Intervista a Thomas: “I miei sogni stanno diventando realtà”

Thomas - Cover album

Thomas – Cover album

Thomas fa il suo ingresso ufficiale nel mondo discografico italiano con il suo primo omonimo album. In questi ultimi mesi avete avuto modo di conoscerlo ascoltandolo in radio e ai festival musicali in giro per la penisola italiana. Da oggi ascolterete il nuovo lavoro full-lenght di questo ragazzo che dimostra di avere tanta voglia di fare. Sincero, appassionato ed entusiasta come solo un diciassettenne può essere, Thomas raccoglie quanto seminato fino ad oggi con un occhio rivolto all’energia del funk e all’istrionismo di Bruno Mars. Sotto la guida di Warner Music Italy e con il coordinamento di Alex Tricarichi, le dieci tracce (più la versione in inglese di E’ un attimo) riempiono i primi tasselli di un percorso promettente.

Intervista

Ciao Thomas, eccoti raggiante. Come hai vissuto la vita in studio durante la preparazione di questo lavoro e quali sono le sensazioni che ti hanno accompagnato?

La realizzazione del disco è stata intensa e divertente. Abbiamo lavorato tanto con l’instore tour e Festival estivi, mi sono divertito un sacco e sono riuscito a trovare la concentrazione necessaria per fare tutto al meglio. Questo nuovo album si chiama Thomas perché parla di me, raccoglie i miei colori, i miei sogni e le sfumature della mia personalità.

Come si è rapportato il tuo modo di essere sia all’interno dell’interpretazione che della scrittura? Hai partecipato in prima persona a tutte le fasi di questo lavoro?

Sì, ho cercato di essere il più presente possibile nella realizzazione del mio album, mi piace dare il massimo in tutto quello che faccio.

Quali sono, invece, le differenze, a livello tecnico tra il tuo primo Ep e questo disco?

Senz’altro c’è stato un cambiamento di metodo di lavoro: prima uscivo da un percorso diverso, abbiamo registrato tutto in due sere, non ho avuto modo di collaborare, se ne sono occupati direttamente gli arrangiatori. Adesso, invece, ho imparato tantissime cose, ho lavorato fianco a fianco con dei professionisti, è stato bellissimo lavorare con Alex Trecarichi che ha interpretato al meglio le mie idee e le ha sviluppate.

Ritmi incalzanti, sonorità hip hop e R’n’B, ma anche alcune ballad intime e delicate. Come sono state fatte queste scelte sonore?

Il risultato è un mix di quello che ascolto, mi fido tanto di Alex. Ci siamo ispirati a Bruno Mars e The Weekend in particolare.

La tua cultura musicale è molto vasta e va anche indietro nel tempo nonostante la tua giovane età… Raccontaci i passaggi che hanno scandito questa formazione.

 Ho iniziato a crescere con la musica dei Pooh di cui mia madre era appassionata. All’età di 8-9 anni sono stato folgorato da Michael Jackson poco prima della sua dipartita. Michael mi ha portato la passione per la danza e per il canto ma in realtà mi ha aperto molti fronti musicali: grazie a lui ho scoperto il soul, il funk, l’r’n’b. Poi mi sono dedicato alla musica leggera e al pop italiano e alla musica elettronica. Per un periodo mi sono interessato al mondo dell’hard rock anni ’70 poi sono ritornato sui miei passi e mi sono orientato su artisti più moderni come Bruno Mars concentrandomi sul mondo black di Lionel Richie, Jamiroquai, Craig David.

Nel frattempo hai portato avanti il discorso del ballo? Lo porterai anche nei tuoi prossimi concerti?

Assolutamente sì, la danza non mi hai abbandonato, ho continuato a studiare in parallelo.

Per quanto riguarda i testi, approfondiamo il significato de “Il sole alla finestra”…

Parto dal presupposto che la musica mi porta oltre la realtà contingente. Le canzoni che canto parlano di storie che non sempre mi appartengono eppure mi consentono di viaggiare ed emozionarmi. Ciò detto, il brano in particolare parla di ricordi che si ostinano a farci male, ci esorta ad andare contro le nostre paure e a trasformarle in luce D’altronde se non ci fosse il nero non ci potrebbe essere la luce.

