Francesca Michielin presenta il nuovo album “Cani sciolti”: un disco consapevole e maturo

Francesca Michielin pubblica il nuovo progetto discografico “Cani Sciolti”, in uscita il 24 febbraio 2023.

La cantautrice ha curato in prima persona ogni singolo particolare dalla scrittura all’arrangiamento e alla produzione, l’album è composto da 12 tracce – 9 inediti in aggiunta ai singoli già editi bonsoir e occhi grandi grandi e al brano un bosco. I cani sciolti sono le persone dissidenti, quelle che non stanno al guinzaglio o alle regole, e così il titolo del disco è la metafora del lavoro alla base di questo grande progetto maturato nel tempo, che ha mosso i primi passi tra il 2016 e il 2017, e dei temi che la cantautrice e polistrumentista riesce a sviscerare track by track.

Cani Sciolti, registrato “in famiglia” a Bassano del Grappa e finalizzato a Milano, con la direzione artistica di Francesca Michielin e Giovanni Pallotti, è stato mixato da Ricky Damian – premio Grammy “Record of the year”, Pino Pinaxa e Gigi Barocco. Le canzoni, nude e crude, prive di sovrastrutture, si possono definire, anche dal punto di vista musicale, coraggiose e “controcorrente”, completamente suonate, realizzate molto spesso in presa diretta, quasi a celebrare gli artisti internazionali che l’hanno ispirata fin da piccola (Rage Against the Machine, The Verve, Red Hot Chili Peppers, Foo Fighters, Radiohead, etc.), con una forte attitudine grunge.

La cover del disco è una sorta di finto dipinto, Francesca piange lacrime che si trasformano in fiamme: una rappresentazione della sua maturità personale e artistica, e una sublimazione del dolore e di certe problematiche che attraverso la musica è riuscita ad affrontare e a trasformare in qualcosa di potente come il fuoco. Il booklet, scritto e disegnato da lei, è realizzato sottoforma di diario.

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Ecco cosa ha raccontato Francesca Michielin alla stampa in occasione della presentazione dell’album:

“I cani sciolti sono coloro che non stanno dentro uno schema predefinito, non seguono la corrente, sono liberi di esprimersi. Volevo prendermi il lusso di essere me stessa scrivendo brani più coraggiosi del solito. “Sciolto” deriva da absolutum=assoluto, una canzone assoluta è una canzone che non ha un riferimento temporale e stilistico preciso. I temi presenti nel disco sono tantissimi, ci sono temi di vecchi album che ritornano, il costante rapporto con la natura, il legame con la provincia, con i suoi pro e i suoi contro. Vivo il dissidio tra l’accettare e non accettare le cose della provincia e al contempo cosa ci dà e cosa non ci dà la città. Ho voluto dare spazio anche all’amore in tutte le sue forme, in particolare ci tenevo a realizzare una sorta di manifesto per tutte le donne che non hanno potuto dire mi sono innamorata di te a un’altra donna e che hanno sempre trovato pezzi declinati al maschile. Un altro macro tema è la fragilità.

Il processo di scrittura e scoperta è stato lunghissimo, ho iniziato a scrivere “Quello che ancora non c’è” nel 2016. Mi sono spesso sentita incompleta, da questa incompletezza è nato un pezzo, una fragilità che, quando cresci, diventa la tua arma come dico in “Carmen”: il brano è nato da un dialogo avuto con Carmen Consoli prima e dopo un suo concerto tenutosi proprio a Padova. Il suo è un cantautorato dissidente, è un cane sciolto della musica italiana, porta sempre la sua cifra e non strizza l’occhio a nessuno. Abbiamo fatto una lunga discussione e da questo confronto è nato il brano che lei ha ovviamente ascoltato. Lei è il mio spirito guida in questo disco.

La critica sociale è presente in “Ghetto perfetto” ma anche in “Padova può ucciderti più di Milano”: Sono cresciuta in Veneto in cui non esiste una grande città accentratrice. Padova è simbolo di tante differenze mai veramente ascoltate. Tanti miei amici vanno via proprio perché sentono di non aver trovato il proprio spazio.

Questo disco l’ho scritto da sola, curando musica, arrangiamento, booklet. In questo lavoro di squadra ho potuto metterci tutta me stessa. Come regalo di compleanno mi sono regalata il primo tour teatrale con una formazione nuova e tante new entries al femminile.; le ho fortemente volute, sono professioniste e polistrumentiste di grande talento alla loro prima esperienza. È una scommessa ma sono molto felice di cosa stia venendo fuori. La scenografia racconterà molto di questi 10 anni, ci saranno anche diversi sold out e ne sono molto orgogliosa, non bisogna dare mai niente per scontato.

Io voglio fare pop non populismo, a volte chi fa musica pop non si deve dimenticare che facciamo pop per comunicare non per parlare di noi stessi. Noi artisti siamo dei mezzi, anche se siamo solo interpreti, dobbiamo fare in modo che le storie che raccontiamo possano salvare qualcuno.  Quando mi arrivano messaggi tanto forti da parte di chi mi ascolta, capisco che ciò che faccio ha un senso. Ogni tanto ci dimentichiamo e anteponiamo noi stessi al messaggio che intendiamo veicolare, talvolta vengono fuori sovrastrutture che non servono. Non dobbiamo solo compiacere, dobbiamo anche stare sul cazzo, magari non tutti capiranno subito ma capiranno dopo. Il mio intento è provare a creare un momento di riflessioni e ogni tanto ci sta usare questo spazio privilegiato per gli altri.

