Alessandro Mannarino live al Fabrique di Milano: il racconto di un rituale magico e travolgente

Dopo anni di estenuante attesa, Alessandro Mannarino è tornato sul palco del Fabrique di Milano per la prima delle tre date milanesi del suo nuovo tour. Il viaggio live che l’artista propone si muove tra terre vergini, orizzonti misteriosi e spiriti magici. I protagonisti di questo percorso sono la donna, la natura, l’irrazionale profondo, il corpo e una ritmica ossessiva che rimanda agli ancestrali rituali trance-genici. A contraddistinguere il concerto ideato da Mannarino è una ricerca musicale profonda, completa, totalizzante. Natura, patriarcato, animismo, femminilità, rapporto uomo-donna, sono solo alcuni dei temi affrontati dal cantautore, non solo in scaletta ma anche e soprattutto in “V”, il suo ultimo lavoro discografico.

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

Suoni di foresta e voci indigene registrate in Amazzonia introducono il pubblico al rituale live. La voce calda, cavernosa e viscerale di Mannarino è il lasciapassare per accedere ad una dimensione spazio-temporale che conduce l’immaginario in un altrove potente e immaginifico.

Con “Fiume nero” ci si addentra in un luogo dove le leggi della natura primordiale e selvaggia si smuovono tra suoni della natura,  percussioni ancestrali, elettronica e i suoni gutturali degli indigeni dell’Amazzonia registrati dal vivo. A seguire “Agua” prende le mosse dell’immagine di Iracema, la protagonista indigena del romanzo omonimo di José de Alencar, che fa anche da sfondo alla scenografia del concerto.

In un susseguirsi di frasi archetipiche, mentre la musica si arricchisce e si ingrossa come un fiume, il brano avanza inesorabile verso una celebrazione-preghiera alla potenza vitale dell’acqua. E’ la volta di “Apriti cielo” che, come un mantra, libra una preghiera quanto mai attuale: “Apriti cielo. Sulla frontiera. Sulla rotta nera. Una vita intera. Apriti cielo Per chi non ha bandiera Per chi non ha preghiera Per chi cammina Dondolando nella sera”.

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

 Il conflitto tra il nichilismo e la lotta al potere del sistema si fa vibrante ne “L’impero” per poi evolversi in modo approfondito  in “Cantarè”: il brano parte da una condizione di solitudine ed evolve in un canto corale. Tra rime in italiano, spagnolo e in romanesco, il pezzo trascina. Canti di rabbia, di rivolta, di resistenza, d’amore, diventano l’ultimo baluardo per superare ingiustizia e delusione.

Frutto della collaborazione con “MEXICAN INSTITUTE OF SOUND” la “BANCA DE NEW YORK” è un esperimento ironico in cui il registro più romanesco e radicale si fonde con un mondo sonoro acido ispirato alle atmosfere del Mississippi.

Il focus su “Lei” restituisce l’immagine della donna come  forza eterna, creatrice, distruttiva, creativa che continua in “Bandida”: la fotografia della ribellione al sistema patriarcale. Sulle  note di “Ballabylonia” il rituale entra nel vivo e si fanno largo immancabili vecchie glorie come “Serenata lacrimosa”, “Tevere Grand Hotel”, “Scetate vajò” e soprattutto “Arca di Noè” che trasforma il Fabrique in un carnascialesco catino.

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

Il trittico finale si apre con Mannarino, da solo alla chitarra, che visibilmente emozionato, dice: “Ho pensato tanto a questo momento, non sapevo cosa avrei provato sul palco, ho sentito persino paura, invece è stato più bello di prima. Da questo palco ho visto un altro spettacolo, guardarvi mi ha ripagato di tutto”, subito prima di intonare il poetico brano intimista “Paura”. Sensuale e ipnotica “Statte zitta” lascia il passo alla celeberrima “Me so ‘mbriacato”. Il cerchio si chiude con il pubblico annichilito dal sublime piacere di essere stato parte attiva di un concerto magico e prezioso.

Raffaella Sbrescia

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Giobert

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

Mannarino ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

mannarino

Apriti cielo tour: in viaggio tra le latitudini con Mannarino

Alessandro Mannarino - Apriti Cielo tour ph Maria Luisa Avella

Alessandro Mannarino – Apriti Cielo tour ph Maria Luisa Avella

Il 2017 è l’anno di Alessandro Mannarino, sempre più sovrano del palcoscenico. A poche ore dalla seconda delle tre date milanesi del suo ultimo “Apriti Cielo Tour”, ci si ritrova a fare un entusiastico bilancio di un concerto pensato come un lungo, coloratissimo e travolgente viaggio carnascialesco. Mettendo insieme i tasselli più importanti dei quattro album che compongono la sua discografia, Mannarino ha messo in piedi le trame di una storia, quella di un’umanità che fugge: dalla tristezza, dal dolore, dalle sconfitte. Per farlo si fa accompagnare dalle voci di Azzurra, Ylenia e Simona Sciacca e da una spettacolare band di nove elementi composta da Puccio Panettieri, Alessandro Chimenti, Giovanni Risitano, Paolo Ceccarelli, Niccolò Pagani, Mauro Menegazzi, Renato Vecchio, Antonino Vitali e dal noto percussionista brasiliano Mauro Refosco. Destreggiandosi con maestria e carisma in un carnevale di anime controverse, Mannarino cerca di restituire valore e dignità agli ultimi. Come? Attraverso il rifiuto di arrendersi, lo stesso raccomandatogli dall’affezionatissimo nonno, indimenticabile maestro di vita per il cantautore romano.

Alessandro Mannarino - Apriti Cielo tour ph Maria Luisa Avella

Alessandro Mannarino – Apriti Cielo tour ph Maria Luisa Avella

In un mondo sempre più disseminato di muri e barriere, la musica di Mannarino è concepita per unire, per demolire preconcetti, etichette e frontiere. E così, tra i quadri di una scenografia fatta di ruote dentate e cieli trapuntati di stelle, si va dai pagliacci, prostitute e barboni del “Bar della rabbia” alle donne forti di “Supersantos” passando per la rottura degli schemi proposta in “Al Monte” fino alla dimensione liberatoria di “Apriti cielo”. Ispirandosi ai ritmi del Brasile e del Sud America, Mannarino ritrova Gilberto Gil, Vinicius De Moraes, Chico Buarque ma non dimentica la potenza evocativa del folk nostrano dando vita ad una irresistibile bolgia multietnica. Tra percussioni, guitalele, banjio, chitarra portoghese, ronroco, chitarra classica, cavaquinho, sitar, fisarmonica, ma anche fiati come sax, tromba, flicorno, flauti indiani, shalumeau e duduk armeno, Mannarino si muove con grazia e naturalezza conquistandosi, meritatamente, gli applausi scroscianti di gente di tutte le età in grado di ritrovarsi nell’universale voglia di verace autenticità.

Raffaella Sbrescia

Alessandro Mannarino - Apriti Cielo tour ph Maria Luisa Avella

Alessandro Mannarino – Apriti Cielo tour ph Maria Luisa Avella

Scaletta

Apriti Cielo

Roma

L’Impero

Deija

Osso di Seppia

Gandhi

Babalù

La strega e il diamante

Maddalena

Signorina

Vivo

Gli Animali

Elisir d’Amor

Arca di Noè

Quando l’amore se ne va

Statte Zitta

Le rane

Merlo rosso

Me sò m’briacato

Tevere Grand Hotel

Serenata Lacrimosa

Scetate Vajò

Un’estate

Bar della Rabbia

Marilù

Vivere la vita

Apriti cielo: la recensione del nuovo album di Alessandro Mannarino.

Apriti cielo - cover album

Apriti cielo – cover album

Un’attesa lunga ma prontamente ripagata quella a cui Alessandro Mannarino ha sottoposto il suo pubblico. Con “Apriti cielo”, il suo nuovo album di inediti, il cantautore romano posa un altro importante tassello sul suo cammino lastricato di successi. Nel farlo, l’artista si serve come di consueto della sua potente scrittura evocativa e di quei suoni sempre più stratificati e corposi. Tra incroci, richiami, metafore e profezie, Mannarino ci apre le porte di un varco spazio- temporale in cui perdersi beati. Il disco, composto da 9 brani, si apre con “Roma”: un brano verace, spontaneo, cantato in romanesco e scandito da un intrigante piglio western. “Un brindisi con la cicuta ad una città che resta muta” e che avrebbe così tanto da dire da non poterlo dire a parole. Un amore al rovescio che sfocia in “Apriti cielo”, la preghiera laica che dà il titolo al disco in cui la scrittura di Mannarino si fa portatrice di amore, speranza, intelligenza. “Lasciateme passà che non ho tempo. Ho già dormito tanto, adesso ho un grande appuntamento. Il vento che passa, il cielo che vola. È una vita sola”, canta Alessandro. “Apriti cielo. Per chi non ha bandiera, Per chi non ha preghiera, Per chi cammina dondolando nella sera”; un monito, un grido, una richiesta di aiuto per la sopravvivenza collettiva.

Alessandro Mannarino ph Ilaria Magliocchetti Lombi

Alessandro Mannarino ph Ilaria Magliocchetti Lombi

Il discorso continua con “Arca di Noè”: ripartendo dall’epopea dei due protagonisti di “Al Monte”, ci si rimette in viaggio e si finisce in Brasile. “Un po’ d’amore è il carburante del motore dell’astronave”. E allora via, con pochi mezzi e ancora meno certezze, bisogna andare, comunque andare a camminare sulla terrazza con vista mondo dove ogni alba è anche un tramonto. Ritmiche latine trascinanti, basculanti, inebrianti affollano la nostra andatura sbandata su questa Arca di Noè che va perduta alla deriva. “Questa mia vita è tutto quel che ho, più breve lei sarà più forte io canterò”; impossibile resistere. Di grande impatto emotivo è “Vivo” il brano registrato tra Italia, New York e Rio de Janeiro trascrive nero su bianco un aggrapparsi alla vita: “porto scavata sulla fronte una poesia bellissima, riga su riga l’ho scritta me ne andrò senza averla capita”. Un melting pot autentico e completo che profuma di integrazione riuscita.