Come vivi queste fasi di eluzione e crescita professionale e umana e come ti contestualizzi all’interno dell’attuale panorama musicale?

Queste emozioni che vivo sono sogni che si avverano. Ci credevo fin da piccolo, vivo tutto con positività. Musicalmente mi piacerebbe portare un mood internazionale in Italia e in italiano. Ovviamente sogno di espandermi ma mi concentro sulla mia lingua per ora.

Ti senti più autore o più interprete?

Mi piace tanto scrivere i miei pezzi e interpretarli, vorrei migliorare nella scrittura e approfondire la parte dei testi. In genere mi occupo della parte armonica e melodica dei miei brani, in ogni caso entrambe le cose sono fondamentali: se scrivi, ci metti più anima però ricevere consigli è comunque importante

Cosa senti di aver imparato e cosa vorresti approfondire più avanti?

Le tecniche di registrazione, il modo di lavorare in studio e di concepire le possibilità di arrangiamento dei brani. Questo è un mondo davvero affascinante!

 Raffaella Sbrescia

Video: E’ un attimo

 

Dal 13 ottobre incontrerà i fan negli store delle principali città italiane. Questi i prossimi appuntamenti:

Venerdì 13 Roma Discoteca Laziale Via Giovanni Giolitti, 263 h. 15.00

Sabato 14 Milano Mondadori Piazza Duomo h. 15.00

Domenica 15 Bassano del Grappa cc Il Grifone h. 16.30

Lunedì 16 Bari Feltrinelli Via Melo 119 h. 15.00

Martedì 17 Torino Media World cc Lingotto Via Nizza 262 h. 18.30

Mercoledì 18 Stezzano (BG) Media World cc Le Due Torri h. 17.00

Giovedì 19 Palermo Feltrinelli Via Cavour 133 ore 15.00

Venerdì 20 Nola cc. Vulcano Buono h.17.30

Sabato 21 Catania Feltrinelli Via Etnea 285 ore 15.00

Domenica 22 Bologna Mondadori Via Massimo D’Azeglio, 34/A h. 15.00

Lunedì 23 Genova Mondadori Via XX Settembre, 27/R h. 15.00

Martedì 24 Marghera Mondadori cc Nave de Vero Via Pietro Arduino 20 h. 15.00

Mercoledì 25 Firenze Galleria Del Disco h. 15.00

Giovedì 26 Brescia Feltrinelli Corso Zanardelli 3 h. 15.00

A novembre sarà protagonista di due appuntamenti live: l’11 novembre a Roma (Atlantico) e il 12 novembre a Milano (Fabrique). L’inizio è fissato per le ore 18.00.

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Noi siamo infinito: Alessio Bernabei presenta il suo primo album da solista. Intervista

 COVER NOI SIAMO INFINITO - ALESSIO BERNABEI

Alessio Bernabei è la new entry nella major Warner Music. Il giovane cantante ha firmato un contratto per tre album iniziando così la sua avventura da solista (prima fondatore e leader dei Dear jack). Dopo aver partecipato a febbraio 2016 alla 66° edizione del Festival di Sanremo con il brano “Noi siamo Infinito” scritto da Faini, Amatucci e Casalino, lo scorso 8 aprile, Alessio ha pubblicato il suo primo omonimo album prodotto da Fausto Cogliati. Composto da 12 brani, il disco esplora nuove sonorità muovendosi tra pop acustico ed elettronica.

Ecco cosa ci ha raccontato Alessio Bernabei in occasione dell’incontro con la stampa a Milano.

Marco Alboni (Presidente Warner Music Italia): Qualche mese fa ci siamo confrontati con Alessio e con la sua idea di fare il solista. Alessio ha una grande genuinità, voglia di lavorare e passione. Dal dialogo ha sempre assorbito qualcosa da mettere nella sua musica e non tutti hanno questa disponibilià e forza interiore. Dopo aver affrontato uno strappo importante, Alessio ha dimostrato di avere una spiccata personalità; ecco perchè scommettiamo su di lui e crediamo in lui.