Condurre X Factor mi ha dato la  voglia di divertirmi, arrivavo in quel programma dopo Cattelan, non c’era mai stata una conduttrice fissa, il valore aggiunto siamo noi e la nostra personalità, quanto riesci a metterci del tuo rispettando quello che devi fare, puoi fare comunque la differenza. L’avventura televisiva è terminata intorno al 10 dicembre, per questo ho escluso l’idea di andare al Festival di Sanremo quest’anno. Il mondo ci vuole estremamente performanti e performativi. Nel 2016 mi sentivo un outsider, nel 2021 demodè. Mi chiedevo cosa portare sul palco, alla fine è giusto portare se stessi: se ti senti fragile, porti la fragilità, se ti senti forte, porta la tua forza, se ti senti sexy, porta la tua sensualità. Portare se stessi è un  lungo percorso da capire. È vero che conta la  canzone, io sono arrivata seconda due volte a Sanremo, ma ci sono anche dati che parlano chiaro. Mancano spazi e possibilità per le donne. Gli uomini hanno più fiducia negli uomini ma forse c’è anche della misoginia intrinseca nel pubblico. Su questo ovviamente non c’è una verità assoluta ma ci sono dei dati su cui riflettere”.

 Raffaella Sbrescia

Francesca Michielin e Fedez in “Chiamami per nome”: una storia di amicizia e di attualità.

A poco più di 48 ore dalla pubblicazione su tutte le piattaforme di streaming, in radio e su YouTube, CHIAMAMI PER NOME, il nuovo singolo di FRANCESCA MICHIELIN e FEDEZ in gara alla 71° edizione del Festival di Sanremo nella categoria Campioni ha già raggiunto importanti risultati.

La canzone è attualmente al primo posto dei brani più ascoltati su Spotify Italia, iTunes Italia, Apple Music e anche su Amazon Music. Il video, che è stato girato in alcuni dei teatri più iconici di Milano, è primo in tendenza su YouTube e ha già superato 1.5 milioni di visualizzazioni. La stessa cifra di views è stata raggiunta anche dalla clip della performance sul palco del Teatro Ariston, durante la prima serata del 71° Festival di Sanremo, che da due giorni ricopre la seconda posizione tra i video più visti sulla piattaforma.

FEDEZ e FRANCESCA MICHIELIN

Chiamami per nome, in uscita per Sony Music, è scritto da Francesca Michielin, Federico Lucia, Jacopo D’Amico, Davide Simonetta, Alessandro Mahmoud, Alessandro Raina e prodotto da d.whale e nasce dalla voglia di sancire un’amicizia e una fortunata collaborazione artistica e segna l’atteso ritorno dei due artisti, che si esibiscono di nuovo insieme dopo i grandi successi di Magnifico e Cigno Nero.

Il video di Chiamami per nome, nato da un’idea di Francesca e Federico e diretto da Antonio Usbergo e Niccolò Celaia per YouNuts! vuole richiamare l’attenzione sulla situazione dello spettacolo dal vivo in Italia, duramente provato da mesi di chiusura imposta dall’emergenza sanitaria. Francesca Michielin e Fedez cantano dai palchi dei teatri milanesi (Teatro degli Arcimboldi, Teatro Menotti, Teatro Gerolamo e Teatro alla Scala) ormai chiusi da più di un anno e sono protagonisti di un piano sequenza assieme agli addetti ai lavori che, in tutta sicurezza, lavorano per mettere in scena uno spettacolo di cui diventano l’unico pubblico ad ora possibile. Chiamami per nome è contenuto in FEAT (Fuori dagli spazi), il nuovo progetto discografico di Francesca Michielin, in uscita il 5 marzo.

“Io e Francesca abbiamo scritto questa canzone senza pensare di partecipare al Festival. Dopo un paio di takes da remoto, ci siamo rimessi in contatto e abbiamo pensato di provare a fare qualcosa in studio insieme. Il brano è nato durante la scorsa estate e quando l’abbiamo chiuso, ci è venuta l’idea di provare a partecipare al festival di Sanremo con la consapevolezza che in questo momento la kermesse non rappresenta solo il cuore della musica ma anche tanto altro. Per me si tratta di un’esperienza totalmente nuova, racconta Fedez, non ho ovviamente idea di cosa significhi prendere parte al Festival in una condizione normale ma devo dire che nonostante le restrizioni legate all’emergenza Covid, l’atmosfera del backstage è fantastica. È una boccata di normalità incontrarsi con gli artisti, scaricare l’ansia insieme, guadare le esibizioni con lte tv a tubo catodico. Francesca è pazzesca, mi dà una forza e una carica incredibile. Sul palco mi agito e lo do molto a vedere, ho bisogno di guardarla e di mantenere il contatto visivo con lei; è la mia ancora”.

