Al via l’Atlantico tour di Marco Mengoni: è giunto il tempo della consapevolezza.

marco mengoni -atlantico tour

marco mengoni -atlantico tour

“I’ll show you how great I am” è la scritta che campeggia sullo schermo all’inizio del nuovo show di Marco Mengoni che per l’Atlantico tour si ispira alla filosofia di Muhammad Alì per veicolare un messaggio tanto forte quanto veritiero.

Questo nuovo tour vede Marco alle prese con un concerto molto strutturato sviluppato con Claudio Santucci per Giò Forma e suddiviso in tre parti. Così come nel disco, l’artista veicola idee, energie e contenuti in una scaletta pensata per portare sul palco i suoi ultimi ascolti, i suoi viaggi, le sue idee e la sua evoluzione personale e artistica.

Sul palco con lui c’è un gruppo di musicisti coesi e preparati. Con la direzione musicale di Christian Rigano (piano e tastiere) ritroviamo Giovanni Pallotti (basso), Peter Cornacchia (chitarre), Davide Sollazzi (batteria) e incontriamo Massimo Colagiovanni (chitarre), Leonardo Di Angilla (percussioni) mentre ai cori ci sono Barbari Comi, Moris Pradella (anche chitarra) e Yvonne Park.

Per chi era abituato a vedere un artista esibirsi a cuore aperto si troverà di fronte a qualcosa di molto diverso. Marco è cresciuto, è maturato, ha imparato a gestire le emozioni e il tremolìo delle gambe. La sua voce tocca note e tonalità che solo lui può fare con tanta naturalezza, allo stesso tempo però non ci sono più scoppi di lacrime e inondazioni di emozioni incontrollate. L’obiettivo di Marco è dosare, equilibrare, concentrare i contenuti delle sue ballads storiche alternandole alla dimensione calda, trascinante, ipnotica del mondo latino, al soul, alle radici afro fino a virare verso echi di dub, metal, tappeti elettronici decongenstionanti.

marco mengoni -atlantico tour

marco mengoni -atlantico tour

Tutto il discorso musicale viaggia di pari passo anche con l’aspetto tecnologico e visuale: la scenografia, dapprima scarna e minimale, si nutre di luci ed effetti strettamente correlati ad uno speciale schermo in grado di diventare completamente trasparente fino a lasciar intravedere una grata industriale. L’obiettivo in questo show è fondere mondo analogico e quello digitale come lui stesso ha spiegato alla stampa alla fine del concerto: “Il progetto del palco esiste già da tre anni ma con il passare dle tempo ha subito continui cambiamenti e trasformazioni fino a pochi giorni prima dello show”. Di grande impatto due grandi passerelle laterali al palco in grado di innalzarsi fino a 7 metri di altezza, un veliero di grande impatto scenico che pone Marco in una condizione visuale di completo trionfo.

In verità il concerto vuole essere di tutti, esattamente come lo stesso Marco sottolinea sia sul palco che nel backstage. L’idea è quella mettere in luce l’operato di tutti nel segno dei valori che nascono da questo tour. Liberazione, apertura, curiosità, riflessione si avvicendano all’interno di un concerto appassionato e ricco di momenti per niente scontati e coraggiosi.

Su tutti spiccano due monologhi intensi, necessari, preziosi. Sarebbe stato bello se a parlare di certi temi fosse stato direttamente Marco in prima persona ma ci accontentiamo anche cosi: “Sei fatto per il 60% di acqua, per il 30% delle persone che ami e per il 10% di quello che ti manca”, recita la voce dell’artista nel primo monologo, proprio lui che da mesi insiste nel dire che gli manca sempre il tempo per godersi le cose. Il secondo monologo si concentra invece sui temi sociali e di grande attualità: Marco Mengoni tenta la sua carta per sensibilizzare il pubblico al rispetto per l’ambiente e per ammonirlo sui rischi di annichilimento e indifferenza, due dei più grandi mali che affliggono la nostra società.