Alessio: Sono entrato da qualche mese nella famiglia Warner, qui ci sono sentimenti veri, mi hanno fatto sentire subito a casa. In un anno sono cambiate parecchie cose. In questo mio primo album da cantante solista confluiscono i risultati di un percorso difficile, ho lavorato su me stesso, ho ritrovato la mia identità, ho messo da parte il mio passato pur mantenendolo dentro di me.

Come hai lavorato insieme a Fausto Cogliati?

 Questo album vede in Fausto e nelle sue competenze una grande importante. Abbiamo dei gusti musicali molto simili, ci siamo ispirati al mondo internazionale. Vengo da un mondo un pò punk ma nutro un amore sconfinato anche per le sonorità d’ oltreoceano. A livello tecnico, ho partecipato alla realizzazione dell’album a 360 gradi, ho partecipato alla creazione del disco in prima persona, anche nella scelta dei delay della chitarra. In questo disco ci sono io, la persona che sono, ci ho messo il mio cuore dentro.

Fausto Cogliati: C’è stato un continuo confronto sulla scelta dei brani insieme ad Alessio ed Enrico Romano. Non amo l’idea del cantante dietro una teca di vetro, abbiamo fatto questo album con Alessio che cantava in piedi a fianco a me

Il brano più difficile?

Alessio: “L’amore cos’è” sembrava semplice poi ci ha richiesto un’intera giornata, è stata dura entrarci dentro, per me ha significato esplorare colori che prima non avevo mai visto, ho esplorato mondi diversi. Mi è piaciuto l’approccio di Fausto, eravamo davvero in simbiosi.

Fausto Cogliati: Ho persino piazzato dei bigliettini adesivi con delle indicazioni dappertutto. Abbiamo passato giornate tra le 8 e 10 ore al microfono senza uscire dallo studio.

Quello a cui sei più legato?

Alessio: In “Fra le nuvole” la musica e il testo sono miei. Si tratta di un brano scritto in onore di una persona che ho amato per un anno e mezzo e che ora non c’è più nella mia vita.

Alessio Bernabei ph Julian Hargreaves

Alessio Bernabei ph Julian Hargreaves

Quali sono i tuoi riferimenti?

Fausto mi ha strabiliato, nel suo background ci sono Articolo 31 e Fedez, siamo andati su Spotify, ascotando Zayn, Justin Bieber, Ellie Goulging e tanti altri artisti americani. Tra gli italiani mi ispiro a Vasco Rossi, sogno gli stadi e considero Vasco il top.

In questo tuo percorso qual è stato il momento più difficile?

Sono stato il creatore dei Dear Jack, all’inizio eravamo solo io e il chitarrista, abbiamo conosciuto gli altri nel programma “Amici”. Forse proprio questo ha causato il distacco, non sentivo benessere, non c’era equilibrio, c’erano problemi personali e ad un certo punto abbiamo optato per il distacco. Ci vogliamo bene, siamo stati come fratelli, l’affetto comunque rimane. Subito dopo questo avvenimento, il mio futuro è diventato un enorme punto interrogativo e mi sono chiesto se avevo delle reali possibilità da solista.

Cos’è successo con i fan?

All’inizio mi hanno demolito, poi però hanno capito la voglia di esprimermi per conto mio. Sono uscito dai canoni e mi sono espresso al meglio delle mie possibilità. Il primo album è sempre il più delicato, molti fan sono affezionati al mio timbro vocale. “Noi siamo infinito” ha attirato l’attenzione di un pubblico più adulto, il mio scopo è parlare a gente di tutte le età.

Qual è il tuo obiettivo più importante?

Scrivere un intero album da solo, in questi mesi non ho potuto concentrarmi molto ma ho potuto collaborare con autori forti. Sogno di essere un cantautore e non solo un interprete.

Dal vivo che farai?

Il passato conta, i vecchi successi ci saranno anche nei nuovi live, salverò i brani più amati come “La pioggia è uno stato d’animo”, “Domani é un altro film” perchè il pubblico vi è affezionato. Sono felice di cominciare dai live quello è il vero ossigeno di un artista; tirerò fuori il vero me stesso e cercherò di divertirmi. Sul palco ci saranno percussioni e timpani, suonerò molti brani e cercherò di fare un pò tutto. Tra gli ospiti ci saranno Benji & Fede, suoneremo il brano che abbiamo portato a Sanremo “A mano a mano”, li trovo bravi e preparati. Ci sarà anche Briga, lui mi ha invitato in un suo live, in qualità di solista e gli ricambio volentieri il favore. Avrò anche il piacere di ospitare gli Zero Assoluto, siamo andati a Disneyland insieme, siamo molto amici e tutti conterranei. Un altro amico che verrà a trovarmi è Fred De Palma, usciamo spesso insieme, nel disco c’è un suo testo adattato in italiano. Il live parte da Milano e Roma con location più piccole per ripartire dal basso. Ho bruciato le tappe ma farò in modo di tornare più forte di prima.

 Raffaella Sbrescia

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Video: Noi siamo infinito

Lukas Graham scala le classifiche con “7 Years”. Successo mainstream per una musica d’autore

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Con “7 Years” hanno conquistato le classifiche e sconfitto logiche e statistiche. Loro sono i Lukas Graham, ovvero la band composta da Lukas Graham (voce), Mark Falgren (batteria), Magnus Larsson (basso) e Kasper Daugaard (tastiera). Tutta il gruppo, produttori compresi, ha frequentato lo stesso liceo e fin dal 2012 hanno portato avanti un percorso artistico lineare ed inarrestabile. Il gruppo fa riferimento a Lukas Graham, nato e cresciuto a Christiania, comunità fondata nel 1971, una piccola città hippy nel centro di Copenaghen che nasce da una vecchia base militare. Si tratta di una comunità molto ristretta con un forte senso di lealtà e di appartenenza, valori, questi ultimi, che Lukas ha fatto inderogabilmente suoi seguendo l’intento di non snaturarsi mai. Quattro anni di gavetta sono stati sufficienti al gruppo per individuare la propria strada, il proprio stile, la propria cifra stilistica da difendere, a dispetto dei discografici e di chiunque abbia mai provato a mettere loro il bastone tra le ruote. Lukas ama raccontare di essere cresciuto cantando il folk irlandese anche se all’età di 8 anni ha iniziato a studiare la musica classica. Suo padre, prematuramente scomparso, aveva una collezione musicale  che spaziava dai Rolling Stones ai Beatles, gli Who, Otis Redding, James Brown fino a Elvis Costello, The Prodigy e The Streets. Sarà forse anche per questo che nei suoi brani Lukas ama parlare di episodi autobiografici. Il disco rappresenta, in effetti, un’istantanea in grado di sintetizzare dieci anni di vita.

Lukas Graham Ph Jeff-Forney

Lukas Graham Ph Jeff-Forney

I testi sono molto diretti anche se, l’enfatizzazione poetica, ottenuta attraverso l’uso di metafore, riesce a veicolare un’effluvio emotivo ancora più potente. La formula musicale individuata dai Lukas Graham riunisce in una sorta di pot-pourri diversi generi musicali dall’hip-hop all’hard rock, al folk seguendo l’intenzione di stupire e divertire il pubblico. Anche la copertina del disco racchiude un significato preciso: si tratta di un dipinto in cui è raffigurato un quadro che si trova in un caffè vicino ad un luogo molto caro a Lukas, sia per una serie di ricordi legati al contesto familiare, sia perché è lì che il gruppo teneva le prime prove e i primi concerti. A giudicare da questi presupposti possiamo dunque affermare che i Lukas Graham potranno rappresentare un baluardo di autenticità e sostanza  in un mondo ormai importato all’esaltazione della forma.

Raffaella Sbrescia

Tracklist

7 Years

Take the World By Storm

Mama Said

Happy Home

Drunk In The Morning

Better Than Yourself (Criminal Mind Pt.2)

Don’t You Worry ‘Bout Me

Strip No More

You’re Not There

Funeral

Video: 7 Years

Charlie Puth presenta “Nine Track mind” a Milano: il live report dello showcase

Nine Track Mind 1

Carismatico, semplice e magnetico. Charlie Puth ha fatto tappa a Milano lo scorso 16 gennaio con uno showcase organizzato all’Hotel Principe di Savoia in occasione dell’imminente uscita del suo primo disco di inediti intitolato “Nine Track Mind”, prevista per il 29 gennaio. L’album conterrà 13 tracce tutte scritte da lui, tra cui anche “We Don’t Talk Anymore”, l’atteso duetto con Selena Gomez. La passione per la musica è nata quando aveva soltanto 4 anni e, anche se sua madre gli ha insegnato a suonare il pianoforte studiando il jazz e la musica classica, Charlie ha sempre amato la musica pop;  stando a quanto fatto finora dal giovane cantautore  e compositore americano, c’è da credere che abbia trovato la sua dimensione artistica ideale.

Nel corso dello showcase milanese Charlie Puth ha suonato dal vivo quattro dei brani che faranno parte della track list del disco. Lo showcase è iniziato con “Some type of love”, eseguita in acustico. La performance è continuata con uno dei suoi pezzi con cui ha scalato le classifiche italiane, “Marvin Gaye”, che nella versione radiofonica lo vede al fianco di  Meghan Trainor; a seguire “One Call Away”, la cui ispirazione nasce da una storia vissuta a distanza. Per concludere, Puth ha scelto di cantare la toccante ballad “See You Again”. La canzone era stata scelta come saluto a Paul Walker da parte dei suoi compagni del film Fast And Furious ma in realtà è molto vicina anche al vissuto dello stesso Charlie, che ha raccontato: «Questa canzone è stata scritta per un mio amico che è scomparso ed era perfetta anche per la tragica vicenda legata al protagonista. Io avevo perso un amico e anche Vin Diesel ne aveva perso uno. Questa canzone è per il mio amico ma è anche per Paul», ha spiegato il giovane artista che, dopo aver emozionato i presenti in sala, si è anche fermato a chiacchierare con un piccolo gruppo di fan presenti all’evento dimostrando di avere tanta voglia di conoscere e farsi conoscere senza filtri.

Raffaella Sbrescia

Arriva “Roma Live!”. Il primo disco live dei Baustelle è un concerto immaginario. L’intervista a Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi

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I Baustelle presentano Roma Live! (Warner Music Italy) in uscita domani 13 novembre. Il primo album dal vivo della loro carriera arriva dopo quindi anni dal debutto con “Sussidiario illustrato della giovinezza”  e a ridosso di un importante rinnovo contrattuale con la Warner. Il disco è stato registrato nel corso di tre concerti tenutisi tra il 2013 e il 2014 a Roma – alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, all’ex-Mattatoio di Testaccio e all’Auditorium della Conciliazione. L’ulteriore peculiarità del lavoro sta nel fatto che il gruppo è accompagnato ogni volta da diverse formazioni: orchestra sinfonica, sezione fiati e quartetto d’archi. Nelle 14 tracce che compongono la tracklist spiccano i grandi classici del gruppo ma anche due cover inedite quali “Signora ricca di una certa età”, versione in italiano di Lady Of A Certain Age dei Divine Comedy, e “Col tempo” di Léo Ferré. «Questo lavoro  è collegato alla tournée di “Fantasma”, un disco principalmente basato su orchestrazioni. Il tour per noi è stato importante e, proprio per questo abbiamo pensato di registrare tutto senza avere l’idea di farne un disco live. Riascoltando le registrazioni, ci siamo emozionato al punto da pensare che meritassero la pubblicazione. Per noi i live hanno più senso di un best of;  in questo caso, invece, raccontiamo, un concerto immaginario nato unendo tre spettacoli, uno show inedito in cui l’unità è data dall’elemento geografico. Il risultato ci piace e pensiamo possa rappresentare una buona chiave di accesso al mondo dei Baustelle: chi non ci conosce potrebbe iniziare ascoltando questo album che contiene tante canzoni significative. Naturalmente si tratta anche di una sorta di regalo per il nostro pubblico dato che non avevamo mai realizzato un disco live», raccontano Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi negli uffici della Warner Music di Milano presentando un disco che rappresenta in qualche modo anche una sorta di bilancio: «Certo, il bilancio è inevitabile ma il nostro è stato senza nostalgie. Ci  piace il fatto che  certe canzoni legate a un tipo di denuncia -anche sociale- di qualche anno fa, continuino a funzionare anche scollegate dal loro contesto storico. Alcuni brani mantengono universalità e atemporalità» – continua Bianconi. «Quando abbiamo selezionato i brani da inserire nell’album, abbiamo pensato che non avesse senso inserire troppe canzoni di “Fantasma”. La ragione è che molte canzoni erano uguali alle versioni dell’album in studio, per cui abbiamo privilegiato il resto della nostra discografia. Abbiamo tenuto conto anche dell’esecuzione e infine abbiamo dato spazio a ciò che ci ha emozionato di più riascoltandolo», aggiungono Francesco e Rachele.