Video: Chiamami per nome

“Vivere questo Sanremo con Fedez è stato molto bello, spiega Francesca Michielin. Condividere l’emozione delle giornata, specchiarsi nelle emozioni dell’altro. La prima sera mi veniva da piangere guardandolo. Sono felice e grata, dono un anno del genere, in cui fare musica sembrava un’utopia, essere qui e poter raccontare la propria musica e vedere il pubblico così felice della nostra emotività mi riempie di orgoglio. Ho sempre avuto l’ansia della precisione, sono molto perfezionista ma stavolta mi sono concentrata sull’emotività e sul darmi. Questa esperienza ha rappresentato una boccata di ossigeno. L’altra sera con la cover abbiamo realizzato un arrangiamento molto complesso, c’era progressione armonica con strutture e vestiti sonori, archi, brass band. Abbiamo cambiato tono vocale, abbiamo trasformato un classico della tradizione in chiave ska punk, renderlo dritto è stato complesso ma divertente. Abbiamo anche riadattato armonicamente tre celeberrimi duetti. Nell’essere insieme si condivide tutto gioia e ansia e siamo veramente felici dei risultati che stiamo ottenendo. Questo Festival rispecchia il panorama attuale, mia nonna Lucia ha espresso apprezzamenti per La rappresentante di lista. Questo dimostra che, come in tutte le cose innovative, c’è necessità di assestamento. Non abbiamo mai avuto l’obiettivo della classifica, saliamo sul palco per portare un racconto e per fare cose dopo il Festival. La musica continua oltre la classifica e noi rimarremo concentrati su questo”.

Raffaella Sbrescia

 

 

2640: Francesca Michielin racconta il suo nuovo album. Intervista

Francesca Michielin

Francesca Michielin

Avere 22 anni e sentirsi a fuoco. Questa è Francesca Michielin che presenta il suo nuovo album “2640” (Sony Music) come un viaggio per imparare a incontrare e incontrarsi e a dire esattamente quello che si vuole comunicare. Con Michele Canova, nuovamente alla produzione, le sonorità si rifanno ad un mondo elettronico leggermente messo da parte a favore di momenti strumentali che regalano maggiore autenticità a tutto il lavoro. La capacità più evidente della Michielin è cercare di essere essenziale mettendo in primo piano argomenti che fanno parte della vita quotidiana di tutti, non ci sono concettualismi ermetici. Pezzi di vita fanno capolino tra flashback e istantanee che profumano di verità.

«Il disco ha tre anime», racconta Francesca Michielin, nel corso di un incontro stampa a cui hanno preso parte sia il presidente Sony Music Italia Andrea Rosi che il presidente di Live Nation Italia Roberto De Luca, a testimonianza del grande sostegno di cui gode la giovane cantautrice. «Nella copertina dell’album ho voluto inserire tre triangoli per simboleggiare tre elementi chiave che hanno ispirato questo disco, le energie che ho convogliato insieme: il triangolo azzurro rappresenta il mare e racchiude il concetto del sentire, inteso come percepire. Il verde è la montagna da cui provengo e dalla quale immagino il mare, il rosso è il vulcano, l’elemento che mi ha ispirato (dopo una cura termale vicino ai Colli Euganei) e che rappresenta l’esplosione; la voglia che ho di comunicare».

Comunicare, dunque, è l’obiettivo di Francesca Michielin che ha scritto 11 delle 13 canzoni che compongono la tracklist del disco mentre le altre vedono la collaborazione di Dario Faini, Calcutta, Tommaso Paradiso e Cosmo: «A questa età so cosa voglio dire anche se ovviamente non so ancora cosa voglio dalla vita. Le canzoni sono state scritte in modo viscerale e impulsivo, “Comunicare”, ad esempio, è nata in 40 minuti. Si è trattato di un processo vulcanico, una vera esplosione durata un annetto circa. Sono entrata in studio il 20 gennaio scorso, tutto è nato in modo organico. I brani scritti a quattro mani sono nati un po’ per amicizia e un po’ per divertimento, abbiamo lavorato in modo fluido» – ha spiegato Francesca che, in questo album mette in evidenza il tema caldo della fratellanza e dell’uguaglianza tra le razze. In particolar modo, nel brano intitolato “Tapioca”, la cantante ha voluto inserire un ritornello in lingua ghanese: «Si tratta del ritornello di una canzone popolare, di lode e ringraziamento per tutte le cose che sono in alto. “Io sono di qui ma non sono di qui” è la frase manifesto del disco, ho sempre inteso il concetto di famiglia come comunità, sono abituata ad interagire con persone che vengono da altre parti del mondo ed è sempre stato tutto molto normale. Mi sono interrogata sul senso di appartenenza e sull’essere contaminati».

Francesca Michielin

Francesca Michielin

La poliedricità di Francesca Michielin si è riversata anche in altro tema che è lo sport: «Tutto il disco ruota intorno al concetto dello sport» – ha raccontato l’artista – «C’è San Siro, la curva nord, il calcio, la Formula 1. In particolare il brano “La Serie B” prende ispirazione dalla retrocessione del Vicenza in serie B, ora tra l’altro in Lega Pro. Quella è stata la prima grande delusione della mia vita, in casa piangevamo tutti. Ho vissuto una sensazione di retrocessione esistenziale quindi ho voluto rendere omaggio a tutte quelle persone che vivono in serie B ma lottano a testa alta come fossero in serie A. Per quanto riguarda il brano “Alonso” mi sono lasciata coinvolgere dall’irrazionalità ispirandomi all’attitudine vera e sanguigna di un atleta bravo come Alonso che non si lascia mai scalfire dalle difficoltà».

In attesa del tour che, a questo giro, avrà molta carne al fuoco, il brano più interessante di “2640”  è “Lava: « Si tratta di un brano violento e senza filtri, ispirato a “Tahiti” di Bat For Lashes, artista che amo molto, e a un suo brano in cui la donna è vista come massaia. Io ho voluto buttare lava su questo concetto, dico basta alla Franceschina dolce e cucciolina. Le donne non devono essere serie B, a casa mia tra l’altro hanno sempre comandato le donne. Non c’è altro da aggiungere».

