante rivolgendoci al mercato internazionale, siamo molto intraprendenti, vorremmo fare le cose in grande e soprattutto facilitare la strada a chi in futuro vorrà intraprendere questo nostro stesso cammino.

Raffaella Sbrescia

Video: Forever More

Giordana Angi: “Tiziano Ferro ha creduto in me, ora posso farvi vedere chi sono”

Giordana Angi

Giordana Angi

Autrice, interprete, dj e musicista, Giordana Angi è originaria di Latina è ma nata in Francia e scrive in tre lingue italiano, francese e inglese. “Chiusa con te (xxx)” è il primo brano dell’artista pubblicato su etichetta Sugar e prodotto da Tiziano Ferro. “Chiusa con te (xxx)” è un brano r’n’b che fonde la tradizione alle nuove sonorità. Un beat minimale scandisce un testo esplicito e sensuale che racconta di una notte travolgente passata sul dancefloor.

Intervista

Giordana, perché scrivi canzoni?

Le mie canzoni sono il frutto della voglia di scrivere non per un pubblico ma per consentirmi di essere sempre in contatto con me stessa. Nonostante tutto quello che mi è successo, questo è sempre stato il mio punto di riferimento. Solo dopo aver completato la scrittura di un pezzo mi ritrovo a capire che si tratta di una canzone che magari qualcuno sta aspettando.

Da dove nasce l’esigenza di trascrivere quello che senti?

Mi ricordo che ho preso per la prima volta la penna in mano per scrivere qualcosa di mio quando avevo 11 anni. Ero reduce dall’ennesimo trasloco, mia madre è stata assistente di volo e per questo motivo abbiamo viaggiato tanto. Il passaggio dalla quinta elementare alla prima media mi ha vista passare dall’Italia alla Francia; quella è stata la molla che mi ha spinto a cominciare a scrivere.

Come è arrivato l’incontro con Tiziano Ferro?

Gli ho inviato un demo contenente tre tracce e una lettera di presentazione circa due anni e mezzo fa ma ero convinta che non l’avrebbe mai ascoltato; sarà per questo che dimenticai di allegare i miei recapiti al plico! A dispetto dei miei presentimenti, Tiziano mi ha cercata, non senza difficoltà, e mi ha detto che non gli era mai successo. Successivamente abbiamo scritto altre canzoni, mi diceva sempre quello che pensava e nel frattempo cercava di capire chi potesse credere in me quanto lui; alla fine è arrivata Sugar.

Cosa ci racconti del brano “Chiusa con te”?

Questa canzone è nata alle Maldive durante i tre mesi che ho lavorato lì. E’ nata di notte ma l’ho chiusa nel computer per poi tirarla fuori solo in Sugar, quando mi è stato chiesto se avevo scritto altre cose. Per quanto riguarda la base l’obiettivo era fare qualcosa che non fosse convenzionale, almeno in Italia. Per questo un grazie va a Tiziano perché comunque è lui che ha sposato la mia causa con un brano che esce dal coro.

A proposito della concezione della scrittura come metodo di connessione per te stessa, quali sono le tue influenze?

Per quanto riguarda le influenze musicali, aldilà di quelle pop, Tiziano è sempre stato diverso dagli altri con brani come “Xdono”, “Perverso”, conservo tutti i suoi singoli! Mi piace anche Pharell e devo dire che anche l’ultimo lavoro di Justin Bieber mi ha piacevolmente sorpreso.Recentemente ho ascoltato anche molta musica classica alternativa e mi è piaciuta tantissimo!

Hai frequentato anche delle lezioni, cosa ti hanno lasciato?

Innanzitutto un amore sconfinato per artiste immense come Areta Franklin, Nina Simone, Ella Fitzgerald. L’approccio alla musica è fondamentale e a me quella esperienza ha lasciato la consapevolezza che, per quanto sia bello sperimentare, è giusto conoscere le regole, partire da basi solide e applicarsi sul serio.

Ci sono state esperienze lavorative che ti hanno forgiata nel tempo?

Certo! Due anni fa lavoravo a Palermo, grazie alla mia conoscenza del francese avevo trovato un piccolo impiego e di sera andavo a cantare. Lavoravo 20 ore al giorno guadagnando pochissimo…uno dei pochi che mi è sempre rimasto a fianco è stato proprio Tiziano, qualunque cosa gli mandassi da ascoltare, lui c’era sempre!

Cosa significa per te essere una dj?

Mi piace molto giocare con le basi, posso far capire alla gente qual è il mio gusto; trovo che sia il modo migliore per raccontarmi senza cantare.

E il disco?