Video: Arca di Noè: http://vevo.ly/WMPZcN

Di stampo sarcastico è la complessa digressione di “Gandhi”, un brano di 7 minuti che attraverso un incedere country parla in modo controverso delle più infime dinamiche socio-politiche contemporanee. “Nei polmoni ciminiere, nella testa le preghiere”. Spazio ai mitici personaggi ideati dalla fantasia di Mannarino con “Babalù”, un personaggio immaginifico, l’ipotetico ex ragazzo di Marilù nonché capro espiatorio di una società ipocrita e superficiale. Molto suggestiva la trama di “Rane”, la ballad che Mannarino ha inciso insieme a Ylenia Sciacca, voce e anima di Scordìa, il paese in provincia di Catania legato a doppio filo con tutto il repertorio del cantautore romano. “Navigare è cosa dura, hai detto me ne vado per la mia avventura, ma dove sei arrivato? C’è solo spazzatura, ti scaldi con il fiato e c’è da aver paura”. Il nocciolo dell’album è racchiuso ne “La frontiera”, una camminata western di richiamo morriconiano e di stampo profetico: “Venne il tempo che questo paese fu di un solo colore, il sangue cadendo sembrò dello stesso colore”; un folk melò di bellezza botticelliana. L’album si conclude con un finale aperto, quello di “Un’estate”: uno spiraglio aperto per un ipotetico proseguo in cui il profumo di una vita vera fatta di sudore ci incita a cantare senza paura persi dentro al mondo. “Alessà n’do vai, vie qua, via qua: Guarda!” Guarda come le tue parole si trasformano in strumenti di rivalsa, guarda come le tue canzoni espongono le nostre nudità emotive tramutandole in risorse. Guarda e sentiti compiaciuto di questo nuovo importante traguardo che hai raggiunto.

Raffaella Sbrescia

 Ascolta qui l’album:

 

Le date di APRITI CIELO Tour: Pala Lottomatica di Roma (25 e 26 marzo), Estragon di Bologna (28 marzo), Nelson Mandela Forum di Firenze (31 marzo), Gran Teatro Geox di Padova (1 aprile), Fabrique di Milano (3 aprile), Teatro della Concordia di Torino (6 aprile), PalaSport Giovanni Paolo II di Pescara (8 aprile), Casa della Musica di Napoli (10 aprile).

Le Corde di Alessandro Mannarino intrecciano i cuori del CarroPonte per Emergency

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In una molle serata di inizio luglio, l’aria ferma ed afosa di Milano si anima di  felici brusii di voci, cuori palpitanti e caldi rivoli di sudore. L’occasione è di quelle preziose: il concerto di Alessandro Mannarino a completamento del primo dei due Emergency Days ospitati dal CarroPonte di Milano. Decine di piccoli stand rimpinguano la cornice creata da centinaia di piccole bandiere in cui il rosso, colore del sangue e della resistenza, la fa da padrone. Alle 21.30 una pediatra, attiva da anni al fianco di Emergency, riassume gli obiettivi della raccolta fondi da destinare alla Sierra Leone poi è Alessandro Mannarino a districare l’affascinante giungla di corde che compone il nuovo asset di questo nuovo “Corde 2015″, il tour estivo dell’artista romano.

Pezzi di legno, pelle, corde si incastrano solleticano, accarezzano, dilaniano i sentimenti  traducendo la più intima essenza dell’anima in suono. Le chitarre affidate a Tony Canto e Alessandro Chimienti contornano il contrabbasso suonato da Nicolò Pagani, affiancate dal violoncello, sega sonora, percussioni suonate da Francesco Arcuri e dalle seducenti  ritmiche del percussionista e polistrumentista Daniele Leucci. Al violino, tamburo battente e cori la splendida Lavinia Mancusi che, dopo  un crescente percorso artistico ed il successo dell’album “Semilla”, al fianco di Mannarino trova un pubblico nuovo e pronto ad applaudirla con sincera ammirazione.

Suoni vivi e potenti  si librano nell’aria affollata di sapori, odori e umori contrastanti. La voglia di sogno e sublimazione del pensiero si alterna a quella del sordido divertimento caciarone. Il concerto si apre con la cavalcante intro “Osso di seppia”, la profondità semantica de “Le cose perdute”, la vibrante energia di “Rumba magica”. Il pubblico è carico ed elargisce vivaci cariche di entusiasmo, Mannarino accoglie l’energia e la somatizza attraverso un’intensa interpretazione di canzoni che, seppur frutto del suo stesso pugno, acquisiscono di volta in volta una forza ed una pregnanza sempre maggiore. Voci sottili, gravi, ispirate, stonate, alterate cantano sogni, speranze, ricordi, illusione e delusioni. Alessandro Mannarino raccoglie le emozioni e le riversa nelle dita, nella voce e nello sguardo fiero. Particolarmente intensa la coda sussurrata di “Deija”, la verità carnale di “Maddalena”, la spietata violenza di “Scendi giù”, la truce bestialità di “Malamor” e il sempiterno fascino del “Bar della Rabbia”.