«Nel disco ci sono due anime: una più luminosa e una più scura. Nella versione in vinile il primo disco è il giorno, fatto di canzoni più rock, il secondo è composto da ballad e brani sinfonici, più notturni» – continuano – «Abbiamo prestato particolare attenzione anche alla copertina, la cui grafica è stata curata dal collettivo Malleus. A me le copertine dei dischi live non piacciono, perché sono sempre “artista sul palco, pubblico in delirio”, il classico cliché. I Malleus sono stati bravi rendendo l’idea del concerto dal vivo disegnando due ragazze sedute su un prato, hanno evocato un ipotetico festival rock. Poi per noi le cover sono sempre molto importanti, fanno parte di un discorso a 360°. Fare un disco significa fare le canzoni ma curare anche i dettagli non strettamente musicali, come l’artwork», specifica Bianconi.

Baustelle

Baustelle

Reduce dall’esperienza solista con l’album “Marie”, Rachele Bastreghi ha inoltre dichiarato: «Ancora dobbiamo metterci a scrivere il nuovo disco ma, senza dubbio, c’è ancora più voglia di condividere con Francesco e Claudio cose nuove e di scoprire questa esperienza da solista cosa mi ha portato. Penso di essere stata fortunata a 19 anni ad incontrali, mi hanno sempre arricchito e mai impoverito. È un equilibrio che, per quanto strano, perché poi non ci vediamo tanto, è davvero forte». E a proposito del nuovo album in programma raccontano: «Dopo un disco come “Fantasma” non abbiamo voglia di farne un altro uguale. Per me “Fantasma” è il disco più bello che abbiamo fatto, ingombrante da tenere in casa. Si tratta di un album che mi è entrato dentro con delle cose che se considerate da un punto di vista di scrittore e compositore, non verranno mai cancellate», ha aggiunto Francesco. Particolarmente significativi i commenti relativi alle due cover inserite nel disco: «“Signora ricca di una certa età” da “Lady of a certain age” dei Divine Comedy è una canzone molto ben scritta così come lo è “Col tempo”. Questo tipo di canzoni pop si sente sempre meno,  si va verso l’omologazione e canzoni così diventano sempre più rare». Particolare e tormentato invece il rapporto con “Charlie fa surf”: «La veste che questo ha brano ha nel disco non sarà definitiva. I ‘grandi classici’ il pubblico li chiede e hai la responsabilità di suonarli. A volte vorresti mettere altre canzoni in scaletta, quindi dare un vestito nuovo a brani noti è il giusto compromesso per continuare a suonarli anche quando non vorresti».

Lo sguardo e l’approccio cambiano rispetto al linguaggio, al contesto e al tipo di scrittura. Lo sa bene Bianconi, tra gli autori più richiesti della scena musicale italiana: «Certo, l’approccio cambia inevitabilmente perché si tratta di due linguaggi diversi. Le canzoni sono più ‘facili’ da scrivere perché hanno più regole, uniscono musica e appigli a cui aggrapparsi, nel nostro caso sono fatte per essere interpretate da un gruppo, ci sono più maschere a disposizione. Quando scrivi prosa, invece, sei solo e più nudo. Poi entrambe, se le vuoi fare bene, sono cose difficili da fare». Infine sull’eventuale esistenza di limiti e paletti aggiungono: «Abbiamo detto due volte no a Sanremo ma abbiamo fatto il Festivalbar, che poi ha chiuso definitivamente. I talent  show sono l’unica cosa buona che c’è adesso in Italia (ride, ndr) e se qualche ragazzo proveniente da questi format ci chiedesse di collaborare, potrebbe sempre essere possibile che ne valga davvero la pena. Vedremo!».