In scaletta ci sono naturalmente quasi tutti i brani di “Atlantico” ma anche vecchie glorie come “In un giorno qualunque”, “Non passerai”, Dove si vola”, fusa in modo convincente con “Someone like you” di Adele e soprattutto una nuovissima vibrante versione di “Credimi ancora” arricchita da un mashup di “Amazing” di Kanye West e “Pastime Paradise” di Stevie Wonder; uno degli esperimenti meglio riusciti in termini di arrangiamenti per questo neonato tour. Irresistibili “Buona vita”, in mashup cubano con Chan Chan di Company Segundo. Il prezioso omaggio a Frida Kahlo con “La casa Azul” e le trascinanti percussioni di “Amalia” dalla imperiosa carica adrenalinica conferitale dal contributo di tutta la band al completo.

Completano la scaletta la trionfale “Guerriero”, un accenno de “L’essenziale” e la versione piano solo di “20 Sigarette” in cui Marco si siede per la prima volta al pianoforte e invita tutti a spegnere i cellulari per godersi fino in fondo ogni singolo istante di un momento da vivere con tutti i sensi all’erta.

Chiudono lo show la versione integrale de “L’essenziale” e l’incantevole “Hola”; il modo ideale con cui Marco Mengoni sceglie di congedarsi dal suo affezionatissimo pubblico dopo una prima tappa carica di emozioni, aspettative, ricordi, scoperte, riflessioni, intuizioni.

 Raffaella Sbrescia

Ed Sheeran: il tour mondiale partirà il 17 marzo da Torino

Ed Sheeran

Ed Sheeran

Ed Sheeran ha annunciato una serie di date in tutto il mondo (Europa, Regno Unito e Irlanda, Messico e America Centrale e del Sud). Il tour partirà proprio dall’Italia, con un concerto al Pala Alpitour di Torino il prossimo 17 marzo, e continuerà fino a giugno. Farà inoltre tappa alla O2 di Londra per due serate consecutive (1 e 2 maggio), un grande ritorno live nella capitale inglese dopo l’incredibile successo al Wembley Stadium nel 2015.
I biglietti saranno in vendita dalle 11:00 di giovedì 2 febbraio 2017 su ticketone.it. Per info livenation.it.
Il terzo album di Ed Sheeran ÷ (divide) verrà pubblicato il 3 marzo su etichetta Asylum/Atlantic Records (disponibile per pre-order).
 
 
DATE DEL TOUR

Marzo                                                    
17 – TORINO – Pala Alpitour
19 – ZURIGO (Sveizzera) – Hallenstadion
20 – MONACO (Germania) –  Olympiahalle
22 – MANHEIM (Germania) – SAP-Arena
23 – COLONIA (Germania) –  Lanxess Arena
26 – AMBURGO (Germania) – Barclaycard Arena
27 – BERLINO (Germania) – Mercedes Benz Arena
30 – STOCCOLMA (Svezia) –  Ericsson Globen
Aprile
1 – HERNING (Danimarca) –  Jyske Bank Boxen
3 – AMSTERDAM (Olanda) – Ziggo Dome
4 – AMSTERDAM (Olanda) – Ziggo Dome
5 – ANVERSA (Belgio) – Sportpaleis
6 – PARIGI (Francia) –  Accor Hotels Arena
8 – MADRID (Spagna) – WiZink Center
9 – BARCELLONA (Spagna) – Palau San Jordi
12 – DUBLINO (Irlanda) – 3 Arena
13 – DUBLINO (Irlanda) – 3 Arena
16 – GLASGOW (Scozia) – The SSE Hydro
17 – GLASGOW (Scozia) – The SSE Hydro
19 – NEWCASTLE (UK) – Metro Radio Arena
20 – NEWCASTLE (UK) – Metro Radio Arena
22 – MANCHESTER (UK) – Arena
23 – MANCHESTER (UK) – Arena
25 – NOTTINGHAM (UK) – Motorpoint Arena
26 – NOTTINGHAM (UK) – Motorpoint Arena
28 – BIRMINGHAM (UK) –  Barclaycard Arena
29 – BIRMINGHAM (UK) –  Barclaycard Arena
Maggio       
1 – LONDRA (UK) –  The O2
2 – LONDRA (UK) –  The O2
13 – LIMA (Perù) – Estadio Nacional
15 – SANTIAGO (Cile) – Movistar Arena
20 – BUENOS AIRES (Argentina) – Estadio Unico De La Plata
23 – CURITIBA (Brasile) –  Pedreira Paulo Leminsky
25 – RIO DE JANEIRO (Brasile) –  Rio Arena
28 – SAN PAOLO (Brasile) – Allianz Parque
30 – BELO HORIZONTE (Brasile) – Esplanada Do Mineirao
 
