Francesco Gabbani live al Carroponte: non solo tormentoni

Francesco Gabbani live @ Carroponte

Francesco Gabbani live @ Carroponte

Il grande pubblico lo acclama come l’uomo dei tormentoni ma Francesco Gabbani è qualcosa di più. Le sue canzoni sono doppiamente brillanti perché s’insidiano nella psiche di chi le ascolta nonostante inglobino al loro interno una complessa struttura semantica. Con questa nuova tornata live, Gabbani abbraccia il vecchio e nuovo pubblico ma con un obiettivo preciso: presentarsi come poliedrico cantautore e discreto polistrumentista. Sul palco del Carroponte di Sesto San Giovanni, Gabbani ha sfidato i temporali estivi con un viaggio ricco di colpi di scena. Tantissimi i bambini presenti, a testimonianza del fatto che l’artista sia riuscito a trovare il modo di piacere un po’ a tutti. Il concerto, con una scaletta comprensiva di 21 brani, prende il via a ritmo di percussioni con “Magellano”, title track del suo ultimo album di inediti. A seguire “Software” e qualche incursione in “Eternamente ora”. Le cartucce da artiglieria pesante come “Tra le granite e le granate” vengono sparate quasi subito. Spazio al romanticismo, alle parentesi strumentali, alle emozioni, alla sorpresa, alla gratitudine. Gabbani è soprattutto un performer ma è anche un artista attento all’analisi della società contemporanea e al rispetto dei valori. Il cantautore non perde mai occasione di ringraziare il suo pubblico e di mettere in evidenza il bisogno di sincerità, immediatezza e desiderio di pace dello spirito. Tra gli highlights del concerto c’è ovviamente “Occidentali’s karma” ma ci sono anche l’ottima cover di “Susanna” di Celentano e “Vengo anch’io. No, tu no” di Iannacci, due mostri sacri a cui Gabbani si sente particolarmente affine seppur per differenti ragioni. Non solo canti e balli spensierati, il pop-rock di Gabbani si regge su una struttura solida e ascoltarlo rappresenta un’esperienza in grado di unire l’utile al dilettevole.

 Raffaella Sbrescia

SET LIST:
Magellano
Software
Tra le granite e le granate
Per una vita o per altre cento
In equilibrio
La strada
Occidentali’s karma
A moment of silence
Clandestino
Eternamente ora
Susanna
Immenso
Maledetto amore
I dischi non si suonano
Spogliarmi
Amen
Vengo anch’io, no tu no
La mia versione dei ricordi
Il vento si alzerà

Bis:
Foglie al gelo
Pachidermi e pappagalli
Occidentali’s karma

Eurovision Song Contest 2017: la rivincita dell’autenticità con Salvador Sobral

Salvador Sobral vincitore dell'Eurovision Song Contest 2017

Salvador Sobral vincitore dell’Eurovision Song Contest 2017

“Essere o dover essere. Il dubbio amletico”, così si apre il testo di “Occidentali’s Karma”, la canzone con cui Francesco Gabbani ha gareggiato ieri sera sul palco dell’International Exhibition Centre di Kiev nell’ambito del Eurovision Song Contest 2017 classificandosi in sesta posizione e aggiudicandosi il premio della sala stampa. Chissà cosa sarebbe successe se Francesco avesse tradotto il testo in inglese, magari gli europei avrebbero capito il reale messaggio della canzone. Nel dubbio, è consolante sapere che se non il beniamino di casa, abbia vinto Salvador Sobral con “Amar pelos dois”. Se le sarcastiche riflessioni condite da una simpatica coreografia non hanno incontrato il favore di tante delle 42 giurie di qualità chiamate ad esprimere la propria preferenza, fa piacere constatare che la scelta sia ricaduta sulle emozioni. La canzone del cantautore portoghese, composta insieme a sua sorella, sancisce l’urgenza dell’empatia emotiva. Risulta scomodo scoprirsi rinunciando ai lustrini, risulta audace, quasi pericoloso, esporsi in prima persona mettendo a nudo le proprie fragilità eppure, alla fine dei conti, è proprio questo che ci unisce, aldilà dei confini geografici e culturali. “Celebrate Diversity”, citava lo slogan dell’Eurovision, a questo punto in un mondo intriso di musica “usa e getta” è giusto riportare l’attenzione sull’autenticità, sull’urgenza espressiva, sulla condivisione del dolore. A ribadirlo è lo stesso Sobral proprio durante il discorso di ringraziamento alla fine della kermesse più caciarona dell’anno: “Credo questa potrebbe essere una vittoria per la musica, per le persone che fanno musica con un significato. La musica non è fuochi d’artificio, la musica è fatta di sentimenti, quindi cerchiamo di invertire la rotta e restituire alla musica il suo valore”. Amen, per dirla alla Gabbani.

