
Mia madre odia tutti gli uomini_cover

Maldestro
Mia madre odia tutti gli uomini_cover
Maldestro
Maldestro live ph Roberta Gioberti
Non è facile essere innovativi. E questo è un concetto che vale per tutte le epoche storiche e per tutti i contesti.
Si chiamano “geni”, quelli che intravedono nel mare di cose sentite e risentite, scritte e riscritte, dette e ridette, qualcosa di veramente nuovo che si stacchi da tutto ciò che in qualche maniera ha il pregio innegabile di esserne genitore. E’ che in questo mare di cose scritte e riscritte, dette e ridette, sentite e risentite, non è facile nemmeno essere originali. Essere originali ispirandosi a quanto già detto e ridetto, scritto e riscritto nell’ambito di un repertorio, e portare qualcosa di nuovo, di fresco, di qualitativamente pregiato e gradevole.
Questo ha fatto Maldestro nel panorama della canzone d’autore italiana.
Già tenuto d’occhio dai critici negli scorsi anni, che gli hanno conferito nel 2013 un Tenco e molti encomi, il cantautore partenopeo, con la partecipazione al festival di Sanremo, si è proposto al grande pubblico, con “Canzone per Federica”, ottenendo il secondo posto nella classifica delle nuove proposte, il premio Mia Martini, e ricevendo il maggior numero di riconoscimenti come il PREMIO LUNEZIA, il PREMIO ENZO JANNACCI, il PREMIO ASSOMUSICA e il premio conferito dalla REGIONE BASILICATA per il MIGLIOR VIDEOCLIP.
Maldestro live
E così lo ascoltiamo, questo “I muri di Berlino”. E, dopo averlo ascoltato una volta, non possiamo fare a meno di farlo una seconda, ed una terza, e via dicendo, restando sempre più affascinati dalla freschezza di note che arrivano immediate alle orecchie ed al cuore, sulla reminiscenza di grandi classici cui sicuramente si ispirano, ma senza scimmiottare o clonare alcunché: tutto passato attraverso il filtro attento e caratterizzante della penna dell’autore. Certo, la mano di Maurizio Filardo si fa sentire, in arrangiamenti che riecheggiano fraseggi musicali dei primi anni ’90, quando si affacciavano alla ribalta artisti come Silvestri, Fabi, Carmen Consoli, dando nuovamente spinta e vigore ad un genere, quello della canzone d’autore, che nel corso degli anni ’80 aveva visto una fase di declino. Ed è proprio questo il segreto di una riuscita esperienza cantautoriale: non sottovalutare l’aspetto musicale, che deve costituire, al pari dei testi, un elemento caratterizzante ed articolato di ogni singolo repertorio.
Maldestro live ph Roberta Gioberti
Non annoiano, i Muri di Berlino. Scorrono uno dietro l’altro a indurci in riflessioni, a rievocare emozioni, a metterci di fronte a tanti piccoli fatti di vita quotidiana in cui ci riconosciamo, a guardarci, anche nei nostri difetti o fallimenti, con un occhio più indulgente e amorevole. Un cd pieno di poesia, di quella poesia delicata che porta il sorriso su un animo infantile e candido. Nulla di torbido o ridondantemente tormentato. Anche nell’affrontare temi dolorosi, come quello dell’immigrazione, che ogni giorno ci getta sotto gli occhi le vite straziate di migliaia di esseri umani, colpevoli solo di essere nati dalla parte sbagliata. Un cd che commuove, fino alle lacrime. Ma che non manca mai, nella sua poetica, di farci alzare gli occhi al cielo e farci raccogliere un messaggio di speranza.
Quello che possiamo augurarci è che Antonio Prestieri, in arte Maldestro, resti ancora a lungo così “maldestramente”, schietto e genuino, pur continuando in quello che è un percorso che riteniamo ben avviato di maturazione artistica e personale. E che continui ancora a lungo ad accompagnarci con parole e note che sicuramente, fanno bene al cuore.
Leggi l’intervista a Maldestro: http://www.ritrattidinote.it/interviste/i-muri-di-berlino-maldestro-album.html
Prossimamente il cantautore napoletano sarà a
26/04/17
Napoli – Teatro Bellini
11/05/17
Recanati – Teatro Persiani
12/05/17
Parma – Wopa
27/05/17
Vicenza – Festival
29/05/17
Napoli – Digital Music Forum (Conferenza)
30/05/17
Torino – Partita Nazionale Cantanti H 21,00
02/06/17
Battipaglia (SA) – Notte Bianca
25/06/17
Montesano sulla Marcellana (SA) – P.za F. Gagliardi
29/06/17
Salina – Salina Doc Fest
dot
10/07/17
Asti – Asti Musica
15/07/17
Odolo (BS) – Festival D-Skarika
21/07/17
Campo di Pietra (CB) – Jazz in Campo
28/07/17
Sant’Anna di Centobuchi (AP) – Piazza
03/08/17
Treviso – Suoni di Marca
e il Primo Maggio in Piazza San Giovanni.
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti
Maldestro live ph Roberta Gioberti
Maldestro live ph Roberta Gioberti
Maldestro live ph Roberta Gioberti
Maldestro live ph Roberta Gioberti
Maldestro live ph Roberta Gioberti
Maldestro
I MURI DI BERLINO (Arealive / Warner) è il titolo del nuovo album di MALDESTRO che, dopo aver fatto incetta di premi e riconoscimenti in occasione della sua recentissima partecipazione al Festival di Sanremo 2017, nella categoria Nuove Proposte con il brano “Canzone per Federica”(PREMIO DELLA CRITICA ‘MIA MARTINI’, PREMIO LUNEZIA, PREMIO ENZO JANNACCI, PREMIO ASSOMUSICA e il premio conferito dalla REGIONE BASILICATA per il MIGLIOR VIDEOCLIP), decide di accompagnare chi avrà voglia di ascoltarlo nei meandri di un percorso emotivo fitto e frastagliato. Attraverso una minuziosa cura per la scelta delle parole e un’innata sensibilità, Maldestro scova le crepe esistenziali di ciascuno di noi con il vezzo di una leggiadra melancolia.
Intervista
Antonio, come si colloca questo disco all’interno del tuo percorso artistico?
Comincerei col dire che questo disco lo sento realmente mio perché, nonostante i testi e la musica del primo album fossero comunque miei, non ho avuto modo di lavorare agli arrangiamenti. In questo caso, invece, ho suonato nel disco e ho partecipato anche alla realizzazione degli arrangiamenti mettendo a punto gran parte delle idee che avevo in mente.
Leggendo i testi si evince anche un’evoluzione nel tuo modo di scrivere
Il primo disco era molto più arrabbiato, questo è più tenero. Racconto di sentimenti importanti guardandoli da un’altra prospettiva; c’è una visione più romantica del dolore.
In effetti si nota un mood più riflessivo. Hai cercato di racchiudere in un unico testo una serie di riflessioni che, invece, abbracciano dimensione più vaste. In questo senso la scelta delle parole riveste un’importanza ancora più forte?
Quando scrivo non sto molto a rimuginare. In genere prendo la chitarra e il piano e procedo, raramente vado a modificare qualcosa che ho scritto in modo spontaneo. Di solito scrivo per un’esigenza personale, per liberarmi dai dolori e consumarli. Mi dicono spesso che attraverso i miei testi si riesce a vedere quello che sto raccontando, questo è anche frutto dei miei ascolti (Fossati, Gaber, Dalla).
I Muri di Berlino – album cover
A proposito di questo, cosa ti ha ispirato il testo di “Lucì in un solo minuto”? Nell’unica parola in dialetto che usi in questo album c’è tutto il pathos necessario per rendere in maniera tangibile la forza di un sentimento preciso…
Nella parola Lucì c’è tutta la mia rabbia ma anche tutto il mio amore verso la mia città e verso la mia lingua che ultimamente è stata fin troppo abusata. Ho scelto di raccontare in italiano le mie storie anche se non escludo il napoletano. In questa canzone ho voluto vedere un film e non ho badato a spese per realizzare la chiusura ideale per questo album.
Approfondiamo un attimo la questione relativa all’uso del dialetto…
Ho riflettuto sul fatto che c’è stato chi per anni ha cantato in italiano snobbando il dialetto per poi decidere di seguire la tendenza del ritorno all’uso del napoletano. Per quanto mi riguarda continuo sulla mia strada, ci sono delle canzoni in napoletano che avrei voluto mettere nel disco, ne ho scritte anche parecchie ma poi ho pensato che non c’entravano niente con questo album. Questo sarà un buon motivo per inserirle in un altro progetto. Altre canzoni le sto regalando a persone che mi ispirano e che mi emozionano.
“Sporco clandestino” è un colpo al cuore. Perchè hai deciso di colpire lo spettatore con questa canzone così forte?
Penso che ci sarà qualcuno che questo pezzo lo manderà avanti perché non riuscirà ad ascoltarlo. Ci sono delle cose che vanno raccontate così, senza filtri. Non si può ricamare su argomenti così forti. Io stesso tremo al solo pensarci. Ho scelto un modo diverso per parlare di questo tema, non ho mai sentito parlare di immigrazione dal punto di vista di un bambino. Mi ha sempre colpito l’ipotesi che ad un bambino potesse essere tolta la cosa più bella che abbiamo: la meraviglia. Il pianto straziante di un bambino che a 9 anni cerca di raccontare di quando una bomba gli ha ucciso i genitori mentre lavora in un’officina è stato volutamente scelto per auspicare che i bambini vengano protetti dalla malvagità e dal terrore.
Che rapporto hai con il tempo? Nei tuoi testi sembra sempre un po’ tiranno…
Il tempo fa sempre paura, ci facciamo i conti tutti i giorni e in tutti i momenti, soprattutto quelli belli. Ho paura delle buone notizie perché non riesco a gestirle, penso sempre a quando tutto finirà. La felicità mi mette agitazione perchè non ne conosco la durata, sto sempre lì a pensare che finisca.
Hai fatto una piccola partecipazione nel docufilm dedicato a Pino Daniele. Che ricordo hai di lui?
Con Pino Daniele ho un rapporto strano, lo adoro anche se l’ho ascoltato solo 4 anni fa. Vengo da altri ascolti ma trovo che sia un genio musicale e letterario. Anche se la mia anima è più vicina a Gaber, penso che il primo Pino Daniele abbia detto praticamente tutto ciò che c’era da dire dopo la musica classica napoletana.
Che rapporto hai con i colleghi conterranei?
Non frequento nessuno per vari motivi, sono sempre stato una persona solitaria, ci sono molti personaggi e poche persone. Per me puoi essere Bob Dylan o l’ultimo dei cantautori, a me interessa innanzitutto la persona che sei. Una delle cose più tristi che possa capitare a Napoli è che i colleghi non ti perdonano il successo. Per come la penso io, se un mio conterraneo riesce ad uscire fuori da Napoli affermandosi altrove, ne sono felice e mi sento rappresentato. Aldilà di queste dinamiche, quando poi incontro persone della mia stessa razza, ci instauro legami di sangue.
Ad esempio?
Posso citare i miei fratelli Alessio Sollo e Claudio Gnut. Aldilà della musica, ci siamo sempre sostenuti a vicenda in qualunque contesto.
Cosa pensi dei tanti premi ricevuti in ambito sanremese?
Per me la musica è un gioco. Prendersi sul serio non serve, bisogna essere seri ma non seriosi. I premi sono importanti ma alla fine il vero premio mi viene dato da chi viene al mio concerto e si emoziona riconoscendosi nelle storie che racconto.
Raffaella Sbrescia
Dal 24 marzo Maldestra presenterà il suo nuovo lavoro e incontrerà i fan negli store delle principali città italiane: il 24 marzo a Roma - Feltrinelli Via Appia Nuova 427 (h 18,00); il 25 marzo a Napoli - Feltrinelli P.za dei Martiri (h 18,00); il 26 marzo a Senigallia (AN) – Mondadori C.so II Giugno 61 (h 18,00); IL 27 marzo a Milano - Mondadori Via Marghera (h 18,00); il 28 marzo a Torino - Mondadori Via M.te di Pietà 2 (h 18,00); il 29 marzo Bologna - Mondadori Via D’Azeglio 34a (h 18,00) e il 30 marzo a Firenze - Galleria del Disco (h 17,30).
Video: Abbi cura di te
Il tour
Dal 12 aprile inizierà il tour che lo vedrà coinvolto anche per tutta l’estate:
12/04 Bologna
Teatro San Leonardo
13/04 Roma
Auditorium Parco della Musica
20/04 Milano
Salumeria della Musica
26/04 Napoli
Teatro Bellini
05/05 Recanati
Teatro Persiani
27/05 Vicenza
Festival
25/06 Montesano sulla Marcellina (SA)
P.za F. Gagliardi
29/06 Salina
Salina Doc Fest
15/07 Odolo (BS)
Festival D-Skarika
28/07 Sant’Anna di Centobuchi (AP)
Piazza
Lele Esposito vincitore “Nuove proposte” – Sanremo 2017 @Rai Uno
Scorre lenta e soporifera la quarta serata del 67esimo Festival di Sanremo aggiudicandosi comunque il 47% di share. Nessun ospite di particolare prestigio a risollevare un andamento medio-basso dello show. Gli unici guizzi sono quelli dell’ormai imprescindibile Crozza e della brillante Virginia Raffaele. Sul palco con Carlo Conti e Maria De Filippi anche la bellissima modella e moglie di Eros Ramazzotti Marika Pellegrinelli. La serata si apre con la finale dei giovani nella sezione “Nuove proposte” con il trionfo della nuova Napoli: Maldestro vince il premio della critica “Mia Martini” mentre Lele Esposito si aggiudica la vittoria del premio finale.
Per quanto concerne il discorso gara, non sono mancati i colpi di scena: eliminati Ron, Giusy Ferreri, Al Bano e Gigi D’Alessio. Questo tipo di risultato rappresenta un fatto epocale: nonostante il televoto fosse ripartito tra 30% giuria demoscopica, 40% televoto e 30% giuria di qualità, pare evidente che la vecchia guardia della scena musicale sia stata sobbalzata da una nuova corrente pop. Se da un lato fa scalpore l’eliminazione di due colonne della musica italiana come Ron e Al Bano, dall’altro c’è da riflettere sull’utilità di portare al Festival dei brani anacronistici che non raccontano nulla di nuovo. Discorso diverso per Gigi D’Alessio che non è riuscito a rilanciarsi nonostante un brano molto personale e un’ottima partitura musicale. Rimane il caso di Giusy Ferreri, anche lei vittima della forza social di alcune colleghe meno meritevoli, su tutte Lodovica Comello.
Pagelle
Nuove Proposte
Big
Maldestro
Maldestro si aggiudica il Premio Enzo Jannacci (Prima edizione) istituito da NuovoImaie, in accordo con la famiglia Jannacci e la collaborazione di Paolo Maria Jannacci con il brano «Canzone per Federica». Ecco la cerimonia della consegna del premio sala stampa Lucio Dalla del Palafiori di Sanremo. Presenti anche Paolo Jannacci e Dodi Battaglia, portavoce del NuovoImaie.
Video: La cerimonia di premiazione di Maldestro
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Con l’esibizione del cantautore partenopeo Maldestro si è ufficialmente aperta la nuova edizione del festival Eutropia 2015. Esordio d’autore, per una manifestazione che vedrà protagonisti alcuni dei nomi storici del panorama musicale nazionale ed internazionale. Maldestro, cantautore dal percorso particolare, voce di riscatto e di coscienza, insieme ai giovani Antonio Cece alla chitarra e Luigi Pelosi al basso, ha interpretato un repertorio molto personale, in cui ha affrontato temi sociali, molto cari al contesto giovanile e non solo. Dalla disoccupazione, alle difficoltà relazionali, dalla rabbia all’amore, in un percorso musicale che riprende le sonorità delle ballate tradizionali, affiancandole alla spina dorsale di un basso energico e portante, e un percorso testuale che, come preferiamo esprimere con parole dell’autore, riempie e fogli e svuota l’anima. L’estate di Eutropia non poteva vedere miglior esordio.
Roberta Gioberti
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Maldestro @ Eutropia 2015 – Ph Roberta Gioberti
Si terrà questa sera la serata conclusiva del “MessApp Coast Festival”, la rassegna musicale in programma dall’1 al 3 agosto ad Agropoli (Salerno), una delle mete turistiche più apprezzate e frequentate del Cilento. Non sono musica, dunque, ma anche mare, sole e divertimento, ingredienti, questi ultimi che vanno ad aggiungersi alle mostre, ai dj set, ai reading e alle visite guidate presso i più rinomati siti di interesse artistico e naturalistico. Diretto da Peppe Macchia e patrocinato dal Comune di Agropoli, il Festival ha proposto al pubblico un variegato cartellone in grado di soddisfare i gusti e le esigenze di un pubblico eterogeneo: reggae, folk, dub, pop, elettronica, jazz-rock hanno, infatti, animato gli spalti ed il prato dello stadio comunale della cittadina alle porte del Parco nazionale del Cilento. Alborosie, Mannarino, Motel Connection,Raiz & Almamegretta, James Senese & Napoli Centrale, Frank Sent Us, Marcello Coleman, Maldestro, Yes Daddy Yes, Dj Andrea Bertolini si sono alternati sul palco del MessApp Coast Festival per un inizio d’estate indimenticabile.
Tra gli artisti che si sono esibiti durante la manifestazione dedicheremo un piccolo approfondimento a quelli che si sono esibiti durante la serata dello scorso 2 agosto. Protagonisti del palcoscenico: il cantautore partenopeo Maldestro, i cui testi spaziano tra la rabbia, l’amore, il dolore e la disperata voglia di vivere, James Senese & Napoli Centrale, considerati un vero e proprio pilastro della scena musicale partenopea, grazie all’inconfondibile sound del sax di Senese e alla verve autentica che contraddistingue il repertorio della band, ed il cantautore romano Alessandro Mannarino che ha portato il suo bellissimo “Al Monte Live” anche ad Agropoli conquistando ancora una volta il pubblico.
Riconosciuto come uno dei apprezzati cantautori italiani, Alessandro Mannarino sta vivendo un periodo particolarmente felice della propria carriera artistica grazie al suo ultimo album di inediti intitolato “Al Monte”. Una scenografia onirica e a tratti perturbante, si accompagna ai dettagli che scandiscono il suo concept live, minuziosamente curato nel dettaglio. Un viaggio alla scoperta di se stessi e degli altri; altamente consigliato.
Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone