Expo a Teatro: una spassosa serata amarcord per Toquinho e Ornella Vanoni al Teatro Manzoni

Toquinho

Toquinho

Una serata speciale quella al Teatro Nazionale di Milano con l’atteso concerto di Toquinho, brasiliano di San Paolo, italiano di origine e di cognome (Pecci), popolare ed amatissimo dal pubblico italiano già a partire dagli Anni ‘70, quando girava l’Europa e il mondo in concerto con il poeta e maestro Vinicius de Moraes. Il primo dei due concerti organizzati nell’ambito di Expo a Teatro (il secondo questa sera con Alex Britti) ha rappresentato l’occasione perfetta per ripercorrere i tratti salienti della lunga e prestigiosa carriera del chitarrista e compositore ma anche per conoscere gli aneddoti più curiosi, sconosciuti ai più. Voce, chitarra e nessuna scenografia per una scaletta incentrata sul meglio dello storico canzoniere popolare brasiliano, con un occhio di riguardo in più per la bossa nova. Un repertorio, quello di Toquinho, in grado di spaziare in maniera sempre fresca e coinvolgente tra tematiche anche controverse. Quella di Toquinho è la storia di una vita vissuta all’insegna della musica, già a partire dagli esordi, anni difficili e significativi in cui la musica ha svolto un ruolo fondamentale per veicolare concetti, idee e ovviamente sentimenti. Un’epoca cruciale anche per Toquinho che, insieme a colleghi illustri come Geraldo Cunha, Chico Buarque e numerosi altri, ha fatto conoscere il suono delle note brasiliane a tutto il mondo.

Ornella Vanoni

Ornella Vanoni

Sul palco del teatro meneghino, l’artista ha scelto di mettersi a nudo e raccontarsi senza remore, emozionando i fan di vecchio corso ma soprattutto incuriosendo i più giovani spettatori presenti in platea. La passione, il pathos, l’enfasi, la genuinità autentica del suo modo di suonare e di interagire con il pubblico hanno dimostrato che si può ancora essere se stessi nonostante tanti anni di carriera ed un successo mondiale da gestire. La compagna perfetta per questa spassosa lezione di storia della musica è stata l’immensa Ornella Vanoni, icona della musica italiana, protagonista di una performance esilarante e poetica al contempo. Ospite di Toquinho per rievocare quello straordinario album del ’76 intitolato “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria”, registrato proprio con Vinicius, Toquinho e la collaborazione di Sergio Bardotti, grande autore e paroliere innamorato del Brasile, Ornella si è divertita a ricordare le sessioni di registrazione del disco, le tavolate con Toquinho e le emozioni di Vinicious senza risparmiarsi un attimo. Esilaranti le battute sopra le righe, i balletti a piedi nudi e le deliziose improvvisazioni, compreso il divertente brano inventato al momento, incentrato  sul motto “Todo bem” e sull’incrollabile positività tipica dell’animo brasiliano. “Tristezza per favore vai via”, cantano Toquinho e Ornella, ed è inevitabile uscire dal teatro con il sorriso sulle labbra e il cuore più leggero.

Raffaella Sbrescia

Sergio Cammariere incanta Milano con elegante immediatezza. Il report del concerto al Teatro Manzoni

 

SERGIO CAMMARIERE ph. Alessio Pizzicannella

SERGIO CAMMARIERE ph. Alessio Pizzicannella

Eravamo stati al concerto di Sergio Cammariere lo scorso 26 gennaio al Teatro Dal Verme di Milano e, memori delle forti emozioni regalateci dal cantautore, siamo tornati ad ascoltarlo dal vivo lo scorso 29 settembre al Teatro Manzoni, nell’ambito della rassegna Expo a Teatro. Accompagnato da una formazione inedita composta dagli ottimi Amedeo Ariano alla batteria, Francesco Puglisi al contrabbasso, Bruno Marcozzi alle percussioni ed il celebre sassofonista Javier Girotto, Cammariere ha incanalato subito pensieri ed energie in un cammino costellato di suggestioni ed ispirazioni estemporanee. Affiancando eleganza e ricercatezza ad immediatezza e semplicità, l’artista ha subito saputo creare un’atmosfera intima e raccolta. Partendo dall’intenso e struggente “Tema di Malerba”, la storia di un ergastolano come la raccontano nel loro romanzo Carmelo Sardo e Giuseppe Grassonelli, il cantautore di Crotone delinea i tratti principali di un cammino indirizzato verso un tipo di emozione decisamente più sedimentata e quindi più difficile da carpire. Un tipo di coinvolgimento  sensoriale che scava sotto la superficie e che, proprio per questa ragione, raggiunge un livello di intensità che supera aspettative e convenzioni. Concedendo ampio spazio ai brani del primo album “Dalla pace del mare lontano”, Cammariere ripercorre in lungo e in largo i tratti salienti del suo percorso da globetrotter della tastiera. I plus del concerto sono i numerosi e graditissimi preludi ed interludi strumentali improvvisati a più riprese suscitando un’immediata ed entusiasta risposta da parte del pubblico.

“Ormai considero Milano come una città vicina al mio cuore e ai miei sentimenti – spiega il cantautore –  Questo sarà un concerto vibrante e ricco di emozioni, le stesse che proveremo noi tutti su questo palco e che speriamo di trasmettere a tutti voi”. E così è stato tra storie che tranciano il cuore e altre che ne curano le ferite con ammirevole maestria. L’amore raccontato in lungo e in largo è la chiave di volta per entrare nelle viscere di un repertorio vasto come quello di Cammariere, capace di trovare anche lo spazio e l’entusiasmo di eseguire qualche brano a richiesta per un’ indimenticabile parentesi piano e voce: “Sul sentiero”, “Vita d’artista”, “E mi troverai” sono i frutti di questo particolare momento del concerto. Il picco del coinvolgimento emotivo arriva sulle note di “Tutto quello che un uomo”, brano particolarmente significativo per Cammariere che, infatti, non perde occasione per sottolinearlo chiedendo al pubblico di cantarne una strofa tutti insieme. Il risultato è da pelle d’oca, il minimo se consideriamo l’eccelsa qualità strumentale e l’intensa forza espressiva di canzoni che sono vere e proprie poesie.

Raffaella Sbrescia