Raffaella Sbrescia

I Baustelle incontreranno i loro fan in tre occasioni: Lunedì 16 novembre saranno a Firenze presso la Feltrinelli Red in Piazza Repubblica h.18.30; Martedì 17 novembre a Milano presso la Feltrinelli  in Piazza Duomo h.18.30 e Mercoledì 18 novembre a Roma presso  la Feltrinelli in Via Appia h.18.00.

Max Tour Live 2015: un indimenticabile sold out per Max Pezzali al Forum di Assago

Max Pezzali live @ Mediolanum Forum Assago

Max Pezzali live @ Mediolanum Forum Assago

«Se mi chiedessero di tenermi una sola sera, sceglierei questa». Queste le parole con cui Max Pezzali ha riassunto la valanga di emozioni che l’hanno travolto in occasione della prima delle due date consecutive al Mediolanum Forum di Assago per il suo ‪Max Tour Live 2015‬. Gremito in ogni ordine di posto, il palazzetto ha raccolto le lacrime, i sorrisi e i balli scatenati di un pubblico caldo, generoso e pronto ad emozionarsi. Accompagnato da Sergio Maggioni, chitarra solista e cori; Giorgio Mastrocola, chitarra ritmica; Sergio Carnevale alla batteria; Ernesto Ghezzi, tastiera e percussioni elettroniche; Davide Ferrario, sintetizzatore e programmazione; Luca Serpenti al basso, Max ha ripercorso tutta la sua carriera in una sorta di “ritorno al futuro accompagnando il pubblico lungo i sentieri di un immaginario il cui input iniziale parte sempre da un approccio “casalingo”. Il punto di osservazione di Max è a misura d’uomo e la sua capacità più grande è mettere nero su bianco questo tipo di pensieri in canzoni che, nel corso del tempo, sono diventati piccoli manifesti generazionali. Se la nostalgia è il sentimento principale che accarezza la spina dorsale delle canzoni di Max, immediatezza e spontaneità incorniciano con grazia le composizioni del cantautore. L’aspetto più sorprendente è la disarmante facilità con cui Pezzali riesce a stabilire una profonda empatia con il pubblico senza l’ausilio di effetti speciali.

Max Pezzali live @ Mediolanum Forum Assago © SideStandCafe‬

Max Pezzali live @ Mediolanum Forum Assago © SideStandCafe‬

Descrivendo usi, costumi e luoghi comuni che trafiggono lo scorrere del tempo, Pezzali colleziona sold-out mantenendosi fedele a se stesso e al suo modo di essere. Forse è questa la sua chiave vincente: «La cosa più bella, per le persone come me, è scrivere una canzone che abbia un certo significato e trasmetta determinate emozioni. E’ bellissimo avere la possibilità di cantare le proprie canzoni davanti al pubblico. Ma un’emozione ancora più forte è quando, a distanza di tanti anni dall’uscita di una canzone, arrivi in un palazzetto come questo e trovi tante persone che cantano a te la tua canzone». Il viaggio emozionale inizia poco dopo le 21.00 sulle note di “Come Bonnie & Clyde”, “E’ venerdì”, “Rotta x casa di Dio”, “L’universo tranne noi” protraendosi per circa due ore senza trascurare i successi storici ma senza neanche togliere spazio alle nuove canzoni contenute in “Astronave Max”, l’ultimo album di inediti che Pezzali ha pubblicato lo scorso maggio per Warner Music.

Particolarmente apprezzati anche i “Mixmax”, i due momenti in cui sono stati proposti i remix di alcune delle canzoni più famose degli 883. Si parte dalla combo “S’inkazza/6 1 sfigato/Non ci spezziamo/Non me la menare/” si bissa con “Nella notte/ La donna, il sogno e il grande incubo/ Viaggio al centro del mondo/ Bella vera/ La lunga estate caldissima/ Bello non ti passa più”. Non solo festa ma anche autentica magia: sulle note di “Ti sento vivere”, il bollente “catino” di Assago s’illumina a giorno con le torce dei cellulari del pubblico e ogni volta non si può non rimanere con il fiato sospeso. “Il tempo passa per tutti lo sai, nessuno indietro lo riporterà neppure noi”, canta Max, restituendoci il valore intrinseco del ricordo inteso come balsamo dei nostri giorni presenti, passati e futuri.