Giugno
2 – BOGOTA (Colombia) – Parque Simon Bolivar
4 – SAN JUAN (Puerto Rico) –  Coliseo De Puerto Rico
6 – SAN JOSE (Costa Rica) – Parque Viva Amphitheater
10 – CITTÀ DEL MESSICO (Messico) – Palacio De Los Deportes
12 – GUADALAJARA (Messico) – Arena VFG
14 – MONTERREY (Messico) –  Auditorio Citibanamex

U2 a Torino: duetto a sorpresa tra Bono e Zucchero. Il video

Bono e Zucchero cantano in duetto

Bono e Zucchero cantano in duetto

 A sorpresa Zucchero sabato scorso a Torino ha raggiunto sul palco gli U2, cantando con Bono “I still haven’t found what I’m looking for”. L’artista è andato a trovare Bono a Torino per assistere alla seconda data degli U2. Alle 19.00, un’ora prima di salire sul palco, Bono ha chiesto a Zucchero di cantare insieme il brano ‘ I still haven’t found what I’m looking for’, così dopo aver accettato entusiasta, Zucchero ha provato il pezzo nel camerino di Bono e questo è il risultato:

Video:

L’amicizia tra Zucchero e Bono risale ai tempi di Miserere :

Racconta Zucchero: “Ci conosciamo dai tempi di Miserere. Allora qualcuno gli fece ascoltare la mia canzone e lui mi scrisse una lettera in cui, alla fine, prima del suo numero di cellulare, diceva: “Qui è dove parcheggio la mia macchina”. Poi, dopo, non ci siamo più persi e quando sono a Dublino vado sempre a trovarlo, se c’è. La musica de ‘ il Suono della domenica’  gliel’ho mandata subito e lui mi ha detto che gli piaceva moltissimo. Poi è sparito per un mese e ho pensato che si fosse dimenticato o non gli interessasse più. E invece in seguito mi ha mandato questo testo stupendo a cui deve essere legato per qualcosa di personale perché, quando è venuto a Roma e, prima del suo concerto, gli ho fatto ascoltare come cantavo le sue parole. Bono detto: “Mi hai fatto un grande regalo”. Non so quale sia, esattamente, ma sono contento di averglielo fatto».

Fonte: Ufficio stampa

L’intervista a Mario Restagno, direttore artistico dell’Accademia dello Spettacolo di Torino

sfa_2013_0196_bMario Restagno, Direttore Artistico dell’Accademia dello Spettacolo di Torino e regista del musical “Excalibur– La Spada nella Roccia”, apre le porte dell’Accademia e della Scuola di formazione dell’attore. Un progetto, quest’ultimo, ideato dall’Accademia dello Spettacolo per promuovere attivamente il valore della formazione artistica e scommettere sulle capacità dei giovani. In occasione degli open days, che si terranno in tre giornate, dal 25 al 27 aprile, Mario Restagno ci ha parlato delle possibilità offerte da questa importante scuola con un ampio approfondimento del programma multidisciplinare e del percorso didattico offerto, attraverso lo studio delle tre arti sceniche: canto, danza e recitazione.

Quando nasce e quali sono gli obiettivi principali dell’Accademia dello Spettacolo di Torino?

Alla fine degli anni 80 in Italia si cominciò a parlare di musical. Subito si evidenziò un problema: non c’erano attori in grado di esprimersi nelle tre arti. Cominciai a studiare un percorso per formare una nuova  generazione di artisti.

Quali sono le linee guida del percorso formativo offerto?

Gli anni dedicati allo studio della didattica e dei metodi formativi mi hanno portato alla creazione di un modello che si ispira alle scuole anglosassoni (ArtsEd di Londra su tutti), ma conserva anche una sua peculiarità.
Innanzitutto l’impostazione di livello universitario è una caratteristica peculiare della SFA che si traduce in un’attenzione agli aspetti culturali, spesso trascurati nelle scuole private di arti sceniche in Italia: su un piano di studi di 1000 ore annue, oltre 200 sono dedicate alle materie culturali come Storia del Teatro, Psicologia, Anatomia. In secondo luogo, il programma in tre anni consente all’allievo un’esperienza a grande raggio nel settore delle arti sceniche: teatro di prosa, cinema, musical, teatro danza, teatro di strada, teatro sperimentale..