“La vita è come na bottiglia che se scola”, canta l’artista romano, in “Statte zitta”, suscitando un silenzio riflessivo sulle note di “Serenata silenziosa”. “L’amore nero”, “Gente”, “Quando l’amore se ne va” rappresentano il filone dell’amore doloroso eppure il pubblico è un insieme d’anime dannate in una bolgia di lacrime e sudore. Dopo una breve pausa Mannarino rientra sul palco inserendo nella scarna scenografia lo striscione di protesta con su scritto “No Muos”: “Visto che sono state lasciate da sole dalla sinistra, tutte le resistenze italiane sono ben accette, spiega il cantautore mentre, un attimo dopo, richiama l’attenzione del pubblico per una comunicazione di servizio: “ Due cani sono stati lasciati in auto al chiuso, ecco il numero di targa, andateli a recuperare”. Sarà, ma a noi è metaforicamente sembrato che le due comunicazioni fossero in qualche modo connesse tra loro.

A seguire due canzoni defaticanti: “Le stelle”, brano impreziosito dal suono demiurgico e spirituale della sega sonora e “Signorina”: “Bevi vino, bevi pioggia, parla amaro hai perduto ciò che avevi di più caro nelle vene per un somaro”. “Tever Grand Hotel”, “Serenata lacrimosa”, “Gli animali” scandiscono i minuti dell’ultima parte di uno spettacolo totalizzante. Bellissima la scelta di cantare “Fatte bacià”: una preghiera d’amore fatta ai tempi della “Generazione Boh”. “Quello di Emergency è l’unico rosso presente in Italia, spiega poi l’artista, tornando a parlare e toccando temi delicati come quello dell’immigrazione e delle frontiere europee, ammonendo il pubblico: “Non pensate che la sinistra ci ritenga tutti uguali. In fondo loro sono cattolici e, in quanto tali, ritengono che chi è battezzato sia migliore di chi non lo è” chiosando a suon di note con la meravigliosa “Vivere la vita”.

Ad uno ad uno i musicisti lasciano il palco per poi rientrare con la veracità carnale di “Scetate Vajò”, “Me so m’briacato” e l’eterea bellezza filosofica di “Al monte”, brano che Mannarino sceglie per chiudere il concerto seguendo una precisa linea di pensiero. Una scelta apparentemente controcorrente che, lascia l’amaro nella bocca dei carnascialeschi fan del cantautore ma che, invece, sancisce in maniera tangibile la forza, la sensibilità e la coerenza artistica di uno degli ultimi poeti della canzone italiana.

Raffaella Sbrescia

Emergency days: 11 e 12 luglio al Carroponte di Sesto San Giovanni. Il programma

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Ancora una manciata di giorni e poi sarà la volta degli Emergency Days, la grande manifestazione in cui Emergency incontra la città di Milano per promuovere i propri programmi umanitari in Italia e all’estero. Quest’anno i festeggiamenti si terranno al Carroponte di Sesto San Giovanni con una due giorni davvero molto intensa. Gli eventi di punta saranno il concerto di Alessandro Mannarino “Corde 2015” e lo spettacolo teatrale di Ascanio CelestiniRacconti d’estate – fiabe per adulti che volevano essere bambini cattivi”.

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Ci saranno naturalmente anche tante altre attività come la biciclettata che attraverserà i luoghi della resistenza, una grande corsa serale a cura dell’Associazione a Piede Libero. Non mancheranno le attività rivolte ai più piccini in uno spazio attrezzato, dalla clowneria ai gonfiabili e diversi tornei. Spazio anche gli approfondimenti con la conferenza intitolata “Spezzare il circolo della Guerra” con relatori Francesco Vignarca della Rete Italiana Disarmo e Chicco Elia di Emergency. Saranno presenti anche i banchetti informativi e di raccolta fondi per sostenere gli interventi di Emergency che, nel caso specifico di questa iniziativa, saranno destinati ai progetti di Emergency in Sierra Leone

Il programma:

 SABATO 11 LUGLIO

10.00: Corsa non competitiva “Memorial Franco Ganzaroli”.
11.00: Mr Bloom on the street. Spettacolo di Antonio Brugnano, mimo attore, clown.
12.00 – 17.30: Area ristoro.
14.30: “Bike Tour” al Parco Nord con visite guidate presso i luoghi della Resistenza Sestese.
18.00: “Draghi Volanti”, spettacolo a cura di Teatro in scatola.
21.30: @ Mannarino per EMERGENCY @ CarroPonte Sesto San Giovanni - EMERGENCY Days 2015

 DOMENICA 12 LUGLIO

9.30 – 11.30: Fit Walking.
10.00: “Do you speak bau”: impariamo a conoscere i cani giocando.
10.00: 3° Torneo di Green Volley Solidale.
12.00 – 17.30: Area ristoro.
18.00: Ludobus, ludoteca itinerante a cura dell’associazione “Il Tarlo”.
18.00: “Spezzare il circolo della guerra”: conferenza con Francesco Vignarca (Rete Italiana per il Disarmo) e Chicco Elia (EMERGENCY).
21.00: Estrazione premi della lotteria.
21.30: Ascanio Celestini per EMERGENCY @ CarroPonte Sesto San Giovanni - EMERGENCY Days 2015

Sia sabato che domenica, inoltre:
– 1914 – 1918 – Cento anni di guerra, la nuova mostra di Corvo Rosso dedicata alla Grande Guerra (e a quelle che ne sono seguite),
– Vermi di Rouge presenta “Dis(d)egnare la guerra”,
– gonfiabili, scacchi giganti, palloncini, truccabimbi e tanta magia con i ClownS on The Bus, biliardino, mostra fotografica a cura del Circolo Fotografico “Lo Scatto”, vendita vintage, gadget di EMERGENCY, punto RID, informazioni…

I fondi raccolti saranno destinati ai progetti di EMERGENCY in Sierra Leone (per saperne di più: http://goo.gl/u6OV3x).

Indirizzo: Via Granelli 1, Sesto San Giovanni

LazioWave Festival: tutto pronto per l’edizione 2015

LazioWave2015

Tutto pronto per il LazioWave festival, una rassegna di musica live avviata nel 2008 che si svolge ogni anno, toccando le venue più importanti della capitale e del Lazio. La manifestazione, patrocinata dal Comune di Frosinone, si terrà per la prima volta all’interno della Villa Comunale Di Frosinone. Francesco de Gregori, Morgan, Verdena, Simona Molinari, Enrico Rava, Almamegretta, Marlene Kuntz sono stati alcuni dei nomi che hanno contraddistinto un programma di ampio respiro artistico che abbraccia lo scenario della musica nazionale ed internazionale nelle sue molteplici sonorità. Anche l’edizione 2015 vedrà grandi nomi all’interno della line up: Fabrizio Moro, Giovanni Caccamo, Gino Paoli, Hevia, Alessandro Mannarino e molti altri big. Si inizia il 25 giugno con Violetta Zironi, direttamente da X-Factor. Il 26 giugno sarà la volta di Fabrizio Moro: il cantautore presenterà il suo nuovo disco “Via delle Girandole 10” riproponendo anche i suoi brani più amati. Protagonista del 27 giugno sarà il promettente cantautore raguusano Giovanni Caccamo. Il 28 giugno spazio ai Full Attack Band una delle migliori live band in circolazione. Le loro performance coinvolgenti, la loro energia ed il suono intercontinentale li ha favoriti in molti dei più grandi festival di tutta Europa, mentre il giorno dopo, il 29 giugno, sul palco frusinate si esibirà uno dei mostri sacri della canzone italiana: Gino Paoli. Rita Ciancio, la giovanissima compositrice e pianista italiana, reduce dal grande successo riscosso a Berlino con il suo live e Rondeau de Fauvel che con le loro note ci faranno rivivere le tradizioni del mondo Bretone e dei Minnesänger del basso medioevo, saranno i protagonisti del concerto in programma il 30 Giugno. Per tutti gli appassionati di musica celtica invece, il 1 luglio ci sarà Hevia, il “piper della cornamusa elettronica”, che dopo il sold-out ottenuto nella sua ultima data capitolina al Brancaccio, delizierà il pubblico del frusinate con un concerto a base di cornamusa, canzoni ballabili e allegria basato su un repertorio di ben cinque album dal 2007 a oggi. Il 2 luglio sarà la volta di Morgan, musicista raffinato e giudice di X-Factor che presenterà “ Il Libro di Morgan dal vivo” uno spettacolo teatrale inedito che si muove tra parole, immagini e perfomance live. Il 3 luglio spazio ai Marlene Kuntz la migliore rock band alternative italiana di tutti i tempi, emersi sulla scena rock italiana verso la metà degli anni novanta, stilisticamente avvicinabili alla fusione tra rumore e forma canzone operata dai Sonic Youth e alle sonorità dei gruppi di noise rock in generale, pur mantenendo una forte vena cantautorale. A chiudere le dieci serate, il 4 luglio, sarà Alessandro Mannarino il cantautore romano che nel giro di pochi anni è stato consacrato performer da sold out per tutta Italia e personaggio di spicco della scena musicale romana.

Il Festival, pertanto, è diventato un appuntamento irrinunciabile per tutti, non solo per il suo incredibile programma, grazie al quale poter ascoltare il meglio della musica pop, rock, jazz, soul ed etnica ma anche perché rappresenta un’importante vetrina per i giovani artisti o band indipendenti che desiderano esibirsi e far conoscere la propria musica ad un pubblico più vasto.   Attraverso un contest parallelo dedicato agli emergenti (LazioWave Contest), il Festival offre quella visibilità che oggi è sempre più difficile raggiungere nei circuiti non legati a realtà major. Alle band emergenti verrà data l’opportunità di esibirsi nei numerosi eventi annuali, sia come opening act di artisti più noti, sia nelle serate dedicate agli indipendenti selezionati dal Contest. Inoltre le band iscritte possono aggiudicarsi uno dei 5 premi, tra cui una produzione discografica con incisione di un disco in Italia e relativa promozione. L’attenta programmazione artistica e la conseguente attenzione mediatica rendono questo Festival uno strumento di grande visibilità e un trampolino di lancio per i big del domani!

