A New Horizon, la recensione dell’album “Penrose”

Copertina - A New Horizon - Penrose (2)“Penrose” è il secondo album full-lenght dei napoletani A New Horizon, la band alternative rock composta da Giancarlo Gallinoro (voci e chitarre), Alvaro d’Apollonio (chitarre) e Yulan Morra (basso). Prodotto da Antonio Filippelli, l’album si contraddistingue per un utilizzo più evidente e ben calibrato dell’elettronica:  suoni campionati, synths e pads costituiscono, infatti, la base portante dei brani, a cui si aggiunge un’articolata sezione ritmica, impreziosita dal featuring con Jacopo Volpe (Vanilla Sky, We Love Drums). I testi, di cui esiste anche la versione inglese per  5 dei 10 brani di “Penrose”, contenuta nell’ep dal titolo “Now or Never”,  ruotano attorno a pochi ma fondamentali temi: sogni e aspirazioni fanno i conti con una lucida presa di coscienza, auspicando una rivalsa possibile.

A New Horizon

A New Horizon

Il disco si apre con “Adesso So”: preferisco rischiare che pian piano sparire, canta Gallinoro, mentre la riuscita formula tra elettronica e delay sulle chitarre costituisce il fascino di “Più che esistere”. Lontano dall’abitudine che logora, che consuma pian piano idee e anima, c’è l’istinto, la voglia innata di reagire, di farsi sentire, di riuscire a costruire se stessi per non limitarsi semplicemente a sopravvivere. “Vorrei”, il primo singolo del disco, è un brano fortemente autobiografico, seguito da “Non è più tempo per noi”: come fai a credere che il tuo sia vivere? Una domanda complessa, a cui sarebbe altrettanto complesso rispondere. Molto interessante è l’arrangiamento di “Qui per te”, arricchito da archi e chitarre slapback dei ritornelli. Nonostante il disorientamento su cui è imperniato il testo di “Leggera”, il finale del brano è assolutamente in linea con l’ottimismo generale del disco che, tra l’altro, irradia anche le parole di “Continuerò a camminare”, il brano urban dubstep dell’album. “Io ci sarò” presenta il testo più distante dagli altri, sebbene l’effluvio elettronico rimanga una costante anche in questo caso. Molto intensa è  “Solo Un Gioco”, una ballad in cui il grande protagonista è il pianoforte: Sono qui ancora in piedi fino a che c’è da resistere, parole profonde e coinvolgenti che ci introducono alle note spensierate di “Un Giorno Sereno”, un brano dal mood leggero che chiude il disco con un tocco di ottimismo che non guasta. Gli A New Horizon sanno bene cosa vogliono e, pian piano, si stanno costruendo un proprio spazio, senza strafare. Aldilà dei riconoscimenti, la band lavora alacremente sulla costruzione melodica e strumentale dei propri pezzi e i risultati sono tangibili.

 Raffaella Sbrescia

Video: “Vorrei”

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