Ci parla degli ultimi progetti realizzati e i riscontri ottenuti?

L’attenzione al mondo della scuola ha sempre ispirato il lavoro di Accademia dello Spettacolo. Da alcuni anni creiamo opere teatrali che produciamo in dvd e distribuiamo gratuitamente in tutte le scuole italiane: nel 2013 è stata la volta di “Scrooge, Canto di Natale” (oltre 30.000 copie diffuse). Sono spettacoli che gli insegnanti possono realizzare localmente con le classi di allievi: la nostra associazione fornisce le basi musicali e tutto il supporto didattico perché nelle scuole italiane si faccia teatro a partire dalle elementari. I riscontri a questo impegno sono per esempio gli oltre 250 istituti che solo nel 2013 hanno messo in scena un nostro lavoro. É qualcosa che succede su tutto il territorio nazionale in silenzio, senza tanta pubblicità, come una foresta che cresce, ma succede. Sull’esempio di quanto si fa in Australia noi crediamo che educare i bambini e i giovani a fare teatro è l’unica via per avere in futuro artisti e pubblico più qualificati.

sfa_2013_053_bLa Scuola di Formazione dell’Attore è un progetto no profit ideato proprio dall’Accademia dello Spettacolo… quali sono le attività svolte durante il triennio e quali garanzie offre questo percorso ai giovani allievi che decidono di iscriversi?

É no profit perché le rette non coprono i costi di gestione della scuola. La SFA ha fatto una scelta importante di qualità sull’esempio di quanto viene fatto a Londra in istituti come l’ArtsEd. La qualità ha un costo: significa concretamente non avere classi troppo numerose per poter seguire bene ogni singolo allievo, avere spazi adeguati, a norma e dedicati esclusivamente alla scuola, rispettare un codice etico che abbiamo pubblicato sul nostro sito. Una scuola così impostata costa oltre 10.000 euro all’anno (la retta dell’ArtsEd  è di 14.000 sterline). Accademia dello spettacolo, per ogni allievo avvia un “programma di sostegno economico” che va a coprire oltre il 60% dei costi.

Quali macro aree comprende il piano didattico?

Il piano didattico della SFA è diviso in 5 aree:

  • culturale (Storia del Teatro, Storia del Musical, Storia della Musica, Psicologia, Anatomia…)
  • espressiva (Dizione e Fonetica, Recitazione Teatrale, Recitazione Cinematografica, Improvvisazione,…)
  • musicale (Solfeggio, Tecnica Vocale, Canto Corale, Canto Moderno, Interpretazione Musical)
  • coreutica (Danza Classica, Jazz, Contemporanea e Tip Tap)
  • integrativa (Arti Marziali, Balli da Sala, Combattimento Scenico,…)

E per quanto riguarda  il programma?

Ogni anno la direzione attiva corsi complementari e stage che completano un programma già intenso. La SFA offre elevate garanzie sul programma: per esempio le lezioni sono garantite (materie, numero di ore, docenti), neppure le scuole di Stato arrivano a tanto. Questo consente di assicurare la continuità nello studio. La scuola non può garantire sulle capacità e sulle motivazioni di un candidato: la scuola mette tutto lo staff al servizio dell’allievo, ma spetta a quest’ultimo fidarsi, applicare con rigore i metodi, studiare. Noi amiamo citare una scena del film Karate Kid: “Passa la cera, togli la cera… passa la cera, togli la cera…”. La proposta SFA si ispira a valori che forse non sono tanto di moda: chi cerca scorciatoie o pensa già di sapere non si troverà bene alla SFA, chi ha pazienza e si fida avrà il meglio per realizzare il proprio progetto.

Diventare famosi? Non siamo in grado di prometterlo. Bravi sì.

Recentemente avete prodotto il Musical “Excalibur – La Spada nella Roccia”. Il protagonista, Jacopo Siccardi, è stato proprio un allievo della scuola… qual è il bilancio di questa produzione?

In realtà il vero protagonista è Merlino interpretato da gipeto, in seconda battuta Morgaine, l’antagonista, poi c’è Ginevra e infine Artù. Excalibur è un’opera con diversi piani di lettura che vuole invitare i giovani a riflettere sul proprio destino e sulle relazioni familiari, un tema tanto caro ai drammaturghi che da sempre hanno scritto di padri, madri e figli. Jacopo Siccardi è un allievo che ha completato con successo il triennio professionale nel 2012 e sta ancora studiando per migliorarsi ulteriormente. Excalibur è stato scritto mentre Jacopo frequentava con i suoi compagni l’ultimo anno dell’Accademia. Un piano di lettura dell’opera è il rapporto Merlino, Artù e Ginevra: non è un caso che nel secondo atto, quando Ginevra viene baciata da uno sconosciuto evocato da Merlino, quest’ultimo dica: “É un’immagine, un esempio… come attori che per finzione si baciano!”. In Excalibur confluiscono riflessioni che sono state oggetto delle lezioni in accademia: per gli esterni è difficile capire, ma per gli allievi della SFA (almeno i più intuitivi) il rapporto tra Merlino e i due giovani è una similitudine del rapporto docente-allievi SFA. In definitiva Artù e Ginevra sono due allievi dell’accademia.

Excalibur è un’opera destinata alle scuole, in linea con quanto Accademia dello Spettacolo fa da quasi 10 anni. In questo caso non ci si è voluti fermare alla realizzazione del dvd da distribuire perché, vedendo la situazione generale di crisi del settore spettacolo, l’associazione ha voluto offrire un segnale positivo ai giovani.
Così è nato il progetto di far diventare Excalibur un spettacolo da inserire nel circuito professionale per dare un’opportunità lavorativa ai giovani esordienti. Il bilancio di questa prima tornata di date è positivo, nonostante tutto.

Quali difficoltà avete incontrato?

La difficoltà maggiore incontrata è la diffidenza rispetto ad un’operazione che non ha seguito il meccanismo dei soliti nomi o del “nome televisivo”: da più parti, continuamente ed ossessivamente, viene richiesto un nome che attragga perché questa la legge del mercato. Il nome garantisce visibilità, protegge da critiche distruttive, tranquillizza i teatri e fa lavorare in serenità i distributori. La filosofia che ispira il nostro modo di lavorare mal si collima a questa impostazione visto che noi amiamo rischiare sul nuovo e sull’inedito… tuttavia qualche compromesso si dovrà fare anche per il bene dei giovani. Vedremo…

sfa_oreste_0234_bDal 25 al 27 aprile ci saranno gli Open Day della Scuola di Formazione dell’attore… a chi si rivolgono queste giornate? Quali sono i requisiti per entrare a far parte dell’organico? Chi sono i docenti? E per quanto riguarda i costi?

Partiamo dai costi. La scuola è molto cara. Gli studenti versano una retta annuale di 4.000 euro, che copre il 40% dei costi: Accademia dello Spettacolo interviene poi con un programma di sostegno economico.
Per questo motivo la scuola è molto severa: detto in breve non basta pagare per andare avanti. Lo studente che non rispetta il Regolamento o il cui rendimento non è all’altezza dell’investimento che viene fatto a suo favore non può proseguire l’iter formativo.

Accademia dello Spettacolo offre l’opportunità di entrare alla SFA a giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni che siano seriamente motivati a diventare attori secondo il metodo globale: cioè studiando tutte le discipline delle arti sceniche, la recitazione, il canto e la danza.

L’open-day è un momento importante per conoscere direttamente la scuola, i docenti e ottenere una valutazione.
Requisiti fondamentali per accedere ala SFA sono sana e robusta costituzione, maggiore età compiuta entro il 31 dicembre 2014, conoscenza della lingua italiana.

Lo staff è composto da oltre 20 docenti: qui possiamo citare il sodalizio con l’ArtsEd che ci consente di avere direttamente da questo istituto londinese docenti che vengono a tenere le lezioni a Torino sia per l’aggiornamento dei docenti sia per la formazione dei nostri studenti.

Per partecipare è necessario compilare il modulo on-line (www.scuoladimusical.org/candidatura-online) allegando una foto a figura intera. La Scuola di Formazione dell’Attore si impegna ad assegnare a ciascun studente che si iscrive al triennio un programma di sostegno economico che copre il 60% della retta annuale (per maggiori info 011/4347273).

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano il Dottor Mario Restagno e Sara Bricchi per Parole e Dintorni per la disponibilità