Il LazioWave sposa anche la causa umanitaria grazie ad una profonda collaborazione con AMREF ITALIA che da anni si occupa di portare aiuti alle popolazioni africane attraverso la costruzione di nuovi pozzi per l’acqua, l’assistenza sanitaria, pediatrica e scolastica.

Info line: info@laziowave.it – 0775.821012
Info tickets: tickets@laziowave.it – 334.8010033
Sito ufficiale: LazioWave Festival

Al Monte live: Alessandro Mannarino travolge il Teatro Arcimboldi di Milano

Alessandro Mannarino Ph Roberta Roberti

Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Musica, teatro, arte, poesia, interculturalità: questo e molto altro è racchiuso nell’essenza di “Al Monte live”, il nuovo spettacolo che il cantautore romano Alessandro Mannarino sta portando nei teatri d’Italia dopo il clamoroso successo delle date estive. Diversa la struttura, modificati gli arrangiamenti e la dinamica dello show, Mannarino modella e modula canzoni,monologhi e melodie con cura minuziosamente artigianale ed il risultato è in ogni momento tangibilmente fruibile dallo spettatore. Lo scorso 30 novembre Mannarino è approdato al Teatro Arcimboldi di Milano e, attraverso le sue canzoni, l’artista è riuscito a conquistare gli applausi scroscianti dei tantissimi spettatori accorsi ad assistere all’evento. Ad accompagnare il cantautore, sempre più intenso e coinvolgente, un nutrito numero di musicisti professionisti, pronti ad esaltare ogni singola sfumatura dei brani proposti in scaletta, veri e propri artigiani del suono che vale la pena di citare per esteso: Daniela Savoldi (violoncello); Nicolò Pagani (contrabbasso); Alessandro Chimienti (Chitarre); Mauro Menegazzi (Fisarmonica e tastiere); Simona Sciacca (Cori); Marco Monaco (batteria); Renato Vecchio (sax); Daniele Leucci (percussioni); Antonino Vitali (Tromba); Giovanni Risitano (Chitarre); Adriana Ester Gallo (violino e viola).

Il concerto rappresenta un percorso scandito da tappe precise: la prima parte è intima ed elegantemente raffinata. Luci soffuse e giochi di penombre e chiaroscuri risaltano la particolarissima vocalità di Alessandro Mannarino che cesella i suoi immaginifici testi con degli arrangiamenti all’insegna della contaminazione sonora. La tradizione folk, l’esoticità delle percussioni, la poesia dei fiati e la carica delle chitarre incantano il pubblico innescando uno speciale meccanismo di purificazione spirituale. “L’impero”, “Deija”, “Le cose perdute”, “Maddalena”, “Osso di seppia”, “L’Amore nero”, “La strega e il diamante” “Malamor”, “Scendi giù”, dedicata alla triste e sfortunata vicenda del giovane Stefano Cucchi, “Le stelle” scandiscono ogni secondo del concerto scuotendo ogni singola fibra del corpo. Luci e scenografie si sposano ad hoc con i movimenti e le melodie proposte in scaletta ottenendo un risultato ben strutturato e coinvolgente. Subito dopo la pausa, i toni e i ritmi di fanno decisamente vivaci: chiuso in una gabbia di legno, nei panni di un detenuto, Mannarino diverte gli spettatori con un lungo monologo inscenando un esilarante processo ad una zanzara. Tutti in piedi per cantare e ballare senza inibizioni sulle note dei successi storici ma anche brani tratti dall’ultimo album di inediti di Alessandro Mannarino: “Marylou”, “Quando l’amore se ne va”, “Statte zitta”, “Signorina”, “Merlo rosso”, “Me so ‘mbriacato”, “Tevere Grand Hotel”, “Serenata lacrimosa”, “Gli Animali” divertono e coinvolgono il pubblico nella celebrazione di uno speciale baccanale. Bando alle etichette ed al bon ton, il flusso delle note è irresistibile, via le giacche, via le sciarpine, l’anima è in subbuglio, meglio lasciarle libero sfogo. A coronamento di questo grande rito musicale collettivo, sopraggiunge la bellissima title track “Al monte”, un brano dotato di un fascino e di una potenza mistica impossibile da descrivere a parole.  Il surplus ultra è la potente e soave voce dell’eclettica Simona Sciaccia. Per l’immancabile bis finale Mannarino saluta il pubblico, che nel frattempo è ancora in estasi, con l’intensa “Vivere la vita” e l’irrinunciabile grande classico “Bar della rabbia”, un marchio di fabbrica che, aldilà dello scorrere del tempo e della notevole maturazione artistica del cantautore, conserva un’autentica genuinità di cui, di tanto in tanto, avremo sempre bisogno.

Raffaella Sbrescia

Alessandro Mannarino in concerto a Napoli: il live report di un esperienza totalizzante

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

“Al Monte tour”, la nuova avventura live del cantautore romano Alessandro Mannarino, giunge alla conclusione del percorso estivo con il concerto tenutosi lo scorso 13 settembre all’Arenile Reload di Bagnoli. Un viaggio musicale, della durata di due ore e mezza circa, in cui l’artista ha accompagnato per mano il pubblico tra i sentieri di uno speciale percorso fatto di sogni, parole e note. Con una imponente scenografia ed uno spettacolo curato in ogni singolo dettaglio, Mannarino ha spaziato all’interno della propria discografia estasiando gli spettatori, grazie ad una speciale e travolgente formula musicale. I brani proposti da Alessandro Mannarino si compongono di storie oniriche, spesso tragicomiche, fortemente al limite. Musiche di confine, intimamente contaminate, ispirate dalle sonorità della musica popolare italiana, acquisiscono forti tinte etniche con evidenti richiami alla musica balcanica e gitana.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Suddiviso in diverse fasi, il concerto di Mannarino racconta storie di storie attraverso un passaggio dall’inferno al paradiso, a metà strada tra sacro e profano. Ironico e sornione, il cantautore sfrutta a 360 gradi la propria padronanza del palco, circondandosi non solo di eccelsi musicisti ma anche di splendide voci, quella eterea e angelica di Simona Sciacca, in particolare. Sullo sfondo una serie di personaggi allegorici, pronti a suggestionare il pubblico, proiettandolo nei più meandri dell’anima umana.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Suoni lontani e rimi ancestrali animano le note de “L’impero”,  suggestivi gli interrogativi posti nel finale della surreale “Deija”, intimo e rabbioso il testo de “Le cose perdute”, travolgente l’arrangiamento di “Gente”, verace e godibile la versione swing di “Marylou”. La voce di Mannarino, maschia, virile, graffiata, virulenta, si riveste di incontenibile fascino e carica sensuale. Non solo cantastorie, dunque, ma anche primo interprete di vicende e poesie musicate con estro e creatività. “Osso di seppia”, “Malamor”, “Gli animali” racchiudono i momenti più spettacolari della prima fase del concerto. Sopra e sotto il palco nessuno è fermo, un brivido lungo la schiena, l’emozione che illumina lo sguardo, la secchezza nella gola che non permette di cantare, la meraviglia di fronte all’energia generata dalla musica rinnovano ancora una volta il miracolo della condivisione della musica dal vivo. Alessandro è emozionato, sorpreso, colpito da tanta energia e, raccogliendo sorrisi e consensi, vira il timone della sua nave verso un  nuovo approdo, forse meno suggestivo ma altrettanto intimo e delicato.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Decisamente insolito e sorprendente il mood elettronico scelto per “Quando l’amore se ne va”: diavoli  e mostri popolano un girone infernale marchiato a fuoco da lascivia e lussuria. “Statte zitta”, “Signorina”, “Maddalena”, “La strega e il diamante”, “Merlo Rosso” e la celeberrima “Me so ‘mbriacato” rappresentano la preziosa suite di brani scelti per raccontare la funzione salvifica della donna angelicata, così come insegnatoci dal Dolce Stil Novo di Dante e Petrarca.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Il repertorio di Alessandro Mannarino lascia spesso trasparire citazionismi colti, figure retoriche, sottili metafore che tra sfondi onirici, spesso surreali, quasi circensi, ci mostrano pregi e limiti del genere umano. “Tevere Grand Hotel”, “Serenata lacrimosa”, “Scetate vagliò” destano il pubblico dal torpore contemplativo, il parterre è una bolgia di braccia e sguardi umani, sul palco si suona, si canta e si balla proprio come se si trattasse di un baccanale. Intensa la dedica di Mannarino a Davide Bifolco, tragicamente scomparso pochi giorni a Napoli, con “Scendi giù”, seguita da “Le stelle” e da una magistrale interpretazione di “Al Monte”, la title track dell’ultimo album di inediti del cantautore è un vero e proprio capolavoro, sia dal punto di vista musicale che testuale, sono infinite le suggestioni che è in grado di regalare e, a giudicare dall’evidente stato ipnotico del pubblico, c’è da pensare che si tratti di un dato oggettivo.

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

L’ultima parte del concerto è naturalmente dedicata ai bis: l’irrinunciabile fascino popolare di “Bar della Rabbia” e l’emozionante carica energetica di “Vivere” lasciano trasparire tutta la capacità comunicativa ed empatica di Alessandro Mannarino che, scavando a fondo dentro se stesso è riuscito a mettere a nudo molti lati scomodi e non dell’animo umano, senza, tuttavia, rinunciare ad una sana indulgenza: “Posso dirti una cosa da bambino??? Esci di casa! Sorrdi!! Respira forte!!! Sei vivo!!!…cretino…”, parole, queste ultime, che non richiedono ulteriore commento se non estatica approvazione.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @Al Monte tour Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