 Raffaella Sbrescia

Video: Amar pelos dois

Magellano: Francesco Gabbani racconta se stesso e il nuovo album all’insegna della naturalezza

COVERmagellanoEsce oggi per Bmg “Magellano”, il nuovo disco di Francesco Gabbani. Gli spartiti musicali dell’album, unitamente alle versioni Canzoniere ed un CD contenente le basi musicali originali, sono contenuti nell’edizione a stampa prodotta e commercializzata da Hal Leonard MGB. Il disco contiene “Occidentali’s Karma”, brano da settimane in vetta alla classifica airplay radio, con 100 milioni di visualizzazioni su Youtube e certificato triplo platino per gli oltre 150mila download e streaming. Un album breve ma ricco di contenuti e di generi, un lavoro eterogeneo che spazia dall’ironia all’intimismo senza troppi fronzoli. Ispirato al nome del navigatore ed esploratore portoghese Magellano, l’album intende rifarsi all’idea del viaggio, inteso soprattutto come percorso esistenziale. A spiegarlo è lo stesso Gabbani: «Il titolo parte dal concetto di viaggio ma non tutte le canzoni parlano di questo. Il vero cammino è verso l’ignoto che c’è dentro ciascuno di noi; una delle cose più difficili da fare e conoscersi per poi accettarsi. Il file rouge di questo lavoro è la curiosità di chiedersi il perché di alcune sfaccettature della nostra esistenza; si tratta di un concept album involontario».

Il nuovo album riunisce nuovamente assieme a Francesco Gabbani, gli altri co-autori di Occidentali’s Karma, ovvero Filippo Gabbani, Fabio Ilacqua e il produttore Luca Chiaravalli: «La genesi dell’album risale all’inizio del 2016, un anno importante, un anno di gratificazione funzionale a quanto fatto fino ad allora. Questo disco porta il mio nome, simboleggia la mia espressività ma è anche il frutto di una collaborazione che a me ha portato gioia e serenità perché fondata su veri valori umani. I miei collaboratori sono l’equipaggio di un vascello in cui ognuno ha dato il suo contributo senza desideri di prevaricazione. Ciascuno ha avuto il suo spazio in un clima di grande armonia e naturalezza che mi rende ancora più soddisfatto di questo lavoro», ha spiegato Francesco Gabbani. Soddisfatto sì, ma con i piedi ben saldi per terra: «Questo è stato un anno importante, avevo rinunciato all’idea di esprimermi personalmente come artista ma non ho mai abbandonato la musica. Oggi si pensa che per vivere di musica si debba essere famosi. Io non la penso così, in questi anni ho continuato a scrivere, l’ho fatto per Celentano, Renga, Fabio Ilacqua. Tuttora ricevo proposte di collaborazione in veste di autore, chiaramente cercherò di dedicarmici al più presto. La mia soddisfazione non viene dalla recente fama bensì dal fatto che sono riuscito a fare della mia musica il mio mestiere. Oggi mi sento più legittimato a farlo anche per chi ha sempre creduto in me in tempi non sospetti, dapprima come autore e poi come artista; su tutti il team di Bmg». A chi ha provato a muovere critiche rispetto ai tempi di lavorazione del disco, Gabbani risponde così: «Mi sento ben rappresentato da questo disco perché riassume in maniera esaustiva le mie sfaccettature. Non ho sentito nessuna pressione e non mi sono curato delle aspettative che c’erano nei miei riguardi dopo la vittoria del Festival. La produzione è avvenuta dopo Sanremo, l’unico brano composto per intero in questa fase è stato “Tra le granite e le granate” (prossimo singolo) mentre la scrittura dei brani era già stata completata per l’80% in un periodo precedente. Tra le altre cose, in autunno avevo appena concluso lo scorso tour e poi sono stato impegnato a comporre la colonna sonora per il film di Fausto Brizzi “Poveri ma ricchi” che mi ha dato tanta soddisfazione».

Francesco Gabbani ph Chiara Mirelli

Francesco Gabbani ph Chiara Mirelli

Dato tra i favoriti all’Eurovision Song Contest, Gabbani dimostra di avere le idee chiare anche qui: «Cerco di non pensarci più di tanto, da un lato sono veramente entusiasta, dall’altro cerco di non caricarmi di troppa responsabilità. Vorrei affrontare quest’avventura in modo molto semplice, non farò particolari sforzi, mi proporrò in modo molto naturale e non ricorrerò a nessun escamotage per attirare attenzione. Ovviamente ci sarà la scimmia per dare al pubblico europeo la possibilità di conoscere la performance originale ma poi il suo percorso potrà ritenersi concluso. Il brano subirà il taglio della seconda strofa per motivi di regolamento ma abbiamo fatto in modo che restasse intatto l’impatto dinamico dello special. Per il resto ho avuto una risposta e un supporto internazionale che non mi aspettavo, punto ad un contesto internazionale cercando di valorizzare la nostra lingua. Per quanto riguarda il disco, infine, la versione che uscirà all’estero avrà il titolo in inglese, una cover diversa e sarà comprensiva del brano “Amen”.Lo so farò una grave contravvenzione alla ricorrenza del numero 9 che accompagna questo progetto e la mia vita ma ne varrà la pena (ride ndr)». A chi invece viene da pensare come faccia a gestire tutto questo improvviso successo, il cantautore risponde: «Per gestire bene quello che mi sta succedendo vivo in modo molto naturale, non mi pongo troppi problemi, sono arrivato a questo punto della mia carriera quando la mia personalità si era già formata. Non sono più un ragazzino, non vivo il dualismo tra popstar e uomo, sono quello che sono e non mi spaventa il successo, vivo tutto con gioia e il successo ottenuto da “Occidentali’s Karma” mi fa pensare che il brano abbia ormai una sua vita. Le canzoni sono di chi le vive e le fa diventare sue. Sono un po’ osservatore di questa canzone e sono orgoglioso di presentarla in italiano».  Proprio lui che si è imposto al pubblico con brani di facciata ironica, in questo disco non rinuncia all’emotività, soprattutto ne “La mia versione dei ricordi” e “Spogliarmi”: «Tengo a precisare che non è vero che preferisco far emergere il mio lato ironico per nascondermi, questa è una parte della mia espressività. In un sistema frenetico e veloce, la dimensione scanzonata cattura subito l’attenzione però è anche vero che un brano come “Spogliarmi” riesce a rappresentarmi al meglio: una volta raggiunti gli obiettivi, l’unico modo per salvarci è spogliarci di tutto per ritrovare la fame di nuove cose. Considero questo brano allo stesso modo de “Il vento s’alzerà” contenuto nel mio disco precedente». Il 27 maggio a Roma, Francesco Gabbani condurrà i TIM MTV Awards, che saranno trasmessi in diretta su MTV, MTV Music e VH1 mentre il tour ufficiale, organizzato da International Music and Arts, partirà il 19 giugno da Verona: «Per quanto riguarda il tour, farò riferimento a tutto il mio repertorio mettendo in scaletta anche qualche brano del mio primissimo lavoro, la parte visiva avrà un peso relativo perché io stesso cerco di darmi molto sul palco. A chi, invece, dice che sono troppo prezzemolino in tv, rispondo che mi basta la mia musica e che ho accettato di condurre gli Mtv Awards perché è una dimensione che non mi allontana dal mio essere artista e perché negli anni sono stati tanti i cantanti a condurre questa kermesse». 

Raffaella Sbrescia

Video: Occidentali’s Karma

Francesco Gabbani porta il suo pop antropologico a Sanremo con “Occidentali’s Karma”. Intervista

Francesco Gabbani - Occidentali's Karma

Francesco Gabbani – Occidentali’s Karma

Francesco Gabbani partecipa al 67esimo Festival di Sanremo con “Occidentali’s karma”,  brano scritto insieme al fratello Filippo Gabbani, a Fabio Ilacqua e a Luca Chiaravalli. Il brano sarà contenuto nel nuovo disco che verrà pubblicato, a fine aprile, da BMG Rights Management (Italy) con la produzione artistica di Luca Chiaravalli. “Occidentali’s karma” è un brano pop elettronico che nasconde una doppia personalità. Dietro una melodia pop accattivante e una ritmica coinvolgente, cela infatti un invito a riflettere sul nostro modo di vivere.

Intervista

Ti aspettavi un riscontro tanto caloroso da parte del pubblico?

Sinceramente un brano così fuori dagli schemi sanremesi era un’incognita. Il testo è quasi ermetico e necessità di essere capito. Molti si fermano solo all’aspetto ironico del mio fare musica ma alla fine va anche bene così. Mi piacerebbe divertire e coinvolgere poi ovviamente spero sempre che venga colta anche la dimensione più profonda che sta aldilà della facciata. Ciò detto, non mi aspettavo questa riposta da parte del pubblico e mi fa un grandissimo piacere.

Da dove arriva l’idea della scimmia?

L’idea della coreografia viene dalla necessità di voler sdrammatizzare perché per quanto il brano abbia una facciata ironica, in realtà è molto serio. Si tratta anche di un concetto ripreso dal libro dell’antropologo Morris che prende in considerazione l’idea dell’essere umano non come essere pensante ma come una specie di scimmia. Siamo evoluti intellettualmente, cerchiamo la risoluzione delle cose ma il movente di base è il soddisfacimento delle nostre necessità primordiali. Si tratta chiaramente di una provocazione ma sono il primo a sottopormi a questa critica, addito prima di tutto me stesso e poi estendo queste riflessioni a tutti.

Non pensi che possa trattarsi di un’arma a doppio taglio?

Sicuramente può esserlo ma se non ci si assume dei rischi non si può arrivare a scoprirlo.

Un po’ come è successo con “Amen”?

Sì, sebbene il brano abbia avuto tanto successo non è che in realtà sia stato capito da tutti. Nel corso del 2016 ho imparato a capire dal tipo di complimento che mi veniva fatto se il brano fosse stato capito o meno. In ogni caso la musica pop per me è soprattutto condivisione e intrattenimento sennò non farei quello che faccio o quanto meno non lo farei nelle circostanze in cui mi propongo.

Quest’anno consolidi la collaborazione con tuo fratello?

Sì ho lavorato alla scrittura del brano anche insieme a lui e l’ho portato con me anche in tour visto che suona la batteria.

Hai unito l’aspetto dissacrante con l’impegno di un testo serio. Ti senti fautore di una nuova formula pop?

Sarebbe fantastico pensarla così, per ora mi limito a cercare di esprimere quello che sento. Fare musica rappresenta un modo per esprimermi, questa bivalenza tra ironia e riflessione corrisponde a come sono io nella realtà di tutti i giorni. Sono uno che vive in maniera istintiva cercando di gioire del momento però poi mi dedico lo stesso a prolungate riflessioni. Cerco di ragionare e di approfondire tutto ciò che faccio.

Video: La coreografia di “Occidentali’s karma”

In base a questi ragionamenti cosa dobbiamo aspettarci dal tuo nuovo disco?

Il disco rispetterà le linee guida di “Occidentali’s karma” ed è quasi al 90% della lavorazione. Le due forze che attraversano il dualismo del brano si sposano in maniera sinergica per cui mi piacerebbe pensare ad un disco che si basa su una profonda leggerezza.

Pensi di aver fatto un salto in avanti nella scrittura?

Ci terrei a specificare che questo lavoro è il frutto della collaborazione con i miei coautori.  Fabio Ilacqua, ad esempio, vive fuori dal mondo ed è dotato di una cultura gigantesca. Io rappresento la parte più pop e contemporanea.

Per quanto riguarda la tua esperienza nelle vesti di compositore per la colonna sonora di “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi cosa ci racconti?

Per me è stata un’esperienza completamente nuova. Il regista mi ha chiamato e mi ha espressamente chiesto di comporre. Ho subito chiarito che non avrei potuto fare cose particolarmente ricercate ma lui mi ha voluto lo stesso. Il mio approccio è stato quello di un entusiasta principiante e ho scoperto un nuovo modo di fare musica. Se mi ricapitasse un’occasione simile, lo rifarei anche se non è una mia prerogativa. Preferisco scrivere canzoni.

Video: “Occidentali’s karma”

E la collaborazione con Celentano per il brano “Il bambino col fucile”?

Non l’ho incontrato né sentito, il contatto è stato sentire la sua voce sul mio brano. Per me è stata la ciliegina sulla torta di questo 2016, tra l’altro anche l’arrangiamento è rimasto lo stesso e per me è stata davvero una soddisfazione enorme.

Pensando al fatto che all’epoca anche lui ha rotto gli schemi con la sua musica, senti di poter esser accostato a lui in qualche modo?

Chiaramente non è un fatto voluto ma mi fa molto piacere pensare a un possibile accostamento ad Adriano perchè ho sempre avuto una grande stima per lui che  è riuscito a stimolare le più svariate riflessioni. Mi dispiacerebbe se qualcuno giudicasse il mio atteggiamento un po’ scimmiottante nei suoi confronti.

In realtà quello che si percepisce è che non ti prendi troppo sul serio…

Questo fa parte del mio modo di essere. Credo nell’autoironia e quando la noto negli altri, la reputo un sintomo di grande intelligenza.

Parlando di Oriente, ci sei mai stato?

No, ma ne sono affascinato. Spero di andare presto in Giappone.

Le tue attività agricole come procedono?

Ultimamente le ho messe un po’ da parte anche se continuo ad avere una forte attrazione verso tutto ciò che è legato alla natura. Quando ho voglia di divertirmi non vado in discoteca, preferisco andare in un bosco o in cima alla vetta di una montagna.

Come sono andati i live del 2016?

C’è stata una buona affluenza, è stato molto appagante. Ho suonato i brani tratti dal mio ultimo album, qualcosa di meno recente e qualche cover; su tutti Jannacci, Battisti, Mogol, Celentano. A giugno inizierà il nuovo tour ma devo ancora iniziare a pensarci.

Raffaella Sbrescia

Il saluto di Francesco Gabbani:

Francesco Gabbani: dal successo di “Amen” all’ album “Eternamente ora”. Intervista

Gabbani

Dopo aver vinto la 66° edizione del Festival di Sanremo, il Premio della Critica Mia Martini nella sezione Nuove Proposte e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo, Francesco Gabbani, attualmente impegnato con un tour promozionale in giro per l’Italia per presentare il suo disco  “Eternamente ora”, continua a riscuotere un grande successo di pubblico e di critica e il video di “Amen”  (http://vevo.ly/fCdDwW ), brano in programmazione su tutti i principali network radiofonici e in vetta alle classifiche airplay radio, ha già superato 2 milioni e 500 mila visualizzazioni. Ritratti di note ha incontrato il cantautore a Napoli, in occasione della promozione del disco.

Intervista

Francesco, primo a Sanremo 2016 nelle Nuove Proposte, Premio della Critica Mia Martini e Premio come Miglior Testo per la canzone “Amen”…

E chi più ne ha, più ne metta… si, è stato uno scenario incredibile, non mi aspettavo di ricevere tutti questi premi, per me hanno un doppio valore, sono un po’ una ricompensa di tutto il percorso che ho alle spalle. Oggi ho 33 anni e scrivo canzoni da quando ne avevo 12; un po’ di strada ne ho fatta e devo dire che questo è un momento fantastico.