Ci stiamo lavorando, dovrebbe uscire il prossimo inverno…

 Raffaella Sbrescia

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Video: Chiusa con te (XXX)

Non siamo soli: il cantautorato spirituale di Giovanni Caccamo come baluardo della sensibilità

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Con “Via da qui”, il brano donato e cucito su misura per lui da Giuliano Sangiorgi, Giovanni Caccamo ha conquistato il terzo posto al Festival di Sanremo con un intenso duetto insieme all’amica e conterranea Deborah Iurato. Il brano riporta in auge il sentimento dell’amicizia, intesa nel senso più autentico del termine: «Con questa canzone vorremmo riportare in auge questo sentimento così poco di moda come l’amicizia, perché di solito si parla sempre d’amore. L’essenza del pezzo è la capacità di chiedere scusa, quindi di mettere da parte l’orgoglio in una situazione di difficoltà, che può esserci in un rapporto di amicizia, d’amore, ma anche nel dialogo tra i popoli. Di fatto questa parola magica che usiamo poco, potrebbe essere la chiave per risolvere tanti problemi. La frase che preferiamo del testo infatti è proprio “Se mi sussurri ‘scusa’ resto”», ha spiegato Giovanni durante un recente incontro alla Sugar di Milano.

Oggi ritroviamo il cantautore all’indomani della prima delle otto esclusive anteprime teatrali dell’artista, tenutasi al Quirinetta Caffè Concerto di Roma: «Ero alla ricerca di una maniera per poter dire grazie a tutte le persone che mi seguono – ha dichiarato il giovane cantautore siciliano – e ho pensato che il modo migliore per farlo fosse quello di suonare, gratis per loro, in un teatro». In effetti per poter assistere ad uno degli appuntamenti in programma basta presentarsi in teatro con una copia del nuovo album di Giovanni Caccamo “Non Siamo Soli”, pubblicato lo scorso 12 febbraio per Sugar. L’invito varrà anche per tutti coloro che avranno acquistato l’album digitalmente, che dovranno presentarsi in teatro con la prova d’acquisto rilasciata dallo store digitale da cui hanno effettuato il download.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Ma parliamo proprio di “Non siamo soli”; il disco prende il titolo da un energico brano composto dallo stesso Caccamo, che racconta: «Ho cercato di trovare un suono coerente con me e con le mie canzoni. Protagonisti sono i testi, le melodie e la voce. Il titolo prende il nome da uno dei brani più importanti dell’album, che ho scritto a Gerusalemme e che si basa sulla considerazione che anche nelle situazioni di solitudine chiunque può alzare gli occhi al cielo e trovare qualcuno pronto a tendere una mano. È un invito a una spiritualità che non ha un nome e che secondo me prescinde dalla religione, è un’attenzione verso una verticalità e non solo verso un’orizzontalità terrena». L’intero lavoro, in effetti, è contraddistinto da una cura particolare per la costruzione dei suoni, ricche partiture per archi e arrangiamenti immaginifici rivestono in maniera sartoriale parole scelte con attenzione per catturare il pensiero e lo spirito dell’ascoltatore.

Ad aprire la tracklist è  “Silenzio”: “non parlare, ascolta i suoni e le espressioni del silenzio,  insieme a me, insieme a me”. In un mondo bombardato da parole, pensieri, messaggi, stimoli, il silenzio assurge, dunque, un posto di rilievo, ulteriormente rinforzato da una frequente reiterazione rintracciabile anche in altri brani. “Nonostante noi sopravviverò in questo mondo che ha perduto le regole”, canta Giovanni in “Nonostante noi”, una ballad cullata da una dolce chitarra acustica. Ritmata e decisa la melodia uptempo di “Da domani”: “Finalmente dico ciò che penso, guardo dritto in faccia la realtà perché vivere non è un gioco di paure o almeno non per me”; testa alta e spalle dritte per imparare a scegliere solo quello che davvero fa per noi.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Sulle note di una notte si svolge, invece, la trama di “Senza motivo”: due epicentriche metà si pensano, si aspettano, si cercano, si incontrano, si perdono.  Preziosa e delicata è la magia di “Resta con me”, la vera perla di tutto l’album. Giovanni Caccamo duetta con una meravigliosa Carmen Consoli coronando il suo sogno e regalandone, a sua volta, uno nuovo a noi, beneficiari di un’alchimia davvero unica: «Resta con me anche senza dire niente, anche senza dire quello che vorrei sentirti dire ancora. Come vorrei che questa luce illuminasse i miei tormenti e le maree; come vorrei che queste foto appese mi parlassero di te; amarti non è certo una follia” e poi, ancora, “Senti come sono vicino pur essendo lontano da te, la notte ci sorride, la luna è sempre quella se le guardi da quaggiù anche se qui manchi tu. Resta con me, osserviamoci in silenzio, non lasciamo spazio a tutti quei fantasmi respiriamo ancora”. Un crescendo melodico e semantico intriso di pathos e di sentimento autentico, solo per vere anime sensibili.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

  Tutt’altro registro per “Rimani”, un brano tutto da ballare per stemperare i toni e provare a districarsi con leggerezza tra pensieri complessi. Potente ed energica anche la veste sonora di “Sei”, spassosa, originale ed irriverente la trama swing di “Più tempo”. Intima ed essenziale, forse ancora più godibile, la versione acustica di “Via da qui”. Immancabile anche “Amore senza fine”, la speciale cover portata all’Ariston con Deborah Iurato, scelta per omaggiare una colonna della nostra musica come Pino Daniele e portare avanti un messaggio preciso. A chiudere il disco è una storia d’amore a lieto fine;  si tratta di “Insieme per l’eternità”, la canzone che Caccamo ha cantato insieme a Malika Ayane per il cortometraggio “Lava”, proiettato in occasione dell’uscita del film “Inside Out”, targato Pixar. Un piccolo sogno d’amore eterno ci restituisce l’ingenuità che, mentre il cinismo ed il disincanto imperante stanno tentando di toglierci, nella penna di artisti come Giovanni Caccamo, continua ad esistere facendoci commuovere senza riserva alcuna.

Raffaella Sbrescia

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Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

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Video: Via da qui

“La Dolce Vita: la musica del cinema italiano”, torna il tradizionale concerto per Telethon a Milano

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“La Dolce Vita: la musica del cinema italiano”, l’ omaggio alle colonne sonore del cinema italiano, arriva a Milano lunedì 30 novembre all’Auditorium Fondazione Cariplo per la ventesima edizione del grande Concerto per Telethon che BNL e le Società del Gruppo BNP Paribas organizzano ogni anno a novembre a Milano, per contribuire alla raccolta fondi.

La partnership di BNL e del Gruppo BNP Paribas Italia con Telethon, per la lotta alla distrofia muscolare e alle altre malattie di carattere genetico, è uno dei maggiori progetti di fund raising in Europa: una collaborazione che ha permesso di raccogliere complessivamente, dal 1992, 256 milioni di euro.

Il format attinge al ricco catalogo di musica da cinema del Gruppo Sugar per dare vita a uno spettacolo di grande impatto emotivo in cui le colonne sonore più rappresentative dei grandi capolavori italiani sono eseguite dal vivo dall’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, diretta dal Maestro e compositore di fama internazionale Steven Mercurio.

I brani del concerto – composti da Nino Rota, Ennio Morricone, Luis Bacalov, Nicola Piovani e molti altri grandi maestri della musica da cinema – sono tratti da film che con le loro musiche hanno fatto la storia del grande schermo: 8 ½, La Dolce Vita, Amarcord, Il Postino, il Gattopardo, Nuovo Cinema Paradiso e La Vita è Bella, nei nuovi straordinari arrangiamenti e orchestrazioni di William Ross. Sul palco, insieme all’orchestra grandi solisti quali Alice, Morgan, Tosca, Federico Paciotti, che arricchiscono le serate con suggestive performance. Special Guest dello spettacolo Raphael Gualazzi.

Durante il concerto-evento lo spettatore è proiettato in un vero e proprio viaggio musicale accompagnato dalle immagini originali create da Giuseppe Ragazzini che richiamano, attraverso la musica, le storie dei vari film e i diversi stati emotivi che suscitano. L’elemento unico dello spettacolo è infatti quello di ribaltare il rapporto tra immagini dei film e colonna sonora, in cui, generalmente, la musica è al servizio delle immagini. In questo caso, invece, sono le straordinarie animazioni di Ragazzini, pittore, scenografo e visual-artist, ad accompagnare le coinvolgenti colonne sonore eseguite dal vivo, creando una sintesi emotiva che porta lo spettatore a rivivere i tanti e diversi film evocati.

A firmare la regia è Giampiero Solari che arricchiste con la sua creatività l’eccellenza assoluta dell’evento e alterna i visuals con immagini di repertorio scelte grazie alla collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà che nel 2014 ha celebrato i suoi 90 anni.

Il format è stato inaugurato con grande successo a New York il 16 e il 17 Settembre 2014 nell’elegante cornice dell’Avery Fisher Hall del Lincoln Center for the Performing Arts (tra il pubblico anche un entusiasta Woody Allen). Per la prima volta in 173 anni, la NY Philharmonic ha dato il via alla sua stagione con un evento dedicato alla musica del cinema italiano.I biglietti del concerto saranno disponibili nelle Agenzie BNL di Milano e presso l’Auditorium di Milano (tel. 02/83389401-2-3).

Fonte: Ufficio stampa

Naïf Tour: Malika Ayane fa il bis a Milano ed è un tripudio unanime di consensi

Malika Ayane

Malika Ayane

Il grande pubblico si accorge, finalmente, del grandissimo valore artistico di Maliya Ayane. L’occasione è data dal nuovissimo Naïf Tour, l’avventura live con cui l’artista salirà sui palchi dei teatri italiani con le canzoni del suo ultimo bellissimo album di inediti e i più grandi successi della sua discografia. La seconda delle due date al Teatro Nazionale di Milano è ancora più emozionante della prima: «Stasera vi siete beccati tutta l’emozione e l’ansia che mi ero tenuta dentro ieri, grazie per averla trasformata in qualcosa di unico e meraviglioso», spiega Malika, ringraziando il pubblico a fine concerto, tra scrosci di applausi festanti e una meritata standing ovation.  Definiamo meritato cotanto entusiasmo perché Malika Ayane si è messa in gioco senza risparmiarsi, il concept di questo nuovo live è davvero molto elaborato: l’artista balla, affronta svariati cambi d’abito, gioca, interagisce con la band e con il pubblico ma soprattutto canta reinterpretando le sue stesse canzoni in un modo completamente nuovo, diverso e, se possibile, ancora più intenso, grazie ad una formazione strumentale sorprendentemente ricca e competente. Nell’oscurità del teatro  Malika Ayane fa il suo ingresso tra il pubblico cantando “Blu”, accompagnata da un corpo di ballo composto da quattro ballerini e ricoperta da uno spettacolare mantello che le conferisce un’aria sognante e fiabesca; un vero e proprio oggetto di scena con cui i ballerini giocano con  Malika, pronta a lasciarsi andare in una sorta di metamorfosi ovidiana che, alla fine, la lascerà libera di incantare tutti con la sua potentissima voce.

Malika Ayane live - Teatro Nazionale - Milano ph Gaetano De Maio

Malika Ayane live – Teatro Nazionale – Milano ph Gaetano De Maio

“Tre cose”, “Tempesta”, “Medusa”, “Lentissimo”, “Ansia da felicità”, “Dimenti.ca domani”, “Ricomincio da qui”, “Cose che ho capito di me”, la dolce “Mars” e “Thoughts and Clouds”, scandiscono con dolce raffinatezza la prima parte della scaletta.  Per la scelta dei brani successivi Malika s’inventa un modo simpatico e creativo per coinvolgere il pubblico  introducendo sul palco un tabellone contenente i suoi più famosi singoli, il cui funzionamento è scandito dal colpo di un martello gigante. Il marchingegno, dal gusto Naïf e dal fascino vintage, diverte il pubblico e dà a Malika la possibilità di abbassare le barriere ed interagire con la platea in maniera efficace ed immediata. Si inizia con “Foglie”, il bellissimo brano scritto da Giuliano Sangiorgi, si continua con “Satisfied”, con Demetrio Albertini ospite e beniamino dell’artista, il gioco continua con  “E se poi”, canzone ulteriormente impreziosita da un ottimo arrangiamento, poi è la volta della celebre “Feeling better” in salsa latina. Sorprendente la versione di “Controvento”, interamente accompagnata dal suono dello xilofono. Il gioco si conclude con una divertente interpretazione coreografica di “Cos’hai messo nel caffè”, “La prima cosa bella” e “Sospesa”, brano a cui Malika è davvero molto affezionata.

Malika Ayane live - Teatro Nazionale - Milano ph Gaetano De Maio

Malika Ayane live – Teatro Nazionale – Milano ph Gaetano De Maio

Per l’ultima parte del concerto l’artista si concede ancora un cambio d’abito, paillettes nere e sinuose trasparenze per coreografie in stile musical. “Non detto”, “Chiedimi se” ed una straordinaria “Senza fare sul serio” sono gli ultimi brani in scaletta prima dei bis: “Adesso e qui (Nostalgico presente) e la sublime “Niente”, brano che Malika sceglie di regalare al pubblico anche senza averlo provato. L’interpretazione, intima e sofferta,nella suggestiv penombra del teatro, ci restituisce, infine, l’immagine di un’anima delicata votata alla magia di un sogno chiamato musica.

 Raffaella Sbrescia

 Di seguito il calendario aggiornato del “Naif tour 2015”16 ottobre Bergamo (Teatro Creberg), 17 ottobre Mantova (Palabam), 19 ottobre Bologna (Teatro Europauditorium), 20 ottobre Genova (Teatro Politeama), 21 ottobre Brescia (Palabanco), 26 ottobre Torino (Teatro Colosseo),28 ottobre Firenze (Teatro Verdi), 29 ottobre Assisi - PG (Teatro Lyrick), 3 novembre Roma (Auditorium Conciliazione), 4 novembre Cosenza (Teatro Rendano), 7 novembre Vicenza (Teatro Comunale), 8 novembre Parma (Teatro Regio), 10 novembre Napoli (Teatro Augusteo), 11 novembre Pescara (Teatro Massimo), 12 novembre Senigallia – AN (Teatro La Fenice), 15 novembre Trento (Auditorium Santa Chiara), 16 novembre Udine (Teatro Nuovo), 23 novembre Lecce (Teatro Politeama Greco),24 novembre Bari (Teatro Team), 26 novembre Reggio Calabria (Teatro Cilea), 27 novembre Catania (Teatro Metropolitan), 28 novembre Palermo (Teatro Golden), 30 novembre Milano (Barclays Teatro Nazionale), 3 dicembre Lugano (Palazzo dei Congressi), 8 dicembre Cagliari (Teatro Lirico), 9 dicembre Sassari (Teatro Comunale), 11 dicembre Sanremo - IM (Teatro Ariston).

“Sugar”, l’ascolto in anteprima del nuovo album di Robin Schulz

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Robin Schulz, venticinquenne producer tedesco, è pronto a far parlare nuovamente di sè con un nuovo album di inediti intitolato “Sugar”. Il disco verrà pubblicato il prossimo 25 settembre per Warner Music ma noi abbiamo potuto ascoltarlo in anteprima in occasione dell’esclusiva listening session, a cui lo stesso artista ha preso parte lo scorso 11 settembre, presso il Teatrino della Villa Reale di Monza per gli Mtv Digital Days. Nell’arco di un solo anno l’artista tedesco ha venduto quasi 7 milioni di copie dei suoi singoli nel mondo ed è diventato il nuovo DJ superstar con una tour schedule da numero 1 e più di 600 milioni di streaming su Spotify. Con questo nuovo lavoro, la sfida si fa ancora più avvincente. Le 15 tracce che compongono l’album sono state anticipate dal successo del primo singolo  ‘Headlights’ feat. Ilsey  e dalla titletrack ‘Sugar‘, arricchita dalla presenza alla voce di un altro giovane featuring, quello del diciannovenne cantante canadese Francesco Yates, e confermano la freschezza e la versatilità di Robin Schulz, ormai riconosciuto tra i dj producer più popolari al mondo. Durante l’affollatissima anteprima, l’artista ha omaggiato i fan con una breve selezione di alcuni brani contenuti nel disco, un modo per raccontare con i fatti quali aspetti di questo nuovo lavoro l’hanno coinvolto di più. All’interno della nutrita tracklist ci sono nomi emergenti ma anche artisti affermati come Akon (Heatwave) , i Disciples (Yellow) e soprattutto Moby per la bellissima traccia di chiusura intitolata “Moonlit Sky”. Sorprendente anche la scelta di voler rivisitare una grande hit storica come “Save Tonight”, celebre brano di Eagle-Eye Cherry , risalente al 1997. Segno, quest’ultimo, che la ricerca di Robin Schulz non guarda solo alle tecnologie del futuro ma anche alle indelebili emozioni del passato. Saranno forse questi gli ingredienti segreti del suo dilagante successo? Lo scopriremo con i riscontri ottenuti da “Sugar”.

Raffaella Sbrescia

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 Tracklist

Robin Schulz feat. Ilsey : Headlights

Robin Schulz feat. Francesco Yates : Sugar

Robin Schulz feat. Akon : Heatwave

Robin Schulz & Disciples : Yellow

Robin Schulz & J.U.D.G.E. : Show Me Love

Robin Schulz & M-22 feat. Aleesia : Love Me Loud

Robin Schulz & soFLY and Nius : Pride

Robin Schulz & HEYHEY : Find Me

Robin Schulz : Titanic

Robin Schulz : This Is Your Life

Robin Schulz & MOGUAI feat. Solamay : Save Tonight

Robin Schulz feat. Graham Candy : 4 Life

Robin Schulz & Henri PFR feat. Jeffrey Jey : Wave Goodbye

Robin Schulz & HEYHEY feat. Princess Chelsea : World Turns Grey

Robin Schulz & Moby with The Void Pacific Choir : Moonlit Sky

Video: Headlights