MessApp Coast Festival: Maldestro, James Senese e Mannarino incantano il Cilento

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Si terrà questa sera la serata conclusiva del “MessApp Coast Festival”, la rassegna musicale in programma dall’1 al 3 agosto ad Agropoli (Salerno), una delle mete turistiche più apprezzate e frequentate del Cilento. Non sono musica, dunque, ma anche mare, sole e divertimento, ingredienti, questi ultimi che vanno ad aggiungersi alle mostre, ai dj set, ai reading e alle visite guidate presso i più rinomati siti di interesse artistico e naturalistico. Diretto da Peppe Macchia e patrocinato dal Comune di Agropoli, il Festival ha proposto al pubblico un variegato cartellone in grado di soddisfare i gusti e le esigenze di un pubblico eterogeneo: reggae, folk, dub, pop, elettronica, jazz-rock hanno, infatti, animato gli spalti ed il prato dello  stadio comunale della cittadina alle porte del Parco nazionale del Cilento. Alborosie, Mannarino, Motel Connection,Raiz & Almamegretta, James Senese & Napoli Centrale, Frank Sent Us, Marcello Coleman, Maldestro, Yes Daddy Yes, Dj Andrea Bertolini si  sono alternati sul palco del MessApp Coast Festival per un inizio d’estate indimenticabile.

Maldestro @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Maldestro @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Tra gli artisti che si sono esibiti durante la manifestazione dedicheremo un piccolo approfondimento a quelli che si sono esibiti durante la serata dello scorso 2 agosto. Protagonisti del palcoscenico: il cantautore partenopeo Maldestro, i cui testi spaziano tra la rabbia, l’amore, il dolore e la disperata voglia di vivere, James Senese & Napoli Centrale, considerati un vero e proprio pilastro della scena musicale partenopea, grazie all’inconfondibile sound del sax di Senese e alla verve autentica che contraddistingue il repertorio della band, ed il cantautore romano Alessandro Mannarino che ha portato il suo bellissimo “Al Monte Live” anche ad Agropoli conquistando ancora una volta  il pubblico.

Alessandro Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Riconosciuto come uno dei apprezzati cantautori italiani, Alessandro Mannarino sta vivendo un periodo particolarmente felice della propria carriera artistica grazie al suo ultimo album di inediti intitolato “Al Monte”. Una scenografia onirica e a tratti perturbante, si accompagna ai dettagli che scandiscono il suo concept live, minuziosamente curato nel dettaglio. Un viaggio alla scoperta di se stessi e degli altri; altamente consigliato.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

James Senese @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Alessandro Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

 MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

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Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

Mannarino @ MessApp Coast Festival Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

Al Monte live: Alessandro Mannarino ammalia Roma ed è sold out al Foro Italico

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino torna a Roma, in occasione del concerto al Centrale Live del Foro Italico, ed è subito sold-out. Cantore delle emozioni, dei guai e dei sentimenti dei giorni nostri, il cantautore romano è tra gli artisti italiani più apprezzati degli ultimi anni. Le sue canzoni, veraci e genuine, traggono spunto da storie, vicende e leggende comuni, la sua penna riesce a metterle per iscritto ma è soprattutto la sua voce profonda, greve e graffiata a rendere irresistibile e potente questo mix di elementi.

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

“Al Monte Live”, il suo nuovo spettacolo,  è un concerto teatrale-ballabile, il cui punto di forza risiede proprio nella narrazione in musica, parole e immagini di una storia che ha come protagonista una donna. Ogni brano proposto in scaletta rappresenta, dunque, la tappa di un viaggio e di una precisa battaglia contro l’impero, quello più becero dove gli uomini non sono più tali. L’ambientazione di questo percorso esistenziale  è un sogno, la dimensione onirica in cui tutto accade  è resa anche dalla scenografia scelta per il palco.

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

“L’impero, “Deija”, “Le cose perdute”, “Gente”, “Marylou”, “Osso di Seppia” “Malamor”, “Gli Animali” racchiudono la prima trance del concerto, fondendo presente e passato in un contesto unico e coinvolgente. In bilico tra sogno, incubo e realtà, si incontrano personaggi fantastici ma autentici, mostri, eroi, vittime e carnefici , tutti frutto dell’immaginario di Alessandro Mannarino che, accompagnato da undici musicisti e dall’inconfondibile suono della sua chitarra, guida per mano il suo pubblico.

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

“Quando l’amore se ne va”, “Statte zitta”, “Signorina”, “Maddalena”, “La strega e il diamante”, “Merlo Rosso”, Me so mbriacato”, “Tevere Gh” e “Serenata Lacrimosa” costituiscono il nucleo centrale del concerto, l’essenza intima di un viaggio che, in quanto tale, vive attraverso avventurose tappe, ora più felici, ora più drammatiche. Il canto e il ballo assumono, in questo senso, una funzione salvifica e purificatrice.

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Libero da recinti e bandiere, Mannarino completa la metaforica scalata spirituale con “Scetate”, “Scendi giù”, “Al Monte”, Le stelle”, brani, questi ultimi, tra i più amati del suo ultimo album. Immancabile il bis per un concerto goduto dal pubblico fino all’ultimo istante: “Bar della Rabbia” e “Vivere la vita” sono, dunque, i tasselli con cui Alessandro Mannarino completa il suo prezioso puzzle di note e d’amore.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

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Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

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