Raffaella Sbrescia

Scaletta Max Tour Live 2015:

1. Come Bonnie & Clyde
2. È venerdì
3. Rotta X Casa di Dio
4. L’Universo tranne noi
5. Gli anni
6. La dura legge del gol
7. Col senno di poi
8. Sopravviverai
9. Sei fantastica
10. Sei un mito
11. Hanno ucciso l’uomo ragno
12. MixMax: S’inkazza/ 6 1 sfigato/ Non ci spezziamo/ Non me la menare
13. Fallo tu
14. Come deve andare
15. Lo strano percorso
16. Sempre noi
17. MixMax: Nella notte/ La donna, il sogno e il grande incubo/ Viaggio al centro del mondo/ Bella vera/ La lunga estate caldissima/ Bello non ti passa più
18. Il mondo insieme a te
19. Una canzone d’amore
20. La regola dell’amico
21. Ti sento vivere
22. Come mai
23. Nessun rimpianto
24. Nord Sud Ovest Est
25. Tieni il tempo
26. Medley voce-chitarra-pubblico: Se tornerai / Nient’altro che noi / Io ci sarò / Eccoti
27. Niente di grave
28. Con un deca

Women Profile for Africa: la musica al servizio della salute delle donne

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Esce  il CD Women Profile for Africa a sostegno dell’omonimo progetto di Fondazione Umberto Veronesi e Cesvi per la prevenzione e la diagnosi del tumore al collo dell’utero per le donne africane nella Repubblica Democratica del Congo.

Ogni singolo acquisto dell’album (fisico e digitale) permetterà a una donna congolese di effettuare un pap test per combattere il tumore all’utero, che ancora oggi è il terzo tumore più diffuso tra le donne di tutto il mondo ed è la causa principale di morte per cancro tra le donne africane.

Grazie al prezioso sostegno di Warner Music Italy, sono stati selezionati artisti e brani capaci di suscitare emozioni durante l’ascolto. L’ascoltatore potrà immergersi nelle suggestive alchimie dei suoni Afro-Pop e Urban-Soul di Zap Mama, nel coinvolgente ritmo dell’astro emergente Y’akoto, fino a incontrare una delle icone, non solo musicali, del mondo africano Angélique Kidjo, in un duetto R&b con Joss Stone nella rilettura di un classico degli Stones.

Non mancano suoni più occidentali, come “People Help the People”, elogio al supporto reciproco di Birdy, la splendida ballad “I’ll Stand by You” deiPretenders, fino ad arrivare a “Somewhere Only We Know”, toccante messaggio di Lily Allen.

Impossibile non citare le figure artistiche dei Morcheeba, con l’ipnotica e sognante “The Sea”, gli Everything But The Girl e il loro prezioso manuale per decifrare il linguaggio di donne e bambini e Irene Grandi con “(You Make Me Feel) Like a Natural Woman”, appassionato omaggio al mondo femminile.

La selezione propone anche la malinconica e raffinata Imany, l’Afropean hip-hop delle Les Nubians, il flamenco attualizzato dell’ispano-guineanaBuika e l’inno di solidarietà al popolo africano del duo del Mali Amadou & Mariam, rivisitato in un dance remix di Bob Sinclar.

Impreziosiscono la raccolta, due grandi artiste italiane, alle quali va il nostro sentito ringraziamento per la loro partecipazione: Ornella Vanoni e Laura Pausini.

Il progetto musicale mira a rafforzare la consapevolezza dell’importanza della prevenzione, anche oltre confini, e la volontà a sostenere un progetto come Women Profile for Africa.

L’album è disponibile in tutti i negozi di CD e nei principali store digitali (Itunes, Amazon, Google play, IBS, La Feltrinelli).

Visita il sito:  www.womenprofileforafrica.org

Fonte: Ufficio stampa