Scrivi canzoni sin da quando eri giovanissimo, ma in realtà sei nato tra gli strumenti musicali…

Si, è proprio il caso di dirlo. Da quando sono nato e ancora tutt’oggi, mio padre possiede un negozio di strumenti musicali a Massa Carrara, la mia città. Sono nato quindi davvero tra la musica. Molte persone magari crescendo hanno un rifiuto per le cose nelle quali sono nate, per me non è stato così, anzi questo è servito a farmi capire che la musica sarebbe stata la mia forma d’espressione.

Citiamo anche Fabio Ilacqua, l’autore di “Amen”

Assolutamente, senza di lui non sarebbe nata questa canzone…

“Amen” è una canzone ed una parola che ha una duplice chiave di lettura; esprime una serena accettazione e un input al cambiamento.

Sì, proprio così, “Amen” esprime da una parte una accettazione consapevole delle cose, dall’altra parte, in maniera sarcastica, ci consiglia di fare il contrario, di impugnare le nostre vite e capire che noi stessi siamo gli artefici del nostro destino.

Oltre ad “Amen”, il disco contiene sette probabili singoli, ma io faccio il tifo in particolare per la canzone “Software”; il ritornello “Lampadina accenditi” ti entra subito nella testa…

Mi fanno piacere le tue parole, in realtà anche io sono molto legato a questa canzone; parla un po’ del rapporto che abbiamo con la tecnologia. Oggi grazie al web, ai software, alla tecnologia, abbiamo tante facilitazioni; nonostante questo lato positivo però, è anche vero che dovremmo tornare a vivere in maniera più consapevole, senza illuderci che queste cose possano farci cambiare completamente. Nella canzone dico “rimango dell’dea che serva un’idea”, ecco quello che conta sono le idee…

Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Francesco, “Eternamente Ora” è un album che offre tanti spunti di riflessione…

Si, dal punto di vista musicale il sound elettronico dell’album ti fa ballare, muovere, ma dal punto di vista dei testi, offre spunti di riflessione su tante sfaccettature della nostra vita; nell’album si parla del concetto di paura sociale, del rapporto tra individualità e  collettività, ma anche di sentimenti e d’amore.

Nel disco c’è una canzone che si intitola “La Strada”. Che cosa vede Francesco Gabbani al momento sulla propria strada?…

Al momento mi cerco sulla strada, proprio come nella canzone. Ognuno di noi si cerca sulla propria strada; siamo individui perennemente in viaggio e la strada passo dopo passo ti fa capire chi sei…

Un altro pezzo dell’album che voglio citare  è “In equilibrio”, del quale è autore tuo fratello Filippo Gabbani.

Si, Filippo sarà il batterista nel tour, mi fa contemporaneamente da coautore e road manager e cosa più importante, da fratello. La canzone è stata mixata da Luca Pretolesi a Las Vegas. Devo ringraziare per questo anche il produttore artistico del disco Pat Simonini.

“Eternamente Ora” è anche un invito a “cogliere l’attimo”…

Si certo. S tratta di un invito a vivere profondamente il presente senza le paure del passato e senza preoccuparsi troppo del futuro. Viviamo pienamente il presente.

Progetti di live imminenti?…

I live dovrebbero partire a maggio. Per essere aggiornati seguitemi sui social e sul sito www.francescogabbani.com

Giuliana Galasso

Acquista su iTunes

Video: Amen

“Eternamente Ora” – Tracklist

1 La strada

2 Amen

3 Per una vita

4 Software

5 Eternamente ora

6 In equilibrio

7 Prevedibili

8 Il vento si alzerà

 

Ancora un successo in termini di ascolti per un Festival di Sanremo sobrio e leggiadro

Francesco Gabbani - Vincitore categoria "Nuove Proposte"

Francesco Gabbani – Vincitore categoria “Nuove Proposte”

Con 300mila spettatori in più rispetto alla quarta puntata dello scorso anno, il penultimo appuntamento con il Festival di Sanremo 2016  conquista 10 milioni 164 mila spettatori con uno share del 47.81 per cento testimoniando un tangibile e costante successo in termini di ascolti. La diretta, durata ben 4 ore, è iniziata con la sfida tra i finalisti della categoria Giovani: Mahmood, Gabbani, Chiara Dello Iacovo, Ermal Meta portano sul palco i loro sogni e la loro freschezza. Ascoltarli è un piacere, speriamo che possa esserlo anche ascoltare i rispettivi album.  Ad aggiudicarsi la vittoria finale della categoria “Nuove proposte” è Francesco Gabbani con “Amen” mentre Chiara Dello Iacovo vince il premio della critica con “Introverso”. Sul palco anche Miele con “Mentre di parlo”, la cantautrice è stata invitata ad esibirsi da Carlo Conti dopo le problematiche tecniche occorse durante  il processo di votazione in sala stampa.

Elisa

Elisa

La lunga diretta prosegue con le esibizioni di tutti i 20 big in gara, man mano che gli ascolti si ripetono è facile cogliere nuove sfaccettature, pregi e punti deboli sia dei brani che dei relativi interpreti. Alla luce di quanto ascoltato ieri sera, le migliori performances risultato essere quelle di Annalisa (Diluvio Universale), Arisa (Guardando il cielo), Stadio (Un giorno mi dirai), Rocco Hunt ( Wake Up). Deludono i Bluvertigo (protagonisti di uno straordinario tribute show dedicato a David Bowie nella Lounge di Casa Sanremo), inconsistente anche la prova dei Dear Jack (Mezzo respiro)  e di Lorenzo Fragola (Infinite volte). Il flusso della serata, sobrio e leggiadro, scorre via senza particolari intoppi, la super ospite della serata è Elisa: il suo medley mette in risalto l’aulica eleganza di una voce in grado di emozionare sempre, che sia in italiano o in inglese. Nelle vesti di black angel, Elisa incanta la platea e gli schermi dei telespettatori con “Luce”, L’anima vola”, Gli ostacoli del cuore” e l’ultimo singolo “No Hero”. Il barometro del trash viene equamente bilanciato dalle performances  di J. Balvin e Lost Frequencies.  Sottotono l’intervento di Enrico Brignano, poco entusiasmante anche la gag con Alessandro Gassmann e Rocco Papaleo. Non rimane dunque che attendere la finalissima di stasera per scoprire quali saranno le cartucce che Carlo Conti ha deciso di sparare alla fine.

Raffaella Sbrescia

Finalisti:

Rocco Hunt

Noemi

Alessio Bernabei

Valerio Scanu

Arisa

Elio e le storie tese

Clementino

Enrico Ruggeri

Francesca Michielin

Giovanni Caccamo – Deborah Iurato

Dolcenera

Lorenzo Fragola

Annalisa

Stadio

Patty Pravo

Concorrenti a rischio eliminazione:

Neffa

Zero Assoluto

Dear Jack

Bluvertigo

Irene Fornaciari

 

Intervista a Francesco Gabbani: “Scrivere canzoni è la mia forma di espressione”

francesco_gabbani_-_i_dischi_non_si_suonano

Francesco Gabbani è un polistrumentista e un cantautore. Figlio d’arte, classe 1982, Francesco si dedica da sempre alla musica scrivendo, arrangiando e suonando praticamente tutti gli strumenti che servono per realizzare le sue canzoni con un unico obiettivo: trasmettere emozioni. Dopo un intenso e gratificante percorso artistico vissuto insieme ai Trikobalto, il cantautore ha intrapreso la carriera da solista. In questa intervista Francesco ha parlato di sé a 360 gradi, senza tralasciare un doveroso approfondimento relativo al suo album “Greitist Iz” e al fortunato singolo “I dischi non si suonano”.

Sei un cantautore e polistrumentista da sempre vicino alla musica. Il tuo percorso è ricco di esperienze molto eterogenee tra loro…ci racconti la fase di studio, quella degli inizi e quella attuale?