Raffaella Sbrescia

Nel 2018 Francesca inizierà anche una nuova importante avventura live nei principali club di tutta Italia. Dopo l’anteprima di Parma il 16 marzo, il tour prodotto e distribuito da Live Nation partirà da Milano il 17 marzo, e toccherà poi Torino, Brescia, Bologna, Trento, Roncade (TV), Catania, Perugia, Maglie (LE), Modugno (BA), Roma, Napoli e Firenze.

I biglietti per le date sono in vendita su Ticketmaster.it, Ticketone.it e tutti i punti vendita autorizzati.

Video: Vulcano – Showcase

LA TRACKLIST

 

COMUNICARE (Michielin)

BOLIVIA (Michielin)

NOLEGGIAMI ANCORA UN FILM (Michielin, Faini)

IO NON ABITO AL MARE (Michielin, Calcutta)

TROPICALE (Calcutta, Faini)

E SE C’ERA…. (Paradiso, Faini)

SCUSA SE NON HO GLI OCCHI AZZURRI (Michielin)

VULCANO (Michielin, Faini)

DUE GALASSIE (Michielin)

LA SERIE B (Michielin, Calcutta)

TAPIOCA (Michielin, Cosmo, Calcutta)

LAVA (Michielin, Faini)

ALONSO (Michielin)

Francesca Michielin: un tour nei club, gli studi da compositrice e nuove canzoni nel cassetto

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Continua l’evoluzione artistica di Francesca Michielin. La giovane cantautrice ha inaugurato il nuovo tour nei club di20areLIVE al Fabrique di Milano con un concerto in grado di evidenziare nuove e più coinvolgenti sfumature della sua voce e della sua personalità. Accompagnata da Gianluca Ballarin e dai Blastema, Francesca ha modellato la scaletta del “Nice to meet you” tour aggiungendo diverse cover opportunamente riarrangiate in modo personale ma soprattutto sorprendente: «In “Nice to meet you” avevo stravolto il repertorio rendendolo più scarno. Essere da soli sul palco ti fa avere un feedback diverso, gli strumenti diventano una sorta di coperta di Linus. Questo nuovo tour è l’ultima prova di un anno molto ricco. Quello che ho fatto in questi mesi mi ha dato molta sicurezza, esibirmi nei club significherà avere un’attitudine più rock e più immediata», aveva raccontato Francesca ai giornalisti poco prima dell’inizio del concerto, ed effettivamente è proprio questa la più grossa novità. Finalmente disinvolta, libera e sicura, la Michielin ha dato prova di una evidente crescita; il risultato è uno show molto fruibile e senza momenti fermi.

Il concerto inizia con “Battito di ciglia”, con tanto di occhiali da sole e verve ironica; il messaggio è chiaro: mai prendersi troppo sul serio. Intensità in crescendo con “Amazing” e “L’amore esiste”, delicatezza ed intimismo con “È con te” e “Tutto questo vento”. Con il sopraggiungere della combo “Sola” e “Distratto”, la Michielin ha voluto ringraziare Elisa, autrice dei brani in questione: «I prossimi due brani li ha scritti per me Elisa, sono quelli con cui ho iniziato la mia carriera e li dedico a colei che per prima ha creduto in me». L’aspetto più interessante della scaletta proposta è racchiuso nella scelta e nel brillante rimaneggiamento delle cover. Nessuno stravolgimento eccessivo, sia chiaro, eppure la nuova veste di brani come “Sweet Dreams” degli Eurythmics o la già nota versione de “Il mio canto libero” di Battisti o, ancora, “Volcano” di Damien Rice” fanno proprio un bell’effetto.

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Di grande impatto emotivo “Almeno tu”, colonna sonora del film in concorso al Festival del Cinema di Venezia “Piuma”: «A novembre inizierà il conservatorio, sarò lì a studiare composizione. La Francesca sognatrice vorrebbe lavorare come compositrice per musiche da film. Dopo l’esperienza di “Spiderman”, mi sono divertita con “Piuma”; trovo che sia un film intelligente. Quando compongo mi immagino sempre un film, il progressive mi piace in tutte le sue declinazioni», ha spiegato la Michielin alla stampa e, in effetti, i frutti di tanto impegno cominciano ad essere tangibili. L’ultima parte del concerto scorre veloce tra “Tutto è magnifico”, la hit portata al successo con Fedez, “Ho Heydi The Lumineers e l’immancabile successo sanremese “Nessun grado di separazione”.

Gran finale a sorpresa con “Whola Lotta Love” dei Led Zeppelin; Francesca spiazza il pubblico dopo averlo commosso e divertito. La missione è compiuta non rimane che lanciarsi di cuore, di pancia e di testa verso una nuova avventura in studio: «In questo periodo sto scrivendo molto, più sto in giro, più scrivo. Il prossimo album sarà incentrato intorno ad un’idea organica e seguirà un determinato filo conduttore. Per quando riguarda il discorso collaboratori, mi trovo benissimo con Canova, mi capisce alla perfezione. Per il resto so esattamente cosa voglio fare e ci sono persone che penso possano darmi ciò che cerco; li andrò a cercare». Noi la aspetteremo.

Raffaella Sbrescia

L’inarrestabile ascesa di Francesca Michielin. Il racconto del concerto alla Salumeria della Musica di Milano

Francesca Michielin ph Roberta Goberti

Francesca Michielin ph Roberta Goberti

“L’amore non ha un senso, l’amore non ha un nome, l’amore non ha torto, l’amore non ha ragione, l’amore batte i denti, l’amore scalda il cuore”. Scegliamo le parole del bellissimo brano “L’amore esiste” per introdurre il racconto di una piccola magia creatasi sul palco della Salumeria della Musica a Milano in occasione della penultima data del “Nice to meet you tour” di Francesca Michielin. La scelta del brano non è casuale, Francesca trasuda amore: per le parole, per ciascuno degli strumenti che padroneggia, per i dettagli, per le emozioni, per le sensazioni (provate e trasmesse) ad un pubblico caldo, attento, coinvolto.

Alla luce del clamoroso successo riscontrato dal brano sanremese “Nessun grado di separazione”, che continua ad essere il più trasmesso dalle radio italiane, Francesca vive un momento di grande crescita umana e professionale. Con il suo “one woman show” che la vede protagonista del palcoscenico a 360 gradi, la cantautrice dimostra di avere non solo competenza, coraggio, audacia ma anche delicatezza, sensibilità e tatto. I successi dell’album “di20are” si rivestono di suggestione e onirica bellezza grazie ai virtuosismi generati dalla loop station mentre gli inediti “E’ con te”, firmato da Cheope, e “Nice to meet you”, il singolo scritto in occasione del suo primo tour, completano quella che intende essere, con buona ragione, una sorta di autobiografia musicale itinerante. Particolarmente a suo agio in un contesto che facilita il contatto intimo e autentico con il pubblico, Francesca ha spesso parlato di se stessa facendo in modo che lo spettatore potesse rispecchiarsi fedelmente nelle sue parole.

Francesca Michielin ph Anna Vilardi

Francesca Michielin ph Anna Vilardi

Suonando ben cinque strumenti: basso, chitarra, tc helicon, timpano e pianoforte, la giovane artista ha offerto al pubblico delle preziose versioni acustiche di “Battito di ciglia” e “25 Febbraio”, ha inserito delle strofe in inglese all’interno del brano “Distratto”, nuovamente denominato “I wonder about you”, ha dato nuova vita all’amata “Be my husband” (conosciuta nella versione di Damien Rice e Lisa Hannigan), ha omaggiato il suo grande amore per gli Oasis con la leggendaria “Wonderwall”, ha divertito il pubblico con un’originale versione di “Tanto tanto tanto” di Jovanotti e ha mostrato di saper essere sensuale sulle note di “Summertime Sadness” di Lana Del Rey.

Intelligenza, impegno, apertura mentale e artistica saranno le doti che Francesca Michielin porterà anche sul palco dell’Eurovision Song Contest 2016 in programma dal 10 al 14 maggio a Stoccolma. Noi faremo certamente il tifo per lei!

Raffaella Sbrescia

Festival di Sanremo: vince il cantautorato artigianale. Stadio assopigliatutto.

Stadio

Stadio

Con 11 milioni 223 mila spettatori ed uno share del  52.52 per cento, il 66 mo Festival di Sanremo è il più visto degli ultimi 11 anni ed il più seguito sui social. L’attesa finalissima della kermesse conclude la settimana più surreale dell’anno. Ad inaugurare la serata è l’esibizione di Francesco Gabbani che con “Amen” si è aggiudicato la vittoria della categoria “Giovani Proposte”.  Il ripescaggio riporta Irene Fornaciari in gara con “Blu”. Scandito dalla conduzione sobria, veloce e assertiva di Carlo Conti, confermato alla direzione artistica anche per il prossimo anno, il Festival è stato vinto dagli Stadio, un gruppo che ha alle spalle una lunga storia e che ha portato sul palco dell’Ariston un brano con un contenuto importante e che, tra l’altr,o si è aggiudicato il premio della sala stampa radio-tv-web “Lucio Dalla”- sezione campioni e il “Premio Giancarlo Bigazzi” per la migliore musica.  Il loro percorso all’interno del Festival ha incontrato il punto di svolta con la vittoria della serata dedicata alle cover con il brano “La sera dei miracoli”.

Durante la conferenza stampa post Festival, Gaetano Curreri ha dichiarato: «Abbiamo sempre guardato un pò indietro per proiettarci in avanti, ce l’ha insegnato Roberto Roversi. Non pensavamo assolutamente di vincere il Festival.  C’è anche un pubblico giovane che ci segue e vede in noi una band che suona bene. Oggi è la festa degli innamorati, noi siamo innamorati della musica, per noi la musica è tutto. In questi giorni, ha aggiunto,  pensavo al primo Sanremo. Avendo fatto un solo disco, ci accusarono di essere giunti al Festival grazie a Lucio Dalla ma non era così, lui era il primo che censurava le cose che non andavano bene. Abbiamo sempre cercato di portare avanti la nostra carriera pensando alla buona qualità della nostra musica. Sanremo ha un appeal unico, è difficile dirgli di no, soprattutto quando hai una bella  canzone. Ci siamo convinti e abbiamo fatto bene a venirci, abbiamo vinto un premio che ci meritiamo davvero, da domani torneremo a fare concerti , siamo una band on the road».

Francesca Michielin

Francesca Michielin

Seconda classificata la rivelazione Francesca Michielin: la sua canzone “Nessun grado di separazione” l’ha portata al Festival dopo la pubblicazione di “di20”, un disco che mette in luce un’artista giovanissima eppure consapevole, in grado di mettere per iscritto suggestioni, idee, messaggi chiari e definiti. In seguito alla decisione degli Stadio di non partecipare all’Eurovisio Song Contest, la giovane artista parteciperà alla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest: «Mi sento portatrice di un messaggio, mi sentivo in uno stato di grande condivisione con il pubblico, mi sono stimata come cantautrice, a vent’anni si è all’inizio di tutto, non sei neanche ancora nato; il Festival è un’esperienza di grande crescita e il mio sogno sarebbe quello di andare all’Eurovision Contest».

Giovanni Caccamo -Deborah Iurato

Giovanni Caccamo -Deborah Iurato

A chiudere il podio sono Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, un duetto particolare che, attraverso le parole di Giuliano Sangiorgi in “Via da qui”, rielabora l’importanza della parola scusa: «Fare musica non è un lavoro ma una vocazione. L’Italia ha un suo suono, una sua tradizione, la sua identità, il suo cantautorato e il Festival è ancora il posto giusto per dare il giusto risalto a tutto questo», ha dichiarato Caccamo.

Tra gli altri riconoscimenti ricordiamo il Premio della critica “Mia Martini” sezione campioni assegnato a Patty Pravo con “Cieli immensi”, il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo va, invece, ad “Amen”.

Grande delusione per l’attesa ospitata di Cristina D’Avena, indiscussa regina delle sigle dei cartoni animati che hanno accompagnato la crescita delle ultime generazioni di italiani. Il suo intervento è stato un breve medley di brevi strofe di alcune delle più famose sigle del suo repertorio. Il dubbio è che Conti non abbia voluto puntare su di lei al 100%. Diverso il discorso relativo al momento dedicato a Renato Zero: l’artista torna sul palco del Festival cantando Favola Mia, Più su Amico, Nei giardini che nessuno sa, Cercami, Il cielo, I migliori anni, Triangolo, Mi vendo, presenta in anteprima il nuovo singolo tratto dal nuovo album di inediti in uscita il prossimo 8 aprile, intitolato “Gli anni miei raccontano” e si ritaglia il tempo per toccare una serie di tematiche di rilevanza socio-culturale cercando di veicolare chiari messaggi mirati alla sollecitazione della riflessione individuale: «La musica non è una velleità, è un impegno anche sociale, culturale, vorrei che questa dottrina venga insegnata nelle scuole, tra i bambini».

Elio e Le Storie Tese

Elio e Le Storie Tese

Passiamo alle menzioni di merito: la canzone e le performances di Elio e Le Storie Tese dimostrano che si può ancora pensare di fare buona musica senza  doversi necessariamente prendersi troppo sul serio. La loro genialità risiede nella continua ricerca sperimentale e nella voglia di mettersi in gioco anche dopo 30 anni di storia. Plauso anche al coraggio con cui Patty Pravo ha scelto di festeggiare i propri 50 anni di carriera partecipando alla gara come una qualsiasi concorrente. Particolarmente meritevole il brano di Rocco Hunt “Wake Up Wagliò”: un’istantanea della nostra società  fotografata con lucida intelligenza attorniata da un groove sornione. Concludiamo questa panoramica di approfondimento con le parole scelte da Carlo Conti per introdurre il Festival di Sanremo che verrà: «Spero di allargare sempre più questa forbice, quest’anno c’erano colori che lo scorso anno non c’erano. Mi auguro di portare  a Sanremo sempre buona musica e belle canzoni che piacciano a molti». Con questo auspicio rinnoviamo l’appuntamento al prossimo anno con la promessa che continueremo sempre e solo a concentrarci sulla musica, intesa come inesauribile fonte di emozione.

Raffaella Sbrescia

Classifica finale 66 mo Festival di Sanremo

1 Stadio

2 Francesca Michielin

3 Caccamo/Iurato

4 Enrico Ruggeri

5 Lorenzo Fragola

6 Patty Pravo

7 Clementino

8 Noemi

9 Rocco Hunt

10 Arisa

11 Annalisa

12 Elio e le Storie Tese

13 Valerio Scanu

14 Alessio Bernabei

15 Dolcenera

16 Irene Fornaciari

 

 

 

 

 

Francesca Michielin affronta il Festival di Sanremo con freschezza e disinvoltura. L’intervista

Francesca Michielin

Francesca Michielin

La freschezza di una ventenne, la saggezza di una persona curiosa e appassionata, la bravura di un artista che studia per acquisire conoscenze sempre più approfondite. Stiamo parlando di Francesca Michielin che con “di20are”, ritorna sul mercato discografico con i successi dell’album “di20″, uscito lo scorso 23 ottobre, includendo il brano “Nessun grado di separazione”, in gara alla 66ma edizione del Festival di Sanremo e scritta dalla cantautrice insieme a Cheope e a Federica Abbate.

Intervista

Francesca, prendendo spunto dal brano che porti al Festival di Sanremo, quali sono le sei persone che ti hanno permesso di diventare quella che sei oggi?

Sicuramente la mia casa  discografica Sony, che mi ha supportato dall’ inizio, il mio management Martà Donà, con cui lavoro molto bene, poi c’è Elisa con cui ho realizzato il mio primo disco; la sua è stata una scuola d’arte, l’esperienza in studio con lei è stata fondamentale. Proseguendo cito  Michele Canova:  insieme abbiamo fatto una grande ricerca di suoni.  A questo proposito mi sento di dire che l’artista deve concentrarsi sul proprio suono e creare un proprio stile riconoscibile. Sono molto legata anche a Giorgia, lo sono fin da quando io e lei lo potessimo sapere, sono nata il 25 febbraio del 1995 proprio mentre lei vinceva il Festival di Sanremo con “Come saprei”. A prescindere da questo l’ho sempre seguita, mi piace tantissimo! Ieri sera mi ha persino scritto un messaggio di sostegno dicendo che tifa per me. Uno spazio lo merita sicuramente la mia famiglia: senza la famiglia non si va da nessuna parte.

Nel 2012 hai duettato con Chiara Civello. Come sei cambiata rispetto a 4 anni fa?

Ieri sera sul palco dell’Ariston ho raccontato la mia crescita. Con la Civello fu solo un duetto, un gioco divertente; oggi mi sento più consapevole e questa cosa la canto anche nel mio brano. Esco dalle mie insicurezze.

Come concili la vita da cantante e da studente? Lo studio ha influenzato a livello contenutistico quello che fai oggi?

Sono una perfezionista. Quando ho fatto X Factor ero al terzo anno del liceo, ho studiato di notte, ho fatto parecchia fatica, è stata una  battaglia ma sono felice di averla portata avanti. Ora studio composizione al Conservatorio e contestualmente studio alla Cà Foscari. Chiaramente non riuscirò a finire il corso di laurea in tempo ma sì, mi piace studiare e quello che studio ispira quello che scrivo. La cultura in generale aiuta a difendersi.

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Che sensazione si prova a sfidare i tuoi giudici di X Factor?

Più che al centro di una sfida, mi sento onorata e divertita. Elio, Arisa, Morgan si comportano da zii, mi coccolano tanto  e questa dimensione familiare mi piace molto.

Com’è il tuo rapporto con i fan attraverso i social?

Grazie ai social networks l’artista è sceso dal piedistallo. I miei fan sono coinvolti insieme a me in questo percorso, mi piace leggere i loro commenti, sapere cosa  pensano, serve sempre un diretto contatto.

Raccontaci dell’esperienza live con “Nice to meet you”…

Questo tour è stata la mia palestra, attraverso gli strumenti che suono sono riuscita a creare una dimensione intima con il pubblico. Tutto questo mi ha aiutato a gestire lo stress, l’ansia, il fiato ed è stato molto gratificante.

Se non partecipassi in gara, guarderesti il Festival? 

Il Festival è nel Dna italiano, gli vuoi bene a prescindere perché è dentro di te. Personalmente lo seguo da sempre, mi piace. Conti ha fatto una scelta bella, quest’anno c’è di tutto: ci sono io che a vent’anni “esco dalla scatola” e c’è Patty Pravo che festeggia 50 anni di carriera.

Come definiresti “di20are”?

Si tratta della sintesi e del racconto di un viaggio che si porta dietro un bagaglio di esperienze iniziato con l’ “Amore Esiste” e che si proietta con entusiasmo nel futuro.

Raffaella Sbrescia

Video: Nessun grado di separazione

Nice to meet you, Francesca Michielin a tu per tu con il pubblico. Le foto del concerto al Quirinetta Caffè di Roma

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Con “Nice to meet you” prende forma la prima avventura live di Francesca Michielin. La giovanissima cantautrice di Bassano del Grappa si è esibita lo scorso 8 gennaio sul palco del Quirinetta Caffè Concerto di Roma per la prima data del suo primo tour. A meno di un mese dalla prossima partecipazione dell’artista al Festival di Sanremo con il brano “Nessun grado di separazione”, scritto da Federica Abbate e Cheope, Francesca Michielin si presenta al pubblico con una particolare autobiografia musicale, uno spettacolo molto intimo che la vede da sola sul palco a contatto diretto con gli spettatori, per dire a chi la ascolta ‘Piacere, sono io, Francesca’. Per il suo tour di debutto, Francesca Michielin ha deciso di fare tutto da sé, presentandosi da sola sul palco e suonando tutti gli strumenti che conosce: pianoforte, chitarra, basso, grancassa e loop station.

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

La scaletta del concerto, in linea con il concept alla base del mini-tour, si compone di appena tredici canzoni, dieci tratte dal repertorio di Francesca e tre cover. Ovviamente presenti le canzoni del suo ultimo lavoro discografico pubblicato lo scorso ottobre su etichetta Sony Music e intitolato di20, spazio anche per un inedito intitolato proprio “Nice to meet you”, una canzone scritta da Francesca appositamente per questa esperienza live che servirà a darle modo di affinare le sue già notevoli capacità e potenziare la presenza scenica. Il “Nice to meet you” tour proseguirà fino al prossimo 30 gennaio e vedrà Francesca esibirsi, nei prossimi giorni, anche a Grottammare, Pordenone, Torino, Salerno e Brescia.

SETLIST:

Battito di ciglia
25 febbraio
Distratto/I wonder about you
Tutto questo vento
Be my husband
Sola
Un cuore in due

Tanto³

L’amore esiste
Nice to meet you
Lontano

Summertime sadness
Amazing

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

Francesca Michielin @ Teatro Quirinetta Caffè ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

Francesca Michielin si racconta in “di20″: l’album della svolta

 FRANCESCA_MICHIELIN_di20_bassa-low

La strategia vincente alla fine è quella di non vedere la crescita come uno sradicamento progressivo, ma come un evolversi ogni giorno. Hegel affermava che la tesi, l’antitesi e la sintesi si succedono logicamente e ogni giorno è necessario contraddirsi. Penso che la forza degli artisti risieda proprio nel fatto di essere inquieti. D’Annunzio diceva “Ama il tuo sogno seppur ti tormenta”, la cosa che riesco a fare meglio, nonostante tutto, è la musica”. Sono queste le nuove inderogabili consapevolezze da cui Francesca Michielin parte per presentare “di20” (Sony Music), un album di inediti che arriva a tre anni di distanza dal disco d’esordio. Un lavoro importante, intimo, ben lavorato, arricchito dalla produzione artistica di Michele Canova Iorfida e che vanta le collaborazioni di Fortunato Zampaglione, Ermal Meta, Fausto Cogliati, Matteo Buzzanca, Federica Abbate, Colin Munroe, April Bender, Viktoria Hansen e Negin Djafari. Undici brani in cui Francesca mostra se stessa senza filtri ed è bello scoprire una giovane donna di grande intelligenza e di invidiabile maturità. «Mi sono concessa tre anni di esperimenti e collaborazioni. I dischi si fanno con calma, pensando, ragionando cogliendo l’istinto della scrittura. Finché non si capisce che cosa si vuol dire si può anche stare in silenzio. Non bisogna sovraesporsi», racconta la giovane cantautrice esponendo una filosofia in netta controtendenza con le logiche contemporanee.

«Questo album è un completo featuring con me stessa. “Di20” racconta molto di me, il mio percorso di crescita in musica, la mia visione della vita e del mondo che mi circonda. C’è stata anche una crisi, un continuo interrogare me stessa alla ricerca di qualcosa di vero da dire. Nel processo, di fatto, non ho distrutto niente di quello che ero all’inizio: nella sintesi c’è molta sincerità. In queste canzoni credo moltissimo e c’è molta coerenza. Dopo XFactor ho vissuto in maniera traumatica questo inizio, avevo paura. Mi sentivo cambiata, non capivo. Quando hai sedici anni qualsiasi cosa canti non sei credibile, a sedici anni di cosa puoi parlare? Pian piano ho imparato a scoprirmi e alla fine posso dire di essere contenta di aver iniziato così giovane, nessuno potrà dire fra un anno la Michielin è finita perché,  in realtà, ho una vita davanti per continuare a dimostrare musicalmente qualcosa», spiega Francesca, mostrandosi timida eppure risoluta nelle sue affermazioni di spessore.

Francesca Michielin live @ Unicredit Pavilion - Francesco Prandoni

Francesca Michielin live @ Unicredit Pavilion – Francesco Prandoni

«Per quanto riguarda il titolo e la copertina del disco abbiamo scelto “di20” per esprimere il concetto di diventare. Poi c’è l’icosaedro con venti facce, venti lati di me, che rappresentano le mie tappe da 0 a 20 anni. E’ un disco ricco di simboli, dall’occhio di “Battito di ciglia” al prisma di “L’amore esiste”. Le illustrazioni sono state realizzate da Anna Neudecker in arte LaBigotta». Parlando della lavorazione del disco Francesca ha spiegato: «Mi sono presentata a Michele Canova appena ventenne con le idee un po’ ribelli ma soprattutto con la paura dello scontro, invece ho trovato una persona meravigliosa. Lui ha abbracciato con entusiasmo questo progetto e mi ha lasciato molto spazio. Questo è un album in cui mi sono messa molto in gioco nei testi. Mi ha fatto crescere ancor più la voglia di fare questo mestiere. Ho scritto, e scrivo, brani sia in inglese sia in italiano (in verità amo molto anche il francese…) solamente perché alcuni pezzi suonano meglio in una lingua o nell’altra. Un caso particolare è il brano Almeno tu, che è nato in inglese e poi l’ho tradotto in italiano, e non è stato facile! La vera sfida è essere originali rimanendo comprensibili e vorrei sforzarmi a fare sempre più cose in italiano, che una lingua legnosa ma ricca e interessante. Questo disco è un featuring con me stessa, a me piace fare duetti perché ti permettono di crescere e ampliare la visione della musica ma voglio far conoscere anche quello che faccio e che ho fatto prima dei featuring. Non sono state inserite nell’album le versioni estese di “Cigno nero”, perché non ho ancora scritto il testo giusto e di “Magnifico”, di cui esiste invece una versione che sembra la risposta della ragazza a quello che canta Fedez nel suo brano.  Il disco si chiude con “25 febbraio”,  un pezzo molto complesso. Si tratta di una sorta di dialogo tra la me nella pancia della mia mamma e la Francesca di ora, un racconto tra la me stessa che deve nascere e quella che sono adesso», racconta Francesca lasciando intravvedere tutta la cura, l’impegno e la dedizione con cui ha lavorato ad un album di respiro internazionale e che mette in risalto la sua nuova maturità artistica.

Francesca Michielin live (scatto presente sulla pagina Facebook dell'artista)

Francesca Michielin live (scatto presente sulla pagina Facebook dell’artista)

Subito dopo l’incontro con la stampa, Francesca Michielin si è esibita in uno speciale concerto all’interno dell’Unicredit Pavilion di Piazza Gae Aulenti nell’ambito dell’MTV Music Week. In scaletta tutti i brani del nuovo disco ma anche i successi tratti dall’album d’esordio. Una prova live intensa, arricchita da un’acustica eccellente e da sontuosi arrangiamenti intrisi di suoni elettronici. Convincente dal punto di vista vocale, Francesca Michielin ha dimostrato di essere anche una brava musicista polistrumentista e siamo sicuri che nel corso del tempo potrà fare sempre meglio.

Raffaella Sbrescia

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Setlist

L’amore esiste
Battito di ciglia
Tutto questo vento
Almeno tu
Distratto
Io e te
Amazing
Honey Sun
25 febbraio
Sons And Daughters
Sola
Un cuore in due
DiVento
Lontano
Magnifico
Tutto quello che ho

Video: Lontano

Instore tour

francesca michielin cover instore