Sono nato in un ambiente musicale, mio padre era un musicista ed ha sempre avuto un negozio di strumenti musicali. Ho cominciato a suonare la batteria quando avevo soltanto 4 o 5 anni, poi ho iniziato a suonare chitarra seriamente intorno ai 9 anni. In seguito mi sono reso conto che scrivere canzoni era la mia forma di espressione e, intorno ai 14 anni, ho cominciato a buttare giù i primi testi. All’età di vent’anni ho vissuto la mia prima esperienza discografica: un contratto con Sony BMG insieme ai Trikobalto mi ha regalato esperienze molto importanti… tanti live, tanti festival come l’Heineken Jammin Festival, siamo stati supporter degli Oasis e degli Stereophonics. Nel 2010, invece, ho deciso di intraprendere il percorso da cantautore solista ed eccomi qua.

“Greatist Iz” è il titolo del tuo primo disco da solista. Quali tematiche affronti e da dove hai attinto le idee per i testi e gli arrangiamenti?

Si tratta di un album piuttosto eterogeneo, sia per quanto riguarda i suoni, sia per quanto riguarda i testi. Si va dal cantautorato al reggae, ad atmosfere più soul. Nei brani ho lasciato convergere l’espressione di quello che sono io spaziando anche verso tematiche più contemporanee come l’approccio facile e superficiale alle droghe da parte dei giovani fino ad arrivare a canzoni prettamente incentrate sull’amore e sull’esistenzialismo.

“I dischi non si suonano” è il tuo ironico e realista nuovo singolo. Cosa racconti in questo brano?

Questo è un brano diverso rispetto ai contenuti del disco. Già dal titolo è facile intuire una matrice chiaramente ironica. Faccio riferimento al diverbio verbale tra i dj e i musicisti: spesso i dj dicono “sono a suonare qui, sono a suonare lì”… Partendo dal presupposto che io non ho nulla contro i dj,  dato che nel videoclip della canzone compare anche il noto dj Joe T Vannelli, ho colto l’occasione per cercare un modo simpatico per riflettere, più in generale, sulla facilità di approccio che offrono i mezzi digitali. C’è un po’ di esubero di ragazzi che si atteggiano ad essere quello che non sono, sono tutti in po’ fotografi, videomaker, artisti, dj… da qui nasce il concetto che “i dischi non si suonano, sono già suonati”.

Hai avuto anche esperienze in veste di autore? Come ti approcci a questo tipo di veste artistica?

Siccome scrivere è, per me, il frutto di una vera e propria esigenza, butto giù canzoni…poi alcune finiscono nelle mie produzioni altre ovviamente finiscono nelle grazie di altri artisti. Questo è ciò che, ad esempio, è successo con Raffaella Carrà, che ha ascoltato dei miei brani e ne ha scelto uno da inserire in un suo lavoro. Al momento ho alcune canzoni nelle mani di artisti molto importanti, tra cui una delle regine della musica italiana, ma non posso ancora rivelare il nome!

Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Per quanto riguarda la dimensione live… che tipo di concerto offri al pubblico e dove potremo ascoltarti dal vivo?

Sui miei canali social potrete scoprire tutto sulle mie date live anche se il vero e proprio tour partirà in autunno e lo stiamo ancora organizzando. Sul palco porto semplicemente me stesso, ad accompagnarmi c’è una band composta da miei collaboratori, denominata Le buone intenzioni. Ho sempre suonato live e la mia dimensione ideale è quella, tra l’altro la forma migliore di divulgazione di un disco è proprio quella di salire sul palco e dargli vita con gli strumenti.

Hai altri progetti e passioni parallele?

Sono amante della ricerca, intesa in senso intimistico. Sono in cerca di quello che può essere il senso della vita per ognuno di noi. Mi ritrovo un po’ allergico al modus operandi tipico del sistema nuovo. C’è tendenzialmente una grande superficialità d’approccio, l’ha vinta chi s’atteggia in un certo modo mentre io cerco le emozioni che nascono dallo stomaco. Sono un grande amante della natura, mi piace molto andare nei boschi, sulle montagne, per ritrovare legame e coerenza con il corso della natura. Cerco artisti musicali e figurativi (pittori e scultori)che, nel corso della storia, hanno cercato di carpire questa unione tra l’essere umano e la natura. Più in generale sono un moderato, non sono selettivo in maniera estrema, prendo il buono in tutto quello che c’è.

Raffaella Sbrescia

Video: “I dischi non